04/08/2025
Alatri – Successo e partecipazione all’open-day archeologico di piazza Rosa.
Un ottimo esempio di trasparenza e gestione partecipata della ‘cosa pubblica’ da parte del Comune alatrense e della Soprintendenza archeologia, belle Arti e paesaggio per Frosinone e Latina quello andato in scena venerdì mattina sotto le suggestive mura megalitiche di Alatri. Il tema era quello degli scavi archeologici nati dal cantiere per la ristrutturazione e riqualificazione di piazza Rosa, sotto l’acropoli, progetto finanziato con fondi per il Giubileo. Decine e decine di residenti, turisti, professionisti e autorità hanno riempito l’area del cantiere, opportunamente messa in sicurezza per l’evento, per ascoltare dalle parole dei tecnici e dei responsabili dei lavori e degli scavi quanto emerso e come si intenderà valorizzare il tutto. Hanno preso parola il sindaco di Alatri, Maurizio Cianfrocca con la nuova direttrice del museo cittadino, Manuela Cerqua, che hanno dato il benvenuto ai presenti e spiegato le ragioni dell’incontro. Poi la parola è passata all’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco, Roberto Addesse e al direttore dei lavori e progettista, Angelo Ianni, che hanno spiegato il progetto di riqualificazione della piazza che, oltre ad una nuova pavimentazione, al ricollocamento dell’antica fontana contornata da panchine, avrà i posti auto necessari soprattutto ai residenti. Presenti anche l’assessore Padovani, il presidente del consiglio Vinci, il responsabile cultura Agostini e il responsabile lavori pubblici Testa. Poi si è passato al motivo vero dell’open day, gli scavi archeologici nati dopo alcuni ritrovamenti ritenuti interessanti dalla soprintendenza, rappresentata ieri dal funzionario competente per territorio, Massimo Lauria, che ha portato i saluti del Soprintendente, Alessandro Betori, assente per impegni pregressi. Lauria e Cerqua, assieme agli archeologi Lo Castro e Attenni (ex direttore del museo civico oggi membro dell’istituto centrale per l’archeologia del Ministero), hanno presentato i riscontri preliminari su quanto emerso durante i sondaggi preventivi e i successivi scavi veri e propri. Da un lato si tratta di resti di un edificio con mura poligonali che si potrebbe ipotizzare essere un’antica Domus con pavimenti e lacerti a mosaico del secondo secolo avanti Cristo, di un’antica strada e di una calcara, ovvero una fornace dove venivano cotti i resti di precedenti monumenti per ricavarne calce e sabbia, questa risalente molto dopo, probabilmente al quinto o sesto secolo dopo Cristo. Numerosi anche i reperti di vasellame e piccole incisioni o timbri che saranno molto utili agli studiosi per ricostruire quanto accaduto nei secoli e nelle stratificazioni di quella porzione importante della cittadina ernica. L’aspettativa che in molti avevano, ovvero che potesse rimanere qualcosa a vista, è stata delusa; i reperti stanno progressivamente tornando coperti e messi al sicuro dalle intemperie, come oggi abbastanza abituale nelle procedure archeologiche, anche perché nel caso specifico tubature e servizi come gas e acquedotto ha distrutto gran parte dei ritrovamenti. La valorizzazione, tuttavia, ci sarà con l’esposizione di quanto trovato presso il museo cittadino, cartellonistica in loco, e con incontri che verranno man mano organizzati. L’intenzione della nuova direttrice del museo, infatti, è quella di lanciare i ‘sabati al museo’ per aprire le porte a residenti e turisti alle bellezze in esso custodite.
Andrea Tagliaferri