Se non ora quando Sisters

Se non ora quando Sisters Se non ora quando Sisters: organizzazione femminista indipendente impegnata per i diritti delle donne Collaboriamo con il FeministPost.

Se non ora quando Sisters – Per una nuova civiltà

Siamo un'organizzazione femminista radicale indipendente impegnata in un lavoro di sensibilizzazione culturale per il riconoscimento e la valorizzazione delle donne e per un rinnovamento del rapporto tra i sessi. Nel 2011 Se non ora quando nasce come un grande movimento spontaneo nazionale di rivolta culturale contro il modello di donna reso popol

are da Berlusconi, svalorizzante per le donne e che contribuì alla decadenza dei valori della nostra società. Prendendo radice da queste origini, il nostro femminismo, ispirato da Carla Lonzi, è basato sulla diversità: accettazione delle differenze, rispetto per i corpi, denuncia del patriarcato all’origine di dominio, ingiustizia e violenza sulle donne. Rifiutiamo l’esclusione e l’emarginazione delle donne, gli stereotipi di genere, lottiamo per riconoscere (e fare riconoscere) la violenza sulle donne e per contrastarla: la violenza “domestica” quindi nascosta, psicologica, verbale, economica e/o fisica, che trova la sua estrema espressione nei femminicidi, la più grande piaga della nostra società fin a violenze subdole, quelle del mercato dei corpi, del fenomeno dell’utero in affitto che commercializza e mette in pericolo il corpo della donna e della prostituzione che sfrutta donne bisognose e traumatizzate da precedenti maltrattamenti. Lottiamo contro la pornografia aperta a tutti e gratuita, dove pratiche sempre più estreme e violente sulle donne incidono su persone sempre più giovani normalizzando maltrattamenti e stupri sulle donne. Siamo aperte all’ascolto e aiutiamo donne a smascherare la violenza domestica o di coppia. Facciamo parte della rete nazionale “In radice - Per l’inviolabilità del corpo femminile” e lavorariamo in stretto contatto con varie organizzazioni e associazioni del femminismo radicale a livello nazionale e internazionale. Non realizziamo profitti: Siamo tutte Sisters, generose volontarie disinteressate.

Noi ci occupiamo di questi temi sulla pagina e sul gruppo. Grazie per la vostra presenza e sostegno.
06/06/2025

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22/05/2025
18/04/2025

Avvenire 18 aprile 2025

INCLUSIVITÀ NON PUÒ MAI ESSERE CANCELLAZIONE: LE DONNE E IL DIRITTO ELEMENTARE DI ESISTERE

FRANCESCA IZZO

Il ritorno della differenza: cosa dice davvero la sentenza della Corte suprema britannica

La sentenza della Corte Suprema britannica che stabilisce la definizione legale di donna in base al sesso biologico mette fine a uno scontro durissimo, fissando un punto molto chiaro. Insieme a un certo sollievo, tuttavia, provo anche amarezza per il fatto che sia stato un tribunale a stabilire un dato di realtà e cioè che i sessi sono due, e che una donna è una donna e un uomo che si sente e si dichiara donna pur rimanendo uomo, cioè un transgender, non lo è. Finora non si è potuto afferma-re questo principio così lampante senza essere tacciati di attentare alla dignità delle persone transgender o di volerle discriminare; ciò accade perché non è stato possibile avviare un dibattito serio e pacato. Al contrario, lo scontro è degenerato, diventando talmente duro da innescare una vera e propria caccia alle streghe: ne sa qualcosa la scrittrice J.W. Rawlings. Si è preteso perfino di cambiare il lessico per non discriminare chi si sente donna senza esserlo. Si sono introdotti termini neutri per indicare la donna, che è diventata “persona con utero” o “persona che mestrua”.

Per essere inclusivi e attenti a non discriminare nessuno, per rendere tutti tendenzialmente uguali, si sono cancellate le differenze. E a farne le spese sono le donne e alcuni dei diritti che hanno faticosamente conquistato. Non a caso la vicenda alla base della sentenza della Corte Suprema britannica riguardava le quote rosa nei Consigli di amministrazione delle società scozzesi, alle quali una legge del Parlamento di Edimburgo del 2018 consentiva l’accesso anche agli uomini transgender, coloro cioè che, nati uomini, si autocertificavano come donne con il meccanismo del self-id. Sappiamo che la stessa questione coinvolge la partecipazione alle gare negli sport femminili e altri ambiti riservati esclusivamente alle donne. La sentenza ora pone fine al tendenziale occultamento e cancellazione della donna, e riafferma i diritti elementari delle donne senza che per questo si mettano in pericolo i diritti e le garanzie delle persone transgender e transessuali. Avrei preferito che non si dovesse ricorrere alla sentenza di un tribunale, ma che si discutesse di questi temi nelle sedi del confronto pubblico e politico. Purtroppo, non è stato possibile a causa della polarizzazione delle posizioni e della loro degenerazione. La cultura progressista in Inghilterra, in Europa e al di là dell’Atlantico ha sviluppato giustamente le teorie dell’inclusività, del riconoscimento e del rispetto delle differenze. Ma abbiamo assistito a una deriva che ha portato alla neutralizzazione delle differenze anziché alla loro valorizzazione.

Con questo non voglio dire che esista una identificazione immediata o assoluta tra donna e biologia: esistono una storia e una cultura che parlano di due sessi e di una oppressione millenaria dell’uno sull’altro. E di un processo, ancora in corso, di progressiva liberazione dai vincoli e dalle limitazioni subite dalle donne. Ora mi chiedo perché per porre fine alle discriminazioni di cui è potenzialmente vittima una minoranza, si chiede di annullare la differenza sessuale? Perché è la donna a dover scomparire affinché ci sia libertà e riconoscimento per tutti? Mi pare che in questa pretesa ci sia qualcosa di profondamente misogino.

Questo DDL verrà discusso a breve in Senato e, se passasse, metterebbe le madri ancora più in pericolo e vulnerabili di ...
01/04/2025

Questo DDL verrà discusso a breve in Senato e, se passasse, metterebbe le madri ancora più in pericolo e vulnerabili di fronte alla violenza: https://feministpost.it/italy/lettera-a-meloni-il-ddl-832-sulla-b
Questa petizione ne chiede la cancellazione:
https://www.change.org/p/no-al-ddl-salomone-cos%C3%AC-i-bimbi-di-genitori-separati-saranno-tagliati-a-met%C3%A0

Gentilissima Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, le scriviamo per esprimere la nostra viva preoccupazione e il nostro allarme in merito al Disegno di

BELLE AD OGNI COSTO, un'illustrazione inaspettata delle conseguenze della modernità cinese.In Cina c'è una nuova dittatu...
24/03/2025

BELLE AD OGNI COSTO, un'illustrazione inaspettata delle conseguenze della modernità cinese.

In Cina c'è una nuova dittatura stabilita dalla pubblicità, dal mercato e dal consumo di massa. Il più delle volte unico, il bambino deve essere perfetto. Le ragazze portano il peso delle aspettative dell’intera famiglia.
Mentre le donne della rivoluzione culturale venivano arrestate se si dedicavano alla bellezza e solo alcuni anni fa tutti i concorsi di bellezza erano vietati come tutto ciò che arrivava dall’Occidente, considerato corrotto, ora esiste in China un concorso unico al mondo: “Miss bisturi”, dove le partecipanti devono esibire un certificato di “non uniformità” che attesti di avere subito interventi chirurgici. Maggiori gli interventi e maggiori le possibilità di vincere. La vincitrice ne ha fatti a decine. Il concorso è diventato un affare di stato, con la presenza dei dignitari del partito per uno spettacolo grandioso, molto pubblicizzato e trasmesso in televisione a conferma di una nuova era che avanza.
“Le donne belle sono rare e superiori, spiega il chirurgo che ha operato la vincitrice. Hanno più successo nella vita. Con la chirurgia aiutiamo le brutte a trovare un uomo. Ora tutte le Cinesi oseranno farsi operare.“
Il modello è definito in base a quello occidentale, niente più occhi a mandorla o viso piatto e gambe corte. Un terzo del salario delle donne cinesi è speso in cosmetici occidentali. Ma non solo, ora per trovare un lavoro le operazioni diventano necessarie. Desideri che diventano doveri: essere alte, sorridenti con occhi grandi e avere una carnagione pallida è un must, anche se questo significa tutti gli eccessi. Gli annunci parlano chiaro e senza tabù di criteri fisici persino per posti di ragioniera: è richiesta un’altezza superiore a un metro e sessantacinque e un viso “carino”. Nella periferia di Pechino una donna di 28 anni diplomata in ingegneria elettronica ma alta solo un metro e sessanta non riesce a trovare lavoro. Allora non resta che ricorrere all’allungamento delle gambe, un intervento ad alto rischio che sfida le leggi di natura. Le ossa della tibia vengono segate per inserire una struttura metallica che poi consentirà giorno dopo giorno, girando dei bulloni di guadagnare prima millimetri e poi centimetri. Un calvario di un anno di dolori, di 8 mesi a letto nella struttura ospedaliera e poi, se tutto va bene, di rieducazione per camminare. Tante ci provano. Un chirurgo opera in media 300 ragazze all’anno. Per l’operazione agli occhi invece, in una città come Shangai, un chirurgo ne compie 20 al giorno, weekend compresi. Ex-dentista, si va da lui senza appuntamenti, consulta varie pazienti insieme, l’operazione dura 40 minuti ed è fatta. “E’ l’economia che comanda. Da qualche anno i Cinesi copiano l’economia degli Occidentali, ora vogliono imitare anche il viso degli Occidentali.
Ogni settimana 16000 donne cinesi si fanno operare per 3 miliardi di euro all’anno di benefici. “Bisogna accettare di essere moderni” commenta un padre che si è indebitato per rendere sua figlia “la più bella”.
De Barbieri

Interessante articolo che esprime una posizione da noi condivisa.
08/02/2025

Interessante articolo che esprime una posizione da noi condivisa.

Alla ricerca di un percorso educativo in equilibrio tra la pretesa di nascondere e negare il corpo femminile e la tendenza a mostrarlo in modo sguaiato e volgare

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