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La Cecilia, romanzo dell’esordiente Michela Panichi edito da Nottetempo, già finalista al Premio Calvino, anticipa i suo...
25/07/2025

La Cecilia, romanzo dell’esordiente Michela Panichi edito da Nottetempo, già finalista al Premio Calvino, anticipa i suoi elementi fin dalla copertina. Una ragazza sta accucciata su uno scoglio, colta nel gesto di lanciare in acqua il pezzo di sopra del costume.
Siamo a giugno, alla fine degli anni Novanta. Cecilia, la protagonista, arriva con la famiglia a Ischia per le vacanze, come ogni estate. Ma questa volta c’è qualcosa di diverso, perché Cecilia ha tredici anni e aspetta la prima mestruazione, o per meglio dire la aspetta sua madre, che in vista di questo cambiamento la mette a dormire nello studio, separandola dal fratello Luca, e le cambia bagno, facendole usare il suo. Cecilia non si riconosce nel nuovo ordine, lo rifiuta.

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Matteo Moca ha intervistato per Snaporaz la scrittrice americana Andrea Long Chou: «Cosa significa essere autorevoli? In...
24/07/2025

Matteo Moca ha intervistato per Snaporaz la scrittrice americana Andrea Long Chou: «Cosa significa essere autorevoli? In un presente in cui tutti hanno un'idea su tutto, cosa sancisce l'autorità di un'opinione rispetto a un'altra? Rispondere è difficile, ma se è vero quanto ha scritto Hannah Arendt sottolineando la necessità di riconoscere una voce autorevole («Vivere nella sfera pubblica senza l'autorità significa trovarsi ad affrontare daccapo i problemi più elementari suscitati dall'umana convivenza»), l'interrogazione è molto importante e richiama ciò che su questa autorità dovrebbe poggiarsi, la critica. Andrea Long Chu, premio Pulitzer per la critica nel 2023, e autrice di Femmine (pubblicato nella collana Not di Nero Editions con la traduzione di Clara Ciccioni), da tempo riflette su simili questioni».

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Silvia Mazzucchelli ha visitato per Snaporaz la mostra di Viviane Sassen: «Un grande pesce, realizzato da Kaarina Kaikko...
23/07/2025

Silvia Mazzucchelli ha visitato per Snaporaz la mostra di Viviane Sassen: «Un grande pesce, realizzato da Kaarina Kaikkonen, accoglie i visitatori all’ingresso della mostra This Body Made of Stardust di Viviane Sassen, ospitata alla Collezione Maramotti di Reggio Emilia e inserita nel circuito del Festival di Fotografia Europea. È la prima delle quattro opere della collezione permanente con cui dialogano le fotografie della Sassen. Composto da numerose giacche da uomo, tagliate, cucite e sovrapposte, questo animale ibrido nasce da due gesti apparentemente opposti: il taglio e l’unione. Da questa tensione prende forma anche il senso dell’intero percorso espositivo, tagliare non significa distruggere, ma riformulare; assemblare non vuol dire semplicemente recuperare, bensì immaginare un’altra esistenza».

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Oggi Roberto Contu ci parla di letteratura di viaggio rievocando la figura di uno scrittore italiano di culto: «Senza pe...
22/07/2025

Oggi Roberto Contu ci parla di letteratura di viaggio rievocando la figura di uno scrittore italiano di culto: «Senza per forza tornare a nomi consueti, nell’anno in cui avrebbe compiuto i suoi settanta anni ha senso un tributo al nostro vero ultimo grande scrittore di viaggio, ovvero Giorgio Bettinelli (1955-2008), viaggiatore e scrittore misconosciuto ai più (ma idolatrato dallo zoccolo duro dei suoi lettori), autore di quattro libri continuamente ristampati da Feltrinelli, nei quali descrisse i suoi incredibili giri a bordo di una Vespa, che lo portarono dal 1992 al 2006 a coprire tutto il globo terrestre»

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Da dove parte la performance/assolo di D’Agostin? Lo spunto viene dalla paleontologia – non a caso l’artista interpella ...
21/07/2025

Da dove parte la performance/assolo di D’Agostin? Lo spunto viene dalla paleontologia – non a caso l’artista interpella più volte il pubblico chiedendo se vi siano in sala esperti della disciplina – e da una scoperta fondamentale: nel 1979 il geologo statunitense Walter Álvarez e la micropaleontologa italiana Isabella Premoli Silva, esplorando la Gola del Bottaccione, nei pressi di Gubbio, individuarono una sottile linea d’argilla con un’altissima concentrazione di iridio, un metallo presente nella polvere cosmica ma non sulla Terra. Da qui l’ipotesi, rivelatasi fondata, che sessantasei milioni di anni fa un asteroide avesse colpito il nostro pianeta, sollevando una gigantesca nube di polvere incandescente che si diffuse su tutto il globo e causò la scomparsa di molte specie viventi, primi fra tutti i dinosauri, e plasmando la Terra che oggi abitiamo.

Asteroide, il nuovo spettacolo del danzatore-coreografo-autore Marco D’Agostin – artista associato al Piccolo Teatro di Milano, che ne ha ospitato il debutto, in tournée a luglio in vari festival e poi in autunno – è un “oggetto” indefinibile e, anche per questo, prezioso.

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Tre poesie - di Tommaso Giartosio.Le trovate in homepage.
20/07/2025

Tre poesie - di Tommaso Giartosio.

Le trovate in homepage.

Non ho mai letto una riga di intervento critico scritto da un romanziere mainstream in cui emergesse una menoma consapev...
18/07/2025

Non ho mai letto una riga di intervento critico scritto da un romanziere mainstream in cui emergesse una menoma consapevolezza di cosa intendiamo per scrittura e non ho mai assistito alla presentazione di un romanzo (non solo mainstream, in questo caso) in cui i relatori dedicassero un minuto di silenzio a quel perenne, continuo, inconsapevole funerale della scrittura che è il romanzo contemporaneo egemone. Dicono: ma che vuoi saperne tu, sei sperimentale. E con questo si tacitano la coscienza.

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Ho sempre concepito la morte come un evento subitaneo: qualcosa che squarcia, una falciata. Di fronte al corpo annoso di...
17/07/2025

Ho sempre concepito la morte come un evento subitaneo: qualcosa che squarcia, una falciata. Di fronte al corpo annoso di mia nonna, reso monumentale dall’incedere della sua fine, la morte mi è sembrata più simile a una lenta trasformazione: qualcosa che viene da dentro, più che un agguato, una conversione. Nelle mani gonfie che stropicciavano un lembo del lenzuolo con urgenza ripetitiva e vuota, negli occhi vaghi, le gambe immobili, i capelli morbidi e la pelle profumata, ho intravisto la compresenza di vita e morte. Come se la nonna Nicoletta fosse diventata un gigantesco gatto di Schrödinger, e incarnasse la verità paradossale di un sistema in cui stati opposti si sovrappongono, entrambi presenti e reali...

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Roger Ballen, fotografo statunitense naturalizzato sudafricano, ha uno sguardo dotato di grande coerenza. La mostra Anim...
16/07/2025

Roger Ballen, fotografo statunitense naturalizzato sudafricano, ha uno sguardo dotato di grande coerenza. La mostra Animalism, attualmente allestita al Mattatoio di Roma fino al 27 luglio, ribadisce il suo interesse per il mondo animale, e in particolare per il rapporto uomo-animale, visto anche nella sua dimensione violenta, di abuso. In Ballen, l’animale ha un ruolo di assoluto rilievo formale e narrativo nell’allestimento delle scene, che sia il ratto, la capra, il serpente, la colomba, il cagnolino: riproposto fuori dai contesti simbolici o quotidiani entro cui l’osservatore sarebbe portato a interpretarli, il bestiario ha un ruolo importante quanto l’umano. Non vi è alcuna subordinazione quando vediamo l’umanità (tendenzialmente emarginata, povera, o con disturbi psichici) interagire in vario modo coi soggetti animali, tutto fa parte dell’assurdità onirica e perturbante in cui siamo immersi.

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CENT’ANNI DI OSSI (E DI RELIQUIE). Esiste un’idolatria di Eugenio Montale che non aiuta a capirlo: a capire, cioè, sia l...
15/07/2025

CENT’ANNI DI OSSI (E DI RELIQUIE). Esiste un’idolatria di Eugenio Montale che non aiuta a capirlo: a capire, cioè, sia la sua straordinaria abilità sia i suoi difetti di fondo. Negli anni ne ho parlato spesso; ma ogni volta che si viene a una discussione, naturalmente gli idolatri rifiutano il piano critico: dànno per scontata la grandezza dei testi, e solo poi li analizzano. Per farlo devono ignorare perfino alcuni dubbi decisivi che proprio gli apologeti montaliani - in primis Contini - hanno lasciato cadere nei loro studi...

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Il racconto dei racconti: una serie di pezzi in cui Luca Ricci introduce, analizza e ripercorre un racconto emblematico ...
14/07/2025

Il racconto dei racconti: una serie di pezzi in cui Luca Ricci introduce, analizza e ripercorre un racconto emblematico della letteratura; un altro modo per esercitare il diritto di critica, serbare la memoria e relativizzare il culto della novità.

Oggi pubblichiamo il nuovo intervento "Eppure battono alla porta".

Nei primi anni del secolo scorso un bambino scopre la sua sensibilità fantastica grazie ai vecchi mobili di una casa immersa nella campagna bellunese. Passa in rassegna i ritratti degli avi appesi alle pareti (che potrebbero essere le figure di altrettanti fantasmi), è tentato dall’esplorazione della soffitta e del granaio, e ama perdersi nel grande giardino alla ricerca di qualche elfo o folletto. Tra le cose che muovono di più la sua immaginazione ci sono anche il Piave, con le pozze profonde piene di trote e chissà quali altri segreti, e le montagne aguzze della Val Belluna, custodi di leggendarie scalate e rovinose cadute, favole sui boschi, sui pendii, sui ghiacciai. Quel bambino che ama giocare (iniziando in realtà il suo apprendistato letterario) si chiama Dino Buzzati. Più tardi, in un’intervista radiofonica del 1950 sarà lui stesso a ricordare il tempo magico dell’infanzia:
"Non è poi così futile come parrebbe la questione del fondo del letto. Certe sere, ci si ficcava completamente sotto le coperte e strisciando tentavamo di esplorare..."

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