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“L’inverno demografico dell’Italia”: domenica 7 dicembre Snaporaz torna in edicola con
06/12/2025

“L’inverno demografico dell’Italia”: domenica 7 dicembre Snaporaz torna in edicola con

Lorenzo Marchese ha letto per Snaporaz l’ultimo romanzo di Michele Mari: «Si potrebbe leggere I convitati di pietra di M...
05/12/2025

Lorenzo Marchese ha letto per Snaporaz l’ultimo romanzo di Michele Mari: «Si potrebbe leggere I convitati di pietra di Michele Mari, la lugubre scommessa di una classe di liceali milanesi (a partire dal 1974, a ogni cena annuale della rimpatriata, ciascuno di loro versa una quota per ingrassare un montepremi che sarà destinato agli ultimi tre superstiti fra di loro), come un cambio di direzione. Non ospita i vecchi fantasmi della letteratura, lascia invece ampio margine ad altre doti che sapevamo comunque appartenegli: un ritmo indiavolato e pieno di azione, sebbene consegnato a una prosa tutt’altro che stenografica o da sceneggiatore; uno sguardo spietato e ubiquo su questi ex ragazzi, poi adulti, infine vecchi decrepiti, impegnati in una roulette russa lunga più di mezzo secolo, pressappoco come in Il cacciatore di Cimino, d’altronde evocato».

Oggi Graziano Graziani ci parla di Alexander Zeldin e del filone attuale di un teatro politico e sociale: «C’è chi lo de...
04/12/2025

Oggi Graziano Graziani ci parla di Alexander Zeldin e del filone attuale di un teatro politico e sociale: «C’è chi lo definisce il Ken Loach del teatro e forse il paragone ha una sua ragion d’essere. Alexander Zeldin, drammaturgo inglese classe 1985, proveniente da una famiglia con ascendenze russe, ebree e australiane, è da più parti acclamato come uno dei maestri della nuova scena europea grazie a una serie di lavori che mettono al centro del discorso la disparità sociale, il classismo, il meccanismo economico e burocratico che sovrasta le vite dei singoli anche nelle democrazie avanzate».

L'articolo completo è sul sito.

Alberto Pezzotta oggi ci parla di Ennio Flaiano critico di cinema: «Spesso riottoso e ingrugnito, Flaiano non è però uno...
03/12/2025

Alberto Pezzotta oggi ci parla di Ennio Flaiano critico di cinema: «Spesso riottoso e ingrugnito, Flaiano non è però uno stroncatore di professione, come del Buono. Non si diverte a smontare un film, e quando lo fa non diverte nemmeno il lettore. Quando invece entra in sintonia con qualcosa – il cinema di Chaplin e di Billy Wilder, Stromboli, terra di Dio di Rossellini, ma anche imprevedibilmente, 2001: Odissea nello spazio di Kubrick – ci sono vere illuminazioni: e allora è capace di farci amare ancora di più questi film, in modo più profondo».

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Le regine parassite delle formiche possono ingannare un’altra colonia inducendola a uccidere la propria regina usando ar...
02/12/2025

Le regine parassite delle formiche possono ingannare un’altra colonia inducendola a uccidere la propria regina usando armi chimiche. Lo rivela una nuova ricerca pubblicata su Current biology, che spiega come questa strategia permetta alla regina parassita di prendere il controllo e di ingannare le operaie, che allevano la sua prole fino alla loro morte. Era già noto che le formiche possono compiere matricidio, cioè uccidere la propria regina (che è anche la madre biologica), specie quando non è più fertile, e sono inoltre documentati casi di regicidio, in cui una regina elimina un’altra decapitandola o mordendole la gola. Tuttavia, lo studio appena pubblicato è il primo a spiegare nel dettaglio come una regina di Lasius orientalis appena fecondata possa ingannare le formiche operaie di Lasius flavus costringendole a fare il lavoro sporco.

La rassegna stampa internazionale di Maria Teresa Carbone è online.

“Il pallone”, tratto da una raccolta del 1968 intitolata “Atti innaturali, pratiche innominabili”, nel suo riassunto app...
01/12/2025

“Il pallone”, tratto da una raccolta del 1968 intitolata “Atti innaturali, pratiche innominabili”, nel suo riassunto appare come un testo abbastanza sciapo: un pallone aerostatico si espande fino a coprire il cielo di Manhattan. Ma, a fronte di questa situazione anodina, Barthelme ci tiene a lasciare una traccia evidente dell’eccezionalità del suo racconto fin dalle prime righe: «Il pallone, dopo aver preso origine in un certo punto della Quattordicesima Strada, la cui esatta posizione non posso rivelare, si dilatò durante la notte verso nord, mentre la gente dormiva, fino a raggiungere il Parco. Là lo feci fermare». L’ultima frase arriva come un colpo al cuore. Si rilegge per essere sicuri di non aver capito male. “Là lo feci fermare” e non «Là si fermò»? Sicuri?

Il racconto dei racconti: è online un nuovo pezzo della serie in cui Luca Ricci introduce, analizza e ripercorre un racconto emblematico della letteratura; un altro modo per esercitare il diritto di critica, serbare la memoria e relativizzare il culto della novità.

L’articolo completo è sul sito.

“Il testimone”: il nuovo inedito di Giulio Mozzi è in homepage. Accessibile anche per i non abbonati.
30/11/2025

“Il testimone”: il nuovo inedito di Giulio Mozzi è in homepage. Accessibile anche per i non abbonati.

«Movente dello spettacolo non è tanto il “riracconto” delle Baccanti, quanto la volontà/necessità di ridefinire in chiav...
28/11/2025

«Movente dello spettacolo non è tanto il “riracconto” delle Baccanti, quanto la volontà/necessità di ridefinire in chiave contemporanea il “dionisiaco” nietzschiano, inteso quale vibrazione capace di riconnettere l’essere con la propria individualità e con la realtà in cui è immerso, comprendendone anche gli aspetti più dolorosi e contraddittori. Non a caso, il Dioniso di Euripide/Anagoor dichiara a Penteo, il quale ha accettato di travestirsi da donna per poter spiare indisturbato le Baccanti, che farà di lui un uomo “straordinario”, vale a dire una creatura estranea a quell’ordine apollineo che il giovane sovrano di Tebe si ostina a voler garantire».

Laura Bevione ha assistito a "Il fremito delle Baccanti", l’adattamento teatrale della tragedia di Euripide a firma di Anagoor, compagnia fondata a Castelfranco Veneto nel 2000 e diretta da Simone Derai e Marco Menegoni. La recensione è sul sito.

Si può esordire a settantaquattro anni?[...] "Arrivano le giraffe", che apre "Sing-a-beast", è il disco d’esordio di Mir...
28/11/2025

Si può esordire a settantaquattro anni?

[...] "Arrivano le giraffe", che apre "Sing-a-beast", è il disco d’esordio di Miriam, il nome d’arte scelto da Mariella Modonese. «Un debutto tardivo», ci scherza su, riferendosi alla sua età forse inusuale per pubblicare il primo album: settantaquattro anni.

Un disco sorprendente: estremamente libero, difficilissimo da paragonare ad altri lavori, un viaggio tra musica ambient, improvvisazione, rumori, in cui Miriam suona il taiko, il theremin, tastiere, chitarre, percussioni, fischietti, canta. I pezzi sono prevalentemente strumentali, ma compaiono voci, a volte inaspettate, come quella dell’assistente vocale Alexa, «a cui ogni tanto chiedo qual è l’animale del giorno, e per quasi due mesi ha risposto “Oggi è la giornata mondiale del pangolino”», a introdurre appunto "The pangolin day".

Marco De Vidi oggi scrive di un particolarissimo esordio: l'articolo completo è sul sito.

Non vi pare che dietro il lavoro di sintetizzare l’anima di un libro su Instagram ci sia – sentite come ribolle? – un’in...
27/11/2025

Non vi pare che dietro il lavoro di sintetizzare l’anima di un libro su Instagram ci sia – sentite come ribolle? – un’incestuosa voglia di trivializzazione? Uno legge i pizzini partoriti dalle menti arcuate che disegnano questi caroselli pro-libro e finalmente capisce perché l’editoria è giustamente un reame di sottopagati.

Fabrizio Patriarca oggi su Snaporaz.

Linda Terziroli oggi ci parla della pubblicazione di alcuni inediti di Anna Maria Ortese: «Anna Maria Ortese scriveva pe...
26/11/2025

Linda Terziroli oggi ci parla della pubblicazione di alcuni inediti di Anna Maria Ortese: «Anna Maria Ortese scriveva per vivere. E, ovviamente, viveva per scrivere. Sebbene non avesse neppure una lampada per farlo dopo l’imbrunire. Indossava abiti smessi da altri. Non aveva talvolta neanche una moneta per affrancare la posta. Piazzava i propri scritti ovunque per concedersi il lusso di un paio di scarpe o per strappare un biglietto per il cinema. Leggendo il ritratto della scrittrice solitaria e misteriosa tracciato da Dario Biagi nell’Introduzione al volumetto fresco di stampa Novelle ritrovate(con un saggio critico dell’italianista Donatella La Monaca, Argolibri), vien da pensare che, di fronte al dolore e alla sofferenza patiti dalla scrittrice sin dalla giovinezza, la scrittura può essere una porta per uscire nel fiabesco, in polemica con la realtà così amara, per aprire le porte a un realismo che, necessariamente, deve essere “magico”».

L'articolo completo è sul sito.

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