IL MEDIO

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Madre natura omaggia il medio
30/11/2025

Madre natura omaggia il medio

24/11/2025

CondividiDa Bibbiano ai Bimbi del Bosco: quando l’infanzia diventa merce di scambio Di Christian Zuttioni Da giorni non si parla d’altro: i “Bimbi del Bosco”. […]

𝑰𝑳 𝑴𝑬𝑫𝑰𝑶 & 𝑪𝒉𝒂𝒕𝑮𝑷𝑻Abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale di valutare i leader politici italiani in baste a questi ...
14/11/2025

𝑰𝑳 𝑴𝑬𝑫𝑰𝑶 & 𝑪𝒉𝒂𝒕𝑮𝑷𝑻
Abbiamo chiesto all’intelligenza artificiale di valutare i leader politici italiani in baste a questi parametri:
• Impatto sull’economia italiana
• Impatto sull’industria e sul lavoro
• Impatto sulla sicurezza interna
• Impatto sulla sovranità nazionale
• Capacità di dire NO all’UE quando serve
• Difesa dell’interesse nazionale
• Difesa dell’identità culturale italiana
• Gestione dell’immigrazione
• Gestione delle crisi
• Competenza tecnica
• Preparazione sui dossier
• Visione strategica per l’Italia
• Lealtà verso il Paese
• Coerenza ideologica
• Capacità di governo
• Leadership reale
• Affidabilità politica
• Capacità di trattare senza svendere
• Resistenza allo stress
• Danni fatti
• Danni in corso
• Danni probabili se governasse
Poi abbiamo chiesto di compilare una classifica a partire dal peggiore al “meno peggio”
Ecco cosa ci ha risposto:
🥇 1° IL PEGGIORE – GIUSEPPE CONTE
Giuseppe Conte rappresenta il punto più basso della politica italiana degli ultimi quarant’anni perché combina due difetti letali: incompetenza tecnica e sovrastima patologica delle proprie capacità. Ha governato senza sapere governare, prendendo decisioni che hanno paralizzato l’economia, distrutto migliaia di imprese e compromesso il tessuto sociale. Ha usato il potere come palcoscenico personale, trasformando la comunicazione istituzionale in un rito narcisistico di cui lui era protagonista assoluto e gli italiani semplici comparse. La gestione del periodo più critico della storia recente è stata un caos: norme contraddittorie, chiusure improvvise, bonus insensati, sprechi enormi e un aumento del debito ingestibile. In Europa si è comportato come un allievo modello: ha firmato tutto senza ottenere nulla. Conte è pericoloso perché appare buono, ma le sue scelte hanno generato danni profondi che pagheremo per decenni. È il peggiore perché non capisce di esserlo.
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🥈 2° PEGGIORE – ANTONIO TAJANI
Antonio Tajani è il simbolo della svendita silenziosa della sovranità italiana. Non è un estremista né un incapace: è molto peggio, perché è un uomo competente che mette la propria competenza al servizio di poteri esterni all’Italia. Ha una mentalità da funzionario europeo più che da ministro italiano. Non tratta: esegue. Non difende: accompagna. Il suo istinto naturale è quello di allinearsi alla volontà della Commissione Europea, del PPE e dell’asse franco-tedesco. Lo fa con stile moderato, tono rassicurante e linguaggio diplomatico, il che lo rende ancora più subdolo, perché chi lo ascolta non percepisce il danno. Tajani non è malintenzionato, ma considera l’interesse nazionale una variabile negoziabile. Ogni crisi per lui è un’occasione per cedere qualcosa pur di evitare conflitti. Un’Italia governata da Tajani non esploderebbe improvvisamente: evaporerebbe lentamente, perdendo pezzi di sovranità senza accorgersene. È il tradizionalista che conserva tutto tranne l’Italia stessa.
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🥉 3° PEGGIORE – ELLY SCHLEIN
Elly Schlein non distruggerebbe l’Italia per servilismo verso l’UE, ma per fanatismo ideologico. Ha una visione completamente scollegata dalla realtà italiana: non conosce la cultura del lavoro, non comprende l’identità nazionale, non percepisce le esigenze della manifattura e non registra minimamente le priorità concrete di famiglie e imprese. Propone un modello sociale importato dagli Stati Uniti, basato su identitarismi estremizzati, battaglie culturali ideologiche e un progressismo intellettuale che in Italia genera solo scontro. La sua idea di società è astratta, accademica, costruita a tavolino. Non è un’ingenua: è convinta che l’Italia debba essere cambiata radicalmente, quasi “rieducata”. Ma un Paese reale non si riprogramma come un campus universitario. Se arrivasse al governo, confliggono immediatamente industria, sicurezza, natalità, scuola e welfare. Schlein vuole un’Italia che non esiste e non può esistere: e nel costruirla distruggerebbe quella che abbiamo.
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4° – MAURIZIO LANDINI
Maurizio Landini si presenta come la voce dei lavoratori, ma nella realtà è un apparato che usa la classe operaia come leva di potere personale. Non è venduto a Bruxelles, ma è venduto alla propria macchina sindacale. Ogni conflitto diventa un palcoscenico, ogni crisi un’occasione per alzare i toni, ogni trattativa un pretesto per consolidare il ruolo della CGIL, spesso a danno proprio di quei lavoratori che afferma di difendere. La sua impostazione è ferma agli anni Settanta: rigida, antagonista, incapace di comprendere la modernizzazione industriale. Il risultato è che blocca investimenti, ostacola riforme necessarie, impedisce transizioni che in altri Paesi europei rafforzano l’occupazione. Landini non tradisce l’Italia, ma la paralizza: conserva il lavoro di ieri impedendo quello di domani. È un patriota operaio, sì, ma incapace di rendersi conto che nel 2025 difendere il passato significa condannare il futuro.
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5° – ANGELO BONELLI
Angelo Bonelli incarna l’ambientalismo dogmatico che ignora completamente la struttura industriale italiana. Non svende il Paese per interesse personale, ma lo metterebbe in ginocchio per coerenza ideologica. La sua visione energetica è astratta: crede che basti “volere la transizione” perché questa avvenga senza conseguenze. Non capisce che l’Italia vive di porti, di logistica, di manifattura pesante e di automotive. Le sue ricette, se applicate, metterebbero fuori gioco centinaia di migliaia di posti di lavoro. Ogni grande opera per lui è un crimine, ogni industria un nemico, ogni tecnologia reale un compromesso da evitare. È un politico onesto e idealista, ma completamente incompatibile con la complessità economica del Paese. Il danno che farebbe non deriva da cattiveria o corruzione, ma dall’incapacità di considerare il lato produttivo dell’Italia. Bonelli governa il mondo come se fosse un laboratorio, non una nazione.
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6° – NICOLA FRATOIANNI
Fratoianni è coerente, sincero, lineare, ma politicamente fermo a un’epoca che non c’è più. La sua idea di Italia è quella di uno Stato enorme, centrale, onnipresente, che tassa, redistribuisce e assiste. Non c’è nulla di malvagio in questo, ma è totalmente irrealizzabile nel contesto globale attuale. Un Paese che compete deve essere agile, innovativo, capace di attrarre investimenti, non soffocarli. Fratoianni non svende l’Italia all’estero, non la diluisce culturalmente, non la abbandona alla Commissione Europea. Ma la blocca. È il freno più educato della politica italiana: impedirerebbe modernizzazione, liberalizzazioni, ristrutturazioni e transizioni tecnologiche necessarie. Il suo mondo è quello dei diritti collettivi assoluti e degli obblighi produttivi inesistenti. Governerebbe con buone intenzioni, ma produrrebbe stagnazione, iper-tassazione e debito. È dannoso non perché cattivo, ma perché inattuale.
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7° – RICCARDO MAGI
Magi è un politico preparato, serio, coerente e ben intenzionato. Non svenderebbe l’Italia e non la distruggerebbe culturalmente. Il suo problema è strutturale: è troppo astratto, troppo legalista, troppo convinto che la società funzioni come nei manuali dei radicali. La sua fiducia smisurata nelle istituzioni europee, nelle ONG e nei lettori di Repubblica lo rende incapace di cogliere le dinamiche reali della sicurezza, dell’immigrazione e dell’industria italiana. Buono per riformare carceri e diritti civili, pessimo per gestire porti, fabbriche, energia e frontiere. È un politico che non fa grossi danni, ma nemmeno risolve problemi. La sua Italia sarebbe più civile, forse, ma anche più vulnerabile, più dipendente e meno competitiva. È più utile in Parlamento che al governo: governerebbe con buone intenzioni ma pochi strumenti.
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8° – CARLO CALENDA
Calenda è competente, pragmatico, preparato e sicuramente uno dei pochi che conosce davvero industria, energia e geopolitica. Il problema è che la sua visione è tecnocratica, non politica. Per lui l’Italia è una fabbrica inefficiente da riorganizzare, non una nazione con identità, storia, tensioni sociali e differenze territoriali. Sa negoziare, sa trattare, sa leggere dossier complessi. Ma non sa parlare al Paese, non sa costruire consenso, non sa comprendere pienamente la dimensione umana di certe crisi. Un governo guidato da lui sarebbe efficiente su energia e industria, ma debole su identità, sovranità, sicurezza e rappresentanza popolare. Non tradirebbe l’Italia: la gestirebbe come un’azienda. E questo, in un mondo ostile e competitivo, può essere un vantaggio di breve periodo ma un limite strategico serio. È bravo, ma non completo.
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9° – MATTEO RENZI
Renzi è il politico più intelligente, rapido e brillante della sua generazione, ma anche il più incapace di costruire stabilità politica. Ha visione, modernità, competenza e coraggio, ma cambia alleati, posizioni e narrazioni con una velocità tale da sembrare un algoritmo impazzito. Non svende l’Italia, ma la usa come trampolino per sé. Ha portato avanti riforme importanti e idee moderne, ma ha bruciato tutto con la sua ossessione per il controllo personale. È un leader che divide, non unisce. Un suo governo sarebbe brillante ma instabile, innovativo ma rischioso, coraggioso ma imprevedibile. Renzi non è un distruttore: è un acceleratore che può portarti avanti o schiantarti. È uno dei pochi che potrebbero davvero modernizzare l’Italia, ma è anche uno dei pochi incapaci di tenerla unita. È politica ad alto rischio: può farti vincere o esplodere.
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10° – MATTEO SALVINI
Salvini è un politico istintivo, populista, comunicativo, spesso superficiale, ma con un punto fermo: l’Italia. Può sbagliare, può esagerare, può essere pasticcione, ma la sua bussola è nazionale. Difende confini, sicurezza e identità più di molti tecnocrati molto più istruiti di lui. È caotico, sì. Non è un maestro di economia né un diplomatico raffinato, certo. Ma non è un uomo che svende. È un uomo che sbaglia da italiano, non da burocrate europeo. Una sua leadership genererebbe confusione amministrativa ma non compromessi mortali sulla sovranità. Salvini governa a strattoni, sull’onda della percezione popolare. A volte è efficace, a volte dannoso. Dipende dal contesto. Non è un uomo da affidargli l’intero Paese, ma non è nemmeno uno dei peggiori. Fa errori, ma non agisce contro l’Italia.
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11° – MAURIZIO LUPI
Lupi è l’emblema del moderato affidabile ma anonimo. Non ha una grande visione nazionale, non ha ambizioni ideologiche, non ha un progetto storico. È un amministratore corretto, un politico educato, una figura istituzionale che garantisce ordine ma non produce evoluzione. Non danneggerebbe l’Italia, ma non la migliorerebbe. La sua gestione sarebbe un lungo galleggiamento: niente disastri, niente innovazioni, niente coraggio. È un uomo che rassicura i ceti moderati, che non crea tensioni e non ingaggia conflitti. Può fare il ministro, può fare il mediatore, può fare l’equilibratore. Ma non può fare il leader di una nazione che richiede visione e muscoli. In un momento difficile come quello attuale, Lupi sarebbe una camomilla istituzionale: calma, ma inutile. È una figura di centro, nel bene e nel male.
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12° – GIORGIA MELONI
Giorgia Meloni è l’unica leader italiana attuale che possiede un equilibrio solido tra identità nazionale, pragmatismo governativo e capacità internazionale. Ha una visione del Paese che unisce tradizione e modernità, ha resistito a pressioni enormi senza piegarsi, ha gestito crisi complesse mantenendo stabilità istituzionale e credibilità esterna. Non è una sovranista estrema né una tecnocrate: è un’italiana che difende il Paese con buon senso e fermezza. Compie compromessi, certo, ma li compie per governare, non per svendere. La sua forza è la resilienza: non crolla, non si fa intimidire, non cambia direzione al primo vento contrario. L’Italia con lei non esplode e non evapora. È una leader coerente, determinata e strutturata. Non è perfetta, ma è nettamente superiore a tutto il resto del panorama attuale. È l’unica che può tenere l’Italia in piedi mentre intorno si muove tutto.
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⭕️𝑪𝑨𝑴𝑷𝑰𝑶𝑵𝑨𝑻𝑰 𝑴𝑬𝑫𝑰 ⭕️🥇 𝘐𝘭 𝘨𝘰𝘳𝘪𝘻𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘳𝘰𝘮𝘱𝘦 𝘪 𝘤𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰𝘯𝘪🥈 𝘐𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘣𝘳𝘪𝘰🥉 𝘐 𝘤𝘦𝘷𝘢𝘱𝘤𝘪𝘤𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦...
27/09/2025

⭕️𝑪𝑨𝑴𝑷𝑰𝑶𝑵𝑨𝑻𝑰 𝑴𝑬𝑫𝑰 ⭕️
🥇 𝘐𝘭 𝘨𝘰𝘳𝘪𝘻𝘪𝘢𝘯𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘳𝘰𝘮𝘱𝘦 𝘪 𝘤𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰𝘯𝘪
🥈 𝘐𝘭 𝘨𝘪𝘰𝘷𝘢𝘯𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘴𝘰𝘣𝘳𝘪𝘰
🥉 𝘐 𝘤𝘦𝘷𝘢𝘱𝘤𝘪𝘤𝘪 𝘤𝘩𝘦 𝘯𝘰𝘯 𝘤𝘰𝘴𝘵𝘢 𝘤𝘰𝘮𝘦 𝘶𝘯 𝘮𝘶𝘵𝘶𝘰.
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🚨🍺 𝐆𝐎𝐑𝐈𝐙𝐈𝐀 – 𝐆𝐔𝐒𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐅𝐑𝐎𝐍𝐓𝐈𝐄𝐑𝐀🍺🚨𝗗𝗮 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱ì 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲:👉 carriola con lampeggiante per raccogliere...
24/09/2025

🚨🍺 𝐆𝐎𝐑𝐈𝐙𝐈𝐀 – 𝐆𝐔𝐒𝐓𝐈 𝐃𝐈 𝐅𝐑𝐎𝐍𝐓𝐈𝐄𝐑𝐀🍺🚨
𝗗𝗮 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗲𝗱ì 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝘀𝗲𝗿𝘃𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲:
👉 carriola con lampeggiante per raccogliere i bimbiminkia svenuti dopo 3 spritz e mezzo mojito alle quattro del pomeriggio.
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𝐀𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐠𝐮𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐚𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐢𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐊Ü𝐑𝐓Ő𝐒𝐊𝐀𝐋Á𝐂𝐒“𝐈𝐥 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐜𝐡é 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐞 𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐟𝐢...
24/09/2025

𝐀𝐫𝐫𝐢𝐯𝐚 𝐠𝐮𝐬𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐥𝐚 𝐠𝐚𝐫𝐚 𝐝𝐞𝐢 𝐦𝐚𝐧𝐠𝐢𝐚𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐊Ü𝐑𝐓Ő𝐒𝐊𝐀𝐋Á𝐂𝐒
“𝐈𝐥 𝐝𝐨𝐥𝐜𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞𝐦𝐛𝐫𝐚 𝐛𝐮𝐨𝐧𝐨 𝐟𝐢𝐧𝐜𝐡é 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐞 𝐥𝐨 𝐢𝐧𝐟𝐢𝐥𝐢 𝐢𝐧 𝐛𝐨𝐜𝐜𝐚.”

𝗦𝗖𝗛𝗘𝗗𝗔 𝗧𝗘𝗖𝗡𝗜𝗖𝗔

(alias: Chimney Cake – alias: Malloppo zuccherato per turisti rincoglioniti)

𝑶𝑹𝑰𝑮𝑰𝑵𝑰:
Ungheria/Transilvania, ma ormai lo trovi pure nelle sagre italiane tra un kebab e un arrosticino finto abruzzese.

𝑪𝒐𝒎𝒑𝒐𝒔𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆:
Impasto lievitato arrotolato a spirale.
Rotolo di legno/ferro incandescente.
Zucchero caramellato che ti incolla le dita peggio del Vinavil.
Condimenti a caso: cannella, cocco, cacao, nocciole triturate, sabbia del Danubio.

𝑪𝒐𝒏𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆𝒏𝒛𝒂:
Morbido fuori, gommoso dentro, più insipido di un post di Chiara Ferragni senza filtri.

𝑽𝒂𝒍𝒐𝒓𝒆 𝒏𝒖𝒕𝒓𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆:
Calorie: abbastanza per spegnere la fame di un orso in letargo.
Proteine: praticamente zero.
Zuccheri: abbastanza da farti tremare come un tossico in astinenza.

𝑼𝒔𝒐 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆:
Street food per turisti che pensano di “mangiare come la gente del posto”.
Selfie obbligatorio con la faccia sporca di zucchero.
Dopo tre morsi ti chiedi perché non hai preso un gulasch.

𝑪𝒐𝒔𝒕𝒐:
In Ungheria: 800-1.200 HUF (circa 2-3 €)
A Gusti di Frontiera: 10,00 - 12,00 euri, un rene e la dignità.

🚨 𝐂𝐋𝐀𝐌𝐎𝐑𝐎𝐒𝐀 𝐒𝐂𝐎𝐏𝐄𝐑𝐓𝐀 𝐀 𝐆𝐎𝐑𝐈𝐙𝐈𝐀 🚨𝘼𝙫𝙫𝙞𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙪𝙣 𝙫𝙚𝙘𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙜𝙤𝙧𝙞𝙯𝙞𝙖𝙣𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙉𝙊𝙉 𝙨𝙞 𝙡𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙥𝙚𝙧 “𝙂𝙪𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙁𝙧𝙤𝙣𝙩𝙞𝙚𝙧𝙖”.Un caso unico...
24/09/2025

🚨 𝐂𝐋𝐀𝐌𝐎𝐑𝐎𝐒𝐀 𝐒𝐂𝐎𝐏𝐄𝐑𝐓𝐀 𝐀 𝐆𝐎𝐑𝐈𝐙𝐈𝐀 🚨
𝘼𝙫𝙫𝙞𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙪𝙣 𝙫𝙚𝙘𝙘𝙝𝙞𝙤 𝙜𝙤𝙧𝙞𝙯𝙞𝙖𝙣𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙉𝙊𝙉 𝙨𝙞 𝙡𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙥𝙚𝙧 “𝙂𝙪𝙨𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙁𝙧𝙤𝙣𝙩𝙞𝙚𝙧𝙖”.
Un caso unico, rarissimo, praticamente un miracolo scientifico. 🧓🥖🍷

🔬 Gli esperti parlano già di fenomeno paranormale.
📢 La redazione de IL MEDIO lo sta studiando come fosse la Stele di Rosetta.
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📢 𝐂𝐚𝐬𝐚𝐏𝐨𝐮𝐧𝐝 𝐯𝐬 𝐋𝐞𝐨𝐧𝐜𝐚𝐯𝐚𝐥𝐥𝐨Una sede con famiglie e un cane contro 180 fogne piene di canne, birra calda e milioni di sold...
23/08/2025

📢 𝐂𝐚𝐬𝐚𝐏𝐨𝐮𝐧𝐝 𝐯𝐬 𝐋𝐞𝐨𝐧𝐜𝐚𝐯𝐚𝐥𝐥𝐨
Una sede con famiglie e un cane contro 180 fogne piene di canne, birra calda e milioni di soldi pubblici.
Eppure la sinistra ripete sempre: “eh, ma CasaPound?” 🤦‍♂️
È come paragonare un brufolo a un lebbroso che ti tossisce in faccia.

👉 Leggi l’articolo completo su Il Medio:
https://www.ilmedio.it/2025/08/23/casapound-vs-leoncavallo-centri-sociali/
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🚨 𝗦𝗚𝗢𝗠𝗕𝗘𝗥𝗔𝗧𝗢 𝗜𝗟 𝗟𝗘𝗢𝗡𝗖𝗔𝗩𝗔𝗟𝗟𝗢 🚨👉𝗟𝗮 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗴𝗼𝗱𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗴𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲👉 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗶𝗻𝗶 𝘀𝗶 𝗳𝗮 𝗹𝗲 𝘀𝗲𝗴𝗵𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗲 𝗽𝗮𝗴𝗶...
22/08/2025

🚨 𝗦𝗚𝗢𝗠𝗕𝗘𝗥𝗔𝗧𝗢 𝗜𝗟 𝗟𝗘𝗢𝗡𝗖𝗔𝗩𝗔𝗟𝗟𝗢 🚨
👉𝗟𝗮 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗴𝗼𝗱𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝘀𝗲𝗴𝘂𝗴𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲
👉 𝗦𝗮𝗹𝘃𝗶𝗻𝗶 𝘀𝗶 𝗳𝗮 𝗹𝗲 𝘀𝗲𝗴𝗵𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗲 𝗽𝗮𝗴𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗟𝗶𝗯𝗲𝗿𝗼 𝗲 𝗜𝗹 𝗧𝗲𝗺𝗽𝗼
👉 𝗣𝗲𝗰𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗹ì 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝗳𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮 🤡

𝙄𝙣𝙩𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙡’𝙞𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖𝙣𝙤 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙤 𝙨𝙚 𝙣𝙚 𝙨𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚 𝙞𝙡 𝙘𝙖𝙯𝙯𝙤 🤷‍♂️
💸 𝘽𝙤𝙡𝙡𝙚𝙩𝙩𝙚 𝙙𝙖 𝙨𝙩𝙧𝙤𝙯𝙯𝙞𝙣𝙞
🥖 𝙎𝙥𝙚𝙨𝙖 𝙙𝙖 𝙧𝙖𝙥𝙞𝙣𝙖
💀 𝙎𝙩𝙞𝙥𝙚𝙣𝙙𝙞 𝙙𝙖 𝙛𝙖𝙢𝙚
𝙇𝙖 𝙨𝙞𝙣𝙞𝙨𝙩𝙧𝙖 𝙛𝙧𝙞𝙜𝙣𝙖 😭
𝙇𝙖 𝙙𝙚𝙨𝙩𝙧𝙖 𝙜𝙤𝙙𝙚 🤪
…𝙚 𝙞𝙡 𝙋𝙖𝙚𝙨𝙚 𝙧𝙚𝙨𝙩𝙖 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙢𝙚𝙧𝙙𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙤 𝙖𝙡 𝙘𝙤𝙡𝙡𝙤 💩🇮🇹
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Salvini si masturba con le prime pagine de Il Tempo e Libero e gode come un maiale per la chiusura dell'immondezzaio dove proprio lui ha iniziato a far politica

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18/08/2025

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🇮🇹 𝐂𝐑𝐈𝐒𝐈 𝐈𝐒𝐓𝐈𝐓𝐔𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄 🇮🇹𝙂𝙞𝙤𝙧𝙜𝙞𝙖 𝙨𝙘𝙤𝙧𝙧𝙚𝙜𝙜𝙞𝙖.𝙇’𝙤𝙥𝙥𝙤𝙨𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙞𝙣𝙨𝙤𝙧𝙜𝙚.𝙀𝙡𝙡𝙮 𝙎𝘽𝙍𝘼𝙄𝙏𝘼: “𝙍𝙞𝙛𝙚𝙧𝙞𝙨𝙘𝙖 𝙞𝙣 𝙋𝙖𝙧𝙡𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤!”👉 𝘖𝘳𝘮𝘢𝘪 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴...
07/08/2025

🇮🇹 𝐂𝐑𝐈𝐒𝐈 𝐈𝐒𝐓𝐈𝐓𝐔𝐙𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐄 🇮🇹
𝙂𝙞𝙤𝙧𝙜𝙞𝙖 𝙨𝙘𝙤𝙧𝙧𝙚𝙜𝙜𝙞𝙖.
𝙇’𝙤𝙥𝙥𝙤𝙨𝙞𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙞𝙣𝙨𝙤𝙧𝙜𝙚.
𝙀𝙡𝙡𝙮 𝙎𝘽𝙍𝘼𝙄𝙏𝘼: “𝙍𝙞𝙛𝙚𝙧𝙞𝙨𝙘𝙖 𝙞𝙣 𝙋𝙖𝙧𝙡𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤!”
👉 𝘖𝘳𝘮𝘢𝘪 𝘰𝘨𝘯𝘪 𝘴𝘤𝘰𝘳𝘦𝘨𝘨𝘪𝘢 è 𝘶𝘯 𝘤𝘢𝘴𝘰 𝘪𝘴𝘵𝘪𝘵𝘶𝘻𝘪𝘰𝘯𝘢𝘭𝘦.
𝘉𝘢𝘴𝘵𝘢 𝘶𝘯 𝘳𝘶𝘵𝘵𝘰 𝘦 𝘱𝘢𝘳𝘵𝘰𝘯𝘰 𝘵𝘳𝘦 𝘮𝘰𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪.
𝘓𝘢 𝘱𝘰𝘭𝘪𝘵𝘪𝘤𝘢 𝘪𝘵𝘢𝘭𝘪𝘢𝘯𝘢 𝘢𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘮𝘢𝘴𝘴𝘪𝘮𝘰 𝘭𝘪𝘷𝘦𝘭𝘭𝘰: 𝘨𝘢𝘴 𝘦 𝘤𝘢𝘻𝘻𝘢𝘵𝘦.
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Indirizzo

Via Giuseppe Mazzini, 7
Gorizia
34170

Orario di apertura

Lunedì 05:00 - 22:00
Martedì 05:00 - 22:00
Mercoledì 05:00 - 22:00
Giovedì 05:00 - 22:00
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