25/01/2025
Perché il ricordo non vada perduto.
"INDIFFERENZA.
Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell’atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio. La chiave per comprendere le ragioni del male è racchiusa in quelle sillabe perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore. E’ come assistere a un naufragio da una distanza di sicurezza. Non importa quanto grande sia la nave o quante persone abbia a bordo: il mare la inghiotte e, un attimo dopo, tutto torna uguale a prima. Non un’onda in superficie, non un’increspatura. Solo un’immobile distesa d’acqua salata.
Io ho dovuto diventare anziana per riscoprirmi ebrea, per ritrovare le mie origini. Prima però ho dovuto affrontare anni da disadattata, disperata di essere viva, sentendo che la banalità dell’esistenza non poteva accogliere l’enormità di quanto avevo subito. Poi ho incontrato Alfredo e ho deciso di farmi amare….la depressione e il lungo travaglio interiore che l’accompagnata mi hanno fatto capire che quel passato andava non solo affrontato ma anche condiviso. E ho cominciato a parlare. Non subito, ci sono voluti anni a pensarci e ripensarci fino a quando ho trovato il tono e la voce giusti. E solo allora ho raccontato. Ho provato col silenzio a dimenticare di essere ebrea. A ricacciare in fondo quella bambina di otto anni espulsa dal mondo, ma non si può smettere di essere ebrei".
Liliana Segre da La Memoria rende liberi