09/09/2025
Buongiorno amici!
Nel 1948, sulla spiaggia di Somerton vicino Adelaide, viene trovato il corpo senza vita di un uomo sulla quarantina. È ben vestito, ma senza nessuna etichetta sui vestiti. Nessuno sa chi sia.
Il caso prende subito il nome di mistero di Tamam Shud, per via di un foglietto con scritto “concluso” in persiano, trovato nella tasca dell’uomo. L’autopsia non dà risposte: l’uomo era in salute, ma alcuni organi risultano strani. Non ci sono tracce di veleno.
L’abbigliamento è pulito, come se qualcuno avesse posato il corpo con cura. Nessuno riconosce l’uomo. Un testimone anonimo aiuta a trovare il libro da cui era stato strappato il foglietto: una rara raccolta di poesie persiane, trovata nella sua auto chiusa a chiave. Dentro c’erano anche un numero di telefono e un codice misterioso.
Nel gennaio 1949, spunta una valigia alla stazione di Adelaide con vestiti simili a quelli dell’uomo, tutti senza etichetta, tranne una cravatta con scritto “T. Kean”. Il numero di telefono porta a un’infermiera, Jessica Thomson. Lei dice che l’uomo le sembra familiare, ma non lo identifica. Dopo l’interrogatorio, preferisce non parlare più della vicenda.
Per anni si pensa che l’uomo di Somerton potesse essere una spia. Nel 2021, il corpo viene riesumato per nuovi test del DNA. Si trova un parente lontano, che però non riconosce l’uomo. I risultati delle indagini restano segreti.
Ancora oggi, dopo decenni, il mistero dell’uomo di Somerton rimane senza risposta.