22/07/2025
coloro che non hanno il coraggio di sognare non hanno la forza di combattere [cit.]
E infatti parlare o scrivere di rivoluzione qui in Occidente è proprio di chi conserva la voglia di sognare che dà la forza di combattere. E abbiamo due fari a guidarci: Gramsci e Mao. Che hanno anche il pregio di unire Oriente ed Occidente. La nostra ricerca, come quella della rivista originaria del 1967, è indipendente, non dogmatica, per questo non accademica, accademia che considera politicamente impropria ogni comparazione. Naturalmente la rivoluzione bisogna organizzarla, farla, non solo pensarla. Per questo l’accademia non è rivoluzionaria. La rivoluzione è comunque sempre una ‘rottura’ ma dunque un processo dialettico costituito da fasi, contesti, posizioni, coscienza di classe. E sempre, non è ‘un pranzo di gala’. /
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MA NON È UN PRANZO DI GALA
Gramsci e Mao sul concetto di rivoluzione
[in collaborazione ChatGPT]
🔜la complessità della rivoluzione, delle sue varie fasi, presuppone una critica a qualsiasi visione idealizzata o edulcorata del cambiamento politico. Riflette un approccio insieme filosofico e pragmatico, ideale e realistico, che riconosce le asperità del portare avanti un cambiamento radicale nella società. / cfr. Antonio Gramsci §Quaderno 7 §13 dei “Quaderni dal carcere”; la definizione di rivoluzione dal “Libretto rosso“ di Mao compare all'inizio del film di Sergio Leone “Giù la testa”, appena prima dei titoli iniziali.
📌 # # # Rivoluzione di lunga durata (Maoismo)
La “rivoluzione di lunga durata” è un concetto chiave del pensiero di Mao Zedong, leader del Partito Comunista Cinese. Mao credeva che la rivoluzione comunista in Cina dovesse essere un processo prolungato e graduale, adattandosi alle condizioni specifiche del paese. A differenza delle rivoluzioni rapide che avevano avuto luogo in contesti più industrializzati (come quella russa del 1917), Mao riteneva necessario un processo di lungo termine, che coinvolgesse ampie masse contadine e che si concentrasse inizialmente nelle aree rurali per poi estendersi alle città. Questo approccio prevedeva stadi successivi di costruzione del potere e di trasformazione economico-sociale, enfatizzando una strategia di accerchiamento delle città tramite le campagne.
# # # Guerra di posizione (Antonio Gramsci)
La "guerra di posizione" è un concetto introdotto da Antonio Gramsci, filosofo marxista italiano, nel suo lavoro sui “Quaderni del carcere”. Gramsci utilizzava questa metafora militare per descrivere un tipo di lotta politica che differisce dalla "guerra di movimento", quest'ultima più simile a una rapida insurrezione o un'azione rivoluzionaria diretta e breve. La guerra di posizione, invece, implica una lenta e graduale costruzione dell'egemonia culturale e ideologica nelle società capitaliste avanzate. Secondo Gramsci, prima di poter realizzare una rivoluzione socialista, è necessario guadagnare terreno all'interno delle istituzioni culturali, educative e politiche della società per consolidare l'egemonia del proletariato.
# # # Comparazione tra i due concetti
1. Tempo e Strategie Prolungate: Entrambi i concetti condividono l’idea che la trasformazione rivoluzionaria non sia un evento isolato e rapido, ma un prolungato processo strategico. Mentre Mao focalizza la sua attenzione sulle condizioni rurali e sulla necessità di un supporto ampio e radicato nelle campagne, Gramsci sottolinea l’importanza di stabilire un’egemonia duratura nelle strutture culturali e ideologiche.
2. Radicamento Locale e Progressivo: Sia Mao che Gramsci riconoscono l'importanza di adattare le strategie rivoluzionarie alle condizioni locali. Mao si concentra sulle realtà rurali della Cina, mentre Gramsci si riferisce alle società industrializzate occidentali. Tuttavia, entrambi enfatizzano la necessità di un radicamento progressivo delle idee e del potere nelle rispettive situazioni.
3. Cambiamento Sociale e Ideologico: Entrambi i concetti vedono la trasformazione sociale come qualcosa che deve integrarsi profondamente nella vita quotidiana delle persone. Per Mao, è questione di costruire il socialismo attraverso fasi e sviluppo sostenibile dal basso. Per Gramsci, si tratta di guadagnare consenso ideologico e culturale attraverso istituzioni che riflettono e sostenere i valori proletari.
In sintesi, pur essendo emersi in contesti storici e geografici diversi, la rivoluzione di lunga durata di Mao e la guerra di posizione di Gramsci illustrano strategie di trasformazione sociale basate sulla durata, il radicamento e l'integrazione progressiva dell'ideologia rivoluzionaria nella vita quotidiana e nelle strutture societarie. Entrambi cercano una stabilità e un consolidamento del potere non attraverso azioni immediate, ma tramite processi lenti e profondamente intrecciati con le rispettive strutture sociali e culturali.
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