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01/10/2025
29/09/2025

Il senza peli sulla lingua
del Vernacoliere di ottobre 2025

di Mario Cardinali

C’è un’immensa tragedia condensata nella storia di Ebrei e Palestinesi, due popoli alla ricerca d’una realtà identitaria, umana e politica, fin dai tempi della Bibbia. Una storia anche di tanta lotta armata, di resistenza fatta anche di terrorismo (non quello degli Stati, terroristi per antonomasia ma il cui terrore sparso a stragi di missili e di bombe vien chiamato guerra e rientra nella norma, salvo “eccessi ingiustificati”) in un continente culla di tanta umanità civile e religiosa, crogiolo di scienze e di superstizioni, un Medioriente ambito e conteso da conquistatori e colonizzatori d’ogni parte.

E fa specie che si possa sentir dire – come si è sentito anche di recente in uno dei tanti talk show sulla tragedia di Gaza, per bocca d’un giornalista italiano credo di religione ebraica, da nessuno contraddetto – che in fin dei conti quello palestinese non è un popolo. Inascoltabile eresia storica a sottintendere che quindi gli si può – e magari gli si deve – negare il diritto a una terra, primo elemento d’un’identità nazionale.

Ché sì, ci son tanti ebrei, stavolta, a negare uno Stato ai palestinesi, così come tanti di loro vorrebbero distruggere lo Stato d’Israele, sorto dopo la seconda guerra mondiale con la sottrazione di case e terreni ai legittimi proprietari arabi.

Gli ebrei, le vittime dell’immensa tragedia della Shoah, il popolo che tutti abbiamo sacralizzato dopo lo sterminio nei lager nazisti, il genocidio d’una “razza inferiore” rifornito di vittime per camere a gas e forni crematori anche dai fascisti italiani.

Un popolo, quello ebreo, al cui solo pensiero con le atrocità inflitte a grandi e piccini, uomini e donne, ti veniva la pelle d’oca. Fino a ieri. Fino a quando, dopo il massacro del 7 ottobre 2023 col sangue dei coloni ebrei sulle mani rivendicato dai miliziani d’Hamas, Israele si è rivelata a sua volta terrorista feroce, assassina spietata, operatrice disumana d’un genocidio programmato, ben oltre ogni ipocrita sopportazione d’un mondo che a quel genocidio forniva e fornisce armi e ne trae quattrini.

E sono, tanti ebrei, quelli che subito t’infamano con l’accusa d’antisemitismo al solo metterlo in discussione lo stragismo d’Israele, lo Stato non più santuario della Shoah ma feroce potenza teocratico-militare i cui ministri rabbini fanatici annunciano, una volta deportati anche gli ultimi palestinesi non ancora massacrati di bombe e di fame, l’avvento d’una nuova Gaza, l’eden per affari immobiliari miliardari, con Trump a goderne per primo a compenso della sua complicità, del suo incoraggiamento all’eliminazione d’un popolo ormai di poveracci.

Ma, si parva licet componere magnis, ci sono anche ebrei diversi. Uno dei quali ci ha scritto (lo trovate a pagina 26 di questo Vernacoliere) per dirci il suo sgomento, e per chiamare fascisti i fascisti, anche quelli israeliani. E dunque qualcuno spera nelle prossime elezioni, per liberarsi della banda Netanyahu. Se gliele faranno fare le elezioni, agl’israeliani. Con l’aria che in tutto il mondo tira, non c’è solo la minaccia del gelo atmosferico. C’è anche il gelo della democrazia.

Se poi democrazia ha mai voluto dire qualcosa oltre le convenienze del capitalismo, ormai senza più freni. Con l’America dell’affarismo trumpiano già pesantemente avviata sulla china dell’autocrazia senza freni anch’essa, stavolta in casa propria, dopo aver già promosso e favorito tanti colpi di Stato a giro per il mondo. E basti il ricordo del Cile.

È in edicola il Vernacoliere di Ottobre 2025Ecco la Locandina
27/09/2025

È in edicola il Vernacoliere di Ottobre 2025
Ecco la Locandina

Stato Attuale: ottimismo!(Claudio Marmugi)
18/09/2025

Stato Attuale: ottimismo!

(Claudio Marmugi)

30/07/2025

L’editoriale
Senza peli sulla lingua sul Vernacoliere di Agosto
IL PROFESSORE
LA SCUOLA E LA GUERRA
di Mario Cardinali

Dal Piemonte

Caro Cardinali, sono un docente di scuola secondaria di secondo grado. Il 15 maggio abbiamo discusso in collegio docenti la mozione di adesione alla Campagna di Emergency di ripudio della guerra (ripudia.it). Alla campagna hanno già aderito centinaia di Comuni e oltre cinquecento scuole di ogni ordine e grado. Avevamo raccolto le firme di un terzo dei docenti e speravamo nell'approvazione. Prima della discussione e votazione è però intervenuta la dirigente dicendo: "La scuola non fa politica e non ritengo opportuno aderire". Risultato? Non han votato a favore neanche tutto il terzo dei docenti che avevano sottoscritto la mozione. Mi è tornata in mente la frase di Mussolini: "Qui non si fa politica, si lavora". Ora, se anche richiamarsi all'articolo 11 della nostra Costituzione e chiederne il rispetto è considerato di non competenza della Scuola, "Suma ben ciapà" (come diciamo in Piemonte). Le chiedo gentilmente di omettere i miei dati. Grazie.
Lettera firmata
****
Due cose impressionano soprattutto in questa lettera, e son due cose che ben riassumono il clima sociale (in ogni senso, quello scolastico compreso) in cui stiamo sempre più soffocando, ogni giorno di più immersi in un’aria di pensiero unico fino a ieri in progressivo divenire, oggi già totalitaristica realtà. Sempre più fascisticamente intesa, quell’aria, come ben la fanno intendere le continue leggi e gl’incalzanti provvedimenti di governo ad opera dei postfascisti ora al seggiolone, e dei loro complici sedicenti liberal democratici di ieri e d’oggi, eternamente risorgenti in vecchi e nuovi partiti, vecchie e nuove mafie, sempiterne logge e imperiture clientele.
Prima cosa, delle due di massima impressione nella lettera, è la richiesta d’un professore di scuola di Stato di restare anonimo nella sua denuncia pubblica d’uno spregio alla Costituzione addirittura rivendicato da un dirigente scolastico.
A che punto siamo arrivati, se per ripudiare la guerra come la nostra massima Carta costitutiva sancisce a garanzia di pace e di fratellanza umana, nello spirito repubblicano della nuova comunità risorta dalle macerie del fascismo, un docente di primario compito sociale chiede la protezione dell’anonimato nella denuncia d’un’offesa a quello spirito repubblicano, a quella Costituzione antifascista?
A che punto siamo arrivati, se da un non molto lontano grido “Viva l’Italia antifascista” lanciato dal loggione della Scala e subito perseguito dall’occhiuta identificazione poliziesca dell’incauto urlatore, giungiamo oggi al timore – e perdio fondato – d’un professore di pubblica scuola d’aver grane e occhi inquisitori addosso per aver aderito in ambito scolastico al ripudio della guerra, aver cioè “fatto politica” in un ambiente dove già Mussolini aveva incitato alla formazione di giovani fascisti in fiera bellica endiadi di libro e di moschetto, non di giovani eversori d’ordine costituito, inermi apologeti d’imbelle pacifismo?
E sorprende poi, come seconda cosa a farti cader le braccia in una più generale considerazione della triste faccenda denunciata nella lettera del professore pacifista, la sempre più accomodante reazione della cosiddetta sinistra – quella dell’opposizione di mestieranti dell’opposizione quando non ci son loro al seggiolone – alle manifestazioni sempre più incalzanti d’una deriva antidemocratica cui solo le parole d’uso s’oppongono oramai a far barriera, nella solita speranza che un po’ di sufficiente elettorato sempre tenga, anche alle prossime elezioni, a garantire il posto di democratica e ben retribuita compresenza, tutti insieme infine a compatire il popolo che poveraccio guarda lì, non ce la fa più a ti**re avanti.
E menomale che c’è magari il papa, quello nuovo americano tutto bellino e beneducato, a ricordarci ogni due per tre questa benedetta pace che ci vorrebbe proprio, ad aiutare i poveri sul serio, magari aprendo le caserme come la Caritas apre i refettori, e lo sai cosa ti dico, quasi quasi la smetto di mandarceli i cappellani a benedire l’armi, che noi si sa che non son certo bombe per l’attacco ma soprattutto servono in difesa e quella come fai a non benedirla, te guarda l’Inter che finaccia ha fatto, come pure dobbiamo benedire tutti i miliardi nelle casseforti dello Ior che vuol dire Istituto per le Opere religiose e anche il commercio d’armi può essere un’opera religiosa se chi lo fa è mosso dalla fede, nella difesa in particolare.
Ma te guarda dove si va a finire, se i professori si metton pure a scrivere ai giornali… E al Vernacoliere poi, po’ po’ d’ignoranti antifascisti antisemiti che se la prendon fissi anche con quel brav’uomo di Netanyahu, lui sì che è religioso a cercar di sterminarli tutti i palestinesi, i bimbi specialmente, che se li lasci crescere diventan tutti terroristi, mica come i nostri coloni che a loro gliel’ha detto Dio di buttarli fuori dalle loro case i palestinesi, e se li mandi all’altro mondo poi ci pensa lui a sistemarli.
O non lo diceva anche la Bibbia, che chi cerca rogna si piglia anche la peste?

Indirizzo

Scali Del Corso 5
Livorno
57123

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