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Quodlibet La pagina della casa editrice Quodlibet di Macerata.

Siamo davvero dentro un "tempo ritrovato", nella consapevolezza di un inesorabile futuro affrontato con straordinario co...
03/09/2025

Siamo davvero dentro un "tempo ritrovato", nella consapevolezza di un inesorabile futuro affrontato con straordinario coraggio. «Non scrivo romanzi. Non scrivo racconti. Non scrivo opere teatrali. Non scrivo poesie. Non scrivo gialli. Non scrivo fantascienza. Scrivo solo frammenti» annota Levé in questo libro in cui la pagina piena suggerisce la scomparsa, il pieno il vuoto, il nero delle parole il bianco del nulla eterno: «I veri paradisi sono i paradisi che abbiamo perduto».
Matteo Moca su Blow Up
«Autoritratto» di Edouard Levé, traduzione di Martina Cardelli

Giancarlo De Carlo, “Nelle città del mondo”Seguito da “La città e il porto”Con un saggio di Federico BilòNell’immediato ...
03/09/2025

Giancarlo De Carlo, “Nelle città del mondo”

Seguito da “La città e il porto”

Con un saggio di Federico Bilò

Nell’immediato dopoguerra, Giancarlo De Carlo trascorreva tutte le estati a Bocca di Magra, dove si era formato un nucleo di amici intellettuali che comprendeva Elio Vittorini, Vittorio Sereni, Giulio Einaudi, Franco Fortini, Albe Steiner, Italo Calvino e altri ancora. Il legame più intenso, tuttavia, fu senza dubbio quello con Vittorini, con il quale De Carlo condivideva le radici siciliane e una frequentazione più assidua a Milano, dove abitavano nello stesso edificio.
Quando nel 1995 De Carlo decise di raccogliere una selezione di suoi scritti sparsi volle rendere omaggio fin dal titolo al romanzo postumo di Vittorini, Le città del mondo, a sottolineare la loro comune passione urbanistica, ma con una differenza: se lo scrittore guardava da lontano le città sognate o rievocate dai personaggi dei suoi racconti, l’architetto le attraversava e osservava sempre da vicino, «la città era per noi il miracolo nel miracolo ancora più grande che è il territorio».
Olimpia, Los Angeles, New York, Parigi, Milano, Nuova Delhi, Barcellona, Kiev, Istanbul – tra le altre – compongono il mosaico di Nelle città del mondo, l’ultimo libro di De Carlo, qui riproposto con l’aggiunta di un importante ma poco conosciuto saggio su Genova, La città e il porto. Una galleria di ritratti di città, amate o affettuosamente criticate, descritte con la passione del progettista e l’acutezza dello scrittore. Città diverse, ma che, secondo la suggestione di Calvino, appaiono «come piazze, vie, angoli d’una medesima città, e che nello stesso tempo racchiude nei suoi confini tutto l’universo: Ninive e Babilonia e Gerusalemme e Samarcanda, tutto il passato e il futuro del genere umano».

Le forme della scrittura autobiografica vengono spesso ridotte a qualche schema o formula solo per comodità. A fare l’el...
28/08/2025

Le forme della scrittura autobiografica vengono spesso ridotte a qualche schema o formula solo per comodità. A fare l’elenco delle possibili combinazioni della scrittura del sé, ci si perde in un mare di eccezioni. Tanto più che una delle pesanti eredità del Novecento letterario è proprio quell’inesauribile desiderio di filtrare ogni esperienza con la biografia, come se il proprio sguardo, oppure anche quello di un io fittizio come ce ne sono tantissimi nei libri, avesse capacità di verifica superiore a ogni altro strumento. Speranza di autenticità, voglia di spontaneità, ansia di conoscenza e verità, vanità di autoprofilazione, fantasia di vite alternative, di scorta, segrete.
https://ilmanifesto.it/registri-elenchi-repertori-lio-alle-prese-con-le-regole-dellidentita
Fabrizio Scrivano sul «Guida all’installazione di un futuro me» di Ugo Coppari

«Bisogna bere il tè mentre è ancora caldo". Per inadeguato che possa sembrare in questa stagione, in "II canone del tè" ...
27/08/2025

«Bisogna bere il tè mentre è ancora caldo". Per inadeguato che possa sembrare in questa stagione, in "II canone del tè" - il più antico e importante trattato al mondo sulla coltivazione, la preparazione e l'uso della bevanda, composto intorno al 758 sotto la dinastia Tang - il poeta cinese Lu Yu è categorico: "Se lo si lascia raffreddare, la sua parte migliore si disperde col vapore".»
Angelo Molica Franco sul
«Il canone del tè» di Lu Yu, a cura di Marco Ceresa

“Saggisti italiani del Novecento”A cura di Alfonso Berardinelli e Matteo MarchesiniIn Italia esistono molte antologie su...
27/08/2025

“Saggisti italiani del Novecento”

A cura di Alfonso Berardinelli e Matteo Marchesini

In Italia esistono molte antologie sui poeti e i narratori del ventesimo secolo. Nessuna ne esiste, invece, su quel genere così sfuggente, ma anche così decisivo nella nostra storia letteraria, che è il saggio: il genere moderno di chi non possiede una verità sistematica ma la cerca per tentativi, mescolando autobiografia e teoria, racconto e dialogo, ritratto e aforisma. Saggisti italiani del Novecento colma la lacuna, e si presenta dunque come il primo panorama del suo tipo. A una prefazione, e a un’ampia introduzione, seguono qui gli scritti di centosei autori che nella loro diversità stilistica, tematica e caratteriale rivelano le ricchissime potenzialità del saggismo.

26/08/2025

Recensione del libro "Miserabile miracolo. La mescalina" di Henri Michaux, pubblicato dall'editore Quodlibet

Fabio Mantovani, “Sotto gli occhi di nessuno / Under Nobody's Eyes”A cura di Arianna RinaldoUn’indagine fotografica sugl...
04/08/2025

Fabio Mantovani, “Sotto gli occhi di nessuno / Under Nobody's Eyes”

A cura di Arianna Rinaldo

Un’indagine fotografica sugli attentati che hanno colpito l’Italia dagli anni Settanta ai primi Duemila. I soggetti delle fotografie sono i mezzi di trasporto coinvolti in questi episodi, tutto ciò che oggi rimane di tangibile.

Come raccontare la violenza, l’odio, il terrore? Cinque anni, centinaia di ore di ricerca e di attese e ascolto, il silenzio di un lavoro in solitudine e di condivisione con chi ricorda, è rimasto, ha sofferto. Il progetto fotografico di Fabio Mantovani è incentrato sulla memoria del periodo tra gli anni Settanta e primi Duemila, in cui l’Italia fu vittima di una serie di attentati di varia matrice di cui moltissimo si è discusso, non tutto accertato. I soggetti fotografici sono i mezzi di trasporto coinvolti in questi episodi. Due le motivazioni di questa scelta: per mostrare la cruda realtà dei resti, colti in una atmosfera notturna che rende lampante il testimone materiale; e per la vicinanza e la confidenza che ciascuno di noi ha con questi mezzi, automobili, velivoli e treni. Si compone così un’ontologia della violenza, condensata in fotografie che non sono facilmente rimovibili dalla memoria. Come ciò che raccontano.

E d’altra parte  in tempi di comunque non maggiore esposizione, il grande linguista Pier Vincenzo Mengaldo aveva giudica...
01/08/2025

E d’altra parte in tempi di comunque non maggiore esposizione, il grande linguista Pier Vincenzo Mengaldo aveva giudicato il suo racconto, «Un anno di scuola» “un piccolo capolavoro”. La vicenda ha inizio giusto negli ultimi giorni d’estate quando la lieta brigata di un liceo maschile dell’impero asburgico si dà palpitante convegno, perfino rinunciando agli ultimi bagni, per spiare l’esito dell’esame d’accesso alla loro classe di Edda Marty, “prima donna che tentava la conquista d’un posto in quel ginnasio”. Oltre l’uscio, mentre la ragazza lotta col latino, i futuri compagni macerano sospirosi ruminando nei dubbi: “Sarebbe passata? Sarebbe stata loro compagna di classe? Quei giovani avevan sentito cose mirabili della sua intelligenza”. All’uscita, intanto, l’impatto è unanime: “Nessuno sapeva spiegarsi cosa avesse visto nei due grandi occhi […] che avevano acceso il sangue un po’ a tutti”. Fra gli aspetti più mirabili di questo racconto davvero aureo c’è lo stile assai ambivalente con cui è scritto.
Emiliano Ceresi: Un anno di scuola di Giani Stuparich (1929; Quodlibet, 2017)
Consigliati dalla redazione di .Sullacultura fra grandi classici, titoli da riscoprire, riedizioni o novità.
https://lucysullacultura.com/otto-libri-per-lestate/

Dato per dimostrato che l'autonomia dell'arte è un'utopia novecentesca o meglio un'irrealtà, per Gabriele Guercio la car...
31/07/2025

Dato per dimostrato che l'autonomia dell'arte è un'utopia novecentesca o meglio un'irrealtà, per Gabriele Guercio la carenza di criteri dei fenomeni artistici, «che in passato si riteneva attenesse al mistero della creatività», ora si riscontra altrove, «nelle motivazioni degli autori, oltre che nelle ragioni del loro grado di accettazione e notorietà». Concedere visibilità a prodotti in grado di transitare facilmente perché specchio di idee e stili di consumo sdoganati — o anche soltanto à la page —, ha però le sue conseguenze. «Ci si è cacciati in una zona d'ombra dove la deregolamentazione è sovrana». Per lo storico dell'arte, un'immagine perfetta di tale situazione è offerta da «The happy end of Franz Kafka's "Amerika"» (1994), installazione di Martin Kippenberger con un campo da calcio pieno zeppo di tavoli e sedie pronti a ospitare colloqui di lavoro, che però restano deserti.
Cara Ronza sulla rivista Arte recensisce «Arte o decadenza. Dilettanti
professionisti maestri» di Gabriele Guercio
immagine: Joseph Beuys, La rivoluzione siamo noi, 1972, stampa su pellicola di poliestere, cm 191x100

Indirizzo

Via Giuseppe E Bartolomeo Mozzi, 23
Macerata
62100

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