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02/06/2025
Snack intelligenti: spuntini sani e veloci per evitare i cali di energiaDurante la giornata, soprattutto tra un pasto pr...
24/05/2025

Snack intelligenti: spuntini sani e veloci per evitare i cali di energia

Durante la giornata, soprattutto tra un pasto principale e l’altro, è normale sentire il bisogno di uno spuntino. Tuttavia, la scelta dello snack giusto può fare la differenza tra un calo di energia e una ricarica equilibrata. Gli snack intelligenti sono quelli che saziano, nutrono e aiutano a mantenere la concentrazione e la stabilità glicemica, senza appesantire.
Perché fare uno spuntino?

Lo spuntino non è un vizio, ma una parte importante di un’alimentazione consapevole, soprattutto per chi ha giornate impegnative o pratica attività fisica.

Mangiare qualcosa di nutriente tra i pasti:

Previene gli attacchi di fame e le abbuffate;

Mantiene attiva la mente e l’energia costante;

Supporta il metabolismo e il benessere intestinale;

Riduce lo stress grazie a piccole pause di cura personale.

Caratteristiche di uno snack equilibrato

Un buon spuntino dovrebbe contenere:

Proteine, per prolungare il senso di sazietà (es. yogurt greco, uova sode, hummus);

Grassi buoni, che rallentano l’assorbimento degli zuccheri (es. frutta secca, avocado);

Fibre e carboidrati complessi, per energia sostenibile (es. frutta fresca, pane integrale, fiocchi d’avena).

Attenzione invece a snack troppo zuccherati o raffinati, che danno un picco glicemico seguito da un rapido calo.

Idee di snack sani e veloci

Ecco alcune proposte pratiche, gustose e facilmente adattabili alle esigenze personali:

Frutta fresca con frutta secca (es. mela + 10 mandorle)
Combinazione di zuccheri naturali, fibre e grassi sani.

Yogurt greco naturale con miele e semi di chia
Ricco di proteine e fermenti benefici per l’intestino.

Gallette di riso integrale con hummus o crema di mandorle
Alternativa salata o dolce, ricca di gusto e sazietà.

Carote o cetrioli con hummus o guacamole
Freschi e croccanti, ideali anche in ufficio o fuori casa.

Una fetta di pane integrale con ricotta e miele
Equilibrio tra carboidrati complessi e proteine leggere.

Smoothie di frutta, latte vegetale e semi oleosi
Energizzante e idratante, ideale nei pomeriggi estivi.

Quadratino di cioccolato fondente con noci
Piccolo piacere ricco di antiossidanti e grassi buoni.

Conclusioni

Uno spuntino sano non deve essere complicato né costoso. Bastano pochi ingredienti scelti con consapevolezza per ottenere energia stabile e buonumore. Integrare questi piccoli momenti di nutrizione nella routine quotidiana è anche un gesto di cura verso sé stessi: mangiare bene è una forma concreta di rispetto e ascolto del proprio corpo.

L’effetto delle diete yo-yo sul metabolismo e sull’equilibrio psicologicoLe diete yo-yo, anche conosciute come cicli di ...
24/05/2025

L’effetto delle diete yo-yo sul metabolismo e sull’equilibrio psicologico

Le diete yo-yo, anche conosciute come cicli di dimagrimento e ripresa del peso (weight cycling), rappresentano un fenomeno sempre più comune in una società ossessionata dall’estetica e dal controllo del peso corporeo. Ma cosa succede davvero al nostro corpo e alla nostra mente quando ci sottoponiamo ripetutamente a questi cicli? Le conseguenze, sia fisiche che psicologiche, sono spesso sottovalutate.

Cos’è il fenomeno yo-yo?

Il termine "yo-yo" descrive l’andamento ciclico del peso corporeo, che scende rapidamente durante una dieta restrittiva per poi risalire altrettanto velocemente una volta terminato il regime alimentare. Questa dinamica non solo vanifica gli sforzi compiuti, ma può anche danneggiare profondamente il metabolismo e la salute psicologica.

Conseguenze metaboliche e fisiche

Numerosi studi hanno dimostrato che le fluttuazioni di peso frequenti possono rallentare il metabolismo basale. Ogni volta che si perde peso drasticamente, il corpo entra in modalità di risparmio energetico, riducendo la quantità di energia bruciata a riposo. Alla successiva fase di aumento del peso, l’organismo tende ad accumulare più grasso come risposta di protezione, in previsione di future “carestie”.

Tra gli effetti collaterali più comuni troviamo:

Perdita di massa muscolare a favore del grasso viscerale;

Disturbi digestivi legati all’alternanza di eccessi e restrizioni;

Aumento del rischio cardiovascolare, con variazioni di colesterolo e pressione arteriosa;

Squilibri ormonali, soprattutto nelle donne, con impatto sulla fertilità e sul ciclo mestruale.

Effetti psicologici: l’altalena emotiva

Dal punto di vista psicologico, il ciclo yo-yo può generare un senso di fallimento cronico. La persona si sente intrappolata in un circolo vizioso: all’iniziale euforia per la perdita di peso segue la frustrazione per il recupero dei chili persi, accompagnata spesso da vergogna, senso di colpa e bassa autostima.

In alcuni casi, questo schema può favorire lo sviluppo di disturbi alimentari come il binge eating disorder (disturbo da alimentazione incontrollata), o intensificare sintomi ansiosi e depressivi. La relazione con il cibo diventa sempre più conflittuale, e il corpo viene vissuto come un nemico da controllare, anziché come un alleato da ascoltare.

Verso un approccio più sostenibile

La prevenzione dei danni causati dal weight cycling passa attraverso un cambio di paradigma: dall’ossessione per la perdita di peso alla promozione di abitudini sane e sostenibili nel tempo. Alcuni punti fondamentali:

Stabilire una routine alimentare equilibrata senza restrizioni estreme;

Fare attività fisica per benessere, non per punizione;

Rieducare la percezione corporea con il supporto di specialisti, se necessario;

Integrare un lavoro psicologico per affrontare le cause profonde del rapporto disfunzionale con il cibo.

Conclusioni

Le diete yo-yo non sono solo inefficaci a lungo termine, ma potenzialmente dannose per la salute fisica e mentale. Promuovere un approccio gentile, centrato sul benessere e sull’ascolto di sé, è la chiave per uscire da questo ciclo. Rivolgersi a una rete di professionisti – nutrizionisti, psicologi, medici – è un passo importante e coraggioso verso il cambiamento.

Alimenti di stagione: cosa portare in tavola ogni mese e perchéPerché scegliere alimenti di stagione?Mangiare frutta e v...
23/05/2025

Alimenti di stagione: cosa portare in tavola ogni mese e perché
Perché scegliere alimenti di stagione?

Mangiare frutta e verdura di stagione significa seguire il naturale ciclo della terra, rispettare l’ambiente e nutrire il corpo con alimenti al massimo del loro valore nutrizionale.

I vantaggi principali:

✅ Più sapore e qualità: i prodotti raccolti nel giusto periodo sono più ricchi di gusto.

✅ Più nutrienti: maturando naturalmente, conservano meglio vitamine e antiossidanti.

✅ Più sostenibili: minor impatto ambientale, meno trasporti e conservanti.

✅ Più economici: costano meno perché abbondano sul mercato.

Calendario degli alimenti di stagione mese per mese

🌱 Gennaio - Febbraio - Marzo

Frutta: arance, mandarini, limoni, kiwi, mele, pere
Verdura: cavolfiore, verza, broccoli, porri, spinaci, cicoria, finocchi, carciofi
➡️ Ricchi di vitamina C e fibre, ideali per sostenere il sistema immunitario.

🌼 Aprile - Maggio

Frutta: fragole, nespole, ciliegie
Verdura: asparagi, agretti, piselli, fave, lattuga, ravanelli
➡️ Depurativi e ricchi di clorofilla, perfetti per la transizione primaverile.

🌞 Giugno - Luglio - Agosto

Frutta: albicocche, pesche, prugne, melone, anguria, fichi
Verdura: pomodori, zucchine, cetrioli, peperoni, melanzane
➡️ Ricchi di acqua, sali minerali e antiossidanti, aiutano a reidratarsi e proteggere la pelle dal sole.

🍂 Settembre - Ottobre

Frutta: uva, mele, pere, fichi, melagrane, castagne
Verdura: zucca, bietole, radicchio, carote, funghi
➡️ Alimenti energetici e ricchi di polifenoli, per prepararsi ai primi freddi.

❄️ Novembre - Dicembre

Frutta: agrumi, mele, kiwi, cachi, melagrana
Verdura: cavoli, cavoletti, topinambur, r**e, zucca
➡️ Supportano la digestione e rinforzano l’intestino, spesso provato dallo stress invernale.

Consigli pratici per seguire la stagionalità

🛒 Fai la spesa nei mercati locali: troverai ciò che davvero è di stagione.

📅 Tieni un calendario stagionale visibile in cucina.

🍽️ Sperimenta nuove ricette con le verdure meno conosciute del mese.

🧊 Evita frutta fuori stagione che ha viaggiato a lungo o è stata coltivata in serra.

Conclusione

Seguire la stagionalità non è solo una scelta salutare, ma anche ecologica, economica ed educativa. Significa riscoprire il ritmo naturale della terra, adattare l’alimentazione alle esigenze del corpo in ogni stagione e prevenire molti disturbi legati a un’alimentazione squilibrata.






























Le principali funzioni della vitamina C1. AntiossidanteNeutralizza i radicali liberi e riduce lo stress ossidativo cellu...
23/05/2025

Le principali funzioni della vitamina C

1. Antiossidante

Neutralizza i radicali liberi e riduce lo stress ossidativo cellulare, contribuendo alla prevenzione dell’invecchiamento cellulare e di patologie cronico-degenerative (cardiopatie, tumori, malattie neurodegenerative).

2. Sintesi del collagene

È indispensabile per la produzione di collagene, una proteina fondamentale per la struttura di pelle, vasi sanguigni, tendini, cartilagini e ossa.

3. Assorbimento del ferro

Facilita l’assorbimento intestinale del ferro non-eme (di origine vegetale), prevenendo stati carenziali come l’anemia sideropenica.

4. Funzione immunitaria

Stimola la produzione e l’attività dei globuli bianchi (soprattutto neutrofili), migliorando la risposta immunitaria a virus e batteri.

5. Rigenerazione di altri antiossidanti

Aiuta a rigenerare la vitamina E e il glutatione, potenziando l’azione antiossidante sistemica.

Fabbisogno giornaliero

Adulti: circa 75–90 mg al giorno

Fumatori: necessitano di un apporto maggiore (+35 mg/die)

Gravidanza e allattamento: aumentato fabbisogno

Atleti, anziani, soggetti stressati o malati: fabbisogno potenzialmente superiore

Fonti alimentari ricche di vitamina C

Agrumi (arance, limoni, pompelmi)

Kiwi

Fragole

Peperoni crudi

Prezzemolo

Broccoli, cavolfiore, cavolini di Bruxelles

Acerola e rosa canina (tra le fonti più concentrate)

💡 La vitamina C è termolabile: si degrada con la cottura prolungata e l’esposizione alla luce. Meglio consumare gli alimenti freschi e crudi o cotti brevemente al vapore.
Segni di carenza

Una carenza significativa, oggi rara nei paesi sviluppati, può causare:

Astenia, irritabilità, difficoltà nella cicatrizzazione

Sanguinamento gengivale, anemia

Scorbuto, malattia grave da deficit prolungato (oggi rara)

Supplementazione: quando è utile?

Può essere indicata in caso di:

Fumo attivo o passivo

Stress ossidativo elevato (inquinamento, sport intensi)

Dieta povera di frutta e verdura

Infezioni ricorrenti

Prevenzione dell’anemia (in abbinamento al ferro)

Tossicità e sovradosaggio: Dosi molto elevate (> 2 g/die) possono causare disturbi gastrointestinali e aumentare il rischio di calcoli renali in soggetti predisposti.

Falsi miti da sfatare

❌ “Previene il raffreddore”: può ridurre la durata e la gravità dei sintomi, ma non previene l'infezione.

❌ “Più ne prendo, meglio è”: l’eccesso viene eliminato con le urine, ma può causare effetti collaterali.

❌ “Tutti hanno bisogno di integrarla”: una dieta equilibrata fornisce di norma un apporto sufficiente.

Conclusione

La vitamina C è un micronutriente essenziale con molteplici ruoli nella salute dell’organismo, dal supporto immunitario alla protezione antiossidante. Una dieta ricca di alimenti vegetali freschi è il modo migliore per garantirne un adeguato apporto quotidiano, senza necessità di integratori se non in condizioni specifiche.






























Metabolismo basale: cos’è e perché varia da persona a personaCos’è il metabolismo basale?Il metabolismo basale (BMR, Bas...
23/05/2025

Metabolismo basale: cos’è e perché varia da persona a persona

Cos’è il metabolismo basale?

Il metabolismo basale (BMR, Basal Metabolic Rate) è la quantità di energia (espressa in kcal) che il corpo consuma a riposo, in uno stato di totale relax fisico e mentale, a temperatura neutra e a digiuno da almeno 12 ore.

Questo consumo energetico serve a mantenere le funzioni vitali minime:

Battito cardiaco

Respirazione

Funzione cerebrale

Circolazione sanguigna

Mantenimento della temperatura corporea

Attività di organi e tessuti (fegato, reni, cervello, muscoli)

Quanto “pesa” il metabolismo basale sul dispendio energetico?

Il metabolismo basale rappresenta in media il 60–75% del dispendio energetico totale giornaliero in una persona sedentaria. Il resto è dato da:

Termogenesi da attività fisica

Termogenesi indotta dalla dieta (energia per digerire e assorbire i cibi)

Termogenesi da esposizione a freddo o stress

Fattori che influenzano il metabolismo basale

1. Massa muscolare

I muscoli sono metabolicamente attivi: più massa magra hai, più calorie bruci anche a riposo. Questo è il motivo per cui chi pratica attività fisica regolare tende ad avere un metabolismo più elevato.

2. Età

Il BMR diminuisce con l’età, soprattutto dopo i 30 anni, a causa della perdita fisiologica di massa muscolare (sarcopenia) e della ridotta attività mitocondriale.

3. Sesso biologico

Gli uomini hanno in media un BMR più alto delle donne, a parità di peso e altezza, per una maggiore percentuale di massa magra.

4. Composizione corporea

Il grasso corporeo ha un metabolismo più basso rispetto ai muscoli. Due persone con lo stesso peso ma diversa composizione (più massa magra vs più grasso) avranno BMR diversi.

5. Genetica

Alcune persone hanno un metabolismo naturalmente più attivo per caratteristiche ereditarie. Anche la funzione tiroidea gioca un ruolo cruciale (es. ipertiroidismo = BMR alto, ipotiroidismo = BMR basso).

6. Temperatura corporea e ambientale

Un corpo con febbre o esposto al freddo brucia più calorie per mantenere l’omeostasi termica.

7. Fattori ormonali

Ormoni tiroidei: stimolano il metabolismo.

Cortisolo: a livelli elevati cronici, può rallentare il metabolismo.

Insulina e leptina: influenzano la gestione energetica e l’appetito.

Come si misura il metabolismo basale?

Può essere stimato con formule (Harris-Benedict, Mifflin-St Jeor), oppure misurato con precisione attraverso la calorimetria indiretta, che analizza il consumo di ossigeno e la produzione di CO₂ in condizioni controllate.

Si può aumentare il metabolismo basale?

Sì, attraverso:

Aumento della massa muscolare (esercizi di resistenza)

Attività fisica regolare

Alimentazione adeguata, evitando diete drastiche che lo riducono

Qualità del sonno e gestione dello stress

Conclusione

Il metabolismo basale è una componente fondamentale del nostro dispendio energetico e varia da persona a persona in base a fattori fisiologici, genetici e ambientali. Comprenderlo aiuta a pianificare strategie alimentari e di movimento più efficaci e personalizzate, promuovendo salute e benessere nel lungo termine.






























Dieta chetogenica: meccanismi, benefici e rischiChe cos’è la dieta chetogenica?La dieta chetogenica (o keto diet) è un r...
23/05/2025

Dieta chetogenica: meccanismi, benefici e rischi

Che cos’è la dieta chetogenica?

La dieta chetogenica (o keto diet) è un regime alimentare a basso contenuto di carboidrati e ad alto contenuto di grassi, con una quantità moderata di proteine. L’obiettivo è indurre uno stato metabolico chiamato chetosi, in cui l’organismo utilizza i grassi come principale fonte energetica al posto del glucosio.

Tipicamente la ripartizione calorica è:

Carboidrati: 5–10%

Proteine: 20–25%

Grassi: 70–80%

Il meccanismo della chetosi

Quando l’apporto di carboidrati scende sotto i 50 g al giorno, le riserve di glicogeno si esauriscono. Il fegato inizia quindi a produrre corpi chetonici (acetoacetato, β-idrossibutirrato, acetone) a partire dagli acidi grassi, che diventano il carburante alternativo per cervello e muscoli.

Benefici documentati

1. Perdita di peso

La dieta chetogenica favorisce una rapida perdita di peso iniziale, dovuta a:

Calo della ritenzione idrica

Riduzione dell’appetito per l’effetto saziante dei chetoni

Maggiore ossidazione dei grassi

2. Controllo glicemico

È utile nei pazienti con diabete di tipo 2, migliorando:

Sensibilità insulinica

Emoglobina glicata

Resistenza insulinica

3. Trattamento dell’epilessia

È nata come terapia per l’epilessia farmacoresistente nei bambini, riducendo la frequenza e l’intensità delle crisi.

4. Possibili effetti neuroprotettivi

I chetoni possono agire come substrati energetici cerebrali alternativi e antiossidanti, con studi in corso su Alzheimer, Parkinson e SLA.
Altri potenziali benefici (ancora in studio)

Riduzione dei marcatori di infiammazione

Miglioramento del profilo lipidico (aumento HDL, riduzione trigliceridi)

Effetti positivi su PCOS e sindrome metabolica

Rischi e controindicazioni

Effetti collaterali iniziali (keto flu):

Mal di testa

Stanchezza

Irritabilità

Nausea

Stitichezza

Rischi a lungo termine:

Carenze nutrizionali (fibre, vitamine del gruppo B, antiossidanti)

Aumento del colesterolo LDL in soggetti predisposti

Sovraccarico renale e epatico

Potenziale disbiosi intestinale per carenza di prebiotici

Controindicata in:

Diabete di tipo 1

Malattie renali, epatiche o pancreatiche

Gravidanza e allattamento

Disturbi alimentari

Considerazioni finali

La dieta chetogenica può essere uno strumento ter**eutico utile in contesti specifici, ma non è adatta a tutti. Va seguita sotto supervisione medica o di un nutrizionista esperto, per monitorare la chetosi, evitare squilibri e garantire un apporto adeguato di micronutrienti.

Non va confusa con un regime “low carb” generico: la chetogenica è una dieta clinicamente strutturata, non una soluzione da autoprescriversi.






























Zuccheri e cervello: come il glucosio influisce su memoria e umoreIntroduzioneIl cervello umano, pur rappresentando solo...
23/05/2025

Zuccheri e cervello: come il glucosio influisce su memoria e umore
Introduzione

Il cervello umano, pur rappresentando solo il 2% circa del peso corporeo, consuma oltre il 20% del glucosio disponibile. Questo zucchero semplice è la principale fonte energetica per i neuroni, che non possono accumulare riserve energetiche e dipendono da un apporto continuo di glucosio per funzionare correttamente.

Ma oltre a nutrire il cervello, il glucosio ha un ruolo cruciale nel modulare funzioni cognitive, stati d’animo e comportamenti alimentari. Scopriamo come.
Il cervello e il glucosio: una dipendenza metabolica

Il glucosio attraversa la barriera emato-encefalica grazie a specifici trasportatori (GLUT1 e GLUT3) e viene utilizzato immediatamente per la produzione di ATP tramite glicolisi e metabolismo ossidativo mitocondriale.

Bassi livelli di glucosio (ipoglicemia) possono causare confusione, irritabilità, difficoltà di concentrazione e, nei casi più gravi, perdita di coscienza.

Livelli ottimali migliorano le performance cognitive, in particolare la memoria a breve termine e la capacità di attenzione.

Glucosio e memoria

Numerosi studi indicano che un apporto moderato di glucosio può temporaneamente migliorare funzioni cognitive come:

Apprendimento verbale

Memoria di lavoro

Risoluzione di problemi complessi

Questo effetto è particolarmente marcato in situazioni di stress cognitivo, in soggetti anziani o durante attività mentali intense. Tuttavia, un eccesso di zuccheri nella dieta quotidiana è stato associato a un declino cognitivo accelerato, soprattutto in presenza di insulino-resistenza cerebrale (come nel caso del diabete di tipo 2).

Glucosio e umore

Il glucosio interagisce anche con il sistema limbico e le aree del cervello che regolano l’umore e le emozioni:

Favorisce la sintesi di serotonina (tramite disponibilità di triptofano).

Influenza la produzione di dopamina, legata al piacere e alla motivazione.

Un pasto ricco di carboidrati può migliorare l’umore in modo acuto, ma se ripetuto frequentemente può indurre oscillazioni glicemiche che, a lungo termine, sono associate a maggiore rischio di ansia, affaticamento e sbalzi emotivi.

Il paradosso zuccheri-umore

Sebbene il cervello tragga beneficio da livelli stabili di glucosio, un consumo eccessivo di zuccheri raffinati può avere l’effetto opposto. Studi clinici hanno dimostrato che:

Diete ad alto carico glicemico sono correlate a maggior rischio di depressione.

L’iperglicemia cronica altera la plasticità sinaptica e il metabolismo dei neurotrasmettitori.

I picchi glicemici causano un rapido rilascio di insulina, seguito da un brusco calo glicemico (ipoglicemia reattiva), che può generare irritabilità e cali di energia.

Strategie alimentari per un cervello in salute

Per mantenere un equilibrio tra energia e benessere psicologico, è utile seguire alcune indicazioni nutrizionali:

Preferire carboidrati complessi (es. cereali integrali, legumi) a lento rilascio.

Evitare zuccheri raffinati e bevande zuccherate, soprattutto a stomaco vuoto.

Assumere proteine e grassi buoni insieme ai carboidrati per rallentare l’assorbimento.

Consumare pasti regolari, per evitare cali glicemici improvvisi.

Conclusione

Il glucosio è un nutriente essenziale per il cervello, ma la qualità e la modalità di assunzione sono determinanti per sfruttarne i benefici. Un equilibrio glicemico stabile supporta la memoria, l’attenzione e il tono dell’umore, mentre eccessi o squilibri favoriscono disturbi cognitivi e psico-emotivi. La chiave è nella moderazione e nella scelta consapevole degli alimenti.






























La digestione dei carboidrati: dalla bocca al colon, un viaggio enzimaticoIntroduzioneI carboidrati rappresentano una de...
23/05/2025

La digestione dei carboidrati: dalla bocca al colon, un viaggio enzimatico
Introduzione

I carboidrati rappresentano una delle principali fonti energetiche per l'organismo umano. La loro digestione è un processo complesso che coinvolge diversi organi e una serie di enzimi specifici, con l'obiettivo di scomporre i polisaccaridi complessi in monosaccaridi semplici, facilmente assorbibili dall'intestino. Questo articolo esplora in dettaglio le fasi della digestione dei carboidrati, dal momento dell'ingestione fino all'assorbimento intestinale.

1. Inizio della digestione: la bocca

La digestione dei carboidrati inizia nella cavità orale. Durante la masticazione, il cibo viene mescolato con la saliva, che contiene l'enzima α-amilasi salivare (nota anche come ptialina). Questo enzima inizia la scomposizione dell'amido, un polisaccaride presente in alimenti come pane, pasta e patate, in molecole più piccole come maltosio, maltotriosio e destrine. Tuttavia, l'efficacia di questa fase è limitata dal breve tempo di permanenza del cibo nella bocca.

2. Interruzione nello stomaco

Una volta deglutito, il bolo alimentare raggiunge lo stomaco, dove l'ambiente altamente acido (pH 1,5-3,5) inattiva l'α-amilasi salivare, interrompendo temporaneamente la digestione dei carboidrati. In questa fase, l'attenzione digestiva si concentra principalmente sulle proteine, grazie all'azione della pepsina.

3. Ripresa nell'intestino tenue

La digestione dei carboidrati riprende nel duodeno, la prima porzione dell'intestino tenue. Qui, il pancreas secerne il succo pancreatico contenente l'α-amilasi pancreatica, che continua la scomposizione degli amidi residui in disaccaridi e oligosaccaridi.

Successivamente, gli enzimi disaccaridasi (maltasi, lattasi, saccarasi) presenti sull'orletto a spazzola degli enterociti dell'intestino tenue completano la digestione, scindendo i disaccaridi in monosaccaridi:

Maltasi: converte il maltosio in due molecole di glucosio.

Lattasi: scinde il lattosio in glucosio e galattosio.

Saccarasi: divide il saccarosio in glucosio e fruttosio.

4. Assorbimento dei monosaccaridi

I monosaccaridi risultanti dalla digestione vengono assorbiti principalmente nel digiuno e nell'ileo dell'intestino tenue:

Glucosio e galattosio: assorbiti tramite trasporto attivo mediato dal trasportatore SGLT1, che utilizza il gradiente di sodio per facilitare l'ingresso nelle cellule intestinali.

Fruttosio: assorbito per diffusione facilitata attraverso il trasportatore GLUT5.

Una volta all'interno degli enterociti, i monosaccaridi passano nel flusso sanguigno attraverso il trasportatore GLUT2 e vengono trasportati al fegato tramite la vena porta

5. Ruolo del colon e del microbiota intestinale

I carboidrati non digeriti nell'intestino tenue, come alcune fibre alimentari e l'amido resistente, raggiungono il colon, dove vengono fermentati dal microbiota intestinale. Questo processo produce acidi grassi a catena corta (SCFA) come acetato, propionato e butirrato, che svolgono ruoli importanti nella salute intestinale e sistemica.

Conclusione

La digestione dei carboidrati è un processo orchestrato che coinvolge una serie di enzimi e trasportatori specifici, garantendo l'efficiente conversione dei carboidrati complessi in monosaccaridi pronti per l'assorbimento. Comprendere questo processo è fondamentale per riconoscere l'importanza di una dieta equilibrata e per affrontare eventuali disturbi digestivi legati ai carboidrati.






























Acqua e limone al mattino: mito o realtà?IntroduzioneBere acqua tiepida con succo di limone al mattino a digiuno è una p...
23/05/2025

Acqua e limone al mattino: mito o realtà?

Introduzione

Bere acqua tiepida con succo di limone al mattino a digiuno è una pratica molto popolare, spesso consigliata per depurare il corpo, stimolare la digestione e rafforzare le difese immunitarie. Ma quali di questi benefici sono reali e quali invece si basano su credenze poco fondate?

Analizziamo scientificamente i presunti effetti di questa abitudine.
Cosa contiene il limone?

Il limone è un agrume ricco di:

Vitamina C (acido ascorbico): antiossidante e immunostimolante.

Acido citrico: utile per la funzione epatica e la prevenzione dei calcoli renali.

Flavonoidi: composti con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Piccole quantità di vitamine del gruppo B, potassio e fibre (se consumata la polpa).

I benefici reali

1. Idratazione mattutina

Bere acqua al risveglio, con o senza limone, aiuta a reidratare il corpo dopo le ore notturne. Questo beneficio è concreto e importante per stimolare il metabolismo e le funzioni cellulari.

2. Stimolazione digestiva

L’acido citrico del limone può stimolare leggermente la secrezione gastrica e biliare, supportando una migliore digestione, soprattutto se assunto prima della colazione.

3. Apporto di vitamina C

Un cucchiaio di succo di limone apporta circa 10 mg di vitamina C: una piccola ma utile quantità che può contribuire al fabbisogno giornaliero e aiutare la funzione immunitaria.

4. Effetto alcalinizzante?

Sebbene il limone sia acido, il suo metabolismo finale nel corpo produce residui alcalini. Tuttavia, l'effetto alcalinizzante ha un impatto minimo sul pH sistemico, che è strettamente regolato dall’organismo.

I miti da sfatare

1. “Depura il fegato”

Il limone non ha proprietà depurative specifiche. Il fegato si occupa naturalmente della detossificazione, e nessun alimento da solo è in grado di “depurarlo”.

2. “Brucia i grassi”

Non esistono cibi “brucia grassi”. L’acqua con limone non ha proprietà dimagranti, ma può accompagnare uno stile di vita sano.

3. “Cura tutte le malattie”

Nonostante i benefici della vitamina C, bere limone al mattino non sostituisce una dieta equilibrata né cura patologie.

Possibili controindicazioni

Erosione dello smalto dentale: l’acidità del limone può danneggiare i denti se assunto frequentemente senza precauzioni. Si consiglia di bere con una cannuccia e risciacquare la bocca dopo.

Disturbi gastrici: in persone predisposte (es. gastrite o reflusso), l'acido citrico può peggiorare i sintomi.

Conclusioni

Bere acqua e limone al mattino può essere un’abitudine piacevole e moderatamente benefica, soprattutto per idratazione e stimolo digestivo. Tuttavia, non è una panacea e non sostituisce uno stile di vita sano, un’alimentazione equilibrata e l’eventuale cura di condizioni cliniche specifiche.

Come per ogni abitudine alimentare, è la costanza e il contesto generale a fare la differenza.






























Indirizzo

Magnano In Riviera

Telefono

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