27/12/2025
𝙈𝘼𝙉𝙁𝙍𝙀𝘿𝙊𝙉𝙄𝘼 𝘾𝙄𝙏𝙏𝘼́ 𝙍𝙀𝙂𝙍𝙀𝙎𝙎𝙄𝙑𝘼
𝗗𝗶𝗺𝗶𝗻𝘂𝗶𝘀𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝗽𝗼𝗽𝗼𝗹𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲 𝗹𝗮 𝗳𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 - 𝗔𝘂𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗼𝘀𝗶 𝗮 𝘃𝗮𝗿𝗶𝗼 𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 – 𝗜𝗹 𝗿𝗲𝗽𝗼𝗿𝘁 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗮 𝗩𝗮𝗹𝗲𝗻𝘁𝗲
Il primo quarto di secolo del terzo millennio è ormai concluso e ci si domanda quale
sia stato il percorso segnato da Manfredonia. I riferimenti che più riescono a dare un sintetico e realistico profilo dell’andamento segnato dalla città, sono indiscutibilmente i numeri, quelli, nel caso specifico, degli indici demografici e della struttura della popolazione. I numeri considerati sono quelli elaborati dall’ISTAT, l’Istituto nazionale di statistica.
L’analisi della struttura della popolazione stabilisce tre fasce di età: giovani 0-14 anni, adulti 15-64 anni, anziani 65 anni e oltre. In base alla prevalenza di una delle tre fasce, la struttura della popolazione viene definita, rispettivamente: progressista, stazionaria, regressiva.
Purtroppo Manfredonia va incasellata nella terza fascia, quella regressiva. I numeri rilevati dall’ISTAT, sono tanto chiari quanto indiscutibili. Il totale dei residenti a Manfredonia nell’anno ormai concluso, è di 53.391, dato che dal 2.002 (anno base di riferimento), quando gli abitanti erano 57.651, è andato anno dopo anno diminuendo (solo dall’anno scorso sono venuti meno 331 unità).
Delle tre fasce considerate, si sono contratte quella dei giovani fissata a 6.376 unità (l’anno scorso erano 6.604 e 10.561 nel 2.002), e quella degli adulti ferma a 33.815 unità (l’anno scorso erano 34.130 e 39.134 nel 2002), mentre l’unica a crescere è la fascia riferita agli anziani censiti in 13.200 unità (l’anno passato erano 12.988 e 7.956 all’inizio del secolo). Di concerto l’età media della popolazione aumentata da 37,4 a 46,4 anni.
Uno squilibrio notevole, diffuso, profondo che si ripercuote necessariamente sull’intero e articolato sistema sociale, economico, amministrativo della città. E la tendenza discendente non accenna ad arrestarsi e a invertire la rotta. Persiste il calo delle nascite (che avvengono peraltro fuori Manfredonia) e aumentano i defunti raddoppiati nel ventennio. Una situazione che naturalmente viene da lontano, andatasi disgregando a poco a poco, frutto dei governi che, senza voler fare di ogni erba un fascio, si sono insediati a Palazzo San Domenico con punte di particolare mala gestio che hanno minacciato di mandare il Comune a carte quarantotto non solo per il profilo economico, ma anche per quello morale, sociale, della credibilità.
Tra le tante conseguenze che hanno condizionato la vita quotidiana della città, quelle che hanno interessato e ancor più penalizzato le fasce di cittadini più deboli, che non arrivano a fine mese o non lo iniziano affatto, genericamente definite fragili. Un mondo poco emergente e talvolta mal considerato che vive ai margini di una società fortemente scompensata.
Un sintetico ma indicativo riscontro di tale realtà velata e emarginata, lo offre l’iniziativa dell’amministrazione comunale Domenico La Marca, realizzata attraverso la titolare dell’assessorato a welfare e cultura, Maria Teresa Valente, di inviare, via posta oltre che in digitale, a sei mila anziani over 75, una lettera «per informare in modo diretto sui servizi attivi e sulle possibilità di supporto garantite dai Servizi sociali comunali specificando i servizi disponibili, gli orari, i contatti telefonici».
La Valente così spiega l’inedita decisione: «Nel corso di questo anno e mezzo di attività amministrativa abbiamo riscontrato come una parte consistente della popolazione anziana ancorché bisognosa, non utilizza i social network, le reti internet, e corre il concreto rischio di non intercettare informazioni fondamentali utili per i propri bisogni. La lettera via posta è pertanto la scelta di una comunicazione diretta e accessibile». E il sindaco La Marca evidenzia «la volontà dell’amministrazione di raggiungere anche l’ultimo dei concittadini, significa stabilire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini e rendere i servizi sociali sempre più riconoscibili e accessibili». Una significativa promettente inversione delle tendenze amministrative.
Le parole sono state sostanziate dai numeri che riassumono la situazione. «Nella convinzione – afferma l’assessora Valente - che i numeri danno la misura reale delle posizioni considerate». Numeri tratti dal riscontro concreto aggiornato. E dunque: contributi per fitto di casa 270; assegno di inclusione 1.800; contributi per pagamento TARI 140; contributi per sostegno soggetti in difficoltà di sfratto 20; buoni spesa alimentare 170; contributi per trasporto scolastico disabili 54; anziani e disabili home care premium 140; assistenza domiciliare 190; assistenza domiciliare educativa 55; integrazione scolastica 200. L’assessora avverte che le domande pervenute per ciascuna voce sono state molto di più di quelle accolte; per l’affitto casa, ad esempio, non sono state ammesse 127 domande e tanto e riprova della regolarità delle operazioni. Il che vuol dire che la moltitudine dei bisognosi è ben più ampia di quella intercettata.
Michele Apollonio