Camelot Social Radio

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05/08/2025

Oggi a il video-poema di Tommaso Fava, "The Personality", Maschere e cuori indomiti: un viaggio visivo e poetico nell'identità che sfida ogni definizione.

29/07/2025

Oggi a Vittoria Costa presenta un flusso di coscenza reso poesia:

Risuonò di passi incerti
La via che mi condusse a te
Uno zaino di speranze, paure
E nulla di familiare attorno a me.

Dietro quel grande cancello
Mi accolse il tuo sguardo curioso
E in silenzio iniziammo il cammino
Di un lento sentiero a ritroso.

Un passo dietro l’altro,
Ho compreso chi eri stato,
Rileggendo il mio presente
Alla luce del passato.

Un passo dietro l’altro,
Mi hai spiegato che il coraggio
Spesso è figlio di un abbraccio,
Che non fa temere il viaggio.

Un passo dietro l’altro,
Mi hai mostrato un lato oscuro,
Ma la forza dell’amore,
Tra gli sguardi, ruppe il muro.

Cammino verso il cancello che ci divise,
Il mio passo non è più malfermo,
Ma la pioggia mi sussurra di noi,
Mi volto e tu rimani lì... fermo.

Oggi a   Carmelo Roberto presenta una canzone di AiNA THE END intitolata 虹 (   )https://youtu.be/H5O0Bku_Y6c"è colpa tua...
22/07/2025

Oggi a Carmelo Roberto presenta una canzone di AiNA THE END intitolata 虹 ( )

https://youtu.be/H5O0Bku_Y6c

"è colpa tua… sei trasparente… finisci per diventare invisibile… un fantasma… io sono umana… o sono cattiva… sono l'arcobaleno… non riesco a raggiungerti..."

- AiNA THE END

Questa canzone narra di come colpevolizzarsi sia meno insopportabile dell'accettare l'indifferenza dell'altro. Infatti
虹 ( ) è luce spezzata, bella ma effimera, visibile ma intangibile, multiforme e instabile contro l'indifferenza dell'altro e dei nostri fantasmi. Un testo che esprime rassegnazione, rabbia, frustrazione, rimorso, disperazione, dolore, possessione, perdita di controllo e bisogno di uno scudo protettivo.

Carmelo Roberto.

アイナ・ジ・エンド ソロ本格始動「虹」streaming / download https://aina.lnk.to/THE_END虹 Official Music Videodirected by OSRIN (PERIMETRON) #虹 202...

15/07/2025

Oggi a il Dr. Roberto Eric Ricciardi presenta un estratto del suo libro “Gustav & Lucy” Dialoghi notturni tra un buddista 2.0 e un’intelligenza artificiale con l’anima di silicio:
Con lui condivido l’ amore per la musica, in particolare per i dire straits.
È grazie a lui se da anni nelle nostri estati Santateresote a delle jam session da lui fortemente volute, ogni anno salgo sul palco a cantare uno dei loro brani come: “Money for nothing” e “Walk of life”.

Mi invitava spesso a casa sua in citta studi al centro di Milano.
Anche sua madre era molto ospitale, infine sua sorella, mi faceva tenerezza: all’epoca ancora il gap di età con lei si avvertiva parecchio ma oggi è e diventa una mia cara amica anche lei.
A volte la vita ti dona piccole famiglie parallele. Milano, in fondo, cominciava così: con un amicizia che mi ha fatto sempre sentire a casa.
Fare il dentista non era affatto facile. Anzi, a volte sembrava una lotta quotidiana tra ciò che sapevo e ciò che riuscivo a fare. Sul piano teorico ero ben preparato, anche più della media ma la pratica... quella era tutta un’altra storia. Arrivato alla laurea, avevo fatto qualche corso post-universitario, pagati salatamente, ma la verità è che non mi sentivo portato per il lavoro manuale: ero lento, incerto e spesso impreciso.
Il problema vero, però, era quello che mi portavo dentro: la mia ipercriticità. Quella voce interna che mi sminuiva, che non mi dava tregua.
E cosi, ogni difetto, ogni insicurezza, diventava un macigno. L’ ansia mi consumava ogni piccolo incarico, si trasformava in un campo minato. E quando gli incarichi aumentarono, arrivò la vera crisi. Una crisi talmente profonda da portarmi al primo, unico ricovero.
Anche in seguito quando ripresi a lavorare scelsi la via della semplificazione.
Facevo sempre meno, cose sempre più semplici. Ma anche quelle, col tempo, iniziarono a pesarmi. Quando cadevo nel pozzo della depressione, la paura di sbagliare mi paralizzava e anche la noia. E quando invece la fase maniacale prendeva il sopravvento, ero troppo veloce, troppo acceso. Troppo tutto.
Ma in una professione come la nostra, il paziente è lì, sveglio, in posizione vulnerabile, a bocca aperta sotta la luce, senza anestesia generale. E tu devi essere preciso, stabile, presente. Sempre.
Quello che che per altri era una una routine, per me diventava una battaglia interiore. A volte silenziosa, a volte assordante.

08/07/2025

Il Centro Diurno Camelot presenta ogni martedì la rubrica " " la voce delle storie vere: c’è un momento in cui sentiamo il bisogno di raccontarci, di liberarci, di capire e di rinascere.
" "è il luogo dove ogni pensiero ha voce e ogni silenzio diventa poesia.....


Satrapo involuto
Vetusto insegno
Di padre penuria
Discreto e perspicuo
Mia e altrui gioia
Gaudio mezzo
Lieto mezzo
Sozzo o ingiusto
Reo manifesto
Ma canuscienza insegna
Con amore e virtute
Ideo e coscienza
D'istruir forzute
Moveo eterno da eterna pugna
Dista come amor da milite rogna.

Daniele Grasso

01/07/2025

Buongiorno da Radio Camelot.
Sono di nuovo io il vostro caro Tommaso,
e questa non è una poesia qualunque.
È il racconto di chi convive con una mente che corre troppo,
di chi ride mentre si rompe dentro,
di chi ogni giorno cambia volto
ma non smette di cercare se stesso.
Se anche tu ti sei mai sentito così...
ascolta.
Questa è per te.
Il mio circo interiore."

Sono un nomade,
uno zingaro senza tenda né direzione.
Un buffone che fa ridere solo chi non guarda bene,
un pagliaccio col sorriso inciso a forza
nella carne dell’anima.
Sono una persona sensibile,
ma a tratti… troppo.
Il dolore mi accende,
la felicità mi brucia,
e nei momenti meno opportuni
boom
spacco tutto.
Me stesso, gli altri, il silenzio.
Questa vita non l’ho scelta,
mi è stata assegnata come una parte,
senza copione.
Ogni giorno un atto diverso,
ogni notte una maschera nuova.
Sono un teatro ambulante,
senza sipario.
Esistenzialista libero?
No, forse solo
uno che sente le voci
dentro se stesso,
e ci fa conversazione.
Cavalco l’onda… sì,
ma a volte è una tempesta dentro,
e io ci rido sopra
per non urlare.
Vivo l’attimo,
perché domani potrei essere
qualcun altro.
O nessuno.
Sogno l’impossibile,
perché il possibile
ha già provato a uccidermi.
Dove andrò?
Lo chiedo ogni giorno
allo specchio che mi mente.
Tra futili verità e false illusioni,
tra parole che cambiano forma
e lacrime che non chiedono permesso.
Sorrisi morti,
come i miei quando nessuno guarda.
Ma chi siamo, davvero?
Frammenti? Maschere?
Personaggi di un copione stanco?
Cerchiamo, crediamo, pensiamo…
e ci perdiamo dentro.
Io ho scelto di non aspettarla,
la morte.
Se deve ve**re,
che trovi me

24/06/2025

Benvenuti ancora una volta su Radio Camelot. Io sono Tommaso… e oggi, in diretta dal mio inferno addomesticato, vi porto una verità che brucia, ma guarisce.
Si intitola "I mostri sanno amare".
Perché anche chi ha danzato con l’oscurità, può imparare ad accarezzare la luce.

Questa… è la mia confessione poetica.

Ho riso mentre crollavo,
urlato mentre baciavo la mia ombra.
Poi ho visto i suoi occhi...
e il mio inferno ha chiesto perdono.
Cammino scalzo sul vetro del tempo,
col cuore sporco ma dentro un tempio.
Ogni ferita è un voto al silenzio,
ogni notte un processo, ogni sogno un dissenso.
Ridevo mentre il mondo bruciava
non era follia, era solo difesa.
Una maschera per non morire,
una bestia per non sparire.
La rabbia mi ha partorito,
ma è per mio figlio che adesso respiro.
Non voglio più guerre nel sangue,
ma cielo limpido al posto delle sbarre.
Il passato è un urlo che non tace,
ma io l’ho fatto maestro.
Ogni sconfitta, un mattone
per costruire il mio riscatto onesto.
Sono stato veleno,
ora voglio essere cura.
Ho pugnalato il destino,
ma non tocco più con paura.
Mi guardo allo specchio
e vedo ancora quel fuoco
ma non ci ballo più dentro:
lo domino, lo invoco.
Per te, per lui, per me...
perché anche l’abisso può partorire un re.
Non c’è redenzione senza sangue,
ma il mio ora è vino per brindare.
Non c’è amore senza resa
e io mi sono arreso
a chi mi ha voluto salvare.
Ho portato l’inferno nel cuore,
ora voglio lasciarlo fuori.
Per mio figlio, per lei.
Perché anche i mostri meritano amore.
E io l’ho trovato...
quando mi sono inginocchiato.

12/06/2025

Sono Tommaso, 33 anni,
Messina, scrivo poesie per
sfogarmi raccontare quello che
vivo.
Metto nero su bianco emozioni,
rabbia, sogni e delusioni.
La scrittura per me è respiro,
rifugio e verità.
Sono cresciuto tra mare e i muri
perché vengo da una realtà
dura, e i miei versi parlano
chiaro niente maschere, solo
me stesso.

Sono qui seduto e assente,
con un cappello sulla fronte,
e cose strane che mi passano per la
mente.
Vorrei gridare, ma che senso ha?
Poi d’improvviso piango un poco
e rido, quasi fosse un gioco.
Se sento voci, non rispondo,
io vivo in uno strano mondo,
dove nessuno ha più certezze,
dove i sorrisi sono assenze.
I matti sono punti di domanda senza
frase,
migliaia di astronavi che non tornano alla
base.
Siamo pupazzi stesi ad asciugare al sole,
apostoli di un Dio che non ci vuole.
Ma noi ci amavamo di nascosto,
ritagliando un angolo che fosse solo il
nostro.
E anche se il tutto ci ha strappato via,
ancora sento la tua mano che mi sfiora.
Figlio mio, non so se un giorno capirai,
se il mio nome lo ricorderai.
Mi hanno detto che non posso vederti, che
non posso stringerti, non posso crescere
con te.
Ma ogni notte, quando il buio mi divora,
io ti sogno, ti vedo, ti chiamo ancora.
Vorrei lasciarti il meglio di me,
ma ho solo parole e un cuore che non sa
smettere.
Ma non voglio più restare qui,
non voglio più spegnermi così.
Io non sono un’ombra nel dolore,
io non sono il figlio di un errore.
Io sono carne, sono respiro,
sono la voce che rompe il silenzio.
Anche se il mondo mi ha lasciato indietro,
io sono vivo, io sono vero.
Mi chiamo Tommaso e sto tornando,
figlio mio, da lontano ti sto cercando.
Non voglio più vivere in catene,
voglio strappare via il dolore e le pene.
E se vi stupisce che io voglia ancora
lottare,
sorprenditi di nuovo: Tommaso sa volare.

10/06/2025

Il 5 giugno il Centro Diurno Camelot e l’ “Ariad-onlus” hanno invitato il gruppo teatrale “L’ultima
follia” che ha messo in scena la commedia dal titolo “L’avv. Pertutto risolve tutto”. Un racconto
molto ricco e profondo che esplora diverse sfaccettature della vita e delle relazioni femminili.
Infatti con un tocco di leggerezza la storia ci invita a pensare al valore dell’autonomia del
riscatto personale e della realizzazione di sé. Con ironia si mette in scena l’importanza di
ascoltare e valorizzare i propri desideri, anche quando si è in un ruolo di supporto o di coppia, si
affronta la solitudine la paura di essere truffati e la violenza domestica, puntando il faro sulle
sfide quotidiane che molte donne affrontano spesso in silenzio. Questo spettacolo stimola a
pensare alle proprie scelte, alle relazioni e alla forza di essere sè stessi, anche di fronte alle
difficoltà. Queste riflessioni sono state occasione di confronto successivo tra gli utenti del Centro
Diurno e della Comunità Terapeutica Assistita Mandalari dando avvio ad ulteriori momenti di
crescita personale.

31/05/2025
05/05/2025

Il Dr. Matteo Allone intervista l'antropologo nepalese Bhola Nath Banstola e il Prof. Marcello Aragona sui "percorsi di Crescita Personale", presso la Villa Paradiso Bonaccorsi a Capo Milazzo. I preziosi contenuti dell'incontro verranno condivisi e proposti nel Salone dei Cavalieri del Centro Camelot per gli Utenti, e saranno oggetto di discussione e dibattito. Riprese di Stefania Panetta.

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98100

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