Momenti di Sport

Momenti di Sport Lo sport è fatto da MOMENTI, frazioni di secondo in cui tutto il mondo sembra fermarsi. Ripercorrere

L**h. Austria. 21 dicembre 1994. Si disputa uno Slalom Speciale valevole per la Coppa del Mondo, il secondo consecutivo....
15/11/2025

L**h. Austria. 21 dicembre 1994. Si disputa uno Slalom Speciale valevole per la Coppa del Mondo, il secondo consecutivo. Quello del giorno precedente lo aveva letteralmente dominato Alberto Tomba. Il nostro Albertone scende un po' contratto in avvio, poi sprigiona tutta la sua potenza e chiude la prima manche al secondo posto a due soli centesimi dall'austriaco Thomas Sykora. Ma il pericolo è dietro l'angolo: nella seconda manche Tomba commette un errore evitabile, un errore che avrebbe costretto al ritiro qualsiasi altro sciatore. Tutti, ma non lui. Non "Tomba la Bomba". Con una forza fuori dal comune riesce a non cadere, si ferma quasi un attimo e riparte. Vola fino al traguardo e chiude clamorosamente al primo posto tra lo stupore dello stesso Alberto. E' il turno di Sykora, l'austriaco sa che il bolognese ha sbagliato ma sa anche che nonostante tutto è arrivato lo stesso giù al traguardo in testa. L'austriaco cerca di gestire la gara ma non ce la fa; i due centesimi di vantaggio diventano di ritardo e l'Alberto Nazionale può festeggiare la seconda vittoria in due giorni sulla pista dell'Arlberg. Una vittoria che gli spianerà la strada verso la vittoria di una meritatissima Coppa del Mondo.

A noi, il sabato, piace far sport al mattino presto e con la giusta carica. Buongiorno popolo di MdS :D
15/11/2025

A noi, il sabato, piace far sport al mattino presto e con la giusta carica. Buongiorno popolo di MdS :D

Un ottimo Shelton nulla può contro il braccio bionico del tennis mondiale. 6-3; 7-6; il punteggio finale e Jannik, che s...
14/11/2025

Un ottimo Shelton nulla può contro il braccio bionico del tennis mondiale. 6-3; 7-6; il punteggio finale e Jannik, che sfiderà l'amico De Minaur in semifinale, continua a macinare gioco e vittorie. Stiamo assistendo ad un periodo che verrà ricordato per tanti, tanti anni. Forza Jannik!

4 Giugno 1977. A Wembley va in scena l'Home Championship, il torneo in cui si sfidano le quattro federazioni del Regno U...
14/11/2025

4 Giugno 1977. A Wembley va in scena l'Home Championship, il torneo in cui si sfidano le quattro federazioni del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord). I tifosi scozzesi invadono Londra, convinti che quella sarà una data da ricordare. E in effetti, così sarà. La Scozia supera i padroni di casa dell'Inghilterra per 2 a 1. E il finale dimostra come per gli scozzesi il derby sia sempre un match poco sentito.

13 luglio del 1985. Mentre la musica diventava leggenda con un concerto evento che farà la storia non solo della musica,...
14/11/2025

13 luglio del 1985. Mentre la musica diventava leggenda con un concerto evento che farà la storia non solo della musica, un artista ucraino, con la sua asta, varcava l'olimpo dello sport. E quando il Live Aid, organizzato per combattere la fame in Etiopia per 16 ore ininterrotte continuava a sfornare musica che riecheggerà nel firmamento, a Parigi Sergej Bubka iniziava a prendere le misure con un 5.75 m che era già record.
Il Live Aid ideato magistralmente da Bob Geldof e Midge Ure era colmo zeppo di artisti sublimi. Una maratona che dallo stadio di Wembley al JFK di Filadelfia vedeva dei del rock sfidarsi a colpi di note, suoni e testi magnifici: dai Led Zeppelin a Bob Dylan, da David Bowie a Madonna. E mentre il mondo, con oltre cento paesi e tre miliardi di telespettatori era incollato alla Tv, Sergej Bubka, gareggiante per l'ex URSS, prendeva le misure per fare il suo di spettacolo unico.
E in concomitanza, quando sul palco di Wembley, Freddie Mercury e i Queen facevano la storia della storia della musica, Bubka saltava in alto, fino al cielo, verso quei 6.00 m che nessun uomo aveva mai saltato prima.
Un record che sulle note di We Are The Champions si pianterà nel libro mastro dello sport. Un record che Bubka ritoccherà gara dopo gara fino al 6.14 m del 1994 e che durerà fino al 2020.
Due storie incrociate, un giorno incredibile, Momenti che fermano il tempo e riecheggiano nella mente di chi li ha vissuti e che terrà per sempre nel proprio cuore e dovrà raccontare ai propri figli e nipoti.

Kitzbühel, 24 gennaio 2004. Kristian Ghedina con il pettorale numero 12 incanta il pubblico austriaco con una pericolosi...
13/11/2025

Kitzbühel, 24 gennaio 2004. Kristian Ghedina con il pettorale numero 12 incanta il pubblico austriaco con una pericolosissima spaccata ai 140 km/h sullo schuss finale della Streif. Non vincerà la gara, ma tutto il pubblico gli tributerà un applauso (con tanto di ola) al suo arrivo. Sono passati 21 anni da quell'incredibile gesto e, ancora oggi, se senti nominare la Streif, la mente ti porta immediatamente a quella f***e gara di Kristian Ghedina, un campione che ha saputo porta il tricolore in alto, fino al cielo.

È difficile realizzare un sogno. È ancor di più difficile realizzarlo insieme agli amici. Charles Leclerc, Pierre Gasly ...
13/11/2025

È difficile realizzare un sogno. È ancor di più difficile realizzarlo insieme agli amici. Charles Leclerc, Pierre Gasly e Anthoine Hubert erano avversari in pista sui go kart, ma amici inseparabili fin da bambini. I tre sono cresciuti in fretta, facendosi strada nel mondo del motorsport. Purtroppo il sogno di Anthoine Hubert si spezza il 31 agosto 2019, a SPA, nel più tragico dei modi.
Da quel Momento i suoi amici Charles e Pierre correranno per lui e con lui. I due non hanno mai smesso di ricordare Anthoine e quel sogno che li accomunava, tragicamente tranciato da un destino ingiusto. Quell'uscita di pista alla curva del Radillon, l'auto contro le barriere di protezione e il devastante impatto con Juan Manuel Correa che si trova davanti la monoposto dell’avversario e la colpisce a 200 km/h. Pierre e Charles non smetteranno mai di ricordarti caro Anthoine, e nemmeno noi.

Niente accade per caso. Il movimento tennistico italiano ha investito, coltivato e raccolto i frutti. La programmazione,...
13/11/2025

Niente accade per caso. Il movimento tennistico italiano ha investito, coltivato e raccolto i frutti. La programmazione, per i dirigenti e le alte cariche, dovrebbe essere alla base di tutto. In tutti gli sport.

La vittoria di ieri ad Amburgo di Lorenzo Musetti contro Carlos Alcaraz è arrivata inaspettata e quindi ancor più bella.
Inaspettata già in partenza contro il giovane predestinato a dominare, forse, la scena del tennis mondiale nei prossimi anni; inaspettata poi anche dopo aver perso il 2° set al tie-break vedendosi annullare ben 5 match point (2 sul 5-4 e 3 sul 6 pari). Ma Lorenzo oltre a giocare un gran tennis in Germania ha mostrato anche grande testa e volontà portando così a casa il primo torneo Atp in carriera e niente meno che un 500.
Ora Lorenzo è numero 31 al mondo ed è terzo nella classifica per la Next Generation, ovvero i migliori giovani in stagione che poi si giocheranno il titolo a fine anno a Milano. I primi due sono Alcaraz e Sinner, che lottano per le Finals di Torino.
Ma una cosa molto particolare si può vedere in questa classifica della Next Generation. Ci sono ben 8 italiani ai primi 18 posti. Dopo i già citati Sinner e Musetti ci sono Passaro (9°), Nardi (10°), Cobolli (11°), Maestrelli (13°), Darderi (14°) e Zeppieri (18°).
Questo a testimonianza che il movimento tennistico a livello maschile va bene e non solo con Berrettini, ieri sconfitto in finale a Gstaad da Ruud, Sinner, Musetti, Fognini e Sonego i nostri cinque migliori tennisti.
Forza ragazzi continuate così.

5 Aprile 1991. Era una vigilia importante a Firenze. Una vigilia sentita. Arrivava la Juve e portava con sé un figlio le...
13/11/2025

5 Aprile 1991. Era una vigilia importante a Firenze. Una vigilia sentita. Arrivava la Juve e portava con sé un figlio legittimamente strappato dalle mani della sua mamma.
Roberto Baggio, il divin codino, il numero 10 tanto atteso e amato, tornava sotto la curva Fiesole da avversario.
La tensione era alta durante la rifinitura, rigorosamente a porte chiuse, e due ragazzi della squadra hanno un acceso battibecco. I due si chiariscono subito dopo e tra i presenti si dice che la cosa non debba uscire dallo spogliatoio. Detto, fatto. La sera stessa due tifosi della curva, ultras organizzati, citofonano sotto casa di Stefano Borgonovo e al Brasiliano Dunga. Con aria molto seria e risoluta chiedono al grande Stefano di fare due chiacchiere.
Sotto casa, seduto nel retro di una macchina ad aspettare Stefano, vi era proprio un contrariatissimo Carlos Dunga. I due vennero portati in un luogo sperduto, dove una decina di ultras con fare deciso, chiedevano spiegazioni della lite a fine allenamento e di non fare cavolate "perché domani arriva la Juve di Baggio e bisogna vincere". I due tornano a casa e decidono di non raccontare nulla alla squadra per non destabilizzare l'ambiente.
Il resto è storia a tutti nota. Con la Juve che esce sconfitta dal Franchi, Roby Baggio che non tirerà il rigore - poi sbagliato da De Agostini- e quella sciarpa raccolta da terra e baciata, equivalente calcistico di un fiore messo davanti ad un cannone. Lo stesso Roby tanto amato per le sue giocate in campo, la sua semplicità e la vicinanza dimostrata nei confronti dei suoi tifosi. Poco importa se ha sbagliato un rigore in finale di Coppa del Mondo, se ha deciso di intraprendere un viaggio diverso di fede, Baggio si ama in modo incondizionato. Tanti cambi di maglia e alcuni passando direttamente da una squadra rivale all'altra. Ma Baggio si ama, si invoca, non è più Domenica senza di lui.
Ci piacerebbe vivere in un mondo che sappia rispettare le scelte di ognuno di noi, continuando ad amare il prossimo per le cose belle che ci ha regalato e può ancora regalarci. Un mondo ricco di gente che sappia voler bene anche chi ti lascia per un amore finito, chi venera un altro dio o differenti concetti divini. Un mondo libero, pieno d'amore e rispetto. Un mondo giusto. Un mondo visto con gli stessi occhi con i quali vediamo Roberto Baggio.

Ha fatto innamorare tanti tifosi della Virtus Bologna e non solo. La stella NBA che sbarcava in Italia. Una vita fatta d...
12/11/2025

Ha fatto innamorare tanti tifosi della Virtus Bologna e non solo. La stella NBA che sbarcava in Italia. Una vita fatta di successi e sconfitte, ma ha saputo rialzare la testa. Grande cuore, nella vita e nel basket, quella palla a spicchi che adorava metter nel canestro. E i tifosi, anche a distanza di anni non dimenticano. La coreografia è bellissima, un omaggio a chi ha regalato emozioni che ognuno si porterà sempre nei propri ricordi. Buon viaggio Sugar Ray, fai buon viaggio.

Oggi Nadia Comaneci compie 63 anni. La nostra storia ha inizio il 18 luglio 1976 alle Olimpiadi di Montreal. Appena 14 a...
12/11/2025

Oggi Nadia Comaneci compie 63 anni. La nostra storia ha inizio il 18 luglio 1976 alle Olimpiadi di Montreal. Appena 14 anni dopo dalla sua nascita. E già, perché ci sono imprese che segnano lo sport in maniera indissolubile e che restano impresse nella mente e nel cuore di migliaia di appassionati in tutto il mondo.
Nadia Elena Comaneci nasce a Onesti, città della Romania e fin dalla tenera età si dimostra molto portata alle discipline della ginnastica.
Con il passare dei primi anni, la giovane Nadia cominciò a collezionare trofei, dapprima nazionali e in seguito europei, in particolar modo contro gli odiati atleti dell’unione sovietica e ben presto divenne una delle atlete di maggior talento a livello mondiale in diverse discipline tanto che, alla tenera età di 14 anni, fu convocata per le Olimpiadi di Montreal del 1976.
Qui la giovane atleta rumena, entrò di diritto nella storia dello sport facendo registrare una performance che prima di lei, a nessun atleta mai era riuscita.
Nadia Comaneci vinse ben 3 medaglie d’oro, nell’individuale, alla trave e alle parallele asimmetriche; fu proprio in quest’ultima disciplina che la rumena entrò di diritto nella storia dello sport.
I critici la definirono “la Quintessenza della ginnastica”, una prestazione che lasciò sbalorditi i giudici, il primo 10 nella storia della ginnastica; la performance perfetta; il punteggio più alto che possa essere assegnato da un giudice nello sport.
La Comaneci fu anche l’atleta più giovane a vincere un oro olimpico, record che resterà suo in quanto la minima età per la partecipazione ai giochi è stata alzata a 16 anni (Nadia ne aveva 14 e 8 mesi).
Nadia vinse in totale alle olimpiadi 5 ori, 3 argenti e 1 bronzo diventando l’incubo delle atlete dell’Unione Sovietica che quasi mai riuscirono a sopravanzarla. Talmente incredibile che il tabellone non ha il 10. Il suo allenatore ai tempi delle Olimpiadi di Montreal, Bela Karolyi, commentò così la prestazione della Comaneci alle parallele: ” A quei tempi la rivalità con i sovietici era feroce e immaginai che ci avessero fregato. Come è possibile un uno in pagella! Ma mentre stavo raggiungendo il tavolo della giuria per protestare lo speaker annunciò che per la prima volta nella storia dello sport era stato realizzato un 10 perfetto… E il pubblico esplose“. Auguri Leggenda senza tempo.

Non solo festa alle ATP Finals. Purtroppo il torneo ha visto due tragedie susseguirsi una dopo l'altra. Due uomini di 70...
11/11/2025

Non solo festa alle ATP Finals. Purtroppo il torneo ha visto due tragedie susseguirsi una dopo l'altra. Due uomini di 70 e 78 anni hanno perso la vita durante la manifestazione. L'uomo di 70 anni ha perso la vita presso il Fan Village a causa di un malore; l'uomo di 78 anni si è sentito male durante il match tra Musetti e Fritz. A nulla sono valsi i soccorsi. Una vera doppia disgrazia in un torneo che sarebbe dovuto essere un Momento di festa. Riposate in pace.

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