10/11/2023
I DESIDERANTI SENZA MARCIAPIEDE
La salute mentale è una questione urbanistica?
“Consiglio […] di ammettere, per prima cosa, che non siamo ancora pronti per piani elaborati o estremamente radicali intesi a salvare coloro che si spostano a piedi nelle città”. I pedoni, cioè chi va e viaggia a piedi, gli individui in movimento, non sono un reale tema al centro del dibattito dell’architettura e dell’urbanistica. Jane Jacobs (2020) ci spiega, a tal proposito, che negli ultimi sessant’anni i pedoni sono stati fatti coincidere con il concetto di “traffico pedonale”, diventando a questo punto una scusa per una bella quanto falsa messa in scena dell’ambiente urbano.
Questo spostamento dell’enfasi e quindi la progressiva deriva dei piani per la pedonalizzazione dei centri urbani, ha concesso all’Architettura di interessarsi unicamente a se stessa, snobbando sempre di più il mondo che di essa fa uso. A sostegno di ciò Christele Harrouk, architetta ed urban designer, nel suo articolo per ArchDaily What is Good Architecture? dichiara che un’architettura – e anche un design urbano – che prende a cuore la salute mentale delle persone proviene unicamente da coloro che comprendono lo scopo della struttura che si sta progettando, così come le persone che la utilizzeranno, tenendo a mente i sentimenti ed emozioni. Esattamente ciò che secondo Jane Jacobs non stiamo facendo, sicuramente non a Milano.
Gaston Bachelard nel libro The Poetics of Space evidenzia il termine topofilia (preferenza o connessione sentimentale che qualcuno ha in relazione a determinati luoghi), dipanando la dualità tra spazi di ostilità e spazi felici, analizzando i valori e i sentimenti come protezione, rifugio e tranquillità, da essi generati.
[*riprendi a leggere da qui]
Condividiamo a pieno l’idea che l’architettura debba focalizzarsi non solo su un’analisi della sua “funzione”, che oggi – appunto – non vuol dire più nemmeno “uso”, ma anche su elementi di tipo sociale e relazionale, favorendo sensazioni di benessere per la salute mentale dei suoi fruitori, come l’appartenenza, la sicurezza, la privacy e la creazione di memorie.
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