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17/12/2025

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Il 7 ottobre 2023 non ha rappresentato soltanto una cesura militare o geopolitica. È stato, prima di tutto, un evento di...
17/12/2025

Il 7 ottobre 2023 non ha rappresentato soltanto una cesura militare o geopolitica. È stato, prima di tutto, un evento di rottura simbolica e politica che ha incrinato in profondità l’architettura del consenso occidentale costruita attorno a Israele e, più in generale, attorno all’ordine coloniale contemporaneo.

Il caso dell’imam Mohamed Shahin, a Torino, va collocato precisamente qui. Non come un episodio isolato, ma come un segnale. Un fermo amministrativo, il trasferimento in CPR, una narrazione mediatica costruita sulla pericolosità, sull’allusione, sul sospetto. Poi, quando la vicenda arriva davanti ai giudici, il castello si sgretola: l’assenza di una pericolosità concreta emerge chiaramente. Ma intanto il messaggio è stato recapitato. Si può colpire anche senza reati, si può intimidire anche senza prove, si può disciplinare il discorso attraverso l’eccezione.

In questo passaggio si colloca anche il comportamento dell’UCOII. L’organizzazione ha lavorato, con discrezione, per ottenere la liberazione di Shahin. Ma ha scelto di non assumere una posizione pubblica forte, di non politicizzare il caso, di non denunciarne apertamente la natura intimidatoria. Una scelta comprensibile sul piano tattico, ma che sul piano politico rischia di accettare il terreno della restaurazione: quello della difensiva permanente, della legittimazione cercata attraverso il silenzio.

Questa cornice offre all’Occidente e a Israele l’occasione per tentare un reset. Per normalizzare l'occupazione e criminalizzare il dissenso

La Corte ha accolto il ricorso di riesame e ha disposto la cessazione immediata del trattenimento dell’imam Mohamed Shah...
15/12/2025

La Corte ha accolto il ricorso di riesame e ha disposto la cessazione immediata del trattenimento dell’imam Mohamed Shahin, finora detenuto nel CPR di Caltanissetta. L’uscita dal centro, informa UCOII, avverrà in giornata.

Nel provvedimento - secondo il comunicato stampa UCOII del 15 dicembre 2025 - il giudice ha escluso la sussistenza di una concreta e attuale pericolosità, richiamando i principi del diritto europeo e le garanzie previste per i richiedenti protezione internazionale, che impongono misure proporzionate e un effettivo controllo giurisdizionale.

Questa liberazione arriva dopo settimane in cui Torino - e in particolare San Salvario, il suo laboratorio quotidiano di convivenza interreligiosa - ha visto crescere una mobilitazione trasversale: non solo fedeli musulmani, ma anche realtà civiche e comunità diverse, consapevoli che colpire figure riconosciute come interlocutori affidabili, impegnate nella legalità e nel dialogo, significa indebolire il tessuto stesso della sicurezza reale e della coesione sociale.

L'UCOII chiarisce che restano in corso gli altri procedimenti, che “continueranno a essere seguiti nelle sedi competenti”. È qui che la vicenda non si chiude: la liberazione è un fatto, ma la procedura continua e con essa la sensazione di un accanimento amministrativo che, ancora una volta, rischia di trasformare strumenti eccezionali in prassi ordinarie.

La Corte ha accolto il ricorso di riesame e ha disposto la cessazione immediata del trattenimento dell’imam Mohamed Shahin, finora detenuto nel CPR di Caltanissetta. L’uscita dal centro, informa UCOII, avverrà in giornata.

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11/12/2025

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Harry Whittaker viene scoperto in UK con un vero laboratorio di esplosivi, veleni, materiali radioattivi e fosforo bianc...
11/12/2025

Harry Whittaker viene scoperto in UK con un vero laboratorio di esplosivi, veleni, materiali radioattivi e fosforo bianco, oltre a chat islamofobe cariche di odio contro una moschea di Luton, ma per Sky News resta soprattutto un “science nerd” che gioca con la chimica.

L’assenza quasi totale delle parole terrorismo ed estremismo, a fronte di un’operazione antiterrorismo e di un chiaro bersaglio musulmano, mostra un doppio standard ormai strutturale: quando l’accusato è bianco, il frame diventa psicologico e pittoresco, quando è musulmano diventa subito esistenziale e collettivo.

È l’esempio perfetto di ciò che Chomsky descrive come filtro mediatico: non censura aperta, ma una scelta sistematica di linguaggio e cornici che decide chi è minaccia e chi è solo “ragazzo problematico”, con conseguenze gravi per la qualità stessa della democrazia.

La scena è questa: un villaggio tranquillo del Bedfordshire, un capanno in giardino, una madre in casa e, a pochi ...

10/12/2025

Vittorio Feltri condannato per frasi contro i musulmani

Il Tribunale di Torino ha condannato Vittorio Feltri per molestia discriminatoria dopo le frasi offensive e violente pronunciate contro i musulmani durante una puntata de La Zanzara. Dovrà pagare 20.000 euro di risarcimento.

Non è un processo penale, ma una condanna civile: un segnale chiaro che certe parole non sono opinioni, ma attacchi che hanno conseguenze. Questo caso riapre una domanda cruciale: fino a che punto la libertà di parola può spingersi senza trasformarsi in odio?

L’odio non è un’opinione. È una responsabilità. E oggi qualcuno ne paga il prezzo.

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Di Carlo Delnevo
08/12/2025



Di Carlo Delnevo

Un padre torna in Siria dodici anni dopo la morte del figlio ribelle per scoprire una nuova Aleppo, tra rovine, rinascita e memorie che non smettono di bruciare.

Il 29 novembre 2025, nel sud di Gaza, due fratellini palestinesi, Fadi e Goma Abu Assi, di dieci e dodici anni, vengono ...
03/12/2025

Il 29 novembre 2025, nel sud di Gaza, due fratellini palestinesi, Fadi e Goma Abu Assi, di dieci e dodici anni, vengono uccisi da un drone israeliano mentre raccolgono legna per il padre disabile. L’esercito li definisce “sospetti” e “minacce immediate”, trasformando due bambini poveri in obiettivi militari legittimi.

Pochi giorni dopo, in Cisgiordania, dieci coloni israeliani mascherati aggrediscono tre volontari italiani e una canadese nel villaggio di Ein al-Duyuk, picchiandoli e devastando la casa. Italia e Canada denunciano l’attacco, che mette in luce la violenza sistematica dei coloni e l’impunità garantita dall’occupazione militare.

Infine, a Jenin, un video verificato da diversi media mostra due palestinesi disarmati, Yusuf Asasa e Montasir Abdullah, uccisi a bruciapelo da soldati israeliani dopo essersi arresi.

Tre episodi - bambini uccisi da un drone, attivisti aggrediti dai coloni e esecuzioni sommarie a Jenin - delineano un quadro di violenza sistematica e disumanizzazione sotto il regime d’occupazione genocidario israeliano nel dopo-Trump deal.

Dal drone che uccide due bambini a Gaza ai coloni che picchiano volontari e alle esecuzioni a Jenin: tre crimini che svelano il genocidio denunciato dall’ONU.

Indirizzo

Piazza Duca D'Aosta
Milan

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