27/07/2025
Il suo nome è Osama al-Raqab, da Gaza. Ha cinque anni. Soffre di fibrosi cistica, una malattia genetica cronica che richiede cure specialistiche, una dieta ipercalorica e continui trattamenti per mantenere in vita chi ne è colpito. La sua immagine è finita sulle prime pagine di vari media di estrema destra e filosionisti in Italia perché racconta, con il solo peso del suo corpo martoriato, ciò che i numeri e i report internazionali faticano a comunicare: a Gaza si muore. Bambini, neonati, malati. Si muore di fame, si muore senza medicine, si muore senza umanità.
Alcuni giornali, come Open di Enrico Mentana, Libero, e persino il canale X ufficiale di Fratelli d'Italia, si sono affrettati a pubblicare articoli apparentemente “neutrali”, che confermano l'identità e la malattia di Osama, ma cercano sottilmente di neutralizzarne l’impatto emotivo e politico. “Sta bene”, titolano. Come se questo bastasse a cancellare l’inferno che ha vissuto. Come se il fatto che oggi sia curato in Italia smentisse ciò che le sue ossa gridavano solo poche settimane fa. Questo tipo di debunking non è giornalismo: è copertura morale del crimine, è maquillage della sofferenza. Non si può prendere atto della malattia genetica di un bambino e fingere che Gaza non sia una trappola letale per tutti i malati cronici. Non si può fingere che basti dire “fibrosi cistica” per assolvere chi ne ha affamato il corpo. Questo non è fact-checking. È complicità intellettuale.
Chi oggi grida alla "bufala" è lo stesso che tace sulle decine di migliaia di bambini uccisi o mutilati, sulle madri senza parto sicuro, sui neonati morti nei reparti intensivi rimasti senza elettricità. Le stime dell’anno scorso parlavano di oltre 100.000 morti dirette e indirette. Quelle stime oggi sono molto conservative. Quando finirà, conteremo centinaia di migliaia di vite spezzate, molte delle quali – come Osama – avrebbero potuto essere salvate.
Di Sabri Ben Rommane
Osama, 5 anni, malato e denutrito a Gaza, curato oggi in Italia. I media italiani e Fratelli d'Italia tentano di sminuire: ma la sua immagine svela il genocidio in corso e confermano tutto: i più fragili, i malati, i piccoli con patologie gravi, in una Gaza sotto assedio non hanno alcuna possibilit...