02/12/2022
Quanti dischi rap ha tirato fuori la città di Milano alle sue giovani promesse? E di quanti altri dischi a tema Milano abbiamo realmente bisogno? La scorsa settimana è stato il turno di Shiva a farsi sotto nel ring dei pesi massimi, tappezzando di maxi affissioni i tunnel della metro e dipingendo il capoluogo lombardo di rosso per avvisarci che in città c'è un altro aspirante al titolo. Così esce di botto ‘Milano Demons’, un tentativo a disco della consacrazione, tra featuring leggendari, un po' di sana crescita stilistica e qualche nemico immaginario da combattere. Ma al termine delle 18 tracce del disco, l'unico demone che Shiva riesce veramente a dominare è il se stesso del passato.
Il percorso di Shiva inizia nel 2017. Rappa veloce, precoce ed ipertecnico, tra un freestyle su YouTube, un singolo in classifica e quell'”Auto Blu” insultatissima su cui noi invece facciamo ancora volentieri un giro. ‘Dolce Vita’, nel 2021, è il suo primo album, ancora troppo acerbo, forse schiavo di un incredibile potenziale che sembrava non sbocciare mai. Shiva ha comunque saputo restare sulla bocca di tutti, e quando nel 2022 sono usciti i singoli apripista "Take 4" e "Soldi Puliti" è stato subito chiaro che ‘Milano Demons’ sarebbe stato il migliore album di Shiva fino ad ora. Ma si redime solo in parte dai flop del passato, dato che i beat spaziali di Drillionaire e le collab gigantesche di Sfera, Tedua, Lazza e Geolier ne sostengono il peso quasi per intero.
Una volta rimasto solo con un testo ed un beat Shiva è bravo, ma chi è davvero? Non è conscious e non è flexer, non spara per aria quando in "Non è easy" parla di strada e non ci fa sciogliere nei picchi di dolcezza di "Cicatrici" e "Vorrei". Nell'ambiguo limbo tematico 50% amore e 50% street, il disco riesce comunque a distinguersi, essendo tra le poche uscite hip-hop di quest'anno in cui il minutaggio di rap prevale sulle sezioni melodiche. Dove spicca nell'urgenza di comunicare, spesso pecca di memorabilitá. Per questa volta la testa dell'autoproclamato principe di Milano non sorregge il peso della corona a cui aspira. I giochi del trono restano aperti.