13/01/2023
Grande successo all’ultima edizione dei per la seconda stagione di , che ha guadagnato il titolo di Best Limited Series e accontentato, così, i molti fan della serie scritta e diretta da Mike White (ve lo ricordate, prima che passasse dall’altro lato della cinepresa, al fianco di Jack Black in School of Rock?).
Il premio è certamente meritato e possiamo dire che a rendere questa serie un “must see” degli ultimi anni è stata anche la musica. Se già nella prima stagione le era stato lasciato ampio spazio, nei nuovi episodi il dialogo fra immagine e suono è ancora più fitto, pur con alcune differenze.
La più evidente è che, se nel primo capitolo la voce principale era quella di “Renaissance”, il tema composto da Cristobal Tapia de Veer, nel secondo capitolo il sottofondo musicale è dominato dalla canzone italiana – ma non c’è da stupirsi: per chi non lo sapesse, il setting della storia è proprio la splendida Taormina.
Questa scelta non dovrebbe far altro che alimentare il nostro già forte orgoglio culturale, eppure c’è qualcosa che non torna. È fuori dubbio che il lavoro di supervisione di Janet Lopez, con la consulenza straordinaria di , sia preciso e ben fatto. Però in soli 7 episodi compaiono ben 147 canzoni e da questa sovrabbondanza sonora risulta una macedonia di musica italiana certo ricca e colorata, ma, forse, un po’ confusa.
È come se il focus di questa operazione sia stato sul caratterizzare l’ambientazione piuttosto che la storia e accade spesso che le canzoni appaiano sfasate con la scena, quasi messe, come delle teste di moro, per decorare generosamente, ma non oculatamente.
Certo, si vuole essere pignoli in queste considerazioni, perché il risultato di questo viaggio fra brani più o meno noti della nostra tradizione e della nostra contemporaneità è comunque di altissimo livello e porta a scoprire (o riscoprire) canzoni che sono davvero una più bella dell’altro.