05/06/2025
«Mi dicevano che ero troppo grassa per essere una star… ma la mia voce ha sempre pesato più delle loro critiche.»
Sono cresciuta con una madre single che faceva miracoli con quel poco che avevamo. Mio padre ci ha abbandonate quando ero ancora una neonata. Vivevamo in un quartiere modesto di Londra, e io passavo ore chiusa in camera a cantare davanti allo specchio, usando una spazzola come microfono.
Ridevano del mio corpo, del mio viso, del mio stile. Ma io sapevo una cosa: la mia voce non aveva bisogno del permesso di nessuno per brillare.
Quando ho iniziato a far ascoltare le mie canzoni, ho ricevuto molti rifiuti: dicevano che non ero adatta all’industria. Un produttore mi disse chiaramente che, se non dimagrivo, non avrei mai venduto un disco. Quelle parole mi hanno fatto male. Ma non mi hanno fermata.
Non ho cambiato il mio corpo. Ho trasformato il dolore in parole, in musica. Le mie delusioni d’amore, le mie insicurezze, le ho messe in ogni canzone. E quando ho cantato per la prima volta Someone Like You, ho visto le persone commuoversi. In quel momento ho capito che la mia fragilità era la mia forza.
Il successo non ha cancellato le difficoltà. Ho affrontato la depressione, ho perso la voce durante un tour, e più di una volta ho pensato di smettere.
Ma per mio figlio, per la mia storia, per quella bambina che cantava da sola nella sua stanza, ho deciso di tornare. Più forte, più vera. Non per piacere agli altri, ma per restare fedele a me stessa.
Oggi, ogni volta che salgo su un palco, non lo faccio per essere perfetta. Lo faccio per essere autentica.
Non sottovalutare mai chi ha pianto in silenzio… e ha comunque avuto il coraggio di cantare davanti al mondo.
– Adele