Persone che si ritrovano a scontare una pena che dovrebbe tendere alla loro rieducazione ma che, invece, finiscono rinchiuse in un sistema che li abbandona. L’iniziativa, messa in piedi da una piccola squadra di giornalisti con altre attività professionali, è stata concepita sulla base dell’esperienza di alcuni amici, avvocati, psicologi, consulenti aziendali, oltre ad alcuni ex imputati che in qu
esti anni hanno avuto la sventura di conoscere da vicino la realtà delle nostre carceri. Insieme si è deciso di costituire un team che, sfruttando le singole esperienze e le possibilità offerte da Internet, possa creare una “rete” in grado di contribuire a migliorare la vita di sventurati in carcere o, più ancora, di favorire quel percorso riabilitativo e di reinserimento sociale dei detenuti sancito dalla nostra Carta costituzionale. In un anno circa di lavoro abbiamo organizzato un network di consulenti che prestano la loro opera (gratuita) e di organizzazioni già attivamente impegnate nella promozione di iniziative per il recupero di persone detenute, in uscita dai circuiti penali ed ex detenuti. Non è nostra intenzione creare un nuovo sito di informazione sulla Giustizia. Ne esistono già tanti, alcuni di ottimo livello. Semmai si tratta di individuare un linguaggio e dei canali efficaci per arrivare ai diretti interessati e alle loro famiglie e per fornire loro informazioni utili e strumenti efficaci. Senza voler fare concorrenza a nessuno ma, anzi, contribuendo alla circolazione di idee ed iniziative. Con un approccio pratico, concentrato sulla risposta ai bisogni dell’individuo detenuto e a quelli legati al suo reinserimento sociale. In sintesi: un Osservatorio attivo del mondo carcerario che promuova interventi a sostegno dei singoli “casi di emergenza”, con un ruolo concreto nel favorire il reinserimento degli ex detenuti nel contesto sociale e lavorativo.