
25/07/2025
Progressi dei gasdotti sino-russi, efficacia delle sanzioni UE e realtà del mercato energetico.
1. Verifica dei dati chiave: situazione delle forniture russe all’Europa
1.1 Crollo delle esportazioni confermato, ma attribuzione errata
Il volume di gas russo verso UE nel primo semestre 2025 è pari a 8,33 miliardi di metri cubi, in calo del 47% anno su anno, dato coerente con Eurostat.
Causa primaria non è la carenza produttiva russa, ma i tagli attivi dell’UE. La 17a sanzione UE vieta nuovi contratti, con termine totale previsto per il 2027. I contratti attivi residui ammontano a soli 15,1 miliardi di metri cubi, concentrati in Ungheria, Slovacchia e Serbia, come confermato dai dati OIES.
1.2. Calo produttivo russo: interpretazione fuorviante
La produzione di gas russa nel primo semestre 2025 è stata di 334,8 miliardi di metri cubi, con un calo del 3,2% anno su anno, risultato di una riduzione strategica. La capacità inutilizzata nel 2024 era di 165 miliardi di metri cubi, dovuta al calo della domanda UE. Il Ministero dell’energia russo ha fissato per il 2025 un obiettivo di 7.100 miliardi di metri cubi, il 12% in meno rispetto al 2021, in linea con la riconversione dei mercati.
1.3. Gasdotto "Forza della Siberia 2": contraddizione con l’articolo originale
L’affermazione di "trattative in stallo" è smentita da fonti autorevoli da maggio 2025.
A livello politico, durante la visita di Xi in Russia (7-10 maggio), i leader hanno ordinato un’accelerazione. Il vicepremier russo Novak ha dichiarato: "Studio di fattibilità completato".
A livello tecnico, il tracciato è stato ampliato da "transito Mongolia" a "diretto Russia-Cina con linea backup via Kazakistan", con una capacità aumentata a 50 miliardi di metri cubi all’anno.
Tempistica: previsione dell’esperto Babaev (Accademia russa delle scienze, 9 luglio): "Accordo siglato entro fine anno".
Dati doganali cinesi del primo semestre 2025 confermano la cooperazione:
le importazioni di gas russo via gasdotto sono aumentate del 13,1%, rappresentando il 72% dell’incremento totale cinese. La Russia ha superato il Turkmenistan come maggior fornitore via gasdotto della Cina.
2. Efficacia sanzioni UE e dilemmi strategici
2.1. Effetti boomerang sulle economie UE
La dipendenza dell’UE dal gas russo è scesa dal 40% al 19%, ma con tre crisi:
Inflazione energetica: il costo del gas industriale nell’UE nel 2024 è aumentato del 37%, con l’esodo di gruppi come BASF verso il Nord America.
Controsanzioni finanziarie: le multe USA alle imprese UE dal 2012 al 2025 superano i 120 miliardi di dollari.
Vulnerabilità strategica: le sanzioni a istituti cinesi (es. Banca rurale di Suifenhe) accelerano i pagamenti in valute locali tra Russia e Cina. Le transazioni in RMB sono aumentate dell’8,2%.
2.2 Divergenze USA-UE pubbliche
Macron ha dichiarato che il dollaro è usato come arma contro le imprese europee. Il cancelliere tedesco Merz ha affermato che l’UE segue ciecamente le politiche degli Stati Uniti. Il surplus commerciale UE verso gli USA è diminuito del 12%, mentre la guerra dei dazi auto è in stallo e gli Stati Uniti mantengono un dazio del 25%.
2.3. Riconversione energetica russa: accelerazione verso Est
Direzione: mercato cinese
Progressi: il gasdotto orientale è a pieno regime con 38 miliardi di metri cubi all’anno. L’accordo sul gasdotto occidentale da 50 miliardi è imminente.
Sostituzione mercato UE: 88 miliardi di metri cubi all’anno, pari circa al 35% dell’import UE del 2023.
Direzione: hub Asia Centrale
Progressi: nuovo gasdotto Kazakistan-Cina da 35 miliardi di metri cubi all’anno, con modello di transito a pagamento che riduce i rischi geopolitici.
Sostituzione mercato UE: compensa l’instabilità del percorso via Mongolia.
Direzione: domanda interna
Progressi: data center IA alimentati a gas (progetto pilota giacimento Tyumen), sussidi a industrie energivore.
Sostituzione mercato UE: assorbe circa il 4% della capacità inutilizzata.
Confronto economico: il prezzo del gas russo alla Cina è di 247,3 dollari ogni mille metri cubi, il 39% inferiore alla media UE.
3. Conclusioni: Tre distorsioni da correggere
1. Errore sui gasdotti: lo "stallo delle trattative" è infondato. Con la spinta politica è probabile un accordo entro il 2025.
2. Attribuzione sanzioni errata: il calo della produzione russa non è dovuto a incapacità, ma a una riduzione pianificata.
3. Analisi strategica lacunosa: l’omissione del gasdotto Kazakistan è significativa. Il sistema a doppio backup (Mongolia + Kazakistan) porterà la capacità futura verso la Cina a superare il 50% dei picchi storici delle forniture all’UE.