06/09/2025
BELES IN ERITREA FRUTTI CHE MATURONO E GIOVANI CHE RITORNANO
Siamo in piena stagione dei fichi d’India, i beles. Dall’Italia all’Eritrea, come ci sono arrivate queste piante?
Dicono che siano giunte insieme ai siciliani, durante il primo periodo di colonizzazione italiana.
E può essere. In quegli anni sono moltissimi i siciliani che cercano lavoro e fortuna in Eritrea. Tanto che “siciliani” diventa il nome con cui gli eritrei chiamano gli italiani, da qualsiasi regione provengano.
Durante la prima colonizzazione dall’Italia arrivano in Eritrea molti giovani in cerca di lavoro, pronti a fare nella colonia quanto sapevano o quanto sognavano. Pronti a iniziare nuove attività commerciali, ad aprire negozi e officine. Un passaggio di cui l’Eritrea ha mantenuto il segno nelle insegne, nelle parole tecniche e persino nei modi di dire.
Non è difficile immaginare che qualcuno di loro sia arrivato carico di germogli. Portando piante resistenti al caldo. Per esempio quelle i cui frutti sono da sempre sulle bancarelle dei mercati delle città italiane. Così arrivano in Eritrea angurie, meloni e fichi d’india.
E una volta giunti in Eritrea i fichi d’india si trovano bene, crescendo senza bisogno di troppe cure. Il sole e il terreno sono quelli giusti. Molte zone, come quelle intorno a Ghinda, si ricoprono di fichi d’india che, dopo le piogge autunnali, danno il loro carico di frutti maturi. Anche sull’altopiano, poco fuori Asmara, dove un tempo c’era la stazione di Arbarobà, la montagna è fittamente ricoperta di fichi d’india.
Un frutto spinoso amato anche dalle scimmie e dai babbuini che li prendono senza pungersi, per poi aprirli e mangiarli.
A fine estate carovane di cammelli trasportano sacchi enormi di beles verso Asmara. Beles, beles, beles è il richiamo di questo periodo dell’anno. Un rito che inizia con la raccolta dei frutti colorati e dolci.
Per prenderli senza pungersi si usa un lungo bastone con all’estremità un piccolo contenitore.
Un po’ come quello che un tempo si usava nelle campagne italiane per raccogliere le ciliegie.
Il raccolto di beles una volta messi nelle ceste raggiunge i mercati. Sono disposti impilati artisticamente uno sull’altro, in bella mostra e a piccoli gruppi, perché non ne vada perso nessuno.
I beles però non sono solo frutti. O perlomeno i frutti hanno dato il nome ai giovani eritrei che rientrano per le vacanze. I beles appunto. Ragazzi, e sono molti, che vivono all’estero e approfittano delle vacanze estive per tornare nel loro paese.
I coetanei li chiamano, scherzosamente, beles perché arrivano con la puntualità dei frutti, e nella stessa stagione. Stanno lì un poco e poi ripartono.