12/03/2025
Ci sono dei luoghi che appartengono, se non a tutti, a tanti. A popoli diversi, a religioni differenti, a culture apparentemente non sovrapponibili. Spesso contesi, qualche volta condivisi. Il , in , è uno di questi luoghi, montagna sacra come nessun’altra nell’Asia continentale.
Per gli indisti, il Kailash sarebbe la dimora paradisiaca di Shiva e di sua moglie Parvati.
Per i tibetani buddhisti, il Kailash non sarebbe invece altro che il monte Meru o Sumeru, la residenza degli dei, il centro dell’universo primordiale fra inferi e cielo, con i continenti (sette) disposti in modo da formare un fiore di loto e circondati da catene montagnose oltre le quali c’è solo il vuoto cosmico.
Per i jiainisti, proprio su questo monte sarebbe avvenuta l’illuminazione del primo dei loro ventiquattro guru.
Per gli sciamani della religione Bon sarebbe qui che il primo sovrano di Omolungring, paese mitologico del nord ovest del , avrebbe cominciato a predicare e insegnare i precetti del culto locale.
Il Kailash, di per sé non elevatissimo (con i suoi 6714 metri), è la montagna che dà vita a quattro grandi fiumi del continente, l’Indo, il Brahamaputra, il Karnali e il Sutlej.
Se è vero che la sua vetta resta inviolata, dal momento che l’ascensione alla sommità è di fatto vietata, è facile intuire quale potere simbolico abbia questa montagna sacra che è una sorta di grande mandala naturale e che ha sempre calamitato eremiti e predicatori, guru e uomini dediti alla meditazione oltre che innumerevoli pellegrini disposti a realizzare il circuito kora del monte come forma di devozione.
Nell’astrologia cinese è l’anno del cavallo il periodo propizio per affrontare questo pellegrinaggio: i più vicini sono nel 2026 e nel 2038.
Per i fedeli di tutte e quattro le religioni, un giro attorno alla sua circonferenza, un percorso di oltre 50 chilometri, ha infatti il valore di una sanatoria dai peccati di una vita intera, materializzando la possibilità di avviare un nuovo percorso spirituale, un nuovo .
🙏 Siediti e respira.
#2026