CNC Media

CNC Media Siamo quelli della papera gialla! CNC Media è una realtà editoriale seguita da oltre 2 milioni di persone.

Il suo iconico simbolo, la papera gialla, rappresenta la libertà, l’inclusione e la lotta contro le ingiustizie, ispirata all’opera di Florentijn Hofman e adottata dai movimenti di protesta globali. CNC Media produce Daily Five, il podcast condotto da Emilio Mola. Daily Five è un appuntamento quotidiano che racconta in 20 minuti i fatti più importanti del giorno. Con migliaia di ascoltatori e una

community fedele, è tra i più ascoltati in Italia. Nel corso degli anni CNC Media ha attraversato l’Italia con il Tour della Sostenibilità, un progetto che ha coinvolto il Ministero dell'Ambiente e oltre 2.500 partecipanti in quattro città, promuovendo temi fondamentali come l’ambiente e l’innovazione. Alla realizzazione dei contenuti hanno collaborato firme prestigiose come BarbascuraX, Valerio Nicolosi, Cathy La Torre, Greta Cristini, Giulia Innocenzi, Virginia Benzi, Marco Carrara e tanti altri.

Cari Millennials, avete notato che negli ultimi anni spopolano le reunion, i sequel (anche dopo molti anni, chiamati leg...
02/08/2025

Cari Millennials, avete notato che negli ultimi anni spopolano le reunion, i sequel (anche dopo molti anni, chiamati legacy sequel) o i remake in live action? E perché succede?

Siamo tutti ancora emozionati per aver visto il ritorno degli Oasis, o per le prime immagini dal set de “Il diavolo veste Prada 2”, ma cosa spinge l’industria cinematografica o musicale a puntare così tanto su cavalli di battaglia immortali, ma ormai “passati”?

È quella che è stata definita la “nostalgia pop”, un fenomeno culturale che collega a momenti del passato dei ricordi felici, che cerchiamo di rivivere tramite film e serie tv e musica.

Ci piace ricordare quando tornavamo a casa da scuola, e finito di mangiare c’erano Dragon Ball, One Piece o i Simpson.

Vogliamo ritornare a quando si andava al cinema con gli amici e il biglietto costava 5€, per vedere Il diavolo veste Prada o Il Gladiatore.

Sogniamo di immaginarci nella nostra camera con un disco dei Finley o degli Oasis in sottofondo a piangere per le prime delusioni d’amore.

Vogliamo, in buona sostanza, rivivere quei tempi in cui tutto ci sembrava più facile, e nemmeno lo sapevamo.

Vogliamo tornare a quando l’unica preoccupazione erano i compiti e le verifiche, e non cercare un lavoro, lo stipendio, la casa o la macchina che non va. Vogliamo tornare a quando il mondo ci sembrava più in pace e felice, quando c’erano meno guerre (o forse solo non erano così vicine a noi) e quando tutto costava meno. Vogliamo tornare a quando tutto ci sembrava un po’ più bello, anche se così non è.

Ed ecco che allora cantiamo a squarciagola i Sonohra, gli One Direction e Raffaella Carrà. Ecco che ancora guardiamo Spirit e Le follie dell’Imperatore. Ecco che ripensiamo a Yu-Gi-Oh e al Detective Conan. Ecco che ci ricordiamo del Tamagotchi e degli Skifidol.

Facciamo un po’ gli struzzi, o almeno ci proviamo. Consapevoli che, una volta tirata fuori la testa dalla sabbia, il mondo di oggi sarà ancora lì fuori. E no, non è detto che sia peggiore di quello di 20 anni fa.

L’estate è tempo di sole, vacanza (mare o montagna, diteci quale preferite), relax. Ma è sempre stato così?No, come tant...
01/08/2025

L’estate è tempo di sole, vacanza (mare o montagna, diteci quale preferite), relax. Ma è sempre stato così?

No, come tantissime cose l’idea di estate, di tempo libero e di vacanza è cambiata molto nell’ultimo secolo.

Fino a circa 100 anni fa, la vacanza era qualcosa di riservato ai ricchi e ai nobili. Queste persone spesso avevano case (o meglio dire ville) in località di villeggiatura, e vi passavano mesi interi, “trasferendovisi” insieme anche al personale che avevano nella prima casa: maggiordomi, valletti, camerieri, cuoche etc. I borghesi, invece, se non possedevano una seconda casa alloggiavano nei pochi hotel dell’epoca, spesso di lusso.

Con gli anni ‘20 del Novecento, poi, si afferma la vacanza in crociera. Lussuose imbarcazioni, spesso divise per classi, che solcavano le acque facendo numerose soste e permettendo di visitare tante località, senza rinunciare però a tutte le comodità che la nave poteva offrire: giochi, ristoranti, salotti, buona cucina etc.

In Italia, la prima idea di “vacanza” fu introdotta durante il Ventennio Fascista. Per il regime era fondamentale controllare ogni aspetto della vita degli italiani, ed allo stesso tempo dare loro qualcosa per cui essere felici, distogliendoli dalla morsa in cui la dittatura li stava schiacciando. Fu così che il Governo fascista organizzò treni e bus a prezzi popolari, che per la prima volta portarono le persone al mare: una cosa mai vista prima. Allo stesso tempo, il Regime costruì le colonie: luoghi dove i più giovani passavano le giornate d’estate, tra esercitazioni militari spacciate come giochi ed elioterapia. Ma era comunque meglio che stare in casa.

È col dopoguerra che nasce l’idea di “tempo libero” come la intendiamo noi. Un certo grado di benessere si diffonde in tutto il Paese: il ceto medio si sviluppa, ha soldi da spendere e vuole svagarsi. È così che si diffondono le auto, e con l’automobile è possibile spostarsi e, per l’appunto, viaggiare. Spopolano i luoghi di villeggiatura, le città di mare si espandono, e nascono quei locali che diventeranno simboli dell’estate italiana.

Oggi andare in vacanza ci sembra una normalità, qualcosa di irrinunciabile. Ma non è sempre stato così.

Nel 2024 l’Italia ha compiuto il sorpasso: i pagamenti digitali hanno superato il contante.Parliamo di 481 miliardi di e...
31/07/2025

Nel 2024 l’Italia ha compiuto il sorpasso: i pagamenti digitali hanno superato il contante.

Parliamo di 481 miliardi di euro transati con carte, smartphone, smartwatch e altri dispositivi, pari al 43% dei consumi complessivi, in crescita dell’8,5% rispetto all’anno precedente. Solo il 41% delle transazioni è avvenuto in contanti, mentre il restante 16% si è distribuito tra bonifici, addebiti in conto corrente e assegni.

Un cambio di passo importante, che ci allinea sempre di più alla media europea sul fronte del fintech.

A certificarlo è l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, che sottolinea come il vero motore dell’evoluzione siano stati i cosiddetti “pagamenti innovativi”. Smartphone, smartwatch e wearable tech stanno diventando parte integrante della nostra quotidianità, anche quando si tratta di pagare.

Nel 2024 queste modalità hanno generato un transato di 56,7 miliardi di euro, pari al 12% dei pagamenti digitali totali, con una crescita impressionante del 53% rispetto al 2023.

Anche la rete dei POS si è ampliata in modo significativo, facilitando l’adozione dei digital payments da parte di piccoli esercenti e negozi locali. Oggi in Italia ci sono 3,5 milioni di terminali, con 152.000 nuove installazioni solo nell’ultimo anno (contro le 40.000 del 2023). Questo ha reso più accessibili i pagamenti contactless, che da soli valgono 291 miliardi di euro, in aumento del 19% in un solo anno.

Parallelamente, continua la crescita del “Buy Now Pay Later” (“Compri ora paghi dopo”), la formula di pagamento dilazionato sempre più usata per affrontare le spese senza appesantire subito il bilancio familiare. Nel 2024 il BNPL è cresciuto del 46%, raggiungendo i 6,8 miliardi di euro transati.

È la conferma che il fintech, oltre a semplificare i pagamenti, si sta ritagliando un ruolo concreto nel rendere la spesa più sostenibile e accessibile.

Vietare ai 14enni di uscire di casa di notte è davvero la soluzione contro le baby gang?È la domanda che ci si pone dopo...
30/07/2025

Vietare ai 14enni di uscire di casa di notte è davvero la soluzione contro le baby gang?

È la domanda che ci si pone dopo l’ordinanza del sindaco di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, che ha imposto il divieto per i minori di 14 anni di uscire non accompagnati da un adulto tra le 00:30 e le 7 del mattino. Un provvedimento, peraltro, simile a quelli già attuati in 15 città francesi, e che pone l’attenzione su un tema sempre più attuale: il problema delle baby gang.

Ma cosa spinge davvero un ragazzo o una ragazza a darsi alla criminalità? Spesso ci sono alle spalle contesti di disagio sociale, difficoltà scolastiche, famiglie assenti o in conflitto. Anche i social giocano un ruolo importante in questo fenomeno: rafforzano l’identità del gruppo e generano dinamiche di emulazione, a volte anche di auto-assoluzione. E intanto i numeri parlano chiaro: il fenomeno non è isolato, ma diffuso in molte città italiane, da Nord a Sud. Oltre che in altri Paesi.

Le baby gang sono gruppi di adolescenti – spesso anche sotto i 14 anni – che si muovono in branco, compiono atti di vandalismo, aggrediscono coetanei o adulti, rubano, intimidiscono. Solo per citare alcuni esempi.

A Milano, ad aprile, un gruppo di ragazzini è stato fermato dopo aver picchiato un rider per rubargli la bici elettrica.

A Napoli, a giugno alcuni minori hanno picchiato una donna di 59 anni dopo una discussione per futili motivi.

A Torino, a febbraio una baby gang ha rapinato una 90enne filmando l’aggressione.
E l’elenco potrebbe continuare a lungo.

Il problema non può essere risolto però solo con il pugno duro. Gli esperti sottolineano che la repressione, da sola, non basta. Serve un intervento integrato, in cui famiglia, scuola e istituzioni lavorino insieme per riportare i ragazzi dentro il perimetro della legalità. Rieducarli al rispetto delle regole, farli sentire parte di una comunità, offrire alternative credibili al disagio.

Perché quando un minore delinque, la responsabilità non è solo sua: è il sintomo di un sistema che non ha saputo ascoltarlo, orientarlo e fermarlo in tempo.

7 mesi di fuoco per il nostro Paese.Da gennaio, secondo i dati di Legambiente, ci sono stati più di 650 incendi nel nost...
29/07/2025

7 mesi di fuoco per il nostro Paese.

Da gennaio, secondo i dati di Legambiente, ci sono stati più di 650 incendi nel nostro Paese, che hanno mandato in fumo quasi 31.000 ettari di terreno. Per intenderci: è come se bruciassero 43.000 campi da calcio, o 5 volte l’intero stato di San Marino.

Una situazione che, con il procedere dell’estate, rischia solo di peggiorare.

Il Sud e le isole, come ogni estate, sono le più colpite: la Sicilia guida la classifica con quasi 17.000 ettari devastati e 248 roghi, seguita da Calabria (3.633 ettari), Puglia (3.622), Basilicata (2.121), Campania (1.1826) e Sardegna (1.465, ma il dato non considera il recente devastante incendio di Villasimius).

Il caldo intenso, la siccità e il vento creano le condizioni perfette per la propagazione delle fiamme, ma la maggior parte degli incendi ha un'origine umana. Colposi, cioè involontari, ma frutto di imprudenze e comportamenti irresponsabili, oppure dolosi, appiccati volontariamente per danneggiare o speculare sul territorio.

In alcuni - molto rari - le fiamme possono nascere da cause naturali, come i fulmini o le eruzioni vulcaniche.

È importante però sapere come comportarsi davanti a un incendio. La prima cosa da fare è mantenere la calma e mettersi in salvo, al riparo dalle fiamme. A quel punto è necessario avvisare subito i soccorsi, che così possono intervenire tempestivamente: bisogna cercare di essere il più chiari e precisi possibili perché ogni minuto perso può fare la differenza.

Ma a che età si dice il fatidico “sì, lo voglio”? Spoiler: sempre più tardi.In tutti i Paesi dell’Unione Europea, l’età ...
28/07/2025

Ma a che età si dice il fatidico “sì, lo voglio”? Spoiler: sempre più tardi.

In tutti i Paesi dell’Unione Europea, l’età media in cui ci si sposa è aumentata di circa 2 anni dal 2012 ad oggi. Tutti, nessuno escluso. Ma ci sono delle grandi differenze tra l’Europa occidentale e quella orientale.

In Lituania, Bulgaria, Romania o Polonia ci si sposa circa a 30 anni (30/31 per gli uomini e 28 per le donne), mentre in Paesi come l’Italia, la Francia, la Svezia o l’Irlanda, l’età si aggira tra i 35 anni e perfino i 40. Ma a cosa sono dovute queste differenze?

Le ragioni variano molto da paese a paese. In alcuni casi, come in Francia o in Italia, c’è una generale disaffezione verso il matrimonio: troppo costoso, percepito come superfluo e sorpassato, d’intralcio alla vita lavorativa. In altri casi, come in Svezia, invece ci sono delle garanzie praticamente uguali per le coppie di fatto, che rende il matrimonio poco “necessario”.

Al contrario, nei Paesi dell’est Europa, le tradizioni e la situazione economica invogliano a sposarsi prima. Con due stipendi anziché uno si può pensare di comprare casa o mettere su famiglia, e il matrimonio, per i cristiani ortodossi, è vissuto come un momento molto importante per l’intera comunità, un momento di gioia vissuto e festeggiato da tutti, non solo da familiari e amici.

È anche interessante notare che in tutti i Paesi dell’Unione Europea le donne si sposano (in media) prima degli uomini. Le ragioni sono probabilmente da attribuire ad un’insieme di convinzioni e luoghi comuni, che però hanno ancora un peso nel mondo di oggi. Sono più diffuse le relazioni in cui il ragazzo è più grande d’età della ragazza, ma anche le donne, secondo numerosi studi, maturano prima degli uomini, considerando o sentendosi pronte per il matrimonio prima.

A questo poi si aggiunge anche una motivazione “biologica”: le donne hanno una finestra di fertilità più ristretta rispetto a quella degli uomini, e spesso sentono “il tempo che scorre” più dei maschi.

In generale, però, anche l’età in cui ci si sposa fotografa un cambio nella società: cambiano abitudini, tradizioni, necessità e urgenze. Che sia un bene o un male, ai posteri l’ardua sentenza.

Oggi il mondo ha finito le risorse del 2025.Ogni anno, molto prima della normale fine del 31 dicembre, finiamo le risors...
24/07/2025

Oggi il mondo ha finito le risorse del 2025.

Ogni anno, molto prima della normale fine del 31 dicembre, finiamo le risorse che la Terra è in grado di rigenerare. Nel 2025, l’Overshoot Day – il giorno in cui entriamo in "debito ecologico" con il pianeta – cade il 24 luglio, in anticipo (di nuovo) rispetto all’anno scorso.

Da questo momento in poi, tutto ciò che consumiamo è in prestito dalle generazioni future.

Ma cosa significa esattamente?

Significa che stiamo usando più risorse naturali di quante il pianeta riesca a rigenerare, e stiamo producendo più emissioni e rifiuti di quanti ne possa assorbire.

È come se il pianeta finisse il carburante a disposizione, ma noi volessimo continuare a guidare come se nulla fosse.

Il risultato? Una data che, purtroppo, continua ad anticiparsi. Negli anni '70 le risorse del pianeta bastavano per tutto l’anno, ma da allora non è più stato così: l’anno scorso le abbiamo esaurite il 1º agosto, e quest’anno una settimana prima ancora!

La domanda allora è: possiamo invertire la rotta?

Certo, ma serve uno sforzo condiviso. Ripensare come produciamo, consumiamo, ci muoviamo e gestiamo i nostri rifiuti è diventato imprescindibile. Le scelte individuali fanno la differenza, ma non bastano: anche le imprese devono fare la loro parte.

Alcune lo stanno già facendo. Omnisyst, ad esempio, supporta le aziende nel percorso verso un impatto ambientale più sostenibile, adottando strategie di economia circolare per ridurre l’impatto ambientale e liberare valore economico da rifiuti, inefficienze e asset sottoutilizzati. Promuovere un’economia più circolare e responsabile non è solo possibile, è necessario. Ed è da qui che passa il futuro del pianeta.

Di questo e di molto altro ce ne ha parlato il CEO di Omnisyst, Enrico Meacci, nella puntata di oggi di Daily Five, il podcast di CNC condotto da Emilio Molta.

Perché, in fondo, non possiamo permetterci di consumare due Terre. Ne abbiamo una. E ci sta già chiedendo di cambiare.





Omnisyst

Avete presente i disegni dei bambini? Quelli col sole grosso nell’angolo in alto a sinistra, il prato verde fino a metà ...
23/07/2025

Avete presente i disegni dei bambini? Quelli col sole grosso nell’angolo in alto a sinistra, il prato verde fino a metà foglio e poi sopra il cielo azzurro.

Di solito rappresentano una casa, qualcuno che si tiene per mano, stelle, palloni, onde del mare. I bambini disegnano ciò che li diverte, ciò che gli ricorda qualcosa di bello, ciò che sognano.

I bambini felici, almeno.

Perché, purtroppo, ci sono troppi bambini (in tutto il mondo) che vedono giornalmente ogni tipo di orrore, di tragedia: fame, distruzione, paura, morte.

La mostra itinerante “HeART of Gaza” mostra 40 disegni di bambini e ragazzi, realizzati nella “Tenda degli Artisti” allestita nel cuore della Striscia di Gaza.

Ciò che era normalità, ora è stato distrutto dalle bombe israeliane; ciò che era quotidianità, ora è simbolo di resilienza; ciò che prima era felicità, ora è ricordo di devastazione e morte.

Dall’inizio dell’ultima invasione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, si stima che siano morti o feriti più di 50.000 bambini, in una striscia di terra dove è impossibile trovare un edificio ancora in piedi, del cibo, dell’acqua, delle medicine.

“È giusto che gli adolescenti disillusi dalla politica abbiano un ruolo nel futuro del nostro Paese”.Il Governo inglese,...
21/07/2025

“È giusto che gli adolescenti disillusi dalla politica abbiano un ruolo nel futuro del nostro Paese”.

Il Governo inglese, guidato dal Partito Laburista di Keir Starmer, ha proposto di abbassare l’età di voto in tutto il Regno Unito a 16 anni. L’aveva detto in campagna elettorale, e ora potrebbe diventare realtà: il Governo, infatti, ha stravinto le ultime elezioni politiche, e con 412 parlamentari su 650 gode di una solida maggioranza, per cui il provvedimento dovrebbe passare senza intoppi.

La proposta, però, ha acceso il dibattito.

Per i Laburisti, se a 16 anni si può lavorare o entrare nell’esercito, è giusto che si abbia anche il diritto di votare.

Il Partito Conservatore (di centrodestra) e Reform UK (di destra, populista e sovranista), invece, hanno accusato i Labour di “truccare il sistema politico”, rafforzando “sfacciatamente” il loro sostegno.

Molti sondaggi, infatti, al momento danno Reform UK come primo partito, con il 29% degli aventi diritti al voto che sceglierebbero la formazione fondata da Nigel Farage. Ma gli stessi sondaggi vedono uno scenario opposto per la fascia elettorale più giovane (18-24) e ampliarla ai 16 potrebbe ingrandire questo bacino di voti.

Secondo Statista, ad esempio, tra i più giovani spopola il Partito Laburista (33%) e quello dei Verdi (25%), di stampo progressista. Al contrario, i Conservatori vengono dati al 6%, e Reform UK appena al 9%.

La mossa, dunque, potrebbe avere una certa importanza in un Paese il cui sistema elettorale si basa su collegi uninominali secchi, ossia in cui il partito che vince anche di un solo voto ottiene quel determinato seggio parlamentare.

Ma il diritto di voto a 16 anni non è una novità per il Vecchio Continente.

In Austria e a Malta è già realtà; in Grecia l’età minima è di 17 anni e in Germania e Belgio i 16enni possono votare solo alle elezioni europee. Anche nel Regno Unito, più precisamente in Galles e in Scozia, i 16enni godono già del diritto di voto, ma solo per le elezioni amministrative e dei parlamenti locali.

Un caso particolare, poi, è quello dell’Ungheria, dove chi si sposa a 16 o 17 anni ottiene il diritto di voto in anticipo in quanto ritenuto “maturo in anticipo”.

“È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.Il 1992 ...
19/07/2025

“È bello morire per ciò in cui si crede; chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.

Il 1992 verrà sempre ricordato come uno degli anni peggiori della storia d’Italia. Un anno in cui, a distanza di meno di due mesi, il nostro Paese p***e due simboli della lotta alla mafia.

Era ancora nell’aria l’odore di quei 1000 kg di tritolo esplosi allo svincolo di Capaci quando una via di Palermo fu squarciata da un’esplosione che portò con sé 6 persone, tra cui un grande amico e collega di Giovanni Falcone, il magistrato Paolo Borsellino.

Una Fiat 126, imbottita con 90 kg di esplosivo, fu fatta detonare sotto casa della sorella e della madre del giudice che, in una domenica d’estate, voleva far loro visita, assaporando una parvenza di normalità nella sua vita.

Ma una banda di criminali, mafiosi e assassini, avevano altri piani.

Insieme a Borsellino trovarono la morte cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e Emanuela Loi, la prima donna a far parte di una scorta e anche la prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio.

Solo un agente, Antonio Vullo, sopravvisse perché stava facendo manovra con l’auto. “Improvvisamente è stato l'inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L'onda d'urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c'erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto” raccontò.

Ma come se non bastasse l’uccisione, brutale, di un magistrato simbolo della lotta alla criminalità organizzata, si aggiunse un velo di omertà, depistaggi e sospetti indegni di un Paese civile.

Che fine ha fatto l’agendina rossa sulla quale il magistrato segnava tutto, e dalla quale non si separava mai? Ci furono davvero dei “mandanti occulti”? Perché Borsellino, come Falcone prima di lui, era stato isolato?

Queste - e molte altre - domande non hanno mai trovato risposta.

Oggi ricordiamo l’impegno, il coraggio e la forza di questo Servitore dello Stato, non dimenticando le sue parole: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”.

✍🏻 Andrea Fiori

Esiste ancora l’amore eterno nel 2025?Oggi sembra sempre più difficile crederci. I rapporti duraturi sono spesso messi a...
18/07/2025

Esiste ancora l’amore eterno nel 2025?

Oggi sembra sempre più difficile crederci. I rapporti duraturi sono spesso messi alla prova da stili di vita frenetici, tentazioni a portata di click e nuove visioni delle relazioni. Ma cosa è davvero cambiato?
Partiamo dai numeri: secondo alcune ricerche, quasi 3 italiani su 5 avrebbero tradito almeno una volta nella vita. I più inclini? Gli uomini intorno ai 30 anni e le donne tra i 40 e i 50, molte delle quali con figli.

A volte - come abbiamo visto in questi giorni - basta un evento pubblico, come un concerto o una “kiss cam”, per rivelare tradimenti che prima restavano nascosti.

Ma il vero punto è: oggi è più facile tradire?

Secondo l’Associazione avvocati matrimonialisti italiani, il 40% dei divorzi in Italia nasce da un tradimento. Ma questo non avviene grazie ad app di dating o social network, quanto più sul posto di lavoro, che resta il teatro del 60% dei tradimenti. Passare tanto tempo con un collega può far nascere legami che vanno oltre la scrivania.

Eppure, in mezzo a tanta disillusione, la Gen Z sogna ancora l’amore eterno: lo dice il 45% dei giovani, più dei loro genitori. Ma attenzione: questo non significa voler tornare a modelli rigidi. Al contrario, molti vedono il matrimonio come una struttura superata, troppo legata a ruoli e gerarchie.

Infatti oggi non tutte le relazioni sono monogame. Crescono le coppie che scelgono forme diverse di relazione: c’è chi vive il poliamore, chi pratica lo scambismo, e chi sceglie relazioni aperte, in cui la libertà sessuale non compromette il legame affettivo.

Insomma, forse l’amore eterno non è morto. È solo cambiato, e ognuno prova a riscriverlo a modo suo.

Quanti di voi usano l’aria condizionata?Negli ultimi anni, più che un lusso per pochi, avere un condizionatore sta diven...
17/07/2025

Quanti di voi usano l’aria condizionata?

Negli ultimi anni, più che un lusso per pochi, avere un condizionatore sta diventando quasi una necessità. Con le temperature in costante aumento ogni estate e i disagi che provocano (solo quest’anno hanno già mietuto centinaia di vittime in tutta Europa), avere un condizionatore sembra l’unica salvezza.

Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, al momento in tutto il mondo ci sarebbero circa 2,4 miliardi di condizionatori. Un numero destinato a più che raddoppiare (5,6 miliardi) entro il 2050.

Da un lato è una buona notizia, perché vuol dire che sempre più persone riusciranno ad aver accesso a questo tipo di aiuto contro il caldo, ma dall’altro rischia di aggravare il problema.

L’aria condizionata, infatti, è responsabile del 4% delle emissioni totali di gas serra, responsabili (anch’essi) del riscaldamento globale. I condizionatori inquinano per il 20% a causa dei gas refrigeranti che utilizzano, e per l’80% per l’elettricità che consumano.

Quindi, se il caldo è sempre più torrido anche a causa dell’aria condizionata che è sempre più necessaria per cercare sollievo, cosa si può fare?

Anzitutto ci sono delle piccole accortezze che ognuno può adottare in casa propria: case ben isolate e infissi nuovi aiutano a far entrare meno calore, e anche abbassare tende e persiani può contribuire. Un altro gesto importante è cercare di acquistare condizionatori nuovi e a basso consumo energetico.

Inoltre a volte può bastare impostare il condizionatore su “deumidificazione”, evitando eccessivi dispendi di energia, e selezionare una temperatura più fresca dell’esterno, ma senza vedere i pinguini in salotto.

Più in generale, infine, bisogna cercare fonti di energia meno inquinanti, capaci di rispondere al fabbisogno (sempre crescente) del mondo. Nei prossimi anni, paesi densamente popolati come Cina e India aumenteranno moltissimo il numero di condizionatori, dunque è importante che il mondo, insieme, si muova per cercare una soluzione.

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