
02/08/2025
Cari Millennials, avete notato che negli ultimi anni spopolano le reunion, i sequel (anche dopo molti anni, chiamati legacy sequel) o i remake in live action? E perché succede?
Siamo tutti ancora emozionati per aver visto il ritorno degli Oasis, o per le prime immagini dal set de “Il diavolo veste Prada 2”, ma cosa spinge l’industria cinematografica o musicale a puntare così tanto su cavalli di battaglia immortali, ma ormai “passati”?
È quella che è stata definita la “nostalgia pop”, un fenomeno culturale che collega a momenti del passato dei ricordi felici, che cerchiamo di rivivere tramite film e serie tv e musica.
Ci piace ricordare quando tornavamo a casa da scuola, e finito di mangiare c’erano Dragon Ball, One Piece o i Simpson.
Vogliamo ritornare a quando si andava al cinema con gli amici e il biglietto costava 5€, per vedere Il diavolo veste Prada o Il Gladiatore.
Sogniamo di immaginarci nella nostra camera con un disco dei Finley o degli Oasis in sottofondo a piangere per le prime delusioni d’amore.
Vogliamo, in buona sostanza, rivivere quei tempi in cui tutto ci sembrava più facile, e nemmeno lo sapevamo.
Vogliamo tornare a quando l’unica preoccupazione erano i compiti e le verifiche, e non cercare un lavoro, lo stipendio, la casa o la macchina che non va. Vogliamo tornare a quando il mondo ci sembrava più in pace e felice, quando c’erano meno guerre (o forse solo non erano così vicine a noi) e quando tutto costava meno. Vogliamo tornare a quando tutto ci sembrava un po’ più bello, anche se così non è.
Ed ecco che allora cantiamo a squarciagola i Sonohra, gli One Direction e Raffaella Carrà. Ecco che ancora guardiamo Spirit e Le follie dell’Imperatore. Ecco che ripensiamo a Yu-Gi-Oh e al Detective Conan. Ecco che ci ricordiamo del Tamagotchi e degli Skifidol.
Facciamo un po’ gli struzzi, o almeno ci proviamo. Consapevoli che, una volta tirata fuori la testa dalla sabbia, il mondo di oggi sarà ancora lì fuori. E no, non è detto che sia peggiore di quello di 20 anni fa.