13/12/2025
Nel punto più a nord degli Stati Uniti esiste una città in cui l’inverno non è solo freddo, ma anche buio. Si chiama Utqiaġvik, si trova in Alaska oltre il Circolo Polare Artico e conta circa 4.600 abitanti. Qui, ogni anno, tra novembre e gennaio, si verifica un fenomeno raro per la maggior parte del mondo: il Sole non sorge per più di 60 giorni consecutivi.
Questo evento è conosciuto come notte polare ed è causato dall’inclinazione dell’asse terrestre, pari a circa 23,4 gradi. Durante l’inverno dell’emisfero nord, la parte più settentrionale del pianeta è inclinata lontano dal Sole. A latitudini estreme come quelle di Utqiaġvik, il Sole resta quindi sempre sotto l’orizzonte, rendendo impossibile l’alba fino a circa il 22 gennaio.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, la città non vive in un buio totale. Ogni giorno è caratterizzato da alcune ore di crepuscolo polare, una luce tenue e bluastra che illumina parzialmente il paesaggio artico. Le attività quotidiane continuano regolarmente: scuole, lavoro e servizi restano attivi, anche se gli abitanti devono adattarsi con luci artificiali, integrazione di vitamina D e una forte vita comunitaria per contrastare gli effetti psicologici dell’assenza di luce solare.
La popolazione locale, in gran parte appartenente al popolo Iñupiat, convive da secoli con questo ciclo naturale estremo. E quando il Sole finalmente riappare all’orizzonte, a fine gennaio, non è solo un evento astronomico: è una vera e propria celebrazione collettiva.