Carlo Pastore

Carlo Pastore Little fish in a big pond.

A crazy chill but deep intense chat with this very nice lad. Che bell’incontro Lloyd Kelly !
16/10/2025

A crazy chill but deep intense chat with this very nice lad. Che bell’incontro Lloyd Kelly !

Before the call from Juventus, there was a story - one not like everyone else’s. Lloyd Kelly opens up about a childhood full of challenges and lessons, where...

Tre ore filate di show davanti a 10000 spettatori e altre migliaia connesse in streaming. 12 acts, 11 ballerine e baller...
08/10/2025

Tre ore filate di show davanti a 10000 spettatori e altre migliaia connesse in streaming. 12 acts, 11 ballerine e ballerini, 30 figuranti, 300 persone operative coinvolte suppergiù. Creatività materiche e visuali, fisiche e digitali, props e contenuti event specific. Sound e coreografie originali, scaletta con brani inediti.

Tutto questa potrebbe essere l’ennesimo show off numerico in piena gigantesse da grandi eventi, con cui francamente non penso potremo mai competere. Va tutto riportato dentro una cornice di senso.

Questo è accaduto dentro un quartiere romano legato ad un palazzo lungo un km dove il concetto di periferia è espresso nella sua massima potenza: l’assenza.

Tutto è stato sartoriale, per Corviale. Nulla è normale, a Corviale. Dal palco longitudinale alle stecche date in bisca. Un quartiere, come Scampia, per cui i tassisti si sentono in dovere di chiederti che ci vai a fare. Un posto che ci ha accolti come fratelli e a cui abbiamo sentito di dare il nostro amore umano.

Ne è uscita una maratona lirica iper-diversa, romanticamente schizofrenica: con leggende e newcomer ma soprattutto gran parte delle realtà fondamentali del rap romano rappresentate. Una dedica a una città che ha dato tanto a questa cultura.

Tutto live senza alcuna conduzione. Uno show costruito attorno a brani composti da 64 barre senza ritornello. Per il rap e per la gente.

È sempre un onore - e anche, mortacci vostra (cit.) - una grande fatica e una grande figata. Grazie.

A pochi giorni da Red Bull 64 Bars Live a Corviale, piccolo throwback / insight su una delle operazioni più stimolanti d...
01/10/2025

A pochi giorni da Red Bull 64 Bars Live a Corviale, piccolo throwback / insight su una delle operazioni più stimolanti del curare questo show.

Per l’ingresso di lo scorso anno ce lo siamo immaginati come il titolo del suo brano, “Il signore delle mosche”; ma dentro ad una teca, come nell’opera A Hundred Years in cui Damien Hirst aveva effettivamente coltivato e fatto morire migliaia di mosche.

Introdotto dal ronzio, Yugi spacca la teca e conquista il palco dove trova tre ciminiere che fumano m***a. Ognuno ha la sua periferia e la sua si chiama Ilva di Taranto.

È bello fare questa cosa con gli artisti e tutto il team. All we do is entertainment but this is not what entertainers usually do 😌

Ebbi l’onore di incontrare e conoscere Claudia Cardinale a Parma, dieci anni fa. Non avevo mai conosciuto una diva inter...
24/09/2025

Ebbi l’onore di incontrare e conoscere Claudia Cardinale a Parma, dieci anni fa. Non avevo mai conosciuto una diva internazionale del cinema del Dopoguerra. Il suo fascino la precedeva. Il suo sorriso era ancora raggiante e “monellesco”, come l’aveva definito Moravia.

Il suo charme, il suo eloquio, ma anche la sua maniera di bere il vino e fumare le si*****te, erano forme di emancipazione manifesta. È inutile fare paragoni con le stelle di un firmamento che non esiste più.

Più che parlarle, la osservai. Ascoltandola concedersi in delicati gossip su Mastroianni, o Fellini, avevo la sensazione che l’unica maniera di non subire tutta quella bellezza sotto forma di nostalgia fosse di ribaltare il tavolo.

Quel pranzo a Parma (anzi, a Corcagnano) fu qualcosa di speciale. Seguì la sera precedente, quando al Teatro Regio venne proiettato “La ragazza con la valigia”, quasi interamente girato a Parma e di cui lei era protagonista. Organizzò tutto Mauro Del Rio con Lucia Bonanni, una delle loro ottime zampate. L’intervista all’attrice fu brillantemente condotta da quello che all’epoca era “solo” un intellettuale ed è oggi Sindaco di Parma, Michele Guerra. Lo trovate anche in questa foto.

Quella sera nel foyer poi conobbi anche uno dei miei migliori amici. Con altri ci perdemmo per strada. Lo champagne non mancò, e lo offrì tutto sempre il buon Mauro. Un flûte per te, Claudia! Ogni volta che penso al tuo nome mi viene in mente quel pezzo dei Valentina Dorme che fa: “inquadratura fissa tremante dall’alto / finestre spalancate sul fondo”.

Dopo tanti anni io non ho ancora capito cosa abbia fatto Bello Figo alle persone che lo riempiono di insulti. Non che co...
21/09/2025

Dopo tanti anni io non ho ancora capito cosa abbia fatto Bello Figo alle persone che lo riempiono di insulti. Non che confondere i commenti di Facebook con la realtà sia cosa sana, giammai: la verità abita altrove, e la verità è che Bello Figo là fuori ha molta gente che gli vuole bene. Eppure la risacca di risentimento è clamorosa: triggera l'elettore di destra infuocato dal tema immigrazione, acceca l'elettore di sinistra che pensa che gli ultimi vadano bene solo se tesserati Arci. Tutte qualità che mi hanno spinto profondamente a volerlo approfondire, conoscere.

È per questo che ieri ho amato l'idea di conversare con lui sul palco del festival di Open, nella piazza centrale della sua città, Parma. Senza entrar troppo nel merito, leggo troppe sciocchezze. Chi gli dà serenamente del drogato senza sapere che è persona molto distante dalle droghe. Chi gli dà del criminale e probabilmente paga meno tasse di lui. A molti fa girare le scatole che giri vestito come un tamarro, alcuni non riescono a mandare giù che uno così si sia comprato una Ferrari. Ad essere onesto: anche io mal sopporto chi va in giro in Ferrari, soprattutto quelli che l'hanno comprata con le rendite patrimoniali senza mai aver dovuto sudare un secondo.

Eppure questi sono aspetti che nulla hanno a che fare con la sua musica, la quale va sempre giudicata senza farsi influenzare dalle biografie (vogliamo ricordare Phil Spector, produttore dei Beatles, condannato per omicidio?). Ecco: Bello Figo non è il mio artista preferito, ma non sopporto che venga strumentalizzato. Perché io credo che ci sia un problema gigante di comprensione del testo (e di cosa sia il rap), di confusione fra dimensioni di realtà. E se non siamo capaci di vedere i cambiamenti della società attraverso la musica allora stiamo perdendo un'occasione.

Ieri mi è sembrato corretto definirlo orgoglio di Parma, perché trovo bellissimo che la città in cui vive dal 2004 dopo essercisi trasferito dal Ghana lo senta come tale. Senza mezzi, ha raggiunto un pubblico enorme con canzoni semplici e talvolta surreali, certe hit. Nel suo percorso di crescita ha attraversato la cultura italiana - anche conflittualmente - e questo lo rende tridimensionale. Alla mia domanda: cosa preferisci di Parma ha risposto la gente. Anche quella che su Facebook lo apostrofa con termini razziali.

Rido quando leggo celebri vignettisti usare linguaggio da giornalismo d'inchiesta per raccontare una chiacchierata con un trapper. Non riescono a uscire dalla linea editoriale che li ha formati. Mi sono addirittura preso del "servo", solo perché nella testa di qualcuno avrei dovuto obbligatoriamente metterlo alla pubblica gogna. Devi ribattere, vile! Questo perché c’è chi è convinto che questo fenotipo umano debba aderire ad una idea "combat" (peraltro molto bianca) della musica per cui la canzone è sempre atto di denuncia o favoletta moralizzante, e giù di paragoni a Daniele Silvestri. È quel brodo culturale per cui per decenni una certa sinistra non ha potuto godere di Lucio Battisti perché "fascista", ad esempio.

I maranza sono là fuori, non ascoltano De Gregori, vivono con noi anche se emarginati alle periferie delle città. Nella cultura londinese del secondo Novecento sarebbero stati i ragazzi jamaicani che venivano definiti Rude Boyz, il cui lascito è quello d'aver profondamente influenzato la musica britannica con ska e reggae. Sono ragazzi che vivono con il cellulare sempre in mano, i social che mostrano contenuti globali e trend che bypassano i nostri codici tradizionali. Lo dico anche dopo diverse esperienze in carcere (che con Bello Figo - per inciso - non c’entra niente): capirsi è talvolta impossibile, ed è per questo che rispetto doppio personalità come Don Burgio che non si fermano al primo livello di risentimento e provano cocciutamente a costruire.

La società in cui viviamo ha bisogno di canali reali di comunicazione fra camere stagne, con la forza di una rete che tiene dentro tutte e tutti, e magari anche di momenti di corto circuito e dibattito esplicito. Una cosa può farvi schifo, ma porsi delle domande sui motivi del vostro disprezzo sarebbe altamente consigliato. È per questo che faccio i complimenti all'amministrazione comunale e all'organizzazione per aver trattato Bello Figo senza pregiudizio, e anche a Paul per aver parlato in pubblico sapendo che ci sono persone là fuori che lo vorrebbero quantomeno rimandare in Africa. Non facile come una Pasta con Tonno, per esempio.

Big smiles,  Talk 😌🙂🫠È su YouTube la prima puntata della seconda stagione del podcast che conduco per  🎙️ I sorrisoni so...
12/09/2025

Big smiles, Talk 😌🙂🫠

È su YouTube la prima puntata della seconda stagione del podcast che conduco per 🎙️

I sorrisoni sono quelli che compaiono sul volto di juventino (🙋🏻‍♂️) quando si dipana in lunghe chiacchierate con il muro, Pierino .jr, la fotonica , la Capitana o il ruggente Pietro Sermonti

Tutto questo accade in Continassa, il che fa strabuzzare gli occhi 🥹 Grazie al super team del Creator Lab e ai sogni sudati di !

Uno, due, tre: Bremer  TalkJuventus
10/09/2025

Uno, due, tre: Bremer Talk

Juventus

From the bright Carioca colors and the farms of Brazil to the sky over Turin, a place he can now call home. Gleison Bremer stopped by the Juventus Creator La...

Fra meno di un mese Red Bull 64 Bars Live arriva a Corviale, Roma, proprio sotto al Serpentone: il brutalissimo e celebr...
09/09/2025

Fra meno di un mese Red Bull 64 Bars Live arriva a Corviale, Roma, proprio sotto al Serpentone: il brutalissimo e celebre palazzo popolare lungo 1km. Soglia e confine fra città e campagna, estrema applicazione dell’idea di periferia.

Una delle cose più intense e belle del preparare uno show del genere è attraversare storie, persone e luoghi in cui è raro capitare se non ci risiedi. C’è così poco, e così tanto. La strada, la piazza, è il frame del possibile. Se stai in strada, praticamente, il rap accade.

Dopo tre anni a Scampia, è incredibile vedere quante cose simili ma quante diverse. La periferia è (un) capitale. E questo nuovo capitolo è una grande sfida e uno stimolo importante. Se è vero che all we do is entertainment - ed è vero - è altrettanto vero che this is not what entertainers usually do.

In ognuno degli ormai innumerevoli mesi d'agosto trascorsi a Santa Teresa di Gallura, accadeva sempre di passare alcune ...
30/08/2025

In ognuno degli ormai innumerevoli mesi d'agosto trascorsi a Santa Teresa di Gallura, accadeva sempre di passare alcune serate a cena con tutta la famiglia allargata. Noi dal Continente, tutti gli altri invece ivi residenti. Da che ricordi, il posto di capotavola è sempre stato di zio Antonello. Non c'era molto da discutere, nemmeno da pensarci su. Era naturale. Ci sedevamo automaticamente nei posti accanto, e quello rimaneva libero per lui, che arrivava quasi sempre per ultimo.

Una settimana precisa fa, sapendo che da lì a poco avremmo tutti ripreso la strada di casa dopo le vacanze, zia Margherita - sua moglie e sorella di mia mamma - ha messo in forno le lasagne con i carciofi e io ho iniziato a leccarmi i baffi. Dovete sapere che Margherita è forse la migliore cuoca che io abbia mai conosciuto.

Ogni volta che ci sedevamo a tavola assieme, cercavo sempre di stimolare Antonello a raccontarci qualcosa. Le storie che più mi interessavano erano quelle legate alla grande scuola sassarese della Democrazia Cristiana, lui che era moroteo di formazione e io che vengo - come mio padre - da una tradizione socialista. Ci parlava di Paolo Dettori, il suo riferimento, Pietrino Soddu, e ovviamente di Francesco Cossiga, che capitò lo chiamasse a casa.

La sua stagione da protagonista fu quella degli anni Ottanta, Novanta e Zero, che visse da Sindaco di Tempio Pausania, poi come consigliere comunale e regionale, assessore comunale e provinciale, capo di gabinetto. La sua serietà assoluta non lasciava spazio alle chiacchiere. Prendeva molti voti, in un periodo in cui la classe dirigente era popolata di persone di qualità, e andare a votare non era un di cui.

Negli ultimi anni, complici gli acciacchi fisici e uno stato di salute complesso, la sua proverbiale laconicità veniva attraversata da sprazzi di generosità verbale. Così capitava che rimanesse più del consueto tempo tecnico legato alla cena per abbandonarsi a qualche chiacchiera in più, rompendo quindi quel muro di autorevolezza e lasciando spazio a tratti caldi, vitali, ironici. Per poi come sempre ritirarsi in quel suo mondo privato che era fatto di letture, attenzione all'attualità, politica, ma anche settimana enigmistica, compravendita di francobolli, televendite d'arte. Il suo rifugio.

E così settimana scorsa, mentre il miele colava sul formaggio fuso e il dibattito ci vedeva battagliare su turismo e prospettive di governo, ancora una volta incassavamo un paio di colpi dei suoi e come sempre pagavamo il nostro tributo alla sua dialettica. Poi si è alzato, e noi siamo stati lì ancora un po'.

Lunedi, il nostro ultimo giorno in paese, mio papà l'ha accompagnato d'urgenza alla Guardia Medica. Tornato a casa, ha incontrato Leo, il nipotino figlio di Carlo e Maria Paola. Gli ha chiesto "nonno, come stai?". Antonello ha risposto "benissimo", e ha sorriso. Permettendoci così di fare finta che le nuvole che si aggregavano scure in mezzo al cielo fossero solo un innocuo dettaglio.

La stampa locale ha pagato il giusto rispetto alla sua figura, e spero che la Città di Tempio Pausania Pagina istituzionale decida di dedicargli l'onore che si merita.

Quando una figura è politica, anche la sua morte lo è. Ho trovato quindi significativo, presupposto che nulla di ciò che riguarda la nostra dipartita può essere inteso come programmabile, che i suoi ultimi giorni siano stati all'ospedale di Olbia e non in quello di Tempio, di cui era stato per praticamente tutta la vita fautore e dirigente; e che oggi è stato svuotato di gran parte delle sue funzioni.

Altrettanto significativo che la strada percorsa per riportarlo a casa non sia quella Olbia-Tempio che lui continuava a volere come chiave per salvare il ruolo, la storia, il senso del territorio tempiese oggi più che mai mangiato dall'onnivora crescita di Olbia legata agli investimenti turistici.

Mentre il vento scuote la macchia mediterranea, il sole filtra tra le nuvole. L'esempio di uomini come Antonello è quello di un figlio della Gallura che ha dato tutto alla sua Gallura. Una forza intelligente e tranquilla. Per me che l'ho osservato per anni come nipote, quello di un punto nevralgico inamovibile. Ora tocca a chi resta.

Il compito più difficile è per chi l'ha avuto con sè una vita intera e ora lo piange dolorosamente: Zia Margherita, Mario e Carlo e le loro famiglie. Eppure bisogna mantenerne tutto vivo. C'è una strada da costruire ancora. Con amore.

In dialogo con Emma, il cantautore più intenso della sua generazione
24/07/2025

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L'abbiamo visto lacerarsi l'anima in mezzo al suo pubblico. L'abbiamo visto piangere tutte le sue lacrime a MI AMI. Ora è il momento di conoscerlo...

Manchester, land of bucket hat
21/07/2025

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Sono andato a vedere i Tamango a Pino Torinese. La libertà è una Rampallonata.
04/07/2025

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Ci sono band per cui andremmo in capo al mondo. Persino al Comunale di Pino Torinese, per il primo tour negli stadi del collettivo più libero e...

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