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Sono passati più di vent’anni dal G8 di Genova. Ma gli ideali e le proposte che hanno mosso le proteste di quei giorni n...
19/07/2025

Sono passati più di vent’anni dal G8 di Genova. Ma gli ideali e le proposte che hanno mosso le proteste di quei giorni non sono rimasti nel passato. È ciò che sostiene , autore di “𝑇𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑏𝑟𝑢𝑐𝑖𝑎” (), di cui ospita un estratto nel numero di questa settimana.

Un racconto che fotografa i sentimenti e le idee di chi quei giorni, come l’autore, li ha vissuti sulla propria pelle: dalla voglia di immaginare un futuro migliore, allo scontro di allora con “lacrimogeni e manganelli”, fino a un presente che avrebbe bisogno di un nuovo orizzonte.



“𝑁𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑖 𝑔𝑖𝑟𝑖 𝑟𝑒𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝐺8 𝑑𝑖 𝐺𝑒𝑛𝑜𝑣𝑎 𝑑𝑒𝑙 2001 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑟𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑎𝑐𝑞𝑢𝑒...
19/07/2025

“𝑁𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑖 𝑔𝑖𝑟𝑖 𝑟𝑒𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝐺8 𝑑𝑖 𝐺𝑒𝑛𝑜𝑣𝑎 𝑑𝑒𝑙 2001 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎 𝑟𝑎𝑝𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑎𝑐𝑞𝑢𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑟𝑒𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑎𝑛𝑎 𝑖𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎𝑛𝑎”. Si apre così l’approfondimento di su di questa settimana: a più di vent’anni dei fatti del G8 di Genova, ci chiediamo se ci stiamo dirigendo verso una “normalità autoritaria”.

L’occidente sembra essere in piena corsa securitaria, giustificata da uno stato di “emergenza permanente”. Il potere sembra trincerarsi dietro sistemi sempre più sofisticati di controllo sociale dei propri cittadini: la tecnologia e le normative consolidano un approccio punitivo nei confronti del dissenso e della gestione dell’ordine pubblico, come scrive Roberto Corelli nel suo editoriale.

Proprio di tecnologia abbiamo parlato con , che nella sua intervista ci ha accompagnato alla scoperta dei diversi sistemi di sicurezza nazionale, come , l’azienda di sicurezza fondata da e a cui il governo di sta destinando miliardi di dollari.

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Con i contributi di Roberto Cornelli, Valeria Verdolini, Stefano Quintarelli, un’intervista a Haidi Gaggio Giuliani a cura di .media, un estratto da “𝑇𝑢𝑡𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑏𝑟𝑢𝑐𝑖𝑎” di , le rubriche 𝐷𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑜 e 𝑃𝑜𝑙𝑎𝑟𝑜𝑖𝑑, a cura del Patrimonio della Fondazione Feltrinelli.

L’11 luglio 1995 iniziava il massacro di Srebrenica.Sono trascorsi trent’anni e le ferite non si sono ancora cicatrizzat...
11/07/2025

L’11 luglio 1995 iniziava il massacro di Srebrenica.
Sono trascorsi trent’anni e le ferite non si sono ancora cicatrizzate, chi è sopravvissuto fatica a “sentirsi intero”.
Troppe colpe, troppe responsabilità non riconosciute per cancellare il dolore causato dai rastrellamenti, dalle esecuzioni, dalle fosse comuni.

𝐼𝑙 𝑑𝑜𝑝𝑜 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑖𝑛𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑧𝑖𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑟𝑎𝑡𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜, ricordava Elvira Mujčić: gli arresti dei responsabili avvenuti a distanza di più di vent’anni (Mladić nel 2016, Karadžić nel 2019), le rare ammissioni di colpevolezza degli imputati a processo, hanno rappresentato - e rappresentano - sia delle spade di Damocle sulle spalle di chi ancora oggi cerca giustizia e pace per i propri cari uccisi dai soldati di Mladić, sia le motivazioni politiche di chi tiene ancora la Bosnia ed Erzegovina sull’orlo del baratro, sempre sul punto di sprofondare nel caos, rendendo impossibile immaginare un futuro di fiducia e convivenza.

A trent’anni dal massacro di Srebrenica, è necessario portarne avanti il ricordo. Ricordare, per ricominciare a vivere.

👉 Leggi 𝐈 𝐟𝐫𝐚𝐦𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐚: 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭’𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐝𝐚𝐥 𝐠𝐞𝐧𝐨𝐜𝐢𝐝𝐢𝐨 𝐝𝐢 𝐒𝐫𝐞𝐛𝐫𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚, l’editoriale di Elvira Mujčić sull’ultimo numero di :

Il fiume Mekong è chiamato anche “Madre delle Acque”: è una risorsa vitale per oltre 60 milioni di persone, ospita la pi...
02/07/2025

Il fiume Mekong è chiamato anche “Madre delle Acque”: è una risorsa vitale per oltre 60 milioni di persone, ospita la più grande riserva di pesce d’acqua dolce al mondo. Ma le dighe ne minacciano l’ecosistema: ostacolando la migrazione dei pesci, costringono intere comunità a spostarsi e alterano equilibri millenari.

𝐒𝐚𝐯𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐌𝐞𝐤𝐨𝐧𝐠 è un progetto fotografico di , iniziato lungo il corso del Mekong, dalla Cina al Vietnam, attraversando Thailandia, Laos e Cambogia. Documenta le trasformazioni ambientali e sociali causate dalla costruzione di dighe, sostenute da politiche di sviluppo che spesso ignorano le conseguenze sul territorio. Il lavoro è testimonianza e memoria, ma anche un invito a riflettere sul fragile legame tra sviluppo, natura e sopravvivenza.

🟡 Abbiamo ospitato questo scatto di Save the Mekong sull’ultimo numero di , nella rubrica 𝐹𝑜𝑡𝑜𝑔𝑟𝑎𝑚𝑚𝑖.
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Stamattina Milano si è svegliata con il cedimento di una parte dell’insegna di Generali, sulla torre di City Life. Fortu...
30/06/2025

Stamattina Milano si è svegliata con il cedimento di una parte dell’insegna di Generali, sulla torre di City Life. Fortunatamente, non si sono registrati danni a persone o cose, a parte, ovviamente, il tetto della struttura.

Al di là della notizia e delle immagini sicuramente impressionanti, in attesa dello sviluppo delle indagini - è notizia di queste ore l’apertura di un’inchiesta per crollo colposo -, le prime ipotesi in circolazione riconoscerebbero alle alte temperature registrate a Milano un ruolo nella vicenda.

Su abbiamo parlato di clima e disastri ambientali nel nostro ultimo numero, 𝐄𝐦𝐞𝐫𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐚. Nella rubrica 𝐷𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑜 abbiamo riportato le statistiche dell’Osservatorio Nazionale CittàClima: sfoglia il carosello per leggerli tutti.

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Il Dl Sicurezza è legge. Il Governo incassa l’ennesima fiducia su un atto che negli ultimi mesi ha rappresentato un mani...
05/06/2025

Il Dl Sicurezza è legge. Il Governo incassa l’ennesima fiducia su un atto che negli ultimi mesi ha rappresentato un manifesto politico della maggioranza.
Le 14 nuove fattispecie di reato e le 9 aggravanti introdotte rappresentano, senza troppi giri di parole, uno schiaffo in faccia alla libertà di manifestazione pacifica del dissenso garantita dalla Costituzione: gli atti di resistenza passiva possono valere il carcere. Ieri le opposizioni hanno inscenato proprio un sit-in, mentre il Presidente del Senato li invitava, ironicamente, ad accomodarsi.

Cosa ha spinto il Governo a presentare con necessità e urgenza delle norme così importanti? Questa nuova stretta securitaria ha dei contorni quantomeno grigi (per non dire neri).

🟡 Di repressione e di Dl Sicurezza avevamo parlato su : leggi la numero 6 al e nelle storie.

Foto di Mauro Scrobogna/LaPresse.

La campagna referendaria ha aggiunto una nuova dichiarazione alla sua collezione: quella della Presidente del Consiglio ...
03/06/2025

La campagna referendaria ha aggiunto una nuova dichiarazione alla sua collezione: quella della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La Premier, nel solco già tracciato dal Presidente del Senato La Russa, ha spiegato a favore di telecamera la sua personalissima partecipazione alla tornata referendaria: “Vado a votare, non ritiro la scheda, è una delle opzioni”. Soluzione che, in sintesi, equivale a non votare.

Un altro esempio di equilibrismo, ma il quadro che ci restituisce questa nuova uscita è quello di un Paese in cui due delle più alte cariche dello Stato (sic!) non votano.
La sola differenza sta nel recarsi materialmente alle urne: e per un Presidente del Senato che preferirà altre attività, almeno la Premier ci andrà. Per dirla un po’ seguendo un trend di TikTok: 𝑒𝑛𝑡𝑟𝑜, 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑜𝑡𝑜, 𝑒𝑠𝑐𝑜, 𝑐𝑖𝑎𝑜.

🟡 Del dovere di partecipazione al voto e della sua costituzionalità ha scritto Maria Elisa D’Amico nel suo editoriale sull’ultimo numero di .
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09/04/2025

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