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“Per Gaza blocchiamo tutto”: in migliaia in piazza a Milano Dal presidio al corteo, in migliaia da Piazza della Scala a ...
16/09/2025

“Per Gaza blocchiamo tutto”: in migliaia in piazza a Milano

Dal presidio al corteo, in migliaia da Piazza della Scala a piazzale Loreto, perché “Gaza sta bruciando”. A Milano il presidio convocato dal Global Movement to Gaza alle 18.30 in piazza della Scala è diventato un corteo, che dal centro di Milano si è diretto verso piazzale Loreto passando da San Babila e poi attraverso tutto corso Buenos Aires. Lì polizia e carabinieri provano a fermalo con alcune cariche, ma gli agenti sono poi costretti a indietreggiare per fare scorrere il corteo. Fino a piazzale Loreto, dove con cori, canti, fumogeni e urla i manifestanti occupano la piazza. Nell’ultimo intervento conclusivo al megafono l’invito a partecipare all’assemblea cittadina di mercoledì 17 settembre alle 20.30 e al corteo di venerdì 19. Tra i cori, anche un monito: “Il 22 settembre sciopero generale, non un chiodo per Israele. Per Gaza blocchiamo tutto”.

🖊️ Francesca Fulghesu

16/09/2025

Le Guthrie Family Singers portano avanti il messaggio di umanità del nonno Woody

“E’ stato bello rendersi conto che la figura di Woodie Guthrie è ancora molto viva anche fuori dagli Stati Uniti”, racconta Sarah Lee, nipote dell’icona folk americana.
“Le problematiche di cui cantava lui ottant’anni fa sono ancora attuali”, riferendosi al tema dell’immigrazione e alla difficile situazione al confine con il Messico.
Con la sua musica Woody Guthrie “affrontava un concetto molto basilare di umanità e speranza, ovvero il trattare le persone come persone, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà”: lo stesso messaggio che ora le Guthrie Family Singers vogliono portare avanti.

Ascolta l’intervista di Elisa Graci alle Guthrie Family Singers 👉 link nei commenti

Urbanistica: “Nessuna prova della corruzione”. Così il Riesame smonta la sentenza del gipPer il Tribunale del Riesame, n...
16/09/2025

Urbanistica: “Nessuna prova della corruzione”. Così il Riesame smonta la sentenza del gip

Per il Tribunale del Riesame, nel caso dell’arresto dell’architetto Alessandro Scandurra, “non è stato dimostrato il patto corruttivo e non si comprende sulla scorta di quali evidenze il gip abbia ritenuto che gli incarichi di progettazione fossero affidati a Scandurra in ragione della sua funzione pubblica e non della sua attività di libero professionista”. Le motivazioni con cui i giudici del Riesame hanno revocato gli arresti all’ex componente della Commissione paesaggio rappresentano un duro colpo alle tesi dei pm e alla sentenza del gip. Il Riesame smonta le valutazioni del gip, accusandolo di aver utilizzato una “semplificazione argomentativa svilente” e parlando di “un quadro fattuale confuso” nelle indagini dei pm.
In sostanza, non ci sarebbe prova che gli incarichi ricevuti da Scandurra, tra cui quelli legati alla Coima di Manfredi Catella, fossero collegati al suo ruolo nella Commissione paesaggio o ai pareri favorevoli ai progetti immobiliari sotto indagine. “Non si evince da alcuna delle evidenze investigative che Scandurra fosse consapevole di un dovere di astensione più ampio di quanto previsto dal Regolamento Edilizio”, scrivono i giudici. “Neppure può inferirsi una violazione consapevole dell’obbligo di astensione da parte di Scandurra, sulla base del contenuto piuttosto scarno delle conversazioni intrattenute con altri membri della Commissione o con gli imprenditori”.
Proseguono i giudici: “Nessuno dei messaggi rinvenuti e trascritti mostra alcun riferimento a questa circostanza, né alcuna sollecitazione da parte dei privati affinché Scandurra si adoperasse a loro favore”. Congetture scambiate per prove, secondo il Riesame. “Le remunerazioni ricevute da Scandurra sono considerate indebite senza che ne siano chiarite le ragioni, se non attraverso il ricorso a mere congetture”.
Il gip, sottolinea il Tribunale, “omette di considerare che Scandurra è un professionista di alto livello, destinatario di riconoscimenti internazionali. Ha svolto i suoi incarichi per i quali ha ricevuto il giusto compenso. Non vi è traccia di sovrafatturazioni o fatture false”.
Lo stesso ragionamento vale anche per la scarcerazione di un altro imputato, Andrea Bezziccheri. Secondo il Riesame, il gip Mattia Fiorentini aveva elaborato un “ragionamento congetturale (incarico professionale/remunerazione/corruzione)” e, di conseguenza, aveva ritenuto “automaticamente configurata l’esistenza del patto corruttivo” tra l’imprenditore Bezziccheri di Bluestone e l’ex componente della Commissione paesaggio Scandurra.
Per il momento sono state depositate solo queste due motivazioni. Restano da pubblicare quelle relative a Manfredi Catella di Coima, all’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, all’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e al manager Federico Pella. Le motivazioni che hanno portato alla scarcerazione degli imputati saranno probabilmente simili per tutti: la strada per dimostrare la corruzione appare, al momento, in salita.

🖋 Roberto Maggioni

Con Robert Redford se ne va un pezzo di America impegnata e di grande cinemaRobert Redford, volto di un’epoca cinematogr...
16/09/2025

Con Robert Redford se ne va un pezzo di America impegnata e di grande cinema

Robert Redford, volto di un’epoca cinematografica, sorriso furbo e rassicurante, non solo s*x symbol per più di una generazione, ma attore di grande talento e impegno politico, dentro e fuori dal cinema. Californiano con origini scozzesi e irlandesi, nato da famiglia umile, frantumata troppo presto, studi in Europa e anche in Italia. Tutto questo intorno ai 20 anni, compreso un periodo di alcolismo per la morte prematura della madre e la difficoltà di adattarsi al sistema sociale, lavorativo e politico dell’epoca. Con il ritorno negli USA, nel ‘58 Redford comincia a fare l’attore in tv: “Perry Mason”, “Ai confini della realtà”, “Alfred Hitchcock presenta”. Praticamente il meglio delle origini della serialità. E finalmente negli anni ‘60 arriva il cinema. Ci sono film politici, romantici, d’azione, avventurosi, western, investigativi, letterari, sportivi, sul crimine, la truffa, il carcere, la guerra. Con sodalizi prestigiosi, come quello con Sydney Pollack che lo ha diretto in numerosi film, tra cui: “Corvo rosso non avrai il mio scalpo!”, “Come eravamo”, “I tre giorni del condor”. E con gli attori, tra cui Paul Newman in “La stangata”, “Butch Cassidy”; Jane Fonda in “Il cavaliere elettrico”, “Le nostre anime di notte”; Marlon Brando in “La caccia”; Barbra Streisand. Robert Redford è stato anche regista: quante lacrime per “Gente Comune” (per cui vinse l’Oscar) o quanta rabbia civile in “Leoni per agnelli”. Ma ci sono molti altri film da lui diretti, passati anche dal suo Sundance Film Festival, creato nel 1990 con Sydney Pollack in una dispersa contea dello Utah, per promuovere il cinema indipendente. Diverse candidature agli Oscar, poi quello alla Carriera nel 2002 e nel 2017 il Leone d’Oro, sempre alla Carriera. Noto per il suo attivismo politico durante la guerra in Vietnam, per le lotte sull’ambiente ma c’è un film che dal punto di vista dell’impegno lo rappresenterà sempre ed è il meraviglioso “Tutti gli uomini del Presidente” di Alan J. Pakula. Anno 1976 Robert Redford e Dustin Hoffman nei panni dei due giornalisti Bernestein e Woodward, che con la loro inchiesta per il Washington Post, incastrarono il Presidente Nixon, in quello che passò alla storia come lo Scandalo Watergate.

Leggi l'articolo di Barbara Sorrentini 👉 link nei commenti

Almeno diecimila rondini si fermano a Gallipoli prima di migrareÈ uno dei racconti di Rosario Balestrieri, ornitologo de...
16/09/2025

Almeno diecimila rondini si fermano a Gallipoli prima di migrare

È uno dei racconti di Rosario Balestrieri, ornitologo della Stazione Zoologica Anton Dohrn ospite della prima puntata della nuova stagione di "Considera l'armadillo, noi e altri animali", condotto da Cecilia Di Lieto. Durante l’intervista si parla di voci di uccelli estinti, di rondini, storni, bianconi e delle loro migrazioni.

Ascolta l’intervista 👉link nei commenti

16/09/2025

Quasi duecento studenti palestinesi hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane (su 15mila che hanno fatto richiesta), ma non possono lasciare Gaza. Sarebbero dovuti arrivare in estate ma non c’è un corridoio umanitario fino alla Giordania per loro. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione per la loro evacuazione immediata.

Sono aspiranti dottori, ingegneri, giornalisti e sono sotto le bombe e il continuo attacco israeliano. Il prorettore ai Servizi agli studenti e al diritto allo studio della Università degli Studi di Milano, il Professore Stefano Simonetta, continua a sentire quotidianamente i 25 che in particolare hanno vinto la borsa per arrivare alla Statale di Milano e ci aiuta ad ascoltare le loro voci e il loro appello.

“Ci chiedono i materiali e di poter iniziare a seguire a distanza ma è sempre più difficile. le università sono state distrutte tutte, ma la gran parte di loro si è laureata nelle tende”.

Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli al professor Simonetta e le testimonianze di studenti e studentesse palestinesi. Link al primo commento ⤵

Quasi duecento studenti palestinesi hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane (su 15mila che hanno fatto...
16/09/2025

Quasi duecento studenti palestinesi hanno vinto una borsa di studio nelle università italiane (su 15mila che hanno fatto richiesta), ma non possono lasciare Gaza. Sarebbero dovuti arrivare in estate ma non c’è un corridoio umanitario fino alla Giordania per loro. Molti di loro hanno diffuso appelli sui social per chiedere di fare pressione per la loro evacuazione immediata.

Sono aspiranti dottori, ingegneri, giornalisti e sono sotto le bombe e il continuo attacco israeliano. Il prorettore ai Servizi agli studenti e al diritto allo studio della Università degli Studi di Milano, il Professore Stefano Simonetta, continua a sentire quotidianamente i 25 che in particolare hanno vinto la borsa per arrivare alla Statale di Milano e ci aiuta ad ascoltare le loro voci e il loro appello.

“Ci chiedono i materiali e di poter iniziare a seguire a distanza ma è sempre più difficile. le università sono state distrutte tutte, ma la gran parte di loro si è laureata nelle tende”.

Ascolta l'intervista di Claudio Jampaglia e Cinzia Poli al professor Simonetta e le testimonianze di alcuni studenti e studentesse palestinesi. Link al primo commento ⤵

Caso Kirk: "Il Governo vuole creare un clima di paura" dice Benedetta Tobagi  “Quelle che arrivano dalla maggioranza son...
16/09/2025

Caso Kirk: "Il Governo vuole creare un clima di paura" dice Benedetta Tobagi

“Quelle che arrivano dalla maggioranza sono delle sciocchezze, che sarebbero grottesche se non fossero pericolose perché tradiscono una chiara volontà di creare un clima di paura e di allarme, criminalizzando tutta la galassia dell’opposizione”. Così Benedetta Tobagi, intervistata da Luigi Ambrosio all'Orizzonte delle Venti, sui reiterati attacchi del Governo alle opposizioni accusate di fomentare la violenza.

“Anche per ciò che porto nel mio nome, l’Italia ha nella sua storia una sinistra antifascista e democratica che non è mai stata violenta. Figure come mio padre e Aldo Moro sono state colpite addirittura dal terrorismo di sinistra. Questa è la storia che vergognosamente Meloni, Tajani e Salvini non riconoscono e che, invece, deve essere la nostra forza”.

Ascolta l'intervista di Luigi Ambrosio a Benedetta Tobagi. Link al primo commento ⤵

Non si può vivere senza farsi spezzare il cuore: Jehnny Beth racconta il suo nuovo album“Siamo ancora molto primordiali ...
16/09/2025

Non si può vivere senza farsi spezzare il cuore: Jehnny Beth racconta il suo nuovo album

“Siamo ancora molto primordiali con le nostre emozioni, e l’amore è spesso connesso alla violenza”, racconta Jehnny Beth ai microfoni di Radio Popolare. È questo il tema centrale di You Heartbreaker You, il nuovo disco dell’ex cantante dei Savages: canzoni d’amore tese tra grida e sussurri, parole che si rompono, suoni noise e industrial. “Viviamo tempi bui” ma se vogliamo cambiare le cose, dobbiamo “imparare a respirare con una costola rotta”.

Ascolta l'intervista completa di Dario Grande a Jehnny Beth. Link al primo commento ⤵

Jehnny Beth
Fiction Records

16/09/2025

𝗢𝗚𝗚𝗜 𝗦𝗨 𝗥𝗔𝗗𝗜𝗢 𝗣𝗢𝗣 📻❄️

🕦06:00 - PRESTO PRESTO – Giornali e commenti 📰☕
Con Poli e Jampaglia

🕦07:45 - PRESTO PRESTO – Lo stretto indispensabile 📰☕
Con Cinzia Poli

🕦08:15 - PRESTO PRESTO – Interviste e analisi 📰☕
Con Poli e Jampaglia

🕦09:00 - TUTTO SCORRE 🎙🌊
Con Massimo Bacchetta

🕦10:27 - NOTE DELL’AUTORE 📖🎤
Con Ira Rubini

🕦10:34 - Speciale Global Sumud Flotilla
A cura di Chawki Senouci

🕦11:00 - PUBBLICA 📇
Con Raffaele Liguori

🕦11:30 - CULT 🎬🎨
Con Ira Rubini

🕦12:45 - CONSIDERA L’ARMADILLO
Con Cecilia Di Lieto

🕦13:15 - MUSICA LEGGERISSIMA 🎶
Con Davide Facchini

🕦14:00 - VOLUME 🔊🎵
Con Elisa Graci e Dario Grande

🕦16:00 - VIENI CON ME 🫂🗣
Con Giulia Strippoli

🕦17:00 - POVERI MA BELLI 🦫💰
Con Disma Pestalozza e Alessandro Diegoli

🕦18:00 - L’ORIZZONTE 📰🌅
A cura di Luigi Ambrosio

🕦19:00 - ESTERI 🗺
Con Martina Stefanoni

🕦20:00 - L’ORIZZONTE DELLE VENTI 🪐
A cura di Luigi Ambrosio

🕦20:30 - FUORI REGISTRO ⛓
Con Lara Pipitone, Chiara Pappalardo e Sara Mignolli

🕦21:30 - SOULSHINE 🎭
Con Cecilia Paesante

🕦22:30 - NEWS DELLA NOTTE 🗞
A cura di Viviana Astazi

🕦22:45 - NOTE DELL’AUTORE 📖🎤
Con Ira Rubini

🕦23:00 - NO MANCHES GUEY 🎷🎺
Con Andrea Cegna

🕦00:00 - POPOLAROID 🎸🥁
Con Basilio Santoro

📰I NOTIZIARI

GIORNALE RADIO: 7:30 | 12:30 | 19:30
GR BREVE: 6:30 | 8:30 | 9:30 | 10:30 | 15:30 | 17:30
GR TITOLI: 07:00 | 18:30
METROREGIONE: 07:15 | 19:45

Emmy Awards: Adolescence domina, ma è Gaza a rubare la scena«Go Birds, f**k ICE and free Palestine!»: la chiusa del disc...
15/09/2025

Emmy Awards: Adolescence domina, ma è Gaza a rubare la scena

«Go Birds, f**k ICE and free Palestine!»: la chiusa del discorso di Hannah Einbinder, vincitrice del premio come miglior attrice non protagonista in una serie comedy per Hacks, è già uno dei momenti simbolo della cerimonia degli Emmy 2025, gli “Oscar della tv” consegnati questa notte a Los Angeles. I Birds sono i Philadelphia Eagles, la squadra di football di cui Einbinder è grande tifosa, e che quest’anno ha vinto il Super Bowl contro i superfavoriti Kansas City Chiefs; l’ICE è l’agenzia federale anti immigrazione che in questi mesi è il braccio armato dell’amministrazione Trump nella caccia all’immigrato irregolare (che spesso nemmeno lo è, irregolare), con operazioni da polizia di regime platealmente indirizzate verso cittadini non bianchi; e «Palestina libera» è una dichiarazione doppiamente significativa se si considera che Einbinder è un’ebrea praticante, che nella conferenza stampa post premiazione ci ha tenuto a specificare che «proprio come persona di religione ebraica è per me fondamentale prendere le distanze dallo stato di Israele». Il suo non è stato l’unico sostegno alla causa palestinese della serata: la sua collega di set Megan Stalter (quest’anno protagonista, oltre che di Hacks, anche di Too Much) ha sfoggiato la scritta “CEASE FIRE”, “cessate il fuoco”, sul red carpet, mentre il divo spagnolo Javier Bardem, candidato per Monster, ha indossato una kefiah e ha dichiarato pubblicamente che non lavorerà per compagnie di produzione che sostengono Israele. Di contro, l’organizzazione della serata di premiazione – quest’anno in capo alla tradizionalissima CBS, ma in Italia è andata in onda su Sky e NOW, dove potete recuperare le repliche – è sembrata impegnarsi per minimizzare le incursioni politiche, con il conduttore Nate Bargatze (un comedian noto proprio per il suo essere blando e accomodante) che ha dichiarato che «la tv è apolitica» (ci permettiamo di dissentire), e ha piazzato per tutta la serata un timer sui discorsi dei premiati spiegando che per ogni secondo sforato dai 45 concessi migliaia di dollari sarebbero stati tolti a un fondo di beneficenza per ragazzini e ragazzine. Una scelta davvero infelice (e chiaramente adottata per ridurre la probabilità di appelli scomodi) che oltre a produrre discorsi di ringraziamento accelerati e confusi, e a inibire la spontaneità delle manifestazioni di gioia ed entusiasmo, è parsa anche davvero inappropriata in una celebrazione tra ricche star e corporation miliardarie. La politica ha fatto, inevitabilmente, capolino comunque, fin dalla prima apparizione del primo nome chiamato a consegnare un premio: Stephen Colbert, conduttore del Late Show che fu di David Letterman. È stata annunciata la sua cancellazione, a fine stagione, ufficialmente per «motivi strutturali», in realtà perché Colbert, aperto oppositore del presidente Usa, ha denunciato in trasmissione che la Paramount (proprietaria della CBS su cui lo show va in onda) ha patteggiato una causa senza fondamento intentata dall’amministrazione Trump, in pratica pagando una sorta di mazzetta per far sì che non venga bloccata la fusione con la compagnia Skydance. Colbert ha ricevuto una lunghissima standing ovation e più avanti ha portato a casa l’Emmy come miglior talk series. Trionfatrice assoluta della serata è stata la comedy The Studio, una satira del sistema di Hollywood interpretata da Seth Rogen, che ha battuto il record di premi per una commedia al primo anno di produzione. Tra le miniserie ha prevedibilmente preso quasi tutto Adolescence, mentre tra le serie drammatiche ha in parte sorpreso la vittoria di The Pittcontro Scissione (più che altro perché quest’ultima aveva un numero record di nomination): è stata, certo, la rivincita di Noah Wyle, che ai tempi di ER era stato sempre candidato ma non aveva mai vinto, e che ieri si è portato a casa un Emmy a lungo atteso. Ma, anche, di nuovo, una scelta politica: premiare un medical drama realistico, che denuncia lo stato drammatico della sanità Usa, e che sostiene l’importanza cruciale dei medici e della scienza, mentre l’attuale ministro della salute è un antivaccinista come Robert Kennedy Jr., è una presa di posizione chiara.

🖋Alice Cucchetti

Le dita mozzate: un “very cold case” preistorico che indaga la sottomissione femminile inaugura la collana SistersEdizio...
15/09/2025

Le dita mozzate: un “very cold case” preistorico che indaga la sottomissione femminile inaugura la collana Sisters

Edizioni le Assassine pubblica e continuerà a pubblicare letteratura gialla nei suoi molteplici sottogeneri, proponendo e riscoprendo autrici del presente e del passato. L'obiettivo è quello di mettere in luce la capacità dello sguardo femminile di descrivere, decifrare e interpretare vari contesti sociali, senza mai sacrificare la suspense che è tipica di questo genere.

Con gli stessi obiettivi, nasce ora la nuova collana Sisters, che apre a voci inedite in grado di creare storie appassionanti e memorabili, portando il lettore su sentieri narrativi inaspettati.

Il primo titolo di Sisters è "Le dita mozzate" di Hannelore Cayre, un noir atipico in cui il nostro passato remoto diventa lo sfondo perfetto per indagare la nascita della sottomissione femminile e le sue origini, ambientato nella preistoria ispirandosi alla scoperta, avvenuta in Francia esattamente quarant'anni fa, della famosa Grotta Chauvet, con le sue pareti ricoperte di misteriose impronte di mani femminili mutilate.

Ascolta l'intervista di Ira Rubini alla traduttrice Simonetta Badioli. Link al primo commento ⤵

Indirizzo

Via Ollearo 5
Milan
20155

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