29/09/2025
29 settembre, Roma 1975, ore 23 circa
Una ragazza viene tirata fuori dal bagagliaio di un’auto dopo essere stata torturata e stuprata per 36 ore. Donatella Colasanti sopravvive a quell’incubo fingendosi morta. Rosaria Lopez, l’amica che era con lei, non ce la fa. I colpevoli sono tre ragazzi della “Roma bene”, Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira: i carnefici del caso noto come il Massacro del Circeo.
Donatella e Rosaria avevano conosciuto Izzo e Guido da poco: i due ragazzi le avevano invitate a una festa a Lavinio, a un’ora di macchina da Roma. Ma chi erano davvero?
Tutti e tre avevano precedenti penali per violenze e rapine, frequentavano ambienti dell’estrema destra romana e il loro stile di vita si basava su ideali neofascisti. Donatella e Rosaria erano ignare di tutto ciò.
29 settembre, il giorno del massacro.
Prima di andare a Lavinio, Izzo e Guido portano con una scusa Donatella e Rosaria a Villa Moresca, dalle parti di San Felice a Circeo. Lì ha inizio l’incubo: le due ragazze vengono spogliate, legate e chiuse in un bagno. Arrivato sul posto anche Andrea Ghira, i tre si concentrano su Rosaria: viene violentata più volte da tutti e tre, picchiata e poi annegata nella vasca da bagno. Donatella viene ripetutamente colpita alla testa e poi legata per il collo e trascinata per la casa, fino a svenire.
Donatella riesce a salvarsi fingendosi morta. I tre assassini mettono lei e il ca****re di Rosaria nel bagagliaio di una Fiat 127 bianca e tornano a Roma. Quando lasciano l’auto in viale Pola, zona Trieste, e vanno al ristorante come se nulla fosse accaduto, Donatella inizia a urlare e a colpire il bagagliaio dell’auto che attira l’attenzione di un poliziotto.
Donatella viene salvata e portata in ospedale mentre Izzo e Guido vengono arrestati nel giro di poche ore. Ghira, invece, riesce a fuggire in Spagna e muore nel ‘94 per overdose.
Nel 1976 inizia il processo.
La famiglia di Rosaria Lopez accetta un indennizzo di 100 milioni di lire dalla famiglia di Guido. Donatella, invece, sceglie di andare a processo. Angelo Izzo e Gianni Guido vengono condannati all’ergastolo. Guido riesce a evadere di prigione nel 1981 e fugge in Sud America. Viene poi estradato nel 1994 e conclude la sua detenzione nel 2009 grazie a uno sconto di pena. A Izzo, invece, viene concessa la semilibertà nel 2004. Ma nel 2005 uccide altre due donne e da allora è ancora in carcere.
Dopo essere sopravvissuta a quell’inferno, Donatella ha lottato per tutta la vita chiedendo giustizia. È morta il 30 dicembre del 2005, all’età di 47 anni, stroncata da un tumore al seno. Le sue ultime parole furono: "Battiamoci per la verità".