Opera Ultima - Biografie, memoir, diari, scrittura di sé

Opera Ultima - Biografie, memoir, diari, scrittura di sé BIOGRAFIE, DIARI, MEMORIE, STORIE DI VITA
Ogni persona e ogni storia merita di essere raccontata. Opera ultima è anche la Biblioteca delle storie.

Biografie, autobiografie, diari, memoir. La nostra penna, la vostra storia. Opera ultima nasce per creare la memoria di ciascuno di noi: la propria storia, o il diario di un’esperienza di vita importante. La scrittura è infatti anche un importante processo terapeutico. Il diario di una malattia, un diario di guerra, la perdita di un figlio, la storia di chi è emigrato, una separazione dolorosa, il

diario di un amore, le memorie dal carcere, il racconto di una vicenda giudiziaria, o di un genitore sopravvissuto alla morte di un figlio. Tutto quanto vogliamo fermare in parole e farlo diventare memoria. La voce narrante può essere in prima ma anche in terza persona, se non si parla di sé ma si racconta chi non c’è più. Se ognuno di noi lasciasse scritta la propria vita si creerebbe una biblioteca completa della storia del mondo, dell’umanità e dei tasselli che la compongono, di ogni singola persona che transita su questa Terra, tutto il patrimonio di conoscenze ed emozioni del mondo lascerebbe traccia di sé. [email protected]

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28/05/2020

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Condividi su: Raccontiamoci: i vissuti del periodo Covid-19 Federazione Cure Palliative lancia "Raccontiamoci: i vissuti del periodo Covid-19", un progetto che si propone di “raccontare” e “testimoniare” l’emergenza Covid-19 e quello che per tutti noi ha s...

08/02/2020

A Ravenna un progetto per contrastare la solitudine degli anziani promosso dal comune, cerca volontari per ascoltare e poi trasformare …

13/06/2019

Trattamenti medici, interventi chirurgici per normalizzare bambine e bambini nati con variazioni fisiche. Poco si sa e soprattutto poco si dice. La storia di Francesca che dopo quarant’anni di segreti ha ritrovato la sua identità negata

03/06/2019

Questa è la lettera di addio scritta da ALAIN DELON a ROMY SCHNEIDER

Lettera di addio, 1982

Ti guardo mentre dormi. Sono accanto a te, sono al tuo letto di morte. Indossi una lunga tunica, nera e rossa, con un ricamo sulla parte superiore. Credo che siano fiori, ma non indugio troppo a osservarli. Ti dico addio, il più lungo di tutti gli addii, bambolina mia. Così ti ho sempre chiamata: bambolina. [...]. Penso anche che è la prima volta in vita mia che ti vedo quieta e serena. Si potrebbe dire che una mano delicata abbia lavato via dal tuo viso paure e dissidi.

Ti guardo mentre dormi. Mi dicono che tu sia morta. In che modo ne sono colpevole io? ...Ci si pone sempre questa domanda davanti a qualcuno che si è amato e si ama ancora. Questa emozione ci sommerge, poi torna indietro e alla fine ci si convince che tutto sommato non si è colpevoli. Non colpevoli, ma comunque responsabili.
Ecco. Lo sono anch'io. È a causa mia che la notte scorsa il tuo cuore ha cessato di ba***re. A causa mia, perché 25 anni fa fui scelto per essere il tuo partner in "Christine".

Tu arrivavi da Vienna e io ti aspettavo a Parigi con un mazzo di fiori in mano che non sapevo come tenere. Ma i produttori mi avevano detto: "Appena scende dalla passerella, vada da lei e le porga i fiori". Io aspettai con i fiori in mano come un imbecille, in mezzo a un'orda di fotografi.
Tu scendesti dall'aeroplano, io mi avvicinai. Dicesti a tua madre: "Deve essere Alain Delon, il mio partner!" Nient'altro, nessun colpo di fulmine a ciel sereno. Così andai a Vienna, dove si girava il film, ed è stato là che mi sono innamorato follemente di te. E tu ti sei innamorata di me.

Spesso ci siamo posti a vicenda la tipica domanda degli innamorati: "chi è stato di noi due ad innamorarsi prima, tu o io?".....contavamo: "uno...due...tre..." e rispondevamo "nè tu ne io.......entrambi..." Mio dio come eravamo giovani e felici!
Alla fine del film ti dissi: " vieni con me, andiamo a vivere insieme in Francia" e tu rispondesti subito:"si, voglio vivere con te, in Francia"....[..] Io un francese, che non parlava una parola di tedesco. E tu, bambolina, che non parlavi una parola di francese.
All'inizio ci amavamo senza scambiarci una parola. Ci guardavamo e ridevamo. Bambolina.... e io ero "Pepè". Dopo qualche mese io ancora non parlavo tedesco, ma tu parlavi francese così bene che potemmo recitare in teatro. Quella volta il regista fu Visconti. Ci diceva che ci assomigliavamo, che avevamo fra le sopracciglia la stessa "V" che si increspava per la collera, per la paura di vivere, per il terrore. [...]. Adesso non hai più paura. Non stai più in agguato, non sei più preda di cacciatori. La caccia è finita e tu finalmente riposi. [ ..] Come si può spiegare chi eri tu e chi siamo noi, i cosiddetti "attori", come si può far capire che noi, recitando, interpretando, essendo qualcun altro da quello che realmente siamo, impazziamo e ci perdiamo? Come si può far capire la difficoltà, il bisogno di possedere un carattere forte ed equilibrato per riuscire a rimanere in qualche modo in piedi? Ma come possiamo noi, trovare questo equilibrio in questo mondo.....noi, i giocolieri, i clown, i trapezisti da circo ai quali i riflettori indicano la strada dorata?

Dicesti una volta " Non so cosa io debba fare nella mia vita, ma in un film sono in grado di fare tutto".... no, gli altri non possono capire. Non possono comprendere che più un attore è grande e più diventa inadatto alla vita. Greta Garbo, Marylin, Rita Hayworth.....e tu.... e mentre tu riposi io urlo e piango, piango accanto a te, piango perché questo lavoro schifoso non è un lavoro per una donna. Ed io tutto questo lo so perché l'uomo che io sono è quello che meglio di ogni altro ti ha conosciuta, quello che meglio di ogni altro ti ha capita.
Perchè sono anch'io un attore. Eravamo della stessa razza, bambolina, parlavamo la stessa lingua.
Non possono capirci loro, gli "altri" .......gli attori si, gli altri no. E' inspiegabile. E quando si è una donna come te, non possono comprendere che di questo ci si può anche morire. Loro dicono che tu fossi un mito.... si certo, ma il mito non è che una maschera, un riflesso, un apparenza, ma quando viene la sera il mito si dissolve e rimane solo Romy, ancora Romy, soltanto una donna incompresa, maltrattata, maldescritta sulla stampa, indebolita, braccata. E' nella solitudine che svanisce il mito, succede per paura. E più questo assilla la conoscenza, più si diventa succubi della felicità artificiale dell'alcool e dei tranquillanti. Inizia come un'abitudine, poi diventa regola, alla fine è necessità. Il danno è sempre più irreparabile, e il cuore tace consunto perché è troppo stanco per ba***re.
Questo cuore è stato maltrattato, sballottato, questo cuore che apparteneva ad una donna che la sera si metteva a sedere davanti ad un bicchiere.....
Si dice che ad averti ucciso sia stata la disperazione dovuta alla morte di David.
No, la gente si sbaglia. Non è stato questo ad ucciderti. La morte di David ti ha solo dato il colpo di grazia. E' vero che tu hai detto a Laurent, il tuo ultimo e incantevole compagno, le seguenti parole: "Ho l'impressione di essere giunta alla fine del tunnel", è vero che tu volevi vivere, che tu amavi la vita. [...].
Non sei mai riuscita a capire ne ad accettare il ruolo di personaggio pubblico che tu stessa avevi scelto e che amavi. Eri un personaggio pubblico e le grandi implicazioni di questo non le hai mai comprese. [...]
Alla fine ci fu il film "La piscina", ci siamo ritrovati con il fine di lavorare insieme. Venni a prenderti in Germania, conobbi David, tuo figlio. Da quel film in poi tu sei mia sorella, io tuo fratello.Fra di noi tutto era chiaro, schietto. Nessun'altra passione. La nostra amicizia risiedeva nel sangue, nella somiglianza e nelle parole. [...]

Fino alla morte di David c'era il lavoro a tenerti la testa fuori dall'acqua, poi David se ne è andato e il lavoro non ti è stato più sufficiente.
Non mi ha stupito affatto la triste notizia che anche tu ci avevi lasciato. Di cosa avrei dovuto stupirmi? Del tuo non-suicidio, forse. Ma non del tuo cuore distrutto. Mi sono detto: "Eccola, la fine del tunnel!". [...]
Ti guardo mentre dormi. Sono di nuovo solo. Mi dico: tu mi hai amato. io ti ho amata. Io ho fatto di te una francese, una star francese. Si, è per questo che mi sento responsabile. E questa terra che tu hai amato per causa mia, è diventata anche la tua patria. La Francia. Wolfie ha deciso, e anche Laurent ne ha espresso il desiderio, che tu rimanga qui per sempre in suolo francese. A Boissy.

Là, dove fra un paio di giorni verrai raggiunta da tuo figlio David. In un piccolo luogo dove hai appena ricevuto le chiavi per la tua casa. Là volevi vivere, vicino a Laurent, vicino a Sarah. Là dormirai per sempre. In Francia. Vicino a noi, vicino a me.
Del tuo viaggio fino a Boissy me ne sono occupato io, così da alleggerire Laurent e la tua famiglia.
Ma non sarò presente né in chiesa né alla tomba. [...] Perdonami. Verrò il giorno successivo e staremo da soli. [...] Riposa in pace. Io ci sono. Da te ho imparato un po' di tedesco. Le parole:" ich liebe dich".
Ti amo, ti amo, bambolina mia.
Alain

Le lettere che fanno la differenza... https://www.vanityfair.it/news/diritti/2019/01/23/adottato-firenze-cerca-la-madre-...
23/01/2019

Le lettere che fanno la differenza... https://www.vanityfair.it/news/diritti/2019/01/23/adottato-firenze-cerca-la-madre-biologica-e-trova-una-lettera-non-volevo-abbandonarti?utm_medium=marketing&utm_campaign=vanityfair&utm_source=Facebook =1548245424

A quasi cinquant’anni, un uomo adottato si è rivolto all’Istituto degli Innocenti per scoprire le sue origini. E ha saputo che la mamma era in gravi difficoltà economiche: giudici e assistenti sociali decisero di dare in adozione il figlio

19/01/2019

Chiesa piena a Marconi per il funerale del senza tetto Davide Corsi. "Per noi come un parente adottato dal quartiere"

Potere delle storie. Potere delle storie nei libri. Potere della circolazione dei libri con le storie... https://www.fac...
23/11/2018

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Tre fratelli figli di una coppia hippy, vengono adottati da due famiglie diverse. Dopo anni si incontrano e decidono di cercare la loro madre biologica

Fatto Quotidiano - Depressione: la scrittura come medicina dell'anima, a cura di Maurizio Montanari        https://www.i...
06/11/2018

Fatto Quotidiano - Depressione: la scrittura come medicina dell'anima, a cura di Maurizio Montanari

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/11/06/depressione-da-giuseppe-berto-a-david-foster-wallace-la-scrittura-come-medicina-dellanima/4740444/

Il primo novembre del 1978 moriva Giuseppe Berto. Autore spigoloso e controverso che conobbe da vicino il male oscuro, un’angoscia profonda legata a un irrisolto col padre, da non confondere con la melanconia. Dopo aver incontrato diversi insuccessi umani e professionali cadde in uno stato di cris...

Raccontare di sé non è violazione del dolore altrui. Alessandro Milanhttp://huffp.st/Otwu66B
25/09/2018

Raccontare di sé non è violazione del dolore altrui. Alessandro Milan

http://huffp.st/Otwu66B

Alessandro Milan, marito di Francesca Del Rosso, morta di tumore il 12 dicembre 2016, difende la Toffa: "Nadia sta cercando di vivere al meglio il tempo che ci è dato e non capisco perché la si debba giudicare"

16/07/2018
...Dal primo giorno che sei andato via ho sentito il bisogno di scriverTi, lo sai...
18/06/2018

...Dal primo giorno che sei andato via ho sentito il bisogno di scriverTi, lo sai...

Oggi Lorys Stival avrebbe compiuto dodici anni. Il papà, Davide, ci ha chiesto di diffondere questa lettera aperta che ha scritto al suo bambino in occasione del suo compleanno. Perché il ricordo di Lorys non si fermi a quel 29 novembre del 2014.

"Ciao Lorys,
oggi è il tuo dodicesimo compleanno, il quarto che non festeggi insieme a noi e ai tuoi compagni. Dal primo giorno che sei andato via ho sentito il bisogno di scriverTi, lo sai.
E così ho aperto il mio cuore e ti ho dedicato i nostri ricordi.
.. spero di non disturbarti, non è la prima volta che lo faccio, lo sai che ogni tanto sento davvero questo bisogno, amore mio.
Lo stesso motivo per cui ho provato a raccontarti in un libro, perché vorrei rimanesse per sempre, per tutti, nero su bianco, come eri bello e chi eri veramente. Chi eravamo noi, insieme. Perché tutti, insomma, sappiano la verità, nel tuo nome, nel nome di Lorys.

Da quando non ci sei più sono cambiate tante cose. Troppe. E non è facile mettere insieme i giorni, adesso.
Senza di te non è più bello come prima e non potrà più esserlo. Quei puzzle che facevamo io e te, ora non vanno più a posto, non si completano come prima.
A volte la vita è ingiusta, però proviamo ad essere forti e cerchiamo di reggere sempre, Io e il tuo fratellino. E ci riusciamo perché sentiamo il tuo abbraccio e la forza che ci trasmetti. Sentiamo la tua mano, e reggiamo sempre la presa.
Portiamo tutto dentro i nostri cuori: ricordi, gioie, risate e quell’amore.
Vorrei avere il coraggio di svegliarti ma so che non è possibile, perché oggi sei tu a insegnare al mondo il valore della vita, proteggendo tutti i bambini dalle ingiustizie.
Io lo so che è così, e nessuno potrà infangare mai il tuo ricordo.

Con lo sguardo verso l’alto e il cuore pieno d’amore voglio immaginarti felice, oggi un po’ di più, anche se non posso accarezzare il tuo viso come ogni genitore e questo mi fa stare male.
Tra una lacrima e un sorriso buon compleanno, Lorys.

Papà"

Parlando di lutto perinatale e neonatale
08/04/2018

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Ogni giorno, in Italia, muoiono 6 bambini di cui 3 in periodo perinatale, cioè tra le 22 settimane di gestazione e primi 7 giorni di vita. Ma una buona assistenza in ospedale e il supporto di gruppi speciali possono aiutare i genitori ad affrontare il dolore

"Anche la biografia è storia". On writing, Stephen King (Prefazione)
24/03/2018

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22/03/2018

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06/03/2018

Riscrivere una storia cambiandone il finale è un esercizio di scrittura terapeutica. La mamma di Marco l'ha fatto e ne ha costruito una fiaba. Non cambia la realtà, ma la nostra mente può trovare sollievo nel farlo... http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/cronaca/18_marzo_06/i-sogni-drago-torre-fiammenella-fiaba-principe-marco-salva-gloria-77f269dc-2103-11e8-9dc8-9d55f718f395.shtml?refresh_ce-cp

Il libro fatto insieme agli amici per ricordare il ragazzo e la ragazza scomparsi nel rogo di Londra. «Per sempre felici»

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