Parrocchia San Giovanni Battista Morlupo

Parrocchia San Giovanni Battista Morlupo Pagina Facebook della parrocchia S. Giovanni Battista di Morlupo, dedicata alla condivisione di eventi e notizie riguardanti la Comunita' Parrocchiale

23/09/2025
Gesù continuava a parlare alla gente e amava la gente e amava la folla, a tal punto che dice ‘questi che mi seguono, que...
23/09/2025

Gesù continuava a parlare alla gente e amava la gente e amava la folla, a tal punto che dice ‘questi che mi seguono, quella folla immensa, sono la mia madre e i miei fratelli, sono questi’. E spiega: ‘coloro che ascoltano la Parola di Dio, la mettono in pratica’. Queste sono le due condizioni per seguire Gesù: ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica. Questa è la vita cristiana, niente di più. Semplice, semplice. Forse noi l’abbiamo fatta un po’ difficile, con tante spiegazioni che nessuno capisce, ma la vita cristiana è così: ascoltare la Parola di Dio.
Ogni volta che noi facciamo questo – apriamo il Vangelo e leggiamo un passo e ci domandiamo: ‘Con questo Dio mi parla, dice qualcosa a me? E se dice qualcosa, cosa mi dice?’ – questo è ascoltare la Parola di Dio, ascoltarla con le orecchie e ascoltarla con il cuore. Aprire il cuore alla Parola di Dio. I nemici di Gesù ascoltavano la Parola di Gesù, ma gli erano vicini per cercare di trovare uno sbaglio, per farlo scivolare, e che perdesse autorità. Ma mai si domandavano: ‘Cosa dice Dio per me in questa Parola?’ E Dio non parla solo a tutti: sì, parla a tutti, ma parla ad ognuno di noi. Il Vangelo è stato scritto per ognuno di noi.
Gesù riceve tutti, anche quelli che vanno a sentire la Parola di Dio e poi lo tradiscono. Pensiamo a Giuda. ‘Amico’ gli dice, in quel momento dove Giuda lo tradisce. Il Signore sempre semina la sua Parola, soltanto chiede un cuore aperto per ascoltarla e buona volontà per metterla in pratica. “Guidami Signore sul sentiero dei tuoi comandi”, sul sentiero della tua Parola, perché io impari con la tua guida a metterla in pratica.

In favore dei Ragazzi di Morlupo,come sempre sotto le insegne del sano divertimento e dell' Educazione Cristiana!!! 🙏🏻❤️
23/09/2025

In favore dei Ragazzi di Morlupo,come sempre sotto le insegne del sano divertimento e dell' Educazione Cristiana!!! 🙏🏻❤️

L'osmogenesi è un carisma posseduto da alcuni Santi. Tale carisma, in talune circostanze consentiva ai medesimi di far p...
23/09/2025

L'osmogenesi è un carisma posseduto da alcuni Santi. Tale carisma, in talune circostanze consentiva ai medesimi di far percepire a distanza o a chi gli stava vicino, profumi particolari.

Tali profumi vengono definiti odori di santità. Padre Pio era in possesso di tale carisma e tali fenomeni erano così frequenti per lui, che la gente comune era abituata a definirli come i Profumi di Padre Pio.
Spesso il profumo emanava dalla sua persona, dagli oggetti che toccava, dai suoi indumenti. Altre volte il profumo era percepibile nei luoghi in cui passava. Un giorno un noto Medico aveva tolto dalla piaga del costato di Padre Pio una benda che era servita a tamponare il sangue e l'aveva chiusa in un astuccio per portarla nel suo laboratorio di Roma, per analizzarla. Durante il viaggio, un Ufficiale e altre persone che erano con lui dissero di sentire il profumo che di solito emanava Padre Pio. Nessuna di quelle persone sapeva che il dottore aveva nella borsa la benda intrisa del sangue del Padre. Il medico conservò quel panno nel suo studio, e lo strano profumo impregnò per lungo tempo l'ambiente, tanto che i pazienti che andavano per le visite chiedevano spiegazioni.
Fra Modestino raccontava: "Una volta mi trovavo in vacanza a San Giovanni Rotondo. Al mattino mi presentai in sacrestia per servire la Messa a Padre Pio, ma già c'erano altri che si disputavano questo privilegio. Padre Pio interruppe quel sommesso vociare dicendo - la Messa la serve solo lui - e indicò me. Nessuno parlò più, accompagnai il Padre all'altare di San Francesco e, chiuso il cancelletto iniziai a servire la Santa Messa in assoluto raccoglimento. Al "Sanctus" ebbi un improvviso desiderio di risentire quell'indescrivibile profumo che già tante volte avevo percepito nel baciare la mano di Padre Pio. Il desiderio fu subito esaudito. Un'ondata di tanto profumo mi avvolse. Aumentò sempre di più' fino a togliermi il respiro. Mi ressi con la mano alla balaustra per non cadere. Stavo per svenire e chiesi mentalmente a Padre Pio di evitarmi una br**ta figura dinanzi alla gente. In quel preciso istante il profumo sparì. A sera, mentre l'accompagnavo alla cella, chiesi a Padre Pio spiegazioni sul fenomeno. Mi rispose: "Figlio mio, non sono io. È il Signore che agisce. Lo fa sentire quando vuole e a chi vuole. Tutto avviene se e come piace a Lui."

Santo del GiornoIl 23 settembre si celebra:San Pio da PietrelcinaSacerdote cappuccinoPochi santi furono, come padre Pio,...
23/09/2025

Santo del Giorno

Il 23 settembre si celebra:

San Pio da Pietrelcina
Sacerdote cappuccino

Pochi santi furono, come padre Pio, dotati di doni straordinari che hanno richiamato su di lui l'attenzione del mondo intero: le stimmate, il profumo misterioso che emanava dal suo corpo, i carismi di profezie e di scrutamento dei cuori, le guarigioni e le conversioni attribuite alla sua preghiera.
Nel convento del Gargano, nel quale l'umile frate cappuccino viveva, la ressa di devoti era quotidiana: tutti lo volevano vedere, toccare; tutti desideravano assistere alla sua messa – "un momento di rara intensità spirituale" – e soprattutto confessarsi, rimettersi in sintonia con Dio guidati da lui.
La confessione era un incontro che spesso sconvolgeva le persone mutando per sempre la loro vita, mentre il numero dei «convertiti» e dei devoti estimatori aumentava incessantemente.
Ma poi, in concreto, per lui la vita fu un lungo calvario che egli visse unendosi a Cristo per la salvezza delle anime, fedele a un programma di vita, che egli aveva così espresso nell'immagine ricordo della sua prima messa:
«Gesù, mio sospiro e mia vita, oggi che trepidante ti elevo in un mistero d'amore, con te io sia per il mondo Via, Verità e Vita e per te sacerdote santo, vittima perfetta».
Francesco Forgione (così si chiamava padre Pio prima di indossare il saio francescano) nacque il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, piccolo paese di contadini e pastori della provincia di Benevento.
I genitori, ambedue analfabeti, pur sudando sui campi, non riuscivano a sfamare la copiosa nidiata che avevano messo al mondo (sette figli). Tanto che papà Orazio un giorno si imbarcò per l'America sperando in una sorte migliore. Gli andò bene: lavoratore instancabile e avveduto, riuscì a mettere insieme una discreta fortuna.
Alla famiglia intanto badò mamma Maria Giuseppa. Forte e ricca di fede, aveva una predilezione per il piccolo Francesco, perché era il più gracile, spesso in preda a misteriose e violente febbri, e dotato di una fine sensibilità religiosa che lo portava a ricercare luoghi solitari per dedicarsi alla preghiera.
E si chiedeva, mamma Maria, che cosa avrebbe potuto fare da grande quel suo figliolo così gracile. Risolse lui stesso il problema. Indicando con la mano il frate cappuccino venuto per la questua, disse:
«Voglio farmi frate, come fra Camillo».
Nel 1903, indossando il saio francescano nel convento dei cappuccini di Morone, iniziava il cammino di preparazione alla vita religiosa e sacerdotale che si concluse il 10 agosto 1910.
E non fu un cammino facile: le misteriose malattie che lo avevano tormentato a casa, continuarono con assalti di una virulenza tale da far temere che non sarebbe mai giunto vivo all'ordinazione, tant'è vero che, non appena ebbe l'età minima richiesta dal diritto canonico, fu consacrato sacerdote.
Con gli sgargianti paramenti sacri addosso pareva ancora più debole ed emaciato, tanto che i superiori ebbero compassione di lui e, anziché inserirlo subito nell'attività pastorale, lo mandarono a Pietrelcina, sperando che l'aria di casa gli avrebbe fatto tornare un po' di forze; qui invece il giovane frate imboccava dritto la strada di quel calvario che percorrerà per tutta la vita.
Il 5 agosto 1918 gli apparve un misterioso personaggio che gli trafisse il cuore con un dardo infuocato, mentre il 20 settembre riceveva le stimmate, inizialmente invisibili.
«Ero in coro – ha raccontato lui stesso – dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso da un riposo simile a un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni nonché le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. Vi subentrò subito una grande pace. E mentre tutto questo si andava operando, vidi innanzi un misterioso Personaggio, simile a quello visto il 5 agosto, che si differenziava solamente in questo: aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. La sua vista mi atterrì. Mi sentii morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore che sentivo sbalzare dal petto. Il Personaggio si ritirò e io mi avvidi che mani, piedi e costato erano trasformati e grondavano sangue».
Un fatto mistico accompagnato da dolore fisico acuto e lacerante. Ma sopportabile
Ma profondo e più lacerante fu il dolore provocato invece dai giudizi, dai sospetti e dalle condanne che gli vennero da istituzioni ecclesiastiche, da confratelli e da ambienti scientifici, per i quali le ferite del frate del Gargano erano frutto di isterismo.
Scienziati di ogni tipo, inviati da organismi religiosi e dallo stesso Vaticano, si accanirono per dimostrare che i fenomeni attribuitigli non avevano alcuna origine soprannaturale
E riuscirono a convincere il Sant'Uffizio, promotore di una delle inchieste più clamorose durante il pontificato di Pio XI, che si trattava di fenomeni isterici.
E gli arcigni monsignori del Vaticano, nel 1923, con un apposito decreto, vietavano al frate di Pietrelcina di dire la messa in pubblico e di confessare i fedeli.
Un'atroce tortura, durata una decina d'anni, che padre Pio visse in silenzio, senza protestare, rifugiandosi nella preghiera e nella penitenza.
La gente, che non aveva mai messo in dubbio l'origine soprannaturale di quelle misteriose piaghe, quando cessò l'ostracismo, riprese a salire la mulattiera che conduceva al convento per ascoltare la messa celebrata dal frate delle stimmate.
Padre Pio definiva la messa «il mistero tremendo».
E era per lui un momento di grande emozione spirituale: il volto trasfigurato, gli occhi luminosissimi, il corpo rapito oltre il tempo e lo spazio.
Ma anche per quanti la seguivano era un momento di rara tensione e, dopo la messa, facevano la coda davanti al suo confessionale per accedere al sacramento del perdono e per chiedergli di intercedere per loro presso Dio.
E c'era chi se ne andava deluso o irritato, e chi interiormente trasformato.
Molte le conversioni anche di personaggi notissimi al grande pubblico che verso il frate stigmatizzato nutrirono sempre profonda riconoscenza e devozione.
Padre Pio, uomo di grande ca**tà e umiltà, aveva anche il dono di leggere nei cuori, «sentiva» se chi lo avvicinava era sincero o ambiguo; per questo con alcuni era buono e con altri spicciativo o addirittura burbero.
Invitava tutti comunque a pregare sempre, a essere in continuo contatto con il Signore.
Nel 1940, mentre il mondo era alle prese con il terribile dramma della guerra, nascevano su suo invito i «Gruppi di preghiera», un'istituzione che presto si diffuse proficuamente in tutto il mondo.
“ La preghiera – aveva detto ai suoi confratelli – è la chiave dei tesori di Dio, è l'arma del combattimento e della vittoria in ogni lotta per il bene e contro il male”.
Nel medesimo anno, spinto da un grande amore per il prossimo, soprattutto per quanti erano afflitti dalla malattia, metteva in moto un movimento di ca**tà e di solidarietà per poter realizzare una struttura ospedaliera a servizio dei malati poveri.
L'idea si concretizzava nel 1956 con l'inaugurazione della Casa sollievo della sofferenza, destinata a diventare uno degli ospedali meglio attrezzati del Meridione, nel quale lavorano luminari della medicina e dove tutti sono invitati a vedere nel malato e nel povero il volto stesso di Gesù.
Tra i tanti doni di cui era dotato, padre Pio ebbe anche quello di prevedere il tempo della sua morte.
La domenica 20 settembre si fece gran festa, padre Pio celebrò messa e poi si affacciò a benedire i pellegrini che erano accorsi in gran numero.
Fu l'ultima volta che lo videro vivo, perché la notte del 23, dopo aver recitato per intero il rosario, moriva.
Padre Pio, che definiva se stesso «un frate che prega», è stato proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, che nutriva per lui grande devozione, il 2 maggio del 2000.
E due anni dopo, il 16 giugno 2002, lo stesso Pontefice, in piazza San Pietro, lo proclamò Santo e ne stabilì la memoria liturgica per il 23 settembre, "giorno della sua nascita al cielo".
Nel luglio 2004 fu inaugurata la nuova grande chiesa a San Giovanni Rotondo, progettata dal celebre architetto Renzo Piano.

Alleluia, alleluia.Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.Alleluia.Per noi cristiani, per noi che si...
23/09/2025

Alleluia, alleluia.
Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano.
Alleluia.

Per noi cristiani, per noi che siamo chiamati ad essere madri, fratelli e sorelle di Cristo, risuona forte nel cuore la domanda di Gesù: "Tu sei mia madre? Tu sei mio fratello? Tu sei mia sorella?" Quanto sarebbe bello rispondere con tutto lo slancio del cuore "Sì, Signore, lo sono!". E davanti a questa grande chiamata, Gesù ci indica il modo per esserlo: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» Davanti a queste parole domandiamoci: "Conosco la Parola del Signore? È parte integrante della mia giornata? Mi accompagna, mi guida nelle mie scelte? «Ignorare le scritture è ignorare Cristo» scriveva san Girolamo. Perciò prendiamo il santo proposito di ascoltare, leggere costantemente il Vangelo del giorno, e non solo leggerlo ma soprattutto meditarlo, sforzandoci di metterlo in pratica nelle nostre scelte quotidiane. Lasciamo che la Parola di Dio setacci i nostri sentimenti, i nostri desideri, affinché tutto parta da Cristo e tenda a Lui!

Oggi 23 settembretornava alla Casa del Padre:San Pio da PietrelcinaSacerdote cappuccinoveniva beatificato:Beato Rolando ...
23/09/2025

Oggi 23 settembre

tornava alla Casa del Padre:
San Pio da Pietrelcina
Sacerdote cappuccino

veniva beatificato:
Beato Rolando (Orlando) de' Medici
Eremita

PREGHIERA DEL MATTINO Signore Gesù,
tu chiami fratelli e sorelle coloro che ascoltano la tua voce.
Donami un cuore docile, capace di accogliere la tua Parola. Fa’ che la mia vita non resti sorda al tuo invito, ma diventi risposta concreta di amore. Sostienimi nelle scelte quotidiane, perché non mi limiti a dire, ma a vivere ciò che credo. Accoglimi nella tua famiglia, dove la comunione nasce dall’obbedienza a Dio, e fa’ che io non tema di testimoniare la mia fede. Gesù, fratello e Maestro,
rendimi parte della tua casa, perché in te trovo la mia gioia,
la mia forza e la mia vera appartenenza. Amen.

PREGHIERA A SAN PIO
O Dio, che a San Pio da Pietrelcina, sacerdote Cappuccino, hai donato l'insigne privilegio di partecipare, in modo mirabile, alla passione del tuo Figlio, concedimi, per tua intercessione, la grazia.... che ardentemente desidero; e soprattutto donami di essere conforme alla morte di Gesù per giungere poi alla gloria della risurrezione. Amen

PREGHIERA PER LA SERA
O Padre Pio, vigila su di me e proteggimi dal male mentre mi affido al sonno. Insegnami la ca**tà e la generosità e guida il mio cuore verso la luce divina. Sii accanto a chi soffre, intercedi per le mie famiglie e i miei amici, e affido a te i miei più profondi desideri, fiducioso nella grazia che giungerà tramite la tua intercessione. Amen.

Il Vangelo di oggi ci presenta un'immagine che sembra scontata. Gesù dice che nessuno accende una lampada e la copre o l...
22/09/2025

Il Vangelo di oggi ci presenta un'immagine che sembra scontata. Gesù dice che nessuno accende una lampada e la copre o la mette sotto un letto; fare ciò sarebbe davvero insensato! Eppure se Gesù arriva ad affermarlo, significa che noi saremmo capaci di farlo... Quando venne celebrata l'ultima Messa a casa di Chiara Corbella Petrillo vi era il Vangelo che parlava della luce e del candelabro, e alla domanda del sacerdote cosa fosse il candelabro, Chiara così rispose: "il candelabro è la croce!". Davanti a queste parole noi vogliamo fare il nostro esame di coscienza e domandarci se, uniti a Cristo, cerchiamo di essere luce, o se pensiamo di esserlo ma senza nessuna testimonianza coerente al Vangelo; se pensiamo di essere luce lamentandoci quando vi sono le difficoltà della vita; se pensiamo di essere luce spargendo cattiverie. Il nostro essere cristiani si vede soprattutto nel momento della prova; Gesù non ci evita la prova ma in Lui diventa un'occasione per crescere e per testimoniare che in Lui tutto è possibile. Noi, infatti, non affrontiamo e misuriamo le difficoltà da soli ma con la grazia di Colui che ha dato la sua vita per noi. Il momento della croce è il momento in cui veniamo assimilati ancora di più a Gesù crocifisso ed è il momento in cui anche noi diveniamo luce per gli altri! Qual è la nostra croce in questo momento? Qual è la sofferenza che stiamo vivendo? Chiediamo al Signore la grazia che ci aiuti ad accoglierla e ad offrirla per il bene nostro e di tanti.

Alda Merini( Frate Indovino - settembre 2025)La malattia è il misero capitale del povero...“La malattia è il misero capi...
22/09/2025

Alda Merini
( Frate Indovino - settembre 2025)

La malattia è il misero capitale del povero...
“La malattia è il misero capitale del povero, che lo va innocentemente a offrire a un medico, dicendogli con linguaggio muto: in nome di questa povertà, o miseria che tu voglia chiamarla, in nome della fiducia che ti porto, guariscimi. Soprattutto in nome di Dio, che ci vuole tutti eguali e felici”

Alda Merini

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