28/11/2025
Un angolo di Avellino che, per qualche decennio, profumò d’Europa.
Siamo nel cuore dell’Irpinia, a metà Ottocento, in una città ancora legata alle sue campagne ma attraversata dai venti del Risorgimento.
Nel 1848, in questo scenario, apre il Caffè del Principe, considerato la prima caffetteria italiana con menù stampato e servizio al tavolo.
Nasce in una piazza centrale, probabilmente dove oggi si apre Piazza Libertà, e porta nella vita quotidiana degli avellinesi un’idea nuova di ritrovo urbano.
A fondarlo è Giovanni Battista De Conciliis, imprenditore locale appartenente a una famiglia influente della città.
Ha viaggiato in Europa, ha visto i caffè di Parigi e di Vienna, e decide di riprodurne lo spirito in Irpinia.
La sua intuizione più innovativa è semplice e radicale: un menù stampato, elegante, da consultare prima di ordinare.
Su quel foglio compaiono caffè, tè, cioccolata, dolci e piccoli stuzzichini, con i relativi prezzi, in un formato che segna il passaggio dalla memoria orale alla carta.
Per i clienti significa poter scegliere con calma, misurare la spesa, apprezzare la cura nella presentazione.
Per la città è un segno di modernità, che trasforma il caffè da luogo di consumo rapido a spazio di socialità strutturata.
L’altra novità decisiva è il servizio al tavolo, affidato a camerieri in divisa.
Non più solo il banco o il caffè portato a casa, ma sedute, conversazioni, giornali da leggere con la tazzina davanti.
In questo ambiente elegante e riservato iniziano a incontrarsi intellettuali, artisti e patrioti irpini.
Durante il Risorgimento il Caffè del Principe diventa uno dei luoghi in cui si parla di politica, si leggono le cronache, si progettano riunioni più riservate.
Una fonte preziosa è il diario di un viaggiatore inglese del 1852, che descrive il locale come un “piccolo angolo di Parigi nel cuore dell’Irpinia”.
Nelle sue pagine compaiono elogi per la qualità del caffè, la cortesia del personale e la raffinatezza dell’arredo.
Altri riferimenti si trovano in cronache locali ottocentesche e nella ricerca di studiosi che, in tempi recenti, hanno ricostruito la storia del locale.
La vicenda si chiude alla fine dell’Ottocento, quando il Caffè del Principe scompare, probabilmente travolto dai cambiamenti economici e sociali della città.
Resta però il ricordo di un esperimento che anticipa abitudini oggi date per scontate, come leggere un menù stampato seduti a un tavolino.
Rispetto all’Avellino che raccontiamo spesso, fatta di castelli, chiese e vini, questo frammento di quotidiano aggiunge una tessera inattesa al mosaico cittadino.
Mostra una comunità capace, già nel 1848, di aprirsi a forme nuove di convivialità e di cultura, partendo da una semplice tazzina di caffè.
💁♂️ Quel che non sapevi, in breve
👉 Nel 1848 ad Avellino apre il Caffè del Principe con menù stampato
👉 Il fondatore, Giovanni Battista De Conciliis, si ispira ai caffè di Parigi e Vienna
👉 Servizio al tavolo e camerieri in divisa trasformano il caffè in salotto urbano
👉 Il locale diventa ritrovo di patrioti e intellettuali durante il Risorgimento
👉 Chiuso a fine Ottocento, è oggi ricordato come simbolo di innovazione cittadina