Terapeuta in benessere mentale

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Esatto 💪🏽
30/10/2025

Esatto 💪🏽

“Prima di discutere con qualcuno, chiediti—sono abbastanza maturi mentalmente da capire il concetto di una prospettiva d...
30/10/2025

“Prima di discutere con qualcuno, chiediti—sono abbastanza maturi mentalmente da capire il concetto di una prospettiva diversa?” Perché se non lo sono, non ha senso provarci.
Non ogni discussione merita il tuo tempo o la tua energia. Alcune persone non ascoltano per capire—ascoltano per reagire. Sono intrappolate nella propria visione, incapaci di uscirne, e confrontarti con loro ti lascia solo esausto.
C’è una grande differenza tra un confronto sano e un dibattito inutile. Una vera conversazione—radicata nel rispetto reciproco e nella curiosità—può essere illuminante, anche quando non si è d’accordo. Ma cercare di ragionare con qualcuno che si rifiuta di vedere oltre le proprie convinzioni? È come discutere con un muro di mattoni. La logica non romperà la negazione. La verità non raggiungerà una mente chiusa.
La maturità non consiste nel vincere le discussioni—ma nel sapere quali non vale la pena affrontare. È scegliere la tua pace invece del tuo orgoglio. Alcune persone non vedranno mai il tuo punto di vista, non perché tu abbia torto, ma perché hanno deciso che non ne hanno bisogno.
Ed è va bene così. Non devi spiegarti a tutti. A volte, la cosa più forte e saggia che puoi fare è semplicemente andartene—non per sconfitta, ma per pace—sapendo che il silenzio spesso dice più di qualsiasi discussione possa mai dire."

Non esistono attimi perduti o occasioni fuori posto.Ogni incontro,ogni sguardo,ogni gesto, arriva quando le nostre vite ...
29/10/2025

Non esistono attimi perduti o occasioni fuori posto.
Ogni incontro,
ogni sguardo,
ogni gesto, arriva quando le nostre vite sono pronte a riceverlo.
Tutto ciò che segue è il frutto delle nostre decisioni,
della nostra volontà di scegliere con coraggio e chiarezza.
La libertà sta nell’accogliere ciò che arriva e nel decidere come rispondere.
Senza rimpianti,
senza paura di aver perso il tempo.
È nel nostro modo di reagire, di investire emozione e presenza, che la vita prende forma e significato.

Le ombre che portiamo dentro: il riflesso invisibile del mondo“Se non impari ad affrontare le tue ombre, continuerai a v...
28/10/2025

Le ombre che portiamo dentro: il riflesso invisibile del mondo

“Se non impari ad affrontare le tue ombre, continuerai a vederle negli altri, perché il mondo fuori di te è solo un riflesso del mondo che è dentro di te.”
— Carl Gustav Jung

Viviamo in un tempo in cui tutto è proiettato all’esterno: l’immagine, il giudizio, la prestazione, il bisogno di apparire migliori di ciò che siamo. Eppure, come ricordava Jung, il vero campo di battaglia non è fuori, ma dentro di noi.
È lì che si nasconde la nostra ombra — la parte oscura della personalità, quella che rifiutiamo, neghiamo o condanniamo perché non si adatta all’immagine ideale che abbiamo di noi stessi.

🕯️ L’Ombra secondo Jung

Per Jung, l’Ombra non è un mostro da combattere, ma una parte dell’anima da riconoscere e integrare.
Rappresenta tutto ciò che abbiamo represso: rabbia, gelosia, paura, desideri, vulnerabilità. Ma anche talenti e potenzialità non ancora espresse, rimaste nell’oscurità perché non accolte dalla nostra coscienza.

Ignorare l’Ombra significa lasciare che essa prenda il controllo in modo inconsapevole. Così, finiamo per proiettare sugli altri ciò che non vogliamo vedere in noi: giudichiamo, critichiamo, condanniamo — ma, in realtà, stiamo solo guardando uno specchio.

🔁 Il gioco delle proiezioni

Quando diciamo: “Non sopporto quella persona”, spesso non è quella persona il problema, ma la parte di noi che risuona con ciò che essa rappresenta.
L’altro diventa un teatro psichico, dove le nostre ferite, i nostri desideri e i nostri conflitti più nascosti si mettono in scena.

Questo meccanismo è naturale, ma pericoloso se non ne diventiamo consapevoli: più rifiutiamo di vedere la nostra Ombra, più essa ci domina da dietro le quinte, creando relazioni tossiche, conflitti, paure irrazionali e cicli di sofferenza che si ripetono.

🌿 L’incontro con l’Ombra

Affrontare la propria Ombra non significa giustificare i propri lati oscuri, ma accoglierli con onestà.
È un processo di umiltà e di verità: guardarsi allo specchio e riconoscere il bene e il male che coesistono in noi.
Solo così possiamo scegliere, consapevolmente, chi vogliamo essere.

In fondo, l’Ombra non è il contrario della luce, ma la sua condizione necessaria.
Non esiste alba senza notte, né coscienza senza oscurità.
L’anima cresce solo attraversando le proprie profondità.

💫 Riconciliarsi con se stessi

Quando impariamo ad ascoltare la nostra Ombra, smettiamo di combattere il mondo.
Le persone non ci sembrano più nemici, ma specchi di conoscenza.
Ogni irritazione diventa un indizio, ogni giudizio un invito a guardarci dentro, ogni ferita una porta verso la guarigione.

E allora, ciò che prima ci turbava negli altri smette di farci paura.
Perché comprendiamo che tutto ciò che incontriamo “fuori” è lì per rivelarci qualcosa di noi.

Affrontare le proprie ombre è un atto di coraggio spirituale.
Significa scegliere di non restare prigionieri delle proprie paure, dei propri automatismi e dei propri rancori.
Significa attraversare la notte per meritarsi l’alba.

Come direbbe Jung,

“L’uomo non diventa illuminato immaginando figure di luce, ma rendendo consapevole la propria oscurità.”

Solo così il mondo fuori di noi smetterà di essere uno specchio deformante, e diventerà finalmente ciò che è:
il riflesso limpido di un’anima in pace con se stessa.

♥️♥️♥️

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno le stesse strade, chi non cambia marca, non r...
28/10/2025

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno le stesse strade, chi non cambia marca, non rischia di indossare un nuovo colore e non parla con qualcuno che non conosce.

Quelli che fanno della televisione la loro guida muoiono lentamente. Lentamente muore chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i punti sulle "ie" a un turbinio di emozioni, proprio quelle che salvano la lucentezza degli occhi, i sorrisi dagli sbadigli, i cuori agli inciampi e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non gira le carte in tavola quando è infelice sul lavoro, chi non rischia il certo per l'incerto per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di scappare da consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Lentamente muore chi distrugge la propria autostima, chi non si lascia aiutare. Lentamente muore chi passa le giornate a lamentarsi della sua sfortuna o della pioggia incessante.

Chi muore lentamente, abbandonando un progetto prima di iniziarlo, non ponendo domande su una questione che non conosce o non rispondendo quando gli viene chiesto qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole puntate, ricordando sempre che essere vivi richiede uno sforzo molto maggiore del semplice atto di respirare. Solo un'ardente pazienza ci farà conquistare una splendida felicità".

La solitudine non arriva per mancanza di persone,ma per eccesso di delusioni.Colpisce chi ha amato forte,chi ha ascoltat...
27/10/2025

La solitudine non arriva per mancanza di persone,
ma per eccesso di delusioni.
Colpisce chi ha amato forte,
chi ha ascoltato fino a consumarsi,
chi ha creduto che la bontà bastasse
a farsi restituire lo stesso peso di cuore.
Ti lascia n**o davanti a te stesso,
senza scuse, senza rumore,
solo con la verità:
non puoi salvare chi non vuole essere salvato.
La solitudine non punisce.
Ti ripulisce.
Ti mostra chi resta davvero
quando smetti di essere utile.
E allora capisci che stare soli
non è il prezzo da pagare,
ma la prova che hai smesso di accettare briciole.
Da quel momento, non sei più solo.
Sei libero.

Viviamo inseguendo un domani che non arriva mai, o combattendo ricordi che non possiamo cambiare. Così ci sfugge l’unica...
27/10/2025

Viviamo inseguendo un domani che non arriva mai, o combattendo ricordi che non possiamo cambiare. Così ci sfugge l’unica verità che conta: la vita accade ora. Non nel passato, non nel futuro. Ma in questo preciso respiro. Quando torni al presente, tutto si ricompone, tutto torna a casa.

💫 Quel bambino non è mai sparito.Puoi avere quarant’anni, cinquanta, sessanta.Puoi aver costruito una vita intera, un la...
21/10/2025

💫 Quel bambino non è mai sparito.

Puoi avere quarant’anni, cinquanta, sessanta.
Puoi aver costruito una vita intera, un lavoro, una famiglia.
Eppure dentro di te c’è ancora quel bambino.

Quello che aspettava uno sguardo.
Quello che voleva solo essere visto, accolto, abbracciato.
Quello che si sentiva di troppo, o mai abbastanza.

Non è scomparso.
Ha solo imparato a nascondersi dietro i ruoli, la forza, il controllo.
A mascherarsi da adulto efficiente per non sentire più quel vuoto antico.

Ma il corpo ricorda.
Il cuore lo sa.
Ogni volta che reagisci “troppo”, ogni volta che ti senti ferito da poco o ti vergogni di ciò che provi…
è lui che chiede di essere finalmente guardato.

Non vuole colpe, né spiegazioni.
Vuole solo amore.
Vuole che tu lo prenda per mano e gli dica:
“Ti vedo. Sei parte di me. Ora sei al sicuro.”

Solo allora possiamo davvero crescere.
Non diventando più forti.
Ma diventando più integri.

Tutto ciò che arriva velocemente, velocemente se ne va.Viviamo in un tempo in cui tutto sembra dover essere immediato.Ri...
20/10/2025

Tutto ciò che arriva velocemente, velocemente se ne va.
Viviamo in un tempo in cui tutto sembra dover essere immediato.
Risultati, riconoscimenti, relazioni, successo.
Ma la verità è che ciò che conta davvero non nasce mai in fretta.
Ci vuole tempo per costruire fiducia.
Ci vuole tempo per crescere, per capire chi siamo e dove vogliamo andare.
Ci vuole tempo per diventare bravi in qualcosa, per meritarsi un risultato che resti.
La velocità può dare l’illusione di andare avanti, ma solo la costanza ti porta lontano.
E quello che arriva piano, passo dopo passo, radicato nella fatica e nella passione, resta.

SE VALE LA PENANel rapporto con gli altri, chiediti sempre se vale la pena. Sembra una frase semplice, ma dentro ci sta ...
20/10/2025

SE VALE LA PENA

Nel rapporto con gli altri, chiediti sempre se vale la pena. Sembra una frase semplice, ma dentro ci sta tutto... la dignità, la misura dell’amore, la stima di sé e quel confine invisibile che separa la cura dalla sottomissione.

Perché sì, ci insegnano fin da piccoli che amare vuol dire comprendere, perdonare, avere pazienza. Ma nessuno ci insegna quando smettere di farlo. Nessuno ci dice che anche la comprensione ha un prezzo, e che a volte lo paghiamo con la nostra pace.

Ci sono persone che ci mettono continuamente alla prova. Non perché siano cattive, ma perché non hanno ancora imparato a vedere oltre sé stesse. Ti fanno aspettare, ti fanno dubitare, si chiudono nei loro silenzi, e tu resti lì… con il cuore sospeso, come se avessi promesso di non muoverti fino a che non tornano. Ma la verità è che nessuno merita la tua immobilità.

Se vale la pena, dovremmo chiederlo più spesso. Vale la pena aspettarli? Vale la pena cercare spiegazioni a chi non vuole darle?Vale la pena giustificare comportamenti che si ripetono da anni, sempre uguali, sempre ferenti, sempre con la stessa scusa?

Non è egoismo, è sopravvivenza emotiva.

A volte si cresce proprio così, nel momento esatto in cui smetti di rincorrere chi non vuole essere raggiunto. Nel momento in cui decidi che la tua pace vale più della loro presenza. E non c’entra il bene che vuoi loro, perché il bene, quello vero, non pretende sacrifici continui.

Il bene non ti svuota, ti nutre. Non ti lascia appeso al telefono, non ti fa cercare segni nei silenzi, non ti punisce con l’indifferenza.

Ci sono persone che amiamo profondamente ma che ci fanno male. E il dolore, quando si ripete, non è più una lezione... diventa un’abitudine. Un’abitudine che ti spegne piano piano, che ti convince che “è così che deve essere”. Ma non deve essere così.

A volte l’amore più grande che puoi dimostrare a qualcuno è non cercarlo più. Non perché lo odi, ma perché hai capito che il vostro incontro serve solo a ferirvi, a ripetere schemi che non evolvono. E allora lasci andare, con la consapevolezza che stai scegliendo te... e non c’è niente di più sacro.

Molti confondono la bontà con la disponibilità infinita. Ma non sono la stessa cosa. Essere buoni non significa essere sempre lì, anche quando ti ignorano o ti trattano male. Essere buoni non significa essere tappetini emotivi su cui gli altri possono scaricare le loro irrisoltezze.

Essere buoni significa amare con misura, donare con equilibrio, e sapere quando è tempo di chiudere la porta.

Il punto è che, nel tempo, impari che non tutto si deve capire. Non tutti i silenzi vanno decifrati. Non tutti gli allontanamenti vanno giustificati. Non tutte le cattiverie vanno subite impassibili e in silenzio.

C’è chi si allontana perché non ha il coraggio di guardarti negli occhi. C’è chi tace perché le parole gli brucerebbero in gola. E c’è chi non si fa capire perché, semplicemente, non vuole farsi capire. E allora tu puoi anche sforzarti, scavare, analizzare, giustificare, ma arrivi a un punto in cui capisci che stai solo facendo male a te stesso.

È lì che entra in gioco la domanda:

“Vale la pena?”.

E la risposta non sempre è facile.
Perché la mente dice di no, ma il cuore continua a dire di sì. Perché c’è l’affetto, la storia, il ricordo di quando c’era intesa, di quando bastava uno sguardo per capirsi. Ma non puoi vivere di “quando c’era”. Non puoi restare legato a un’immagine passata di una persona che oggi non esiste più.

Ogni volta che permetti a qualcuno di trattarti con indifferenza, insegni al mondo come si può fare con te. Ogni volta che giustifichi chi non si scusa, che comprendi chi non cerca di comprenderti, stai mettendo te stesso in fondo alla lista.

E il rischio è che un giorno non ti riconoscerai più. Ti guarderai allo specchio e vedrai solo una copia stanca di chi eri, una persona che ha dato troppo, troppo a lungo, senza ricevere nutrimento in cambio.

L’amore, quello vero, non è un campo di battaglia. È un giardino... e in un giardino le piante crescono solo se entrambe le radici ricevono acqua.

Tu puoi annaffiare da solo per un po’, ma non puoi farlo per sempre. Prima o poi la tua brocca si svuota.

E quando arrivi a quel punto, la vita ti fa una domanda:

“Vuoi ancora dare o vuoi ricominciare a vivere?”.

E lì capisci che non è cattiveria scegliere la seconda. È maturità e amore per te stesso. Perché anche la bontà, per restare tale, ha bisogno di confini. Senza confini, la bontà diventa dipendenza, e la compassione si trasforma in autolesionismo.

Ci sarà sempre qualcuno che ti dirà:

“Ma come, dopo tutto quello che avete passato?”.

Sì, dopo tutto quello che abbiamo passato. Perché non tutto quello che si passa va mantenuto. Ci sono legami che servono a farti capire cosa non vuoi più. Ci sono persone che arrivano solo per mostrarti quanto vali, nel momento in cui non ti scelgono. E questo è un paradosso meraviglioso... ti insegnano il tuo valore proprio non riconoscendolo.

Non serve rabbia e non serve vendetta. Serve solo presenza, riconoscere cosa ti fa male e smettere di metterti in quella situazione. È così che si cresce... non quando impari a resistere, ma quando impari a non dover più resistere.

E allora, quando ti ritrovi davanti all’ennesimo silenzio, all’ennesima distanza, non chiederti:

“perché mi fa questo?”.

Chiediti:

“perché io lo accetto ancora?”.

La risposta, spesso, è la chiave della tua liberazione.

Non dobbiamo diventare freddi, cinici o distaccati. Dobbiamo solo imparare a dare con intelligenza, a comprendere con misura, a voler bene senza autodistruggerci.

Ci sarà un momento, e arriva per tutti, in cui smetti di rincorrere chi non ha più voglia di essere raggiunto. E in quel momento non proverai più rabbia... sentirai solo pace. Perché finalmente avrai capito che non tutto deve continuare per sempre, che alcuni capitoli si chiudono non per punizione, ma per giustizia dell’anima.

Ogni relazione che finisce lascia un insegnamento e ogni delusione è un maestro severo ma prezioso.
Ti insegna a scegliere meglio, a sentire prima, a dire basta con più fermezza e meno sensi di colpa.

Perché i sensi di colpa non appartengono a chi decide di proteggere la propria serenità. Appartengono a chi, potendo dare, ha scelto di non farlo.

E allora sì, chiediti sempre se vale la pena. Se vale la pena spiegare a chi non ascolta, giustificare a chi non si scusa, aspettare chi non torna. Perché ogni volta che ti chiedi "vale la pena?”, ti stai già ricordando che tu vali.

E quando te ne rendi conto, non accetti più briciole emotive. Non accetti più attenzioni intermittenti e non accetti più di dover meritare ciò che dovrebbe arrivare naturalmente.

Amare non significa soffrire. Amare significa sentirsi a casa, non camminare su gusci d’uovo.
Significa leggerezza, non ansia... presenza, non assenza.

E quando lo capisci la vita cambia direzione. Non perché smetti di amare gli altri, ma perché inizi ad amare anche te. E a quel punto non chiedi più:

“mi ameranno come li amo io?”,

ma solo:

“Mi sto trattando con lo stesso rispetto che vorrei dagli altri?”

Perché tutto ha un limite, sì.
E quel limite si chiama dignità.

Una singola parola    di incoraggiamento  può cambiare drasticamente    la vita di una persona.   Incoraggiare gli altri...
20/10/2025

Una singola parola
di incoraggiamento può cambiare drasticamente
la vita di una persona.
Incoraggiare gli altri
significa aiutarli
a far brillare
la loro forza interiore.

Daisaku Ikeda

14/10/2025

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Naples

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