Giuseppe Cesareo

Giuseppe Cesareo 📰 Giornalista per professione
✍️ Scrittore per passione
🙏 Evangelizzatore per missione

Commento al Vangelo del giorno Matteo 11,11-15Di Giovanni il Battista Gesù dice parole enormi: nessuno è più grande di l...
11/12/2025

Commento al Vangelo del giorno Matteo 11,11-15

Di Giovanni il Battista Gesù dice parole enormi: nessuno è più grande di lui, eppure chi entra nel Regno lo supera. Mi sorprende questo rovesciamento. Giovanni, il profeta del limite e dell’attesa, resta sulla soglia: ha visto il Messia, lo ha indicato, ma non ne ha riconosciuto fino in fondo il volto. Anche lui, come me, ha immaginato un Dio forte, giudice, che taglia e purifica. Ma Gesù scompiglia tutto: non impone, non forza, non condanna. Guarisce, rialza, ascolta, perdona. È la discrezione dell’amore che apre il Regno.

Forse per questo il Regno “soffre violenza”: non la forza che conquista, ma quella scelta interiore che mi chiede di lasciare cadere le mie immagini di Dio. La vera “violenza” è l’inquietudine che mi spinge a convertire lo sguardo, a riconoscere che Dio è Padre e che ogni altro è fratello. È qui che il Nuovo supera l’Antico: non abolendo, ma illuminando. E quando accolgo questa luce, anche nella mia piccolezza, divento più grande di Giovanni. Perché finalmente entro nella casa del Padre come figlio, non come ospite.

Commento al Vangelo del giorno 11 dicembre 2025
10/12/2025

Commento al Vangelo del giorno 11 dicembre 2025

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,11-15) In quel tempo Gesù disse alla folla: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel…

Commento al Vangelo del giorno Matteo 11,28-30Le parole di Gesù – “Venite a me… e io vi ristorerò” – mi raggiungono semp...
10/12/2025

Commento al Vangelo del giorno Matteo 11,28-30

Le parole di Gesù – “Venite a me… e io vi ristorerò” – mi raggiungono sempre come un invito sussurrato, capace di sciogliere pesi che non so più nominare. Dietro questo invito risuona l’antica voce dei profeti e della Sapienza: Dio che cerca chi è stanco, che non chiede nulla in cambio se non il coraggio di avvicinarsi. Isaia parlava di un Servo che consola gli sfiduciati; i libri sapienziali descrivevano una Sapienza che offre pace a chi accoglie il suo giogo. In Gesù questi accenti diventano volto, mano tesa, presenza mite.

Il suo giogo non è un peso in più, ma la possibilità di condividere il nostro, di non portarlo più da soli. Imparare da Lui significa scoprire che la vera forza nasce dalla mitezza, che la vera grandezza è un cuore che si abbassa per fare spazio all’altro. E così la nostalgia di un Dio che consola si trasforma in speranza concreta: non un Messia potente e distante, ma un compagno di viaggio che alleggerisce il passo. A volte basta fermarsi un istante, respirare il suo “Venite a me”, e il cuore ritrova la strada verso casa.

Commento al Vangelo del giorno 10 dicembre 2025
09/12/2025

Commento al Vangelo del giorno 10 dicembre 2025

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,28-30) In quel tempo, rispondendo Gesù disse: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imp…

Commento al Vangelo del giorno Matteo 18,12-14Ogni volta che ascolto questa parabola, mi accorgo che Gesù non vuole darm...
09/12/2025

Commento al Vangelo del giorno Matteo 18,12-14

Ogni volta che ascolto questa parabola, mi accorgo che Gesù non vuole darmi una risposta, ma provocare una domanda dentro di me: “Che te ne pare?” E mentre cerco di rispondere, scopro che la logica di Dio non rassomiglia alla mia. Io, al sicuro tra le novantanove, mi sentirei prudente, ragionevole, forse addirittura saggio. Ma Gesù racconta di un Pastore che lascia quasi tutto per inseguire quasi niente. È una logica che sfugge al calcolo: una sola pecora vale il rischio, vale la fatica, vale il cuore intero.

A volte mi riconosco in quella pecora che si smarrisce senza quasi accorgersene. Altre volte, invece, somiglio alle novantanove che non comprendono la preferenza di Dio per ciò che è fragile, perduto, marginale. Eppure, è proprio lì che il Vangelo mi sorprende: Dio non è prudente con me. Mi cerca come se fossi l’unico. Corre verso ciò che ho perso, verso ciò che temo, verso ciò che non riesco a guarire.

La “follia” del Pastore è la mia salvezza: un amore che non fa conti, che non aspetta che io torni, ma viene a prendermi. Ogni volta.

Commento al Vangelo del giorno 9 dicembre 2025
08/12/2025

Commento al Vangelo del giorno 9 dicembre 2025

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 18,12-14) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per…

Commento al Vangelo del giorno Luca 1,26-38Immacolata Concenzione - SolennitàNel turbamento di Maria riconosco il mio: q...
08/12/2025

Commento al Vangelo del giorno Luca 1,26-38
Immacolata Concenzione - Solennità

Nel turbamento di Maria riconosco il mio: quel brivido che nasce quando Dio entra nella vita senza chiedere permesso. L’angelo le dice “Non temere”, ma proprio quel sì la porterà dentro strade difficili. Eppure, in Maria non vedo una donna privilegiata, ma una creatura libera: libera dal sospetto, dal bisogno di capire tutto, dalla paura di non farcela. Il suo cuore “immacolato” è il luogo in cui Dio può finalmente essere accolto senza resistenze.

Mi sorprende la semplicità del suo dialogo: una domanda sincera, una promessa, poi il silenzio. Maria non trattiene l’angelo, non pretende garanzie: lascia andare, e rimane sola con la Parola. È qui la sua grandezza. Il suo “eccomi” non cancella fatiche e incertezze, ma dà senso al viaggio.

Guardando a lei mi accorgo dei tanti appigli che il male trova in me: ferite non guarite, orgoglio, paure. Eppure Maria resta davanti come una traccia fresca: dimostra che la libertà è possibile, che nulla è impossibile a Dio, che la grazia non elimina i problemi ma li attraversa con una luce nuova.

Commento al Vangelo del giorno 8 dicembre 2025
07/12/2025

Commento al Vangelo del giorno 8 dicembre 2025

Immacolata Concezione – Solennità Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, p…

Commento al Vangelo del giorno Matteo 3,1-12II Domenica di AvventoNel deserto che spesso abita il mio cuore, la voce di ...
07/12/2025

Commento al Vangelo del giorno Matteo 3,1-12
II Domenica di Avvento

Nel deserto che spesso abita il mio cuore, la voce di Giovanni mi sorprende e mi inquieta: “Preparate la via del Signore”. Non parla a chi già si sente arrivato, ma a chi ha il coraggio di riconoscere le proprie irregolarità, le curve storte che impediscono all’Altro di raggiungermi. Giovanni non accarezza: svela le maschere, smaschera le scuse, frantuma ogni illusione di autosufficienza spirituale. Mi ricorda che la fede non è un rifugio per evitare la vita, ma una forza per rimetterla in cammino.

La conversione non è un gesto eroico, è permettere allo Spirito di rigenerare ciò che in me non porta frutto. A volte è una potatura dolorosa, altre una promessa di germoglio in un tronco che credevo ormai sterile. L’ira di Dio non è minaccia, ma impazienza d’amore davanti al divario tra ciò che siamo e ciò che potremmo essere.

Il Regno si avvicina quando smetto di sfuggire e accetto di essere terreno ancora lavorabile. È allora che il deserto diventa strada, e la mia fragilità un luogo dove lo Spirito può posarsi e far nascere pace, giustizia, fecondità.

Commento al Vangelo del  giorno  7 dicembre 2025
07/12/2025

Commento al Vangelo del giorno 7 dicembre 2025

II Domenica di Avvento Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 3,1-12) In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vic…

Commento al Vangelo del giorno Matteo 9,35-10,1.6-8In questo Vangelo sento risuonare una chiamata che non nasce dal dove...
06/12/2025

Commento al Vangelo del giorno Matteo 9,35-10,1.6-8

In questo Vangelo sento risuonare una chiamata che non nasce dal dovere ma dalla compassione. Gesù guarda le f***e e il suo cuore si muove: è da questo sguardo che nasce la missione. E mi sorprende pensare che tutto parte da lì, da un Dio che non guarda dall’alto, ma sente, soffre, si avvicina. Anche a me.

“Strada facendo” dice Gesù. Non quando sarò pronto, non quando avrò risolto tutto, ma lungo il cammino. È lì che posso annunciare che il Regno è vicino: non con grandi parole, ma con la mia vicinanza, con gesti piccoli e gratuiti, con un ascolto che cura, con una presenza che rialza.

Mi accorgo allora che il vero miracolo non è fare cose straordinarie, ma lasciare che l’Amore ricevuto diventi Amore donato. Essere, semplicemente, un tratto della compassione di Cristo nella storia. E mentre lo faccio, scopro che la mia stessa fragilità è il luogo in cui la sua grazia si manifesta e passa agli altri.

Commento al Vangelo del giorno 6 dicembre 2025
05/12/2025

Commento al Vangelo del giorno 6 dicembre 2025

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,35-10,1.6-8) In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia …

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