Napoli MONiTOR

Napoli MONiTOR Napoli Monitor è un giornale on line di cronache, inchieste, reportage e disegni. Dal 2015, Monitor ha cominciato a pubblicare alcuni libri.

Dal 2006, per nove anni, Napoli Monitor è stato un giornale cartaceo, prima mensile e poi bimestrale, che ha raccontato attraverso cronache, inchieste, reportage e disegni, la città di Napoli principalmente, ma anche altre storie provenienti dall'Italia e dal Mondo. Dopo sessanta numeri la redazione ha interrotto la pubblicazione del cartaceo per dedicarsi esclusivamente alla costruzione di un por

tale on-line con aggiornamenti quotidiani. Non una vera e propria casa editrice, ma un numero di uscite programmate, con cadenza periodica e continuativa. Il senso del percorso non cambia: narrare la realtà, rafforzando i nostri punti di vista attraverso uno stile non banale, tra letteratura, giornalismo e ricerca sociale, abbinando l’originalità e la cura. Ulteriori info su: http://napolimonitor.it/napoli-monitor-sito-internet-libri-e-altre-novita/

Partendo dall’idea di un documentario sull’Archivio di Stato di Napoli, è diventato un film con tutti i crismi, scritto ...
05/12/2025

Partendo dall’idea di un documentario sull’Archivio di Stato di Napoli, è diventato un film con tutti i crismi, scritto e messo in scena a partire da storie vere contenute nei faldoni dimenticati tra i corridoi dell’Archivio. Prendono così vita, in forma poetica e politica, vicende realmente accadute nei decenni e secoli scorsi. Sono storie di donne, e accanto a vicende atroci (stupri, aborti clandestini, amori fatti a pezzi dalla guerra) è sempre riflessa la voglia e il desiderio di liberazione dai nemici di sempre, il sistema patriarcale e quello capitalistico. Il documentario ha una durata breve, 67 minuti. Colpisce la ricchezza di soluzioni stilistiche che adotta, dovuta probabilmente sia all’abilità al montaggio della regista – che nasce come montatrice –, sia al desiderio di utilizzare al massimo le possibilità del mezzo. Si va dal registro simbolico a quello teatrale, dal realismo tipico del documentario all’inserto d’animazione, fino all’utilizzo con parsimonia di materiale d’archivio. Piuttosto ricercata la scrittura; paradosso, poiché essa deriva quasi integralmente dalla lingua burocratica utilizzata nelle carte processuali.

un articolo di Salvatore Iervolino
disengo di Manincuore

L’occasione per questo articolo è duplice: per un verso il desiderio di chi scrive di “stare” su Napoli coi suoi artisti e le sue contraddizioni, le sue “novità” e le sue puntuali bruttezze; per altro verso la proiezione del film L’eco dei fiori sommersi al Modernissimo il 5 dicembre [...

Oggi pomeriggio alle 17:30 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (via Monte di Dio, 14/15).Con gli autori del v...
05/12/2025

Oggi pomeriggio alle 17:30 all’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (via Monte di Dio, 14/15).
Con gli autori del volume e con Luigi De Falco, Anna Fava e Ugo Rossi.

Enrico Pugliese ci ha lasciati la scorsa settimana. Oggi sarà ricordato alle 11:30 alla Sala della Promoteca del Campido...
04/12/2025

Enrico Pugliese ci ha lasciati la scorsa settimana. Oggi sarà ricordato alle 11:30 alla Sala della Promoteca del Campidoglio. Anche noi vogliamo ricordarlo, riproponendo questo articolo da lui pubblicato sul Manifesto esattamente trent’anni fa, nel dicembre 1995, in un periodo molto delicato, nel pieno della discussione politica su una possibile sanatoria e di una mobilitazione dai tratti chiaramente razzisti incentrata sul legame tra immigrazione e criminalità che iniziava a sfondare anche a sinistra.
Leggendolo si possono ritrovare tutte le tracce che hanno fatto di Enrico una figura radicale e autorevole, capace di coniugare attività scientifica e impegno militante senza fare sconti a nessuno. Formatosi alla scuola di Portici, sociologo inizialmente concentrato soprattutto sugli studi sul mercato del lavoro, l’agricoltura e l’emigrazione, ha poi allargato molto le attività, avviando cantieri di ricerca sulle politiche sociali, sulle trasformazioni del mondo produttivo, sull’immigrazione straniera, che ha letteralmente “scoperto”, tra i primissimi, già alla fine degli anni Settanta. Pugliese è stato negli anni Settanta tra i fondatori del Centro di coordinamento campano, con Fabrizia Ramondino e Giovanni Mottura, ha sostenuto le lotte dei disoccupati, ha contribuito ad avviare negli anni Novanta un ciclo dirompente di mobilitazione antirazzista, culminato nel 1995 nella nascita della Rete antirazzista nazionale.

disegno di roberto-c.

Enrico Pugliese ci ha lasciati la scorsa settimana. Oggi sarà ricordato alle 11:30 alla Sala della Promoteca del Campidoglio. Anche noi vogliamo ricordarlo, riproponendo questo articolo da lui pubblicato sul Manifesto esattamente trent'anni fa, nel dicembre 1995, in un periodo molto [...]

Il primo dicembre nelle pagine nazionali de La Stampa compare un articolo intitolato: “Stampa città aperta”. Si riportan...
03/12/2025

Il primo dicembre nelle pagine nazionali de La Stampa compare un articolo intitolato: “Stampa città aperta”. Si riportano le visite in solidarietà alla redazione e le dichiarazioni rilasciate per l’occasione. Appaiono l’editore Elkann, il presidente della regione Piemonte, un deputato del Pd, un ministro del governo; è annunciata la venuta del ministro della cultura e, forse, di Elly Schlein. Il sindaco della Città s’era già presentato in visita. Uno sguardo storico deve allora individuare le relazioni concrete fra un centro di emanazione dei discorsi e le classi dirigenti. E da qui discende una possibile mappatura delle forme del potere e della loro riproduzione simbolica. [...] Abbiamo in passato analizzato stile e contenuti del giornalismo torinese e di certo dovremo trovare il modo di persistere con più continuità e ostinazione. Ora ricordiamo le parole vivissime che Goffredo Fofi scriveva a proposito del quotidiano torinese. Era il 1964 e il libro – straordinario – è "L’immigrazione meridionale a Torino".

un articolo della redazione
disegno di Martina Di Gennaro

È fecondo configurare l’attualità come storia contemporanea. In merito all’irruzione presso la redazione de La Stampa di Torino di venerdì 28 novembre, lo storico contemporaneo dovrebbe studiare la reazione mediatica, e spettacolare, che si è scatenata, e chiedersi perché in modo [...]

Il 26 la famiglia assegnataria di Torre Angela rinuncia alla casa popolare per le proteste razziste contro di loro: sind...
02/12/2025

Il 26 la famiglia assegnataria di Torre Angela rinuncia alla casa popolare per le proteste razziste contro di loro: sindaco e dipartimento patrimonio assecondano la richiesta dell’estrema destra di “case agli italiani”. A Ostiense si tiene un incontro sul futuro degli ex Mercati Generali, per cui il Comune ha già firmato una concessione con il gruppo texano Hines. Decine di abitanti riempiono la sala per protestare contro lo studentato di lusso. Il 28 un operaio ucraino di trentatré anni muore schiacciato da un macchinario sulla ferrovia vicino a Civitavecchia.

un articolo di Stefano Portelli
disegno di Peppe Cerillo

Celebrazioni ovunque per il 2 novembre, cinquantenario dell’omicidio di Pasolini a Ostia. Un’associazione dell’Idroscalo – il quartiere autocostruito a pochi passi dal luogo dell’omicidio – ricrea la partita del ’75 interrotta allora, e convoca gli “Stati generali dell’Idroscalo”...

A questi ottimistici discorsi da bar fa da contraltare la retorica paradossale per cui l’esercito sarebbe il più importa...
30/11/2025

A questi ottimistici discorsi da bar fa da contraltare la retorica paradossale per cui l’esercito sarebbe il più importante attore nel percorso verso la pace universale nel mondo. Si sente in effetti sempre più in giro, questa roba, per esempio a me è capitato nei venti minuti che ho dedicato qualche settimana fa alla visione di una surreale serata promossa da Rai Uno e dall’esercito italiano dal titolo: “La forza che unisce”, condotta da Fabio Rovazzi e Serena Autieri – è giusto che si prendano le loro responsabilità di fronte ai posteri anche gli altri partecipanti come Noemi (peccato, mi era simpatica), Enrico Brignano (classico comico che non fa ridere), Pietro Mazzocchetti e Luca Cena (ignoro chi siano).
Almeno dieci volte in pochi minuti ho sentito dire che l’esercito serve a “garantire sicurezza, ma anche portare aiuto” e soprattutto “a costruire ponti” (forse si riferiva a questo Tajani, parlando di quello sullo Stretto). Un po’ come in quei musicarelli tutta propaganda degli anni Sessanta, dove Morandi e i suoi commilitoni, in servizio di leva sotto il Vesuvio, giocavano sulle brande facendosi scherzi bonari, per poi fidanzarsi, da reclute, con le figlie dei marescialli (povero Nino Taranto, doveva avere seri problemi di soldi per ridursi a fare questa roba).

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Ottoeffe

Un paio di settimane fa l’esercito italiano ha organizzato un’iniziativa a Rotonda Diaz, patrocinata dal comune di Napoli e dalla Regione, per celebrare i duemila e cinquecento anni del capoluogo campano. Diciassettemila metri quadri di fiera promozionale del riarmo, con macchine [...]

Tante sono le realtà ed i gruppi che hanno espresso solidarietà nei confronti di Mohamed, mostrando la sua forza, eviden...
29/11/2025

Tante sono le realtà ed i gruppi che hanno espresso solidarietà nei confronti di Mohamed, mostrando la sua forza, evidenziando la sua capacità di promuovere dialogo tra realtà diverse, dialoghi che hanno innescato processi di pacificazione e collaborazione con la comunità ebraica torinese e con le chiese valdesi, come dichiarato in un comunicato firmato circa un mese fa dove Mohamed viene lodato come esempio di dialogo interreligioso e promotore di una convivenza pacifica. Non solo, al fianco di Mohamed vi è anche il gruppo per il dialogo cristiano-islamico di Torino, che ha presentato una lettera al capo dello stato, Mattarella, in difesa di Mohamed e che così riferisce rispetto alla moschea di cui è imam: “Come la maggior parte dei centri culturali islamici della Città di Torino, la moschea di via Saluzzo è sempre stata aperta e collaborativa, ospitando iniziative che hanno coinvolto tutte le comunità, laiche e religiose, testimoniando concretamente e giorno dopo giorno l’impegno sincero della sua direzione, dell’imam e di tutti i fedeli nel senso del rispetto delle leggi, della pace e della cooperazione civile e inter-culturale. Auspichiamo perciò che il sig. Shahin possa essere rilasciato, che gli possa essere concesso di riprendere la sua permanenza in Italia e così la sua opera di dialogo e di solidarietà”.

in coda all'articolo di Yasmine Yaya Accardo la petizione su Change.org e l'appello dei docenti universitari per la liberazione immediata di Mohamed Shahin..
disegno di Sam3

Mohamed Shahin, imam della moschea Omar Ibn al-Khattab di via Salluzzo a Torino, si trova al Cpr di Caltanissetta dopo aver ricevuto un decreto di espulsione, firmato dal ministro degli interni Matteo Piantedosi. A Mohamed è stato revocato il permesso di soggiorno [...]

Questa vicenda evidenzia come tanto il sistema legislativo quanto l’immaginario collettivo abbiano trasformato il diritt...
28/11/2025

Questa vicenda evidenzia come tanto il sistema legislativo quanto l’immaginario collettivo abbiano trasformato il diritto fondamentale a lasciare un territorio – consacrato dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dal Patto internazionale sui diritti civili e politici – in un atto criminale. La distorsione pubblica dell’immagine dello “straniero senza documenti” ha reso questo diritto, e chi lo esercita, sinonimo di pericolo, di illegalità, di minaccia, sebbene per esempio la legge italiana punisca questa condotta di reato solo con una sanzione pecuniaria.

un articolo di Marta Stefanile
disegno di Diego Miedo

Come in tanti altri luoghi del sud Italia, anche a Bacoli, il piccolo paese che mi ha adottata, la prima domanda che segue l’arrivo di uno straniero (un furestiero) è: «Ma tu a chi si’ figlio?». Non si tratta di curiosità, quanto piuttosto di un tentativo di collocare l’altro in…

Incontro Emanuela, una giornalista che trasporto dal lussuoso e centralissimo Hotel Modernist alla periferica e abbandon...
27/11/2025

Incontro Emanuela, una giornalista che trasporto dal lussuoso e centralissimo Hotel Modernist alla periferica e abbandonata Rozzol Melara. Deve fare una presentazione di un libro nella sede di un’associazione. Percorro i tornanti che dal centro portano verso il limite nord della città. Superata la zona residenziale mi si para davanti un gigantesco complesso brutalista: due scatoloni in cemento collegati da ponti in ferro e costellati da piccole finestre intervallate da giganteschi oblò. Percepisco una sensazione già nota. Sono attratto da quella struttura come da un morto in autostrada, che vuoi vedere e non vuoi vedere. Accompagno Emanuela e decido di addentrarmi. Ho poco tempo prima del prossimo pick-up.

un articolo di Fabrizio Ferraro
disegno di Irene Servillo

Un'esplorazione del limite settentrionale di Trieste. Voci da Rozzol Melara e storie del quartiere emergono.

Colpevole non è chi aveva assunto personale non qualificato, chi deteneva la gestione della struttura, chi doveva vigila...
26/11/2025

Colpevole non è chi aveva assunto personale non qualificato, chi deteneva la gestione della struttura, chi doveva vigilare. Colpevole è, ancora una volta, solo chi agiva in prima linea e lì si è “sporcato le mani”. Rimangono impuniti i responsabili, assolto è chi doveva occuparsi della formazione del personale, non colpevoli penalmente sono state considerate tutte le rappresentanze della filiera di gestione e organizzazione che avrebbe dovuto occuparsi della presa in carico e della cura dei ragazzi con disabilità.

un articolo del Collettivo Artaud
disegno di Andrea Nolè

Il processo di primo grado per i maltrattamenti nei confronti degli ospiti della struttura per persone con disabilità di Montalto di Fauglia, gestita dalla fondazione Stella Maris in provincia di Pisa, si è concluso, dopo sette anni di dibattimento, il 4 novembre scorso con dieci condanne [...]

Al di là della forma specifica di vendere Donostia come capitale enogastronomica, [...] è evidente che i processi descri...
24/11/2025

Al di là della forma specifica di vendere Donostia come capitale enogastronomica, [...] è evidente che i processi descritti nel libro sono proprio esempi da manuale. Le città gentrificate non si distinguono per forma, storia e vita, ma per il tipo di offerta che propongono ai nuovi arrivati – turisti o gentrificatori. Ed ecco la plastica! È il packaging che trasforma la città in un pacchetto che i visitatori possano consumare rapidamente. Ma è anche una metafora dell’abbellimento superficiale, della ripulitura frettolosa, del consumo in serie, colori e forme attraenti ma identiche ovunque. Il simulacro si moltiplica al punto di sostituirsi alla città. Anche questo processo è standard: lo descriveva Harvey in The Art of Rent ventitré anni fa, spiegando che le città per farsi “globali” sono costrette a distruggere ciò che le rende uniche. Donostia oggi è analoga alla Cappuccino city di Derek Hyra, ma anche alla città di Santa Chiara, le cui mirabolanti avventure racconta Diego Miedo; di fatto, a tutte le altre città turistificate del mondo. Tutte in mano ai city killers, come li chiama Lucia Tozzi.

un articolo di Stefano Portelli
disegno di Otarebill

“Era una città di plastica / di quelle che non voglio vedere / con edifici cancerogeni / e un cuore di paccottiglia / dove invece del sole sorge un dollaro / dove nessuno ride, dove nessuno piange / con gente dalle facce di polistirolo / che sentono senza ascoltare e…

Ho visto per la prima volta sia Dogville che Melancholia a un cineforum che alcuni amici tenevano nell’aula delle Mura G...
23/11/2025

Ho visto per la prima volta sia Dogville che Melancholia a un cineforum che alcuni amici tenevano nell’aula delle Mura Greche a palazzo Corigliano, sede dell’Orientale, luogo che nei miei primi anni di università mi sembrava frequentato da gente interessante, pieno di angoli stimolanti (c’era una radio in un’aula occupata proprio sopra le Mura Greche, che oggi è un insopportabile cubo bianco per lezioni che vanno quasi sempre deserte), di continui confronti, e anche scontri, di vario genere.
Del cineforum ho parlato qualche tempo fa a uno studente al primo anno di lingue e letterature moderne. Mentre provavo a dirgli del lavoro di preparazione, delle riflessioni pre e post proiezione, delle connessioni che si cercava di costruire con l’attualità, lui non riusciva a non farmi domande che solo dieci anni prima sarebbero parse di un altro pianeta. Del tipo: «Eh, ma si teneva l’università aperta dopo le sei?», oppure «E il rettore lo faceva fare?», o ancora «Eh, ma per i film scaricati da internet nessuno rompeva le scatole?». In effetti i film erano scaricati illegalmente, al rettore solo a volte veniva mandata una mail o un volantino per conoscenza dell’iniziativa, e lo stesso si faceva con le guardie giurate che rimanevano a sorvegliare il palazzo preoccupandosi appena che non si esagerasse con la birra e le bottiglie in vetro.

un articolo di Riccardo Rosa
disegno di Ottoeffe

Siccome le cose non vanno un granché ultimamente, ho deciso di calcare la mano e mi sono rivisto in tre giorni tre film di Lars von Trier. Fine del mondo, scoramento, depressione, vendetta, calamità, fustigazione avrebbero tutte potuto essere parole della settimana. Ma non lo sono. [...]

Indirizzo

Via De Deo, 63/a
Naples

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