18/09/2025
UNA SERATA TRA I GIACOBINI
La regista Stella Leonetti scalfisce il muro di ideologia e di interessi del “Comitato Neapolis 2500” (7 milioni di fondi assegnati dal Governo per le celebrazioni http://www.editorialeilgiglio.it/8442-2/) e strappa una serata per un’ anticipazione sul futuro film e lavoro teatrale sulla Regina Maria Carolina, secondo episodio di una trilogia sulle Regine di Napoli.
Il reading dell’ attrice Cristina Donadio, uno scambio di lettere immaginario tra la moglie di Ferdinando I delle Due Sicilie e la giacobina Eleonora Pimentel Fonseca viene collocato dal direttore artistico della rassegna, la giornalista milanese Laura Valente, a Palazzo Serra di Cassano, sede dell’Istituto per gli Studi Filosofici, cioè nella tana del lupo.
E l’ accoglienza dei (neo)giacobini è quella che ci può aspettare: un addetto prende i nomi dei presenti all’ entrata. Poi, tutti in piedi ad aspettare. Il salone? E’ occupato…. Si comincerà con mezz’ ora di ritardo, ma il pubblico è tanto, quasi 200 persone, quelle che l’ Istituto, in piena decadenza e ridotto a contenitore di eventi a pagamento, non vede da anni. (Ma quanto avete ricevuto di contributi pubblici dal 1975 a oggi ? Solo per le celebrazioni a senso unico del 1999 due miliardi di vecchie lire.. Quanti studiosi avete formato, quali ricerche originali avete prodotto?).
In netta maggioranza sono borbonici, neo-borbonici, legittimisti. Si affaccia brevemente anche la Principessa Beatrice di Borbone, che nessuno dei padroni di casa si degnerà di salutare e di citare.
Prima della lettura teatrale si pensa alla rieducazione ideologica del pubblico. Parla il presidente dell’Istituto, Massimiliano Marotta, per una lunga invettiva contro “la città che ha perso la sua umanità” e meno male, aggiunge, che qualcuno si è imbarcato sulla flottiglia pro-Hamas…
Parla il presidente dell’ associazione “Eleonora Pimentel Fonseca”, Esther Basile. E’ una ex militante del PCI, e si presenta così: “volevo gettare volantini con la scritta Liberté-Egalité-Fraternité, ma non ho avuto tempo”. Ecco, noi invece volevamo metterle sul tavolo una riproduzione della ghigliottina…
Ricorda l’ arrivo a Napoli della Fonseca, famiglia cattolica portoghese, allontanata dal Portogallo da illuministi e massoni che avevano soppresso l’ Ordine dei Gesuiti: “Eleonora arriva nella città dei lazzari, non consona alla sua funzione”. Al popolo napoletano si riferisce con il termine “plebe”, con lo stesso disprezzo dei suoi antenati ideologici.
Confonde giornalismo e Storia, romanzi e documenti di archivio. La giornalista Maria Antonietta Maciocchi diventa una storica, lo scrittore Enzo Striano, autore di un romanzo di successo, che poco e niente ha da vedere con la Storia reale, una fonte sulle vicende della Fonseca.
Neanche una parola sui benefici da lei ricevuti dai Borbone, sull’ amicizia di Maria Carolina, sui 12 anni di stipendi ricevuti (lo dirà nella sua lettera immaginaria la Regina nel testo di Stella Leonetti), sulla ferocia con la quale sul “Monitore napoletano” imitazione del “Moniteur”, organo semiufficiale dei giacobini francesi, la Fonseca invitava a colpire i “lazzari”, i “reazionari” i “nemici della libertà”.
Gli ospiti non vengono degnati di un saluto. Poi parla Désirée Klain che organizza il “Festival di giornalismo civile” “Imbavagliati”. In realtà sono autoimbavagliati ed autobendati. In 10 anni non ci hanno mai fatto sapere niente del giornalismo a Cuba, in Venezuela, in Cina, in Corea del Nord, in Vietnam, nel Laos e in tutti gli altri Paesi in cui comandano i loro amici.
Di Eleonora Pimentel Fonseca sa poco e niente e si butta sull’ attualità: le donne afghane, le donne iraniane, Mario Paciolla ucciso in Colombia, la flottiglia che naviga verso Gaza.
Rileggere la Storia del 1799 con lo spunto di uno spettacolo fuori linea ? Confrontarsi con gli argomenti che la brava Cristina Donadio, nei panni di Maria Carolina oppone alla Fonseca ? Neanche a parlarne. La presunzione è quella di chi si sente dalla “parte giusta della Storia”.
Ma all’ applausometro stravince Maria Carolina. Applaudono convinti i simpatizzanti, ma il reading sulla Regina di Napoli trascina anche le signore (poche) del salotto radical-chic di Palazzo Serra di Cassano. Massimiliano Marotta se n’è già andato da tempo, gli altri giacobini devono inghiottire.
“A lu suono de grancascie…..”
https://www.ilroma.net/news/cultura/853319/maria-carolina-versus-eleonora.html