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Siamo a Roma!!il nostro viaggio dedicato agli Europei di atletica è finalmente arrivato a destinazione con la nostra pre...
08/06/2024

Siamo a Roma!!

il nostro viaggio dedicato agli Europei di atletica è finalmente arrivato a destinazione con la nostra presenza agli European Athletics Championships.

Insieme a Karhu, che ha deciso di affiancare la Fondazione EuroRoma 2024 nelle vesti di official supplier per il materiale tecnico, cercheremo in questi giorni di grande sport di portarvi contenuti esclusivi della più celebre manifestazione continentale direttamente dal tartan dello Stadio Olimpico.

“Perché la fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni” - Pietro MenneaPer molti, la ‘Freccia del Sud’ è il manifesto pi...
07/06/2024

“Perché la fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni” - Pietro Mennea

Per molti, la ‘Freccia del Sud’ è il manifesto più brillante e significativo dell’atletica italiana. La sua favola, fatta di sacrifici e superamento dei propri limiti, è iniziata nel profondo Sud di Barletta e resta, ancora oggi, una delle più affascinanti storie di sport tricolore. Pietro Mennea, il suo oro olimpico e i suoi 3 ori Europei, sono un’essenziale leggenda da raccontare all’interno del nostro viaggio dedicato agli Europei di atletica, che culminerà con la nostra presenza agli European Athletics Championships di Roma.

Insieme a Karhu stiamo raccontando l’evoluzione della più celebre manifestazione continentale, e continueremo a farlo in queste giornate sul tartan dello Stadio Olimpico.

📷 | CTK Photo

“Vincere l’oro sui 1500m a Helsinki ’71 è stato qualcosa di unico… Ricordo ancora la pioggia durante la premiazione, men...
06/06/2024

“Vincere l’oro sui 1500m a Helsinki ’71 è stato qualcosa di unico… Ricordo ancora la pioggia durante la premiazione, mentre sentivo suonare l’inno italiano ero confuso: non capivo se il mio volto fosse bagnato dalle lacrime o dalla pioggia” - Franco Arese

La testimonianza del mezzofondista e plurirecordman di Centallo è un altro capitolo indelebile del nostro viaggio negli Europei di atletica, che culminerà nella nostra presenza agli European Athletics Championships di Roma. Le parole di Arese risultano particolarmente significative oggi, ad oltre mezzo secolo di distanza dal successo finlandese. Dal 2014, difatti, la famiglia Arese è proprietaria di Karhu, l’iconico brand finlandese nato sul tartan e connesso ad alcuni dei più grandi miti dell’atletica.

Proprio insieme a Karhu, stiamo raccontando l’evoluzione della più celebre manifestazione continentale, e continueremo a farlo nei prossimi giorni sul tartan dello Stadio Olimpico.

📷 IMAGO | Horstmüller

“Non è diventato ricco e nemmeno lo sperava, è diventato invece un grande campione come voleva…” - Giorgio Fabbri su Ado...
05/06/2024

“Non è diventato ricco e nemmeno lo sperava, è diventato invece un grande campione come voleva…” - Giorgio Fabbri su Adolfo Consolini

Adolfo Consolini per l’atletica italiana è più di un mito, è un padre fondatore. Erculeo e invincibile, in oltre tre decenni di carriera conquistò 375 gare su 453. L’eterno discobolo veronese, vincitore di 1 oro olimpico e 3 ori europei, è l’ennesimo mito del nostro viaggio negli Europei di atletica, che culminerà con la nostra presenza agli European Athletics Championships di Roma.

Insieme a stiamo raccontando l’evoluzione della più celebre manifestazione continentale, e continueremo a farlo nei prossimi giorni sul tartan dello Stadio Olimpico.

📷 | Wikipedia

“Un atleta non può correre con i soldi nelle tasche. Deve correre con la speranza nel cuore e i sogni nella testa” - Emi...
04/06/2024

“Un atleta non può correre con i soldi nelle tasche. Deve correre con la speranza nel cuore e i sogni nella testa” - Emil Zátopek

Parole della ‘Locomotiva’ cecoslovacca, la quintessenza della corsa, l’uomo che “non aveva abbastanza talento per correre e sorridere insieme”, ma che, nonostante questo, riuscì a cambiare per sempre la storia dell’atletica. Il 4 volte oro olimpico e 3 volte oro europeo è il secondo mito del nostro viaggio negli Europei di atletica, che culminerà nella nostra presenza negli European Athletics Championships di Roma.

Insieme a stiamo raccontando l’evoluzione della più celebre manifestazione continentale, e continueremo a farlo nei prossimi giorni sul tartan dello Stadio Olimpico.

📷 IMAGO | Pond5 Images

“La mente è tutto; i muscoli sono pezzi di gomma. Tutto ciò che sono, lo sono grazie alla mia mente” - Paavo NurmiLa fra...
03/06/2024

“La mente è tutto; i muscoli sono pezzi di gomma. Tutto ciò che sono, lo sono grazie alla mia mente” - Paavo Nurmi

La frase più iconica del ‘Finlandese Volante’, uno dei più leggendari mezzofondisti della storia e vincitore di 9 ori olimpici, introduce il nostro viaggio negli Europei di atletica, che culminerà negli European Athletics Championships di Roma.

Insieme a Karhu stiamo raccontando l’evoluzione della più celebre manifestazione continentale, e continueremo a farlo nei prossimi giorni sul tartan dello Stadio Olimpico.

📷 IMAGO | UIG

“Era la tenacia, Gimondi. L’ostinazione, la cocciutaggine, che dicono tipica dei bergamaschi, la dignità, anche”, scrive...
14/07/2023

“Era la tenacia, Gimondi. L’ostinazione, la cocciutaggine, che dicono tipica dei bergamaschi, la dignità, anche”, scriveva Gianni Mura.

Il 14 luglio 1965 un 22enne Felice Gimondi conquistava il Tour de France.

Il ragazzo di Sedrina arrivò a quell’edizione della ‘Grand Boucle’ da novello professionista, in forza al team Salvarani come sostituto del gregario Battista Babini.

Gimondi si ritrovò, come per incanto, la maglia gialla tatuata sulla pelle e resistette ai numerosi attacchi del grande favorito Raymond Poulidor.

Il bergamasco divenne il quinto corridere italiano a domare l’epica corsa a tappe francese.

“Non puoi salire sul ring ed essere una brava persona. Io tiravo avanti un mese, due mesi, senza fare sesso. Funzionava ...
10/07/2023

“Non puoi salire sul ring ed essere una brava persona. Io tiravo avanti un mese, due mesi, senza fare sesso. Funzionava perché mi rendeva una bestia feroce. Non puoi combattere se hai pietà o sentimenti simili”

Lo chiamavano ‘Toro del Bronx’ o ‘Toro Scatenato’: questo secondo soprannome, in particolare, lo consegnò alla storia insieme alla meravigliosa pellicola diretta da Martin Scorsese e interpretata da un magistrale Robert De Niro.

Il 10 luglio 1922 nasceva a New York Giacobbe, detto Jake, LaMotta.

Messinese d’origine, cominciò a boxare proprio lungo i marciapiedi del Bronx: “Da giovane portavo con me un punteruolo e lo tiravo fuori tutte le volte che qualche gruppo di ragazzi cercava di aggredirmi. Li spaventavo, finché un giorno lo scordai a casa e fui costretto ad usare i pugni. La paura aveva liberato questa dote, e non ebbi più bisogno di alcun punteruolo”.

Usando proprio quei pugni, LaMotta divenne campione del mondo dei pesi medi nel 1949, mantenendo la cintura fino al 1951.

Pugile imprevedibile e istintivo, la sua fu una boxe intrisa di sangue e resistenza, di caparbietà e durezza. In Sugar Ray Robinson trovò il perfetto duellante, infuocando i ring e le f***e americane.

“Ho incontrato Sugar Ray così tante volte, che è un miracolo che non sia diventato diabetico”, disse al termine del 6º incontro con l’elegante ballerino del quadrato georgiano.

Atleta e personaggio romanzesco, al termine della carriera sportiva LaMotta divenne attore e scrittore, trasponendo sui palcoscenici e sulla carta le proprie intense esperienze di vita.

“Per cui datemi un'arena, Jack il Toro si scatena, perché oltre al pugilato, sono attore raffinato”

https://athletamag.com/toro-scatenato-jake-lamotta/

“L'autentico eroismo è sicuramente sobrio, privo di drammi. Non è il bisogno di superare gli altri a qualunque costo, ma...
10/07/2023

“L'autentico eroismo è sicuramente sobrio, privo di drammi. Non è il bisogno di superare gli altri a qualunque costo, ma il bisogno di servire gli altri a qualunque costo”

Il 10 luglio 1943 nasceva a Richmond, Virginia, l’unico uomo di colore in grado di vincere il titolo nel singolare di Wimbledon, US Open e Australian Open: il magnifico Arthur Ashe.

Giocatore grandioso, atleta brillante, instancabile attivista sociale.

Scriveva di lui Roberto Perrone: “Arthur divenne subito troppo bravo per l'associazione dei tennisti di colore, a 17 anni aveva già vinto il titolo senior. Per mancanza di avversari passò tra i bianchi. Era il 1961, aveva 18 anni. Il suo punto di forza era il servizio, il suo è stato un tennis essenziale nello stile e compassato nei modi. Per il suo assoluto rispetto degli avversari e delle convenzioni è stato paragonato a Björn Borg. Ma a differenza del grande ghiacciolo svedese non trascinava la freddezza anche fuori dal campo. Ashe ha sempre voluto costruire qualcosa”.

“L'eroe e il codardo provano entrambi la stessa emozione, la paura. L’eroe, però, la usa, la proietta sul suo avversario...
26/06/2023

“L'eroe e il codardo provano entrambi la stessa emozione, la paura. L’eroe, però, la usa, la proietta sul suo avversario; il codardo invece corre, se la dà a gambe. È la stessa identica emozione, la paura, ma quello che conta veramente è l’utilizzo che ne fai”

Costantine ‘Cus’ D’Amato

In questo scatto di Ken Regan, il manager di origini italiane osserva il suo assistito e figlio adottivo Mike Tyson prima dell’esordio da professionista: match vinto per ko tecnico contro Hector Mercedes a 18 anni d’età.

Il 21 giugno 1970 Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelé, diventava il primo e unico calciatore al mondo a vincere ...
21/06/2023

Il 21 giugno 1970 Edson Arantes do Nascimento, per tutti Pelé, diventava il primo e unico calciatore al mondo a vincere 3 edizioni del campionato mondiale di calcio.

‘O Rei do Futebol’ aprì le marcature della finale messicana davanti ai 107mila dell’Estadio Azteca.

Dovettero inchinarsi a una straordinaria Seleção gli Azzurri di Ferruccio Valcareggi, regolati da un pesante 4-1.

La ‘Perla Nera’ aggiunse così il Mondiale del 1970 a quelli già conquistati nel 1958 e 1962.

Fu un ennesimo capolavoro per il calciatore del secolo, per l’uomo capace di smentire Andy Warhol: “I quindici minuti di celebrità, per lui valgono quindici secoli”.

Tre anni fa ci lasciava Mario Corso, il piede sinistro di Dio. Divinamente estroso, trequartista ante litteram, genio de...
20/06/2023

Tre anni fa ci lasciava Mario Corso, il piede sinistro di Dio.

Divinamente estroso, trequartista ante litteram, genio della foglia morta.

Diceva di lui Pasolini: “Corso gioca un calcio in poesia, ma non è un ‘poeta realista’: è un poeta un po' maudit, extravagante”.

Nato a Verona il 25 agosto 1941, l’Inter lo acquistò dalla squadra locale dell’Audace per 9 milioni di lire.

Con la sua fantasia e il suo amato piede mancino rese grandi i nerazzurri, vincendo 4 Scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali.

“Quando Suárez era in forma sapevamo di non perdere, ma quando Corso era in forma sapevamo di vincere”, rivelò il suo compagno Carlo Tagnin.

Compassato e tecnico, artistico e visionario, venne presto accostato al più famoso mago dei fumetti: Mandrake.

Di lui San Siro ricorda i calzettoni abbassati, la tendenza a riposarsi nelle zone d’ombra del campo, la capacità unica di superare le barriere avversarie.

“Meglio un piede solo che due scarsi, è il mio motto”, usava dire scherzando sulle proprie abitudini calcistiche.

Il talento di Corso sul prato verde ispirò menti e penne raffinate, come quelle del compianto Gianni Mura: “Bisogna essere grati a Corso, perché la foglia morta sopravvive ancora in un mucchio di cannonate, spingardate, siluri, missili, fucilate. È una presenza gentile e lieve, va dove la porta il vento così come Corso andava dove lo portava l'estro. Insofferente agli schemi, anarchico, imprevedibile, lunatico, geniale, per noi Mario Corso era la libertà, ma non lo sapevamo”.

“Quando non puoi dire la tua sulla strada, meglio tacere. Le parole non spostano di un centimetro le biciclette”273 vitt...
19/06/2023

“Quando non puoi dire la tua sulla strada, meglio tacere. Le parole non spostano di un centimetro le biciclette”

273 vittorie su strada da professionista: primo ciclista italiano per numero di successi, terzo al mondo dopo Eddy Merckx e Rik Van Looy.

In bacheca vanta un Giro d’Italia, 3 Parigi-Roubaix, 3 Giri di Lombardia, una Freccia-Vallone, una Gand-Wevelgem, una Milano-Sanremo, un campionato del mondo su strada e uno su pista nell’inseguimento individuale.

Con il suo record dell’ora, stabilito a Città del Messico nel 1984, cambiò per sempre il ciclismo, spingendolo verso la scienza e l’innovazione.

Lo chiamavano ‘Lo Sceriffo’. 72 anni fa nasceva a Palù l’infinito Francesco Moser.

“C’è una bugia che tutti i piloti dicono a loro stessi: la morte è qualcosa che accade solo agli altri. È così che si tr...
15/06/2023

“C’è una bugia che tutti i piloti dicono a loro stessi: la morte è qualcosa che accade solo agli altri. È così che si trova il coraggio di mo***re in macchina.

Più vicino sei alla morte, più ti senti vivo. Ma più potente della paura stessa, è la volontà di vincere”

Il 15 giugno 1993 ci lasciava James Hunt.

Aveva solo 45 anni ‘The Shunt’, ‘Lo Schianto’ londinese, al momento della sua morte per infarto. Un prematuro addio dovuto, con ogni probabilità, agli smodati vizi extra sportivi.

Velocità e si*****te, rettilinei e alcolici, motori e sostanze supefacenti.

L’inglese al volante fu spirito ribelle, dentro i box e nei locali notturni fu spavaldo pl***oy.

Hunt si faceva accompagnare in pista da splendide donne, camminava scalzo sull’asfalto, non perdeva occasione per far scintillare la bionda chioma e l’incontrollabile personalità.

Il dualismo con Lauda segnò un’epoca meravigliosa per la Formula 1. Epoca in cui una guida anticonformista e irruente gli permise di vincere il Mondiale 1976 in McLaren.

“Se salgo a bordo di una macchina, in un circuito, guido più veloce che posso: tutto qui!”

“La mente è tutto. I muscoli sono pezzi di gomma. Tutto ciò che sono io, lo devo alla mia mente”Il 13 giugno 1897 nascev...
13/06/2023

“La mente è tutto. I muscoli sono pezzi di gomma. Tutto ciò che sono io, lo devo alla mia mente”

Il 13 giugno 1897 nasceva a Turku il ‘Finlandese Volante, Paavo Nurmi.

Fu corridore impressionante e poliedrico, capace di stabilire 22 primati in carriera tra i 1500 metri e i 20 chilometri e di vincere 9 ori e 3 argenti olimpici tra il 1920 e il 1928.

Nei giochi parigini del ‘24, in particolare, riuscì a dominare i 1500 e 5000 metri in una sola ora. Un’impresa epica.

“L’atleta deve avere una devozione per la propria specialità”, queste le pragmatiche parole della leggenda scandinava.

9 giugno 1940, Fausto Coppi vince il suo primo Giro d’Italia. L’Airone alessandrino si tinge di rosa a soli 20 anni, 8 m...
09/06/2023

9 giugno 1940, Fausto Coppi vince il suo primo Giro d’Italia.

L’Airone alessandrino si tinge di rosa a soli 20 anni, 8 mesi e 25 giorni. Ancora oggi rimane il più giovane trionfatore della storia del Giro.

In questo scatto il ventenne Coppi.

“So bene cos’è il freddo, sono del Lussemburgo, è per questo che scappo da lui”L’8 giugno 1956 il lussemborghese Charly ...
08/06/2023

“So bene cos’è il freddo, sono del Lussemburgo, è per questo che scappo da lui”

L’8 giugno 1956 il lussemborghese Charly Gaul compì una delle più grandi imprese ciclistiche.

Nella tempesta del Bondone, vessato dal vento gelido e da una f***a nevicata, superò i limiti umani, conquistando la Maglia Rosa e il Giro d’Italia.

Arrivò al traguardo quasi assiderato, l’uomo chiamato ‘Angelo della Montagna’, dopo ore vissute a maniche corte in balia del freddo trentino.

In stato di semi incoscienza chiese un bagno caldo per lenire i dolori. Gli organizzatori, per spogliarlo, dovettero tagliare la maglia di Gaul con un coltello.

Alle sue spalle il vuoto, con tantissimi rivali dispersi e vicini al congelamento: alcuni si fermarono in osterie locali, bevendo grappa per scaldarsi, altri si fecero trasportare da furgoni di passaggio, distesi e tremanti sotto calde coperte.

La terribile tappa venne soprannominata dalla stampa nazionale ‘La Tregenda’.

Raccontò Aldo Moser: “Al Rolle, la pioggia era già grandine. Scalammo il Brocon in una tempesta di vento gelido, soffiava implacabile come d’inverno nella mia Val di Cembra. Mai avevo patito tanto freddo. Mica c’erano i materiali di oggi, la bicicletta pesava cinque chili di più.

Eravamo partiti in braghe e maglietta corte, per proteggerci usammo di tutto, giornali, mantelline, magliette a maniche lunghe. In discesa, poi, il freddo era impossibile: non riuscivi più a muoverti, eravamo così intirizziti che stavamo appesi al manubrio per disperazione: avessimo saputo quello che ci attendeva…”

“Dovrebbero spedire Borg su un altro pianeta. Noi giochiamo a tennis. Lui gioca qualcos'altro”Il 6 giugno 1956 nasceva a...
06/06/2023

“Dovrebbero spedire Borg su un altro pianeta. Noi giochiamo a tennis. Lui gioca qualcos'altro”

Il 6 giugno 1956 nasceva a Stoccolma ‘IceBorg’, lo svedese di ghiaccio, l’indimenticabile Björn Borg.

Freddo, impassibile, bellissimo, dai capelli lunghi e incolti, dalla fascetta eternamente presente.

Un divo dalla meravigliosa estetica, un mito del tennis mondiale con 11 titoli vinti del Grande Slam.

Abbandonò la racchetta a soli 26 anni, logorato nella psiche e nel fisico da una carriera iniziata prestissimo, da predestinato, nel garage di casa.

Lo omaggiamo con le parole di Ilie Năstase.

Indirizzo

Via Volta, 10
Negrar
37024

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00

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