04/08/2025
(*** approfondimento ***)
COME CURARE LA DELLA ? , E FIRMANO UN PROTOCOLLO D’INTESA CON LA REGIONE. LA PRESIDENTE ALESSANDRA TODDE PARLA DI «PRIMA INIZIATIVA A LIVELLO NAZIONALE DI QUESTO GENERE», MA I SINDACATI FRENANO: FAUSTO DURANTE (CGIL): «PER NOI SI TRATTA DI UN PUNTO DI PARTENZA, OVVIAMENTE MONITOREREMO GLI ESITI DEL PERCORSO, PRONTI A INTRAPRENDERE TUTTE LE INIZIATIVE NECESSARIE QUALORA I RISULTATI NON DOVESSERO ARRIVARE». LUIGI LEDDA (CISL): «PASSO STORICO CHE RICONOSCE ALLE RELAZIONI SINDACALI UN RUOLO CENTRALE E STRUTTURATO, VERIFICHEREMO CHE LE PROMESSE SI TRADUCANO IN MIGLIORAMENTI REALI PER LAVORATORI E CITTADINI». FULVIA MURRU (UIL): «LA FIRMA È UN ATTO DI RESPONSABILITÀ, MA ORA È IL MOMENTO DI PASSARE DALLE PAROLE AI FATTI, VIGILEREMO AFFINCHÉ OGNI PUNTO DEL PROTOCOLLO DIVENTI ESIGIBILE, CON TEMPI CERTI E RISULTATI MISURABILI»
È stato sottoscritto questa mattina nella sede della Regione in viale Trento dalla presidente della Giunta Alessandra Todde e dall’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi con i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil quello che viene definito protocollo sul “Sistema sanitario, socio-assistenziale, diritto alla salute, lavoro nella sanità della Sardegna”, figlio di un lungo lavoro di condivisione che ha alla base – fa sapere la stessa Regione - la piattaforma “un nuovo modello di salute e welfare per la Sardegna” proposta dalla Giunta ai sindacati a marzo e discussa in oltre 10 incontri, che - si specifica nel comunicato - «sono stati tutti verbalizzati». Un documento composto da quindici pagine più cinque allegati «che impegna le parti a un confronto continuo per condividere le linee di azione per migliorare la situazione della sanità pubblica nella nostra Isola. Un documento “politico” nel quale vengono affrontati in modo razionale e classificato tutti i temi e problemi della sanità sarda. L’impegno comune - chiosa la Regione - è a una “sintesi condivisa”: sui problemi, sulla loro natura, sulle criticità e urgenze, sulle azioni che l’Amministrazione deve intraprendere, sulle proposte sindacali che l’amministrazione si impegna a valutare. Prevista già da settembre una fase di monitoraggio: le organizzazioni sindacali saranno periodicamente informate sull’andamento del progetto di rilancio, dei principali indicatori, delle situazioni più sensibili e critiche (a partire dalle liste d’attesa), dell’occupazione e delle stabilizzazioni dei precari. Molto scarne, per il resto, almeno da parte della Regione, le informazioni sulle azioni condivise. Sono i sindacati nelle singole dichiarazioni ad entrare nel merito, andando anche oltre ai giudizi sintetizzati - fatto poco usuale – nello stesso comunicato stampa istituzionale. Non manca un accenno polemico già in apertura da parte del segretario regionale della Cgil Fausto Durante: «Il protocollo di intesa siglato oggi stabilisce un cronoprogramma di interventi e iniziative con l’obiettivo, a 18 mesi di distanza dalle elezioni, di entrare finalmente in un percorso che noi ci auguriamo possa essere di avvio a soluzione dei tanti problemi della sanità. Per noi si tratta di un punto di partenza. Ovviamente monitoreremo gli esiti del percorso, pronti a intraprendere tutte le iniziative necessarie qualora i risultati non dovessero arrivare. L’auspicio della Cgil – conclude Durante - è che vengano affrontate e risolte al più presto le criticità del sistema sanitario, sia nell’emergenza che in prospettiva: liste di attesa, pronto soccorso che scoppiano, carenza di medici e operatori sanitari, pazienti che devono rinunciare alle cure o andare fuori dall’Isola per trovare risposte che qui non vengono garantite». Per il segretario regionale della Cisl Per Luigi Ledda si tratta di «un passo storico per la sanità sarda: dopo anni di assenza di una visione condivisa, l’accordo tra Regione e organizzazioni sindacali rappresenta una svolta attesa: il documento accoglie gran parte delle proposte avanzate unitariamente dalle tre sigle sindacali, ponendo basi solide per affrontare le criticità del Servizio Sanitario Regionale (SSR) e trasformare il confronto in azioni concrete e risultati reali per lavoratori e cittadini». Sempre secondo Ledda «l’intesa firmata oggi “affronta le emergenze e le prospettive del sistema, ricompone questioni irrisolte dentro un quadro unitario, riconosce alle relazioni sindacali un ruolo centrale e strutturato». La Cisl sarda entrando nel merito dei problemi parla di «metodo di lavoro strutturato, con obiettivi chiari e verificabili» ed elenca tra i temi «messi al centro dopo un confronto durato mesi – il dialogo sociale e le relazioni sindacali forti, lo stato dell’arte sull’ultima riforma del SSR, il PNRR e i nuovi investimenti, la rete ospedaliera e la medicina di prossimità, la cura della terza età e l’integrazione socio-sanitaria, l’accesso alle cure, la qualità dei servizi e il Cup, l’innovazione, la digitalizzazione, la telemedicina, il bed management, la medicina d’urgenza, la valorizzazione del lavoro, la formazione e gli organici, la sicurezza e il contrasto alla precarietà lavorativa. A settembre si aprirà un confronto per arrivare ad un protocollo sul lavoro in appalto e ad un accordo sulle relazioni sindacali per l’intero sistema regionale. La firma di oggi è un punto di partenza per la Cisl – conclude Ledda -, monitoreremo l’attuazione degli obiettivi previsti dall’accordo e verificheremo che le promesse si traducano in miglioramenti reali per lavoratori e cittadini. Anche la Uil non ha sottoscritto cambiali in bianco. Anzi, la neosegretaria regionale Fulvia Murru invoca già in apertura del suo commento «subito i tavoli per le soluzioni» considerando «importante il protocollo su sanità e sociale ma ritenendo «un punto di partenza, non di arrivo: chiediamo l’apertura immediata di tutti i tavoli sindacali previsti, per affrontare con serietà le difficoltà che vive il sistema sanitario e per dare risposte concrete alle persone più fragili. È positivo che la presidente e la Giunta abbiano scelto di avviare un percorso condiviso con Cgil, Cisl e Uil, , con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete e strutturali. Questo protocollo rappresenta il primo passo concreto di confronto e può aprire una fase nuova di responsabilità e collaborazione. La firma è un atto di responsabilità, ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Vigileremo affinché ogni punto del protocollo diventi esigibile, con tempi certi e risultati misurabili. Ora servono soluzioni concrete. Abbiamo firmato perché crediamo nel confronto, ma da domani ci aspettiamo che ogni impegno preso venga tradotto in atti concreti. La sanità – conclude la segretaria confederale della Uil sarda - ha bisogno di personale, organizzazione e servizi più vicini ai cittadini. E le fragilità sociali meritano risposte stabili, e veloci: sanità, servizi sociali e fragilità non possono più aspettare».
Alessandra Todde dal canto suo in apertura ha preferito soffermarsi sul significato politico parlando primo accordo organico di questo tipo sulla sanità firmato in Sardegna per poi allargarsi oltre Tirreno affermando che «si tratta di un’esperienza unica in Italia e di un documento innovativo». Primati a parte, la governatrice «senza dialogo con le organizzazioni sindacali è impensabile rendere efficace ciò che stiamo cambiando nella sanità: o insieme, o niente. Sono molto contenta di questa firma che è la prima iniziativa a livello nazionale di questo genere perché condividiamo un messaggio concreto, un metodo di lavoro che porterà a soluzioni strutturali. Non sempre saremo d’accordo su tutto ma l’importante è arrivare a una sintesi condivisa che incida sulla situazione difficile che abbiamo ereditato ma che ha amplissimi spazi di miglioramento». Dal canto suo l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi ha parlato di «una giornata molto importante» perché «si apre una fase nuova in cui con i sindacati non affrontiamo più, come sono stato abituato nella mia carriera, procedure di raffreddamento ma ci concentriamo su come costruire e riammodernare la sanità in Sardegna, iniziando un rapporto di profonda collaborazione su tutti i temi, a partire dalle liste di attesa fino alle assunzioni e le stabilizzazioni che stiamo già portando avanti».