La Gazzetta Europea

La Gazzetta Europea La Gazzetta Europea vanta una storia editoriale di oltre trentanni ora è diventato un magazine on-line di pubbliche relazioni ed inform. aziendali.

La Gazzetta Europea vanta una storia editoriale di ben trentadue anni ed ora è diventato un magazine on-line di pubbliche relazioni ed informazione aziendale, culturale e politica. La sua caratteristica primaria è quella di essere un mezzo estremamente adeguabile e flessibile per veste editoriale, dimensione, tipo di propagazione e contenuto redazionale. Tramite questo magazine, gli esercenti le a

ttività economiche, i corpi sociali e le organizzazioni politiche possono offrire i loro servizi ed i loro prodotti, o diffondere le proprie tesi e messaggi a migliaia di destinatari specificatamente identificabili per interesse al servizio prestato, per localizzazione geografica o per appartenenza all'organizzazione mittente. Il magazine è altresì aperto a tutti coloro che volessero diventare membri attivi con qualifica di inviati, opinionisti e supporters, onde poter dare un solido contributo dal punto di vista giornalistico e/o fotografico.

Colendissimi,il Consiglio Araldico Italiano - Istituto M.se Vittorio Spreti che dal 1948 svolge una peculiare missione s...
24/10/2023

Colendissimi,
il Consiglio Araldico Italiano - Istituto M.se Vittorio Spreti che dal 1948 svolge una peculiare missione sociale con i suoi notori servigi in campo genealogico - araldico - nobiliare - di pretensione sovrana &c. &c.
Si occupa anche di una particolare attività di consulenza mirata alla persona che desidera distinguersi.
Si tratta di un servizio di ricognizione di qualità personali determinando lo "VIVENDI MORE NOBILIUM" .
Questa peculiarità, se acclarata da una serie di considerazioni personali, professionali e sociali può determinare anche l'elevazione alla nobilitazione a valenza non solo ereditaria ma anche per i figli viventi et coniuge con la conseguente creazione dello stemma di famiglia che può diventare un marchio aziendale, anche se si desiderasse solo lo stemma borghese e non nobiliare.
Il tutto viene realizzato con canoni e criteri araldico - nobiliari e genealogici e con le pertinenti registrazioni di legge sia per il titolo nobiliare che per lo stemma nobiliare e/o borghese che si può sfruttare come marchio aziendale.
Per contatti:
tel. +39 331 88 20 266 dalle ore 14:30 alle ore 20:00 dal lunedì al venerdì, oppure per e-mail: [email protected]; info@ducamariano. it; [email protected]. sito: www.consiglioaraldico.it

Consiglio Araldico Italiano

🪶Colendissimi,l'interessante composizione del romanzo del grande Milan Kundera, La Lentezza, scritto nel 1995, tratta di...
01/07/2023

🪶Colendissimi,
l'interessante composizione del romanzo del grande Milan Kundera, La Lentezza, scritto nel 1995, tratta di una vicenda che non si lascia raccontare, perché lo scrittore ha enfatizzato il «tema esistenziale». Primo fra tutti quello della lentezza: una parola di cui leggendo si scopre un senso nuovo.
Così ci apparirà evidente che parlare della lentezza significa parlare della memoria - e parlare della memoria significa parlare di tutto.
Un passo del testo mi ha fatto riflettere:

🔶 " L'oblio ci riconduce al presente, pur coniugandosi in tutti i tempi:
🔸al futuro, per vivere il cominciamento;
🔸al presente, per vivere l'istante;
🔸al passato, per vivere il ritorno;
🔸in ogni caso, per non ripetere, occorre dimenticare per rimanere presenti,
🔸dimenticare per non morire, dimenticare per restare fedeli." 🔶

🪷 AugurandoVi un redolente fine settimana con i Vostri cari, Vi saluto con ragionata stima.

🦄 Don Francesco Alfredo

🪶Colendissimi,  con il consueto pensiero domenicale  Vi dono contezza riproponendovi una meditativa lettura  de "Il prof...
18/06/2023

🪶Colendissimi,
con il consueto pensiero domenicale Vi dono contezza riproponendovi una meditativa lettura de "Il profeta” del mirifico poeta libanese Khalil Gibran.
è una delle opere più significative della letteratura, capace di unire i profumi dell’Oriente con quelli dell’Occidente.
Molteplici sono i richiami sulla felicità enumerati sul testo colmo di beltà, ho scelto per Voi codesto, viviamolo:

🪷 “Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.” 🪷

Che l'assaporare la felicità Vi sorprenda in gioiosa comunanza con i Vostri cari.
Abbiatemi.
🦄 Don Francesco Alfredo Maria

✒️ Addio Silvio, 🇮🇪 sei stato un Orgoglio italiano!!!  🌿che la terra ti sia lieve. 🙏🏻Una prece. ⚔️ Francesco
12/06/2023

✒️ Addio Silvio,
🇮🇪 sei stato un Orgoglio italiano!!!
🌿che la terra ti sia lieve.
🙏🏻Una prece.
⚔️ Francesco

🪶 Colendissimi,che codesto tempo della Rinascita, della Fertilità e della Luce sia colmo di beltà, profumi e meritate at...
10/06/2023

🪶 Colendissimi,
che codesto tempo della Rinascita, della Fertilità e della Luce sia colmo di beltà, profumi e meritate attese.
Il saggista e teologo Clive S. Lewis, tra le altre meditative conversazioni scritte, ci ha deliziato con questo pensiero che dovrebbe essere insito in tutti noi, intendendo l’essenza et indagandone la natura:
🦋" Noi non ci accontentiamo di vedere la bellezza, anche se il cielo sa che gran dono sia questo. Noi vogliamo qualcos'altro, che è difficile descrivere a parole: vogliamo sentirci uniti alla bellezza che vediamo, trapassarla, riceverla dentro di noi, immergerci in essa, diventarne parte. Ecco perché abbiamo popolato l'aria, la terra e l'acqua di dei e dee, ninfe ed elfi.”🦋
Che dire di più se non impegnare l’intelletto godendoci questo tempo di mezzo fra le due eternità: quella passata e quella che verrà, vivendo in Salute, Dignità, Armonia, Amore e Pace!!!
AugurandoVi un redolente fine settimana in unione con i Vostri cari, Vi saluto con fervore.
Francesco Alfredo Maria

🪶Obsequium amicos, veritas odium parit !!!🌿Giordano Bruno disse queste parole al discepolo Sagredo poco prima d’essere b...
03/06/2023

🪶Obsequium amicos, veritas odium parit !!!
🌿Giordano Bruno disse queste parole al discepolo Sagredo poco prima d’essere bruciato sul rogo il 17febbraio 1600, condanna del Tribunale dell’Inquisizione per le sue teorie, giudicate eretiche.
🔶"Un giorno non lontano una nuova era giungerà finalmente sulla terra. ♦️La morte non esiste. ♦️La miseria, il dolore e le sue tante tragedie sono solo il frutto della paura e dell’ignoranza di ciò che è la vera realtà.
♦️Ma quanto tempo ancora sarà necessario?
♦️Il tempo dipende da noi, Sagredo. Il tempo è l’intervallo tra il concepimento di un’idea e la sua manifestazione.
♦️L’umanità ha concepito il germe dell’utopia e la gestazione procede verso il suo concepimento inevitabile, il secolo passato è una tappa importante che precede la nascita. ♦️Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la trasformazione dipende dal loro risveglio.
♦️Anche voi Maestro siete sceso qui per questo scopo?
♦️Anch’io Sagredo, ma non sono solo.
♦️C’è un folto gruppo di Esseri che sono scesi più volte nel corso della storia e si riconoscono nel grande Ermete, Socrate, Pitagora, Platone, Empedocle. In questo secolo Leonardo, Michelangelo.
♦️Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà inattesa e improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto!!!
♦️Maestro quando potrò ritrovarvi? ♦️Guarda dentro di te, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno. ♦️Ascoltala… è la verità che è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai!
♦️Non ci stiamo separando Sagredo la separazione non esiste, siamo tutti Uno in eterno contatto con l’Anima Unica." 🔶

🌿Mediatiamo!!!
⚔️ Francesco A.M Mariano

APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ PER LE GENTI DELL' EMILIA ROMAGNA. Clarissimi tutti, il nostro pensiero in questi giorni va agl...
20/05/2023

APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ PER LE GENTI DELL' EMILIA ROMAGNA.
Clarissimi tutti,
il nostro pensiero in questi giorni va agli abitanti dell’Emilia-Romagna che stanno soffrendo ore di estrema difficoltà e notevole bisogno.
Il Rotary eClub Distretto 2072 di Bologna ha deciso di avviare una raccolta fondi per sostenere le persone e le comunità colpite.
A supporto dell’ora greve di codesto desolante momento che stanno attraversando gli abitanti dell'Emilia Romagna, dobbiamo dare un segno del dovere verso questo straordinario popolo che abbisogna di tutto per quanto accorso con la disastrosa calamità ancora in corso.
E' più che mai importante pensare alla loro tribolazione, con la fervente speranza di dare un senso compiuto, attraverso il proposito della Solidarietà, grazie al fattivo contributo di molti di Voi e anche alla preclara associazione del Rotary eClub Distretto 2072 di Bologna che si sta doverosamente e premurosamente dedicando alla promozione, alla raccolta e alla distribuzione di beni di prima necessità:
VESTIARIO, ALIMENTARI, MEDICINALI, CONTRIBUTI, &c.
Chiunque, potrà versare un contributo utilizzando queste coordinate bancarie:
Iban: IT 23 I 03069 37133 1000 0000 6694
Causale: “cod. Mafra - aiuti per alluvione Emilia Romagna”.
Per donare dall’estero:
Iban: IT 23 I 03069 37133 1000 0000 6694
Bic Swift: BCITITMM
Causale: “ cod. Mafra - aiuti per alluvione Emilia Romagna ”.
Il conto corrente è intestato: Rotary eClub - Distretto 2072 di Bologna.
In questo triste momento doniamo la speranza attraverso un dono, uno qualsiasi, divenendo così quella goccia cordiale che Dio versò nella coppa dei nostri dolori per togliere alla bevanda della vita quello ch'ella ha di amaro e nauseabondo.
Non dimenticando mai che qualunque sia la nostra missione, qualunque sia lo scopo dei nostri sforzi e delle nostre speranze, il risultato dei nostri dolori e delle gioie della vita, bisogna sempre osare nobilmente, volere con fermezza e non esitare mai sulla strada del dovere e della solidarietà.
Una prece per le vittime e un immenso ringraziamento a tutti quelli che si stanno prodigando per i soccorsi.
Ringraziandovi anticipatamente per quanto andrete a fare e AugurandoVi in unione ai Vostri cari un redolente fine settimana con l'augurio che il tempo che verrà sia prospero di beltà, profumi e meritate attese.
Resto a Vostra disposizione per gli eventuali ragguagli che riteneste opportuni, utili o necessari.
Abbiatemi.
Don Francesco Alfredo Maria Marian

Clarissimi,alla ora dodicesima del giorno sesto del mese quinto in Anno Domini MMXXIII,onoreremo rendendo omaggio a Sua ...
05/05/2023

Clarissimi,
alla ora dodicesima del giorno sesto del mese quinto in Anno Domini MMXXIII,
onoreremo rendendo omaggio a Sua Maestà Carlo III, Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri reami del Commonwealth per la Sua proclamazione a Sovrano di un Regno di illustrissima tradizione e singolare magnificenza.

Nell’amarezza di questi tempi, si è dischiusa un’alba radiosa di nuova speranza a cui auguriamo la forza dell’animo, la felicità dell’ispirazione e la fede incrollabile in quegli ideali a cui si dedicò con inestinguibile devozione la più grandiosa Sovrana del globo terracqueo, il cui fulgido esempio vincerà indomito sulla polvere impietosa dell’inesorabile trascorrere dei tempi.

Celesti benedizioni e gloria imperitura a Vostra Maestà Re Carlo III!

Dio salvi il Re! Lunga vita al Re!

Consiglio Araldico Italiano - Istituto M.se Vittorio Spreti
Il Presidente
Don Francesco Alfredo Maria Mariano duca d’Otranto &c. &c.

Prodi cavalieri, gentili dame, amici carissimi,in questo messaggio pasquale di consueti auguri e saluti, voglio esordire...
01/04/2023

Prodi cavalieri, gentili dame, amici carissimi,
in questo messaggio pasquale di consueti auguri e saluti, voglio esordire con un’effusione di rilucente saggezza irradiata dalle parole del Dalai Lama: “La pace mondiale deve svilupparsi dalla pace interiore. La pace non è solo mera assenza di violenza. La pace è, penso, la manifestazione della compassione umana”.

La densità mistica di questa riflessione arriva diretta al cuore della realtà, rivalutando al contempo il valore illuminante dell’intelletto nel guidarci ad una conoscenza autentica di noi stessi e degli altri, ma non per esercitarvi un egoistico dominio.

E’ intelligenza spirituale, capacità di riconoscere in ogni essere della grandiosa e multiforme creazione la bellezza e la grandezza del Creatore, perché la compassione, come ci ricorda Dostoevskij, è “La capacità di estrarre dall’altro la radice prima del suo dolore e di farla propria senza esitazione”.

Di questo salvifico alito divino, che si connota come prodigiosa grazia elargita dallo Spirito Santo, necessita l’umanità tutta per ricrearsi nella dimensione preziosa della pace a cui tutti ardentemente aspiriamo in questi tempi pervasi di desolante inquietudine.

Con la Santa Pasqua, dunque, aprendosi per noi le porte dell’eternità che sconfigge la morte, possano palesarsi anche nuove possibilità, nuovi sentieri di concordia e armoniosa convivenza tra popoli e possano riallacciarsi ancora più forti i legami che li uniscono alle terre e ai Cieli.

Con questa fiduciosa speranza, auguro a tutti Voi e ai Vostri cari una Pasqua di grande dolcezza e profonda gioia.

Il Salvatore è risorto per ognuno di noi!

Viviamo e serbiamoci in Pace e Letizia in questa Santa Pasqua MMXXIII!

Don Francesco Alfredo Maria & Donna Maria Grazia

Agl' Italiani,in questo tempo di confusione globale, dove la coscienza individuale ripiega sempre più nel ricordo nostal...
18/02/2023

Agl' Italiani,

in questo tempo di confusione globale, dove la coscienza individuale ripiega sempre più nel ricordo nostalgico di un ordine e di un equilibrio orami tristemente lontani, credo che sia legittimo, naturale e logico chiedersi quale valore si possa ancora riconoscere a certi contenuti culturali che finora tanto ci hanno dato in termini di arricchimento personale, morale e spirituale, formando quel sistema di valori che ci ha permesso di affrontare le difficoltà e di superare i periodi più difficili, grazie soprattutto alla forza interiore, alla fede e all’ottimismo della volontà, che ci sono stati trasmessi o che abbiamo ereditato dai nostri cari avi, provati a loro volta, dalle tragedie che caratterizzarono le loro epoche, come le guerre, i disastri ambientali o le emigrazioni.

Facendo una riflessione e un bilancio su questa che è stata la mia principale attività da oltre quarant’anni, ossia la ricerca genealogica ed araldica, tante volte mi sono domandato quale sia, nei tempi attuali, il valore di queste discipline, giungendo alla conclusione che proprio oggi, forse più che mai, esso sia incommensurabilmente grande giacché questi studi sono garanzia e custodia di istanze importantissime, come l‘affettuosa sensibilità per la famiglia presente, passata e il culto degli avi, portatrici, a loro volta, di altrettanti valori fondamentali, quali il rispetto, la cultura, il senso della Patria, la consapevolezza delle nostre origini, delle nostre tradizioni, della nostra identità, dunque di quel patrimonio morale che ci appartiene e che è in grado di colmare il vuoto dei tempi attuali con una bellezza infinita di contenuti, con una qualità eccellente di principi e concetti e con una ricchezza di approfondimenti in virtù dei quali è possibile recuperare anche un senso più alto del vivere.

Risulta quindi ingiustificata quella diffidenza o, peggio ancora, quell’indifferenza nel confronti delle questioni nobiliari, genalogiche, che riguardano sia i titoli, sia la corona sia la grandezza dell’animo.

La storia di molte famiglie è intrecciata a quella più vasta dei grandi eventi e dei grandi personaggi, oltre ad essere sorgente inesauribile di particolari che arricchiscono e completano la stessa conoscenza di un certo periodo storico.

Lo studio della biografia dei personaggi più o meno noti delle famiglie italiche, nobili o cavalieri, così come di molti altri Italiani senza titoli e predicati, ma di grande nobiltà d’animo, ci mostra quanti nostri connazionali si siano immolati per la Patria e la Cristianità, per l’onore del loro Paese, della loro nazione, allora come oggi, minacciata nei suoi valori fondamentali, nei suoi beni più preziosi come la libertà e l’identità.

E noi che cosa facciamo? Che cosa possiamo fare sull’esempio dei nostri grandi predecessori e delle loro imprese? A che cosa siamo chiamati al giorno d’oggi, prima che lo sfacelo, lo sbando, l’irrefrenabile e oscuro dive**re ci sovrastino con tutta la loro forza distruttiva? Urge una resistenza che preluda ad una rinascita! Una Rinascita Nazionale Ideale.

Immaginiamo di poter costituire un’ Elite al di sopra di ogni ridicola vanità e di ogni spirito di albagia e di presunzione e perciò aliena da ostentazioni e dimostrazioni esteriori.

Un' Elite nel senso più completo e felice del termine, libera da schieramenti politici. che favorisca e promuova un rinnovato spirito di solidarietà nazionale, che ci unisca nell’ardore per il tricolore in nome della sacra Patria, dei suoi morti e dei suoi vivi, nell’ideale fusione e unità di tutti i disparati animi in un SOLO GRANDE SPRITO UMANO NAZIONALE, ED IMMORTALE, le cui più antiche origini affondano nella storia gloriosa di un Impero grandioso, illustre, che dominava il Mediterraneo e le terre che vi si affacciavano.

Armiamoci dello scudo della Pace, dell'Onore, della Democrazia, della Tolleranza, della Fede e del bene Patrio! Cominciamo dunque a pensare, parlare ed agire, senza por tempo di mezzo, con la lingua dei padri della Patria e tutti questi eccessi di demagogia livellatrice scompariranno!

Dobbiamo confidare nell'anelito ardente verso una vita più decorosa per tutte le famiglie italiane, all’insegna di un " ethos" legato ai valori eterni e di un " pathos" decisamente rivolto al futuro con un senso di fresca giovinezza e di bene comune.

Un’elite, come io la immagino, non necessita di statuti, notai, iscritti, sponsor, denaro e propaganda. Nasce per moto spontaneo dal cuore di tutti coloro che vi si riconoscono e che intendono intraprendere ogni giorno una lotta decisa volta a rivalutare e a recuperare le nostre antiche virtù, i nostri sacri principi sociali e spirituali, le parole della nostra lingua, i costumi dei nostri Padri, i pensieri e i comportamenti che onoravano le nostre famiglie.

E’ un elite di uomini e donne orgogliosi della propria nazionalità, critici nei confronti di un pensiero dominante che volutamente ci allontana dal sentiero indicatoci dalla Storia e che finirà con il farci trovare soli, smarriti, manovrabili, acritici, vulnerabili perché sono le radici il sostegno, le fondamenta del peso del nostro vivere. In esse troviamo forza e orientamento anche nel confronto con altre realtà, culture e stili di pensiero.

La tradizione è il nostro baluardo, l’inno della nostra terra, “la salvaguardia del fuoco” – come scrive Gustav Mahler – “non l’adorazione delle ceneri”.

Onore dunque agli Italiani e alle Italiane orgogliosi di esserlo a parole e a fatti!

Grazie et Abbiatemi.

Don Francesco Alfredo Maria

FESTA DEL TRICOLORE: la nostra bandiera compie 226 anni !!!Il tricolore italiano è la variante della bandiera della Rivo...
08/01/2023

FESTA DEL TRICOLORE: la nostra bandiera compie 226 anni !!!
Il tricolore italiano è la variante della bandiera della Rivoluzione francese, con la sostituzione del verde all’azzurro, e perciò può considerarsi l’emblema più fedele dei principi della rivoluzione, perché il verde, secondo il simbolismo massonico ereditato dai giacobini, rappresentava allora la natura e con essa l’acquisto dei diritti di natura: uguaglianza e libertà. Il verde venne proclamato il colore nazionale italiano per eccellenza, e passò a significare per i più la speranza in un migliore avve**re d’Italia.
La giornalista Giovanna Cavalli, scrisse sul Corriere della Sera del 8 marzo 2003 l’articolo denominato: (Dopo 206 anni ecco i “veri” colori della bandiera), intervistato, araldicamente esplicitai la valenza dei redolenti colori della nostra bandiera.
Una delle iconografie più significative del tricolore è racchiusa nell'immagine di un uomo che, sulla cima di un monte, sventola una bandiera mentre i suoi compagni di scalata, più in basso, alzano le piccozze in segno di gioia. La dicitura sotto la tavola di Achille Beltrame, pubblicata sulla Domenica del Corriere del 15 luglio 1906, recita:
“ La spedizione guidata dal Duca degli Abruzzi conquista l'estrema vetta del Ruwenzori, mai prima raggiunta da alcuno. Di lassù, nel cuore dell'Africa tenebrosa, hanno sventolato i nostri bei colori.”
Questi accenni alla nostra storia nazionale servono per proporre alcune considerazioni legate alla storia di tutti gli Italiani, che da quel lontano gennaio del 1797 sotto la bandiera verde bianca e rossa si sono riconosciuti in una Patria comune. Con essa e per essa hanno vissuto momenti di gloria, esaltazione, dolore, commozione.
Il tricolore sventolato dal Duca degli Abruzzi è un simbolo di Pace, di una conquista dedicata al progresso dell'umanità; lo stendardo esposto sul pennone di una nave della Marina Militare è una garanzia di protezione; su quella Mercantile ci ricorda l'Italia anche nei luoghi più lontani.
Questa, dunque, è la bandiera: un immaginario collettivo, un sentire comune, che di volta in volta, a seconda delle circostanze, accompagna, stimola le nostre esigenze. Ci fa ritrovare figli di una stessa MadrePatria.
Giosuè Carducci chiuse il discorso che tenne il 7 gennaio 1897 per festeggiare i cent'anni del tricolore, nell'atrio del palazzo civico di Reggio Emilia, con le seguenti parole: “L'Italia avanti tutto! L'Italia sopra tutto!”.
Per ricordare quei giorni appassionati di oltre due secoli fa, bisogna risalire a Modena, al Congresso della Repubblica Cispadana, che ratificò il Decreto Costitutivo del Tricolore, deliberato a Reggio Emilia su indicazione del Segretario Generale della Confederazione Cispadana, Giuseppe Compagnoni, un ex sacerdote e letterato di Lugo di Romagna. La sua proposta mise d'accordo l'assemblea, dopo una discussione di campanile con i deputati di Modena, Reggio e Ferrara, che avevano minacciato di abbandonare i lavori perché si sentivano prevaricati da quelli di Bologna.
Ma alla fine tutti si ritrovarono sotto il Tricolore, allora a strisce orizzontali, affinché le quattro popolazioni formassero un popolo solo, anzi, una sola famiglia.
Quella bandiera era stata ideata tre anni prima da due studenti dell'Università di Bologna: Luigi Zamboni e Giambattista De Rolandis. Sull'onda della rivoluzione francese, nel 1794, s'inventarono una bandiera per due terzi simile a quella transalpina, ma con il verde al posto del blu, colore della speranza, per far risorgere l'Italia a nuova vita.
Catturati dai gendarmi pontifici, vennero orrendamente torturati. Luigi Zamboni s'impiccò in carcere; Giambattista De Rolandis fu “afforcato”. Furono i primi due morti per il Tricolore. Avevano poco più di vent'anni, l'età delle grandi, generose illusioni. Mi sembra doveroso ricordarli.
L'idea del Tricolore venne raccolta nel 1796 dalla Guardia Civica di Milano, che sotto la dominazione Napoleonica volle tenere viva e distinta la propria italianità fino a sostituire il colore blu della bandiera transalpina (che era anche il colore delle giubbe delle truppe napoleoniche) con il verde delle proprie giubbe, per dire che erano sì rivoluzionari, ma Italiani. Napoleone fondò quindi la Repubblica Cispadana, sul modello della costituzione del 1795, nata dagli ideali della Rivoluzione francese.
I rappresentanti della Cispadania ratificarono nel 1797, al congresso di Modena, la nascita della bandiera bianca rossa e verde. Una bandiera che non è nata a tavolino, ma da un moto ispirato da una rivoluzione che a Parigi aveva letteralmente tagliato la testa al Re e ai suoi sostenitori. In nome della libertà, dell'uguaglianza e della fraternità. Aspirazioni particolarmente sentite in un Paese come l'Italia, frammentato e oppresso da dominazioni straniere.
Aspirazioni che da noi vollero affermarsi, proprio nella scelta del Tricolore, come volontà di ve**re realizzate nel segno di una realtà nazionale tutta italiana. Ma come? Per rispondere a questa domanda, gli stessi patrioti che riconobbero nella loro bandiera il riferimento ideale, percorsero poi strade diverse, a seconda dei propri progetti politici, per arrivare all'identica meta dell'unità d'Italia.
Fu il grande dilemma risorgimentale: un Re garante di una costituzione democratica o un Presidente della Repubblica eletto dal popolo?
A Modena, nella stessa città che vide nascere la Repubblica Cisalpina, venne impiccato Ciro Menotti. Il 12 dicembre 1830 esponeva all'avvocato Enrico Misley le sue “Idee per organizzare delle intelligenze fra tutte le città d'Italia onde realizzare una insurrezione mirante a dare all'Italia indipendenza, unione e libertà sotto il governo di una monarchia rappresentativa con Roma capitale”.
Traditi dal Duca Francesco IV, che inizialmente si era mostrato favorevole al programma, Ciro Menotti e i suoi carbonari pagheranno con la vita la loro illusione, dopo una rivoluzione duramente repressa. Così la celebrava in un'ode Giovanni Berchet:
" Un popol diviso per sette destini, In sette spezzato da sette confini, Si fonde in un solo, più servo non è."
A Bologna, Modena, Reggio Emilia, Imola,…… il popolo si fuse in un solo per riscattare il suo diritto a vivere libero in una stessa Patria e sotto una sola bandiera: quel Tricolore che sventolarono andando a morire nelle città divise per sette destini. Quel Tricolore che avevano proclamato bandiera nazionale.
Siamo nel 1831, una data importante nella nostra storia perché a Marsiglia, nello stesso anno, Giuseppe Mazzini fondò la Giovine Italia, con un programma unitario e repubblicano, mentre a Torino saliva sul Trono Sabaudo Carlo Alberto, il quale poi, dopo aver emanato lo Statuto (rimasto legge fondamentale dello Stato per cent'anni, sino al 1° gennaio 1948), nel marzo del 1848 mosse le sue truppe contro l'Austria, nella Prima Guerra d'Indipendenza.
Truppe che combatterono sotto il Tricolore, che il Re volle adottare quale bandiera nazionale, come simbolo dell'unione Italiana, con lo stemma Sabaudo al centro. Era l'undici aprile 1848. Una data anch'essa molto importante e significativa per il Tricolore.
Da allora, il Tricolore ha segnato le tappe della nostra storia: è stata la bandiera dei Mille, di Porta Pia, di chi ha combattuto nelle quattro Guerre d'Indipendenza, nel primo e nel secondo conflitto mondiale.
Non ho detto “rilanciare” a caso, perché dopo la Liberazione, come sostiene Lucio Villari, “DC e PCI hanno cercato di occultare il significato del Tricolore per ragioni diverse, gli uni perché ne deprecavano l'origine rivoluzionaria, gli altri per la loro visione internazionalista”.
Una tesi condivisa praticamente da tutti gli storici. Dice Gian Enrico Rusconi: “Eh sì, prima il trauma del fascismo e la retorica patriottica e poi due forze, DC e PCI, che non sono mai state antinazionali, ma in qualche modo andavano oltre e mettevano così in sordina l'elemento nazionale”. E aggiunge: “La sfida aggressiva dell'elemento separatista, le polemiche sul revisionismo e poi l'Europa hanno fatto in modo che emergesse il problema dell'identità nazionale di cui il Tricolore è simbolo”.
Se, dunque, l'attuale rilanciò del Tricolore e la voglia di riconoscersi in un'identità nazionale anche come reazione a una pesante campagna secessionista, un primo risultato positivo l’ha raggiunto: nessuno ci invita più, volgarmente, a gettare la bandiera come qualcuno fece in passato e che ben ricordiamo!
Ma non basta ritrovarsi uniti sotto una bandiera soltanto per reagire contro chi la insulta e ci vuole divisi. È un momento che ci affratella ma non va oltre un'epidermica emozione. Il fiore d’Italia divenne frutto quando essa fu “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cuore”.
Queste note sono tratte da varie letture, oltre che pensieri di valenti italiani e miei personali.
Vogliate perdonarmi se essi non sono pari all’assunto e alla fede del dettato, ma i dati storici vi sono collocati e, credo, con lo stesso animo col quale qualsiasi buon ITALIANO non tralascerà mai di rinverdirlo.
Viva l’Italia, Onore alla nostra Bandiera, Giubilo agli assertori per la Salvezza delle Memorie e a conforto delle Speranze.
Don Francesco Alfredo Maria Mariano

Carissimi cavalieri, gentili dame, diletti amici,Natale è alle porte, dodici mesi sono già passati e di primo acchito, c...
16/12/2022

Carissimi cavalieri, gentili dame, diletti amici,
Natale è alle porte, dodici mesi sono già passati e di primo acchito, ci assale una sensazione di smarrimento, dettata dal veloce e inesorabile scorrere del tempo.
Ma è solo un attimo! Poi, la gioia entra prorompente nel nostro cuore perché Natale è, dalla notte dei tempi, il momento magico in cui il tempo si ferma, cristallizzando in tanti fiocchi di neve i problemi di sempre e quelli che la vita ci ha fatto trovare negli ultimi dodici mesi.
Invece, come d’incanto, il tempo sembra continuare il suo cammino soltanto per gli aspetti giocosi del vivere, per i sentimenti d’amore e di solidarietà e per i buoni propositi tante volte disattesi per pigrizia o per mille altri motivi.
L’allegato augurio ci sprona per cercare di vivere la nostra vita più dignitosamente possibile, perché possa donarci ancora dei sogni cui le nostre agognate attese amando le persone care e considerando il bene per il prossimo.
Non dobbiamo dimenticare questo grave momento di crisi internazionale, dobbiamo pensare al postulato fondamentale di una pace mondiale giusta e onorevole, assicurando il diritto alla vita e all’indipendenza di tutte le Nazioni, piccole e grandi, deboli o potenti: la volontà di supremazia di una Nazione non deve mai equivalere alla sottomissione di un’altra.
Quando quest’uguaglianza di diritti sia stata lesa o posta in pericolo, l’ordine giuridico esige una riparazione, la cui misura ed estensione non è determinata dalla spada o dall’arbitrio egoistico, ma dalle norme di giustizia e di reciproca equità.
Pertanto, è necessario che l’intenzione di quelli che combattono sia retta, ossia che si propongano di fare il bene ed evitare il male. Il che fa dire a Sant’Agostino:
«I veri adoratori di Dio riguardano come pacifiche le guerre, che non sono intraprese né per ambizione, né per crudeltà, ma che si fanno per amor della pace allo scopo di reprimere i cattivi e sollevare i buoni».
Con ricordo sincero e pensiero affettuoso.
Don Francesco Alfredo Maria

🪶Clarissimi, l'illuminato teologo - abate Bernardo di Chiaravalle autore di eccellenti opere sui Templari, scrisse:     ...
29/09/2022

🪶Clarissimi, l'illuminato teologo - abate Bernardo di Chiaravalle autore di eccellenti opere sui Templari, scrisse: ⚔️ “ Ogni giorno abbiamo un' Anima da salvare ed un inferno da evitare.” ⚔️
Oso aggiungere, anche in noi!!! Un redolente saluto. 🏵️ Don Francesco Alfredo Maria

🪶Clarissimi,che in questo   tempo di rinascita con il redolente e fruttato autunno, sia per tutti noi un'unione tra il c...
24/09/2022

🪶Clarissimi,
che in questo tempo di rinascita con il redolente e fruttato autunno, sia per tutti noi un'unione tra il cielo e la terra, il contatto tra il mondo divino e il mondo umano, unione dei due principi intesa come generatrice dell’esistenza, come la 🌹rosa con la croce che ha un significato profondamente mistico, e lo stato trascendentale che il genere umano dovrebbe raggiungere. 🥂 Un brindisi all'autunno è felicità per tutti noi.
Abbiatemi. 🏵️ Don Francesco Alfredo Maria

La successione al trono è regolata, oltre che per discendenza, anche dallo statuto parlamentare. L'ordine di successione...
18/09/2022

La successione al trono è regolata, oltre che per discendenza, anche dallo statuto parlamentare. L'ordine di successione è la sequenza dei membri della famiglia reale nell'ordine in cui stanno in fila al trono
La base della successione fu determinata negli sviluppi costituzionali del XVII secolo, culminati nel Bill of Rights (1689) e nell'Act of Settlement (1701).
Quando Giacomo II fuggì dal paese nel 1688, il Parlamento affermò che aveva "abdicato al governo" e che il trono era vacante. Il trono fu quindi offerto, non al giovane figlio di Giacomo, ma a sua figlia Maria e suo marito Guglielmo d'Orange, come governanti congiunti.
Venne quindi stabilito non solo che il Sovrano regge attraverso il Parlamento, ma che la successione al trono può essere regolata dal Parlamento, e che un Sovrano può essere privato del suo titolo per malgoverno. L'Act of Settlement ha confermato che spettava al Parlamento determinare il titolo al trono.
La legge prevedeva che solo i discendenti protestanti della principessa Sophia - l'Elettrice di Hannover e nipote di Giacomo I - potessero avere successo. Atti successivi lo hanno confermato.
Il Parlamento, ai sensi del Bill of Rights e dell'Act of Settlement, ha anche stabilito varie condizioni che il Sovrano deve soddisfare. Un cattolico romano è specificamente escluso dalla successione al trono.
Il Sovrano deve, inoltre, essere in comunione con la Chiesa d'Inghilterra e deve giurare di preservare la Chiesa d'Inghilterra istituita e la Chiesa di Scozia istituita. Il Sovrano deve anche promettere di sostenere la successione protestante.
Il Succession to the Crown Act (2013) ha modificato le disposizioni del Bill of Rights e dell'Act of Settlement per porre fine al sistema della primogenitura maschile, in base al quale un figlio minore può sostituire una figlia maggiore nella linea di successione. La legge si applica ai nati dopo il 28 ottobre 2011. La legge ha anche posto fine alle disposizioni in base alle quali coloro che sposano cattolici romani sono squalificati dalla linea di successione. Le modifiche sono entrate in vigore in tutti i sedici Reami nel marzo 2015.
La linea della successione
SOVRANO CARLO III Re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri Reami del Commonwealth
1. Il principe di Galles
2. Il principe Giorgio del Galles
3. Principessa Charlotte del Galles
4. Il principe Luigi di Galles
5. Il Duca di Sussex
6. Maestro Archie Mountbatten-Windsor
7. La signorina Lilibet Mountbatten-Windsor
8. Il duca di York
9. Princess Beatrice, Mrs. Edoardo Mapelli Mozzi
10. Miss Sienna Mapelli Mozzi
11. La principessa Eugenia, la signora Jack Brooksbank
12. Maestro August Brooksbank
13. Il conte di Wessex
14. Visconte Severn
15. Lady Louise Mountbatten-Windsor
16. La principessa reale
17. Sig. Peter Phillips
18. Miss Savannah Phillips
19. Sig.na Isla Phillips
20. La signora Michael Tindall
21. Miss Mia Tindall
22. La signorina Lena Tindall
23. Maestro Lucas Tindall
FONTE
https://www.royal.uk/

Indirizzo

Padua

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando La Gazzetta Europea pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta L'azienda

Invia un messaggio a La Gazzetta Europea:

Condividi