
22/07/2025
La lite familiare degenera, l’intervento dei carabinieri porta alla scoperta di droga e di una coltivazione illegale. L’uomo finisce in carcere
Questo è il profilo del mattino di Padova, gruppo Nord Est Multimedia (NEM)
Padua
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di PAOLO POSSAMAI
Ma che cos’è un giornale? Un flusso di informazioni, i cui effetti sono destinati a durare molto più a lungo dell’apparente caducità quotidiana (lo vedremo un poco più avanti in queste righe). Una fabbrica di contenuti su più piattaforme, in carta e digitali. Una rete di relazioni: il giornale sta al centro, ma in effetti è come una piazza dove chi scrive e chi legge si può dare appuntamento e scambiare il bene per eccellenza, ossia in primis appunto le informazioni, ma anche le idee e i sogni, i progetti e i rapporti. Uno strumento di democrazia. A questo proposito, tante volte è stato usata la metafora del cane da guardia. Mi persuade se riteniamo che il giornale dovrebbe essere un cane da guardia a custodia del buon funzionamento delle istituzioni.
Ma il giornale è anche uno specchio e un luogo di auto-coscienza per la comunità cui rivolge le proprie pagine. Un sismografo chiamato a rilevare nel divenire dei giorni i mutamenti, i fenomeni, i protagonisti, le eclissi, i turbamenti del corpo sociale. Un setaccio che, con pazienza agitato giorno per giorno, favorisce l’emersione del ceto dirigente (che sia politico, o nel campo delle professioni, nell’imprenditoria o nell’associazionismo, tra i cattedratici o nello sport).
Un gruppo di lavoro fatto di giornalisti, commentatori, collaboratori, dipendenti amministrativi e poligrafici e in rotativa. Una azienda che persegue il proprio legittimo obiettivo di remunerazione dei dipendenti, dei collaboratori, degli azionisti e che nella salute dei propri bilanci ha il primo presidio di indipendenza e di autonomia da ogni potere. Il primo direttore del mattino di Padova, Livio Berruti, nell’editoriale di esordio datato 28 marzo 1978 scriveva: “Il nostro giornale ha un solo partito, ed è quello dei suoi lettori”.