07/10/2025
L’intera esistenza di una donna e la storia di un’epoca: “Corso d’Italia 11. Agendine 1930-1945” di Leonetta Cecchi Pieraccini è un diario traboccante di racconti, di incontri con grandi personalità della cultura, che spazia anche su temi familiari, la vita quotidiana, i bambini, le cene, i dispiaceri. Un documento inestimabile sull’Italia degli anni del fascismo e della Seconda guerra mondiale.
Leonetta Pieraccini, pittrice allieva di Fattori, apprezzata ritrattista e paesaggista, fu la moglie del famoso critico letterario Emilio Cecchi, con lui condividendo fin dagli inizi della carriera la f***a rete di relazioni in campo artistico culturale che ebbe come epicentro la casa romana di Corso d’Italia. Fu anche di Cecchi una premurosa compagna, punto di riferimento necessario della vita familiare e degli affetti domestici (il fratello Gaetano Pieraccini fu nel dopoguerra un leggendario sindaco di Firenze, la figlia Suso Cecchi d’Amico divenne la sceneggiatrice di punta del cinema italiano del secondo Novecento, il figlio minore Dario si affermò come pittore e scenografo). Risalta quindi dei suoi diari (di cui qui pubblichiamo il secondo volume) questo intrecciarsi di cronaca culturale, di specchio di costume, di testimonianza storica, di giornale del cuore intimo e discreto. Ogni giorno annotava tutto quello a cui assisteva in presa diretta, dentro e fuori le porte di casa, in viaggio o nella sua residenza, in agendine, che chiamava «quaderni», «taccuini». Lo stile con cui vergava è immediato e spontaneo, ma nitido e dotato di una notevole eleganza e narratività. Il punto di osservazione da cui racconta, pur essendo il proprio punto di vista, è un osservatorio il più possibile obiettivo, sempre esente da moralismo, da sentimentalismo, da atteggiamenti giudicanti, o da superiorità egocentrica. Di fronte alle numerose polemiche intellettuali o politiche che riporta, forse mai aggiunge la sua opinione personale; invece, attraverso la descrizione di un vezzo, di un intercalare, di una postura o di un gesto, mette in silenzioso rilievo la vanità, la presunzione, la iattanza, la vacuità lì dove appaiono: e l’effetto umoristico è il più felice. Così come, di fronte a certe situazioni di casa, appena un cenno al proprio stato d’animo rimemora vividamente la profondità di un dramma familiare. Leonetta pubblicò in tre riprese (1952, 1960, 1964) i suoi diari, depurandoli radicalmente. Questo Corso d’Italia 11. Agendine 1930-1945, che oggi pubblichiamo, è stato preceduto nel 2015 da Agendine 1911-1929. Entrambi i volumi, curati dalla bisnipote Isabella d’Amico, ne restituiscono per quanto possibile la stesura originaria. Usi, costumi, tempeste, storia, momenti domestici, cose viste e persone degli anni cruciali del Novecento italiano.
A cura di Isabella d'Amico.