29/04/2025
Qualcuno adesso cercherà letture psicologiche/psichiatriche sui fatti accaduti; si apriranno dibattiti su quel quartiere difficile, emarginato, lasciato fuori dal controllo della legge, abbandonato nel degrado assoluto (tutto vero). Si analizzeranno le percentuali di giovani disoccupati, di quanti non hanno concluso la scuola dell'obbligo, di quanti hanno commesso già reati.
Si darà la colpa ad un intero quartiere e così noi ci saremo lavati le mani da questi omicidi e trovato gli unici colpevoli (che ci sono e vanno arrestati).
Lo ZEN è stato un investimento urbano sbagliato sin dall'inizio, non c'è alcun dubbio.
Una sorta di "Alcatraz", un carcere in un isola dove chiudere, delimitare chi non doveva passeggiare in città.
Un vero ghetto che non si è mai veramente voluto (a volte potuto) riabilitare.
Ma non tutti gli abitanti dello ZEN sono delinquenti.
Sarebbe bello allora che questi scendessero in strada, in silenzio, uniti, semplicemente per manifestare la loro vicinanza a quelle famiglie di Monreale, a tutti quelli che li vivono e si sono sentiti "offesi" da un gesto che può solo definirsi delinquenziale.
Sarebbe bello che qualcuno di loro mostrasse umanità verso quei tre ragazzi assassinati anziché chiudersi in un silenzio che fa ancora più rumore, che ferisce ancora di più, che alza muri maggiori con tutti coloro che chiedono solamente giustizia.
Sarebbe bello che quella parte sana di cittadini dello ZEN chiedesse giustizia per difendere il loro quartiere e la loro onestà dai tanti malavitosi che da li spacciano, rubano, uccidono, si prestano alla mafia.
Forse non bisogna difendere oggi un figlio che ha ucciso, ma bisogna educarlo denunciando ad alta voce il suo errore/orrore.
Sarebbe bello che le tante persone oneste dello ZEN, così come di altri quartieri, si liberassero di quei pochi disonesti che li hanno costretti oggi a chiudersi in casa, a tenere chiusa la bocca, a subire l'onta di una delinquenza insopportabile e che va solamente condannata da tutti.
Sarebbe bello che non fosse accaduto nulla, ma la realtà ci dice, ci urla che Caino è ancora tra noi ed è pronto a uccidere un suo fratello solo perché così dimostrerà la sua forza.
Sarebbe bello che la cultura e la memoria diventassero la strada che conduce tutti alla vita.