27/08/2025
Quando i peli femminili sono diventati un tabù?
Spoiler: non è sempre stato così.
Quella che oggi consideriamo una semplice abitudine estetica in realtà ha radici molto profonde. La depilazione accompagna l’essere umano fin dalla preistoria — all’inizio per sopravvivenza, poi per bellezza, classe sociale, status.
Nell’Antico Egitto le donne erano completamente glabre, nell’Antica Grecia e a Roma la pelle liscia era sinonimo di raffinatezza. E se guardiamo alle statue dell’epoca… impossibile trovare un accenno di peluria.
Nel Medioevo, il corpo femminile si nasconde sotto strati di stoffa, ma la fronte alta (rasata) di Elisabetta I ci dice che la rimozione dei peli aveva già preso altre forme.
Poi arriva il Novecento. Il cinema, la moda, le prime campagne pubblicitarie: nel 1915 Gillette lancia il primo rasoio per donne. Da lì in poi, depilarsi diventa la norma.
Negli anni '60-'70 il femminismo rimette tutto in discussione: libertà è anche scegliere cosa fare con il proprio corpo. I peli diventano un atto politico. Ma nello stesso tempo nascono cerette, creme, laser e depilazione definitiva.
Negli anni ’90 e 2000, con l’estetica p***o che entra nella cultura pop, si diffonde la depilazione totale. Il pelo diventa “brutto”, “sconveniente”, un ostacolo alla sensualità.
E oggi, nel 2025?
Siamo in una fase di transizione. Sempre più donne (e persone in generale) scelgono liberamente cosa fare: peli sì o peli no. Alcune celebrità li mostrano con orgoglio, alcune attiviste li rivendicano.
La verità? Ancora oggi la pelle liscia resta uno standard dominante, ma qualcosa si sta muovendo. Ci stiamo domandando:
👉 Depilarsi è davvero una scelta libera? O è ancora una forma di pressione sociale travestita da “cura di sé”?
Il punto non è giudicare.
È poter scegliere davvero, senza dover giustificare la propria decisione.
Peli o non peli, il corpo è tuo. E anche la libertà.