25/07/2025
Da 24 ore orde di meloniani esultano in un tripudio di lodi sperticate e superlativi assoluti per questa copertina qui e si inchinano alla loro Presidente Meloni, a loro dire “celebrata come una statista” dal prestigioso “Time”.
C’è chi fantozzianamente la paragona a De Gasperi.
La ministra Santanché addirittura si lancia in un’invettiva conto la sinistra rosicona: “E adesso chi lo dice ai disfattisti?”.
Solo che poi vai oltre alla copertina - per chi sa leggere - e scopri che non è affatto la celebrazione di una nuova leader europea, ma anzi è un articolo, quello di Massimo Calabresi, lungo, complesso e pieno zeppo di critiche, anche pesanti.
Nell’ordine:
“L’agenda politica interna della premier italiana è al passo con la schiera globale di leader autoritari in ascesa: consolidare il potere esecutivo, reprimere i media, esercitare il controllo sul sistema giudiziario, prendere di mira gli immigrati senza documenti e limitare alcune forme di protesta“.
Alla faccia della grande statista.
E ancora:
“In patria, Meloni (…) sta tentando di ‘riformare’ la magistratura attraverso una complessa serie di misure che amplierebbero il controllo del premier sui procedimenti giudiziari“.
Che grande “modello”!
Ma mica finisce qui:
“Lo scorso ottobre, l’Italia ha codificato la sua storica opposizione alla maternità surrogata, mettendo al bando la procedura all’estero, una mossa condannata dai sostenitori dei diritti degli omosessuali”.
E avanti così:
“Meloni ha attaccato i media indipendenti, citando in giudizio giornalisti e organi di stampa per diffamazione più volte”.
Sempre più duro.
Sta portando avanti “un nuovo tipo di nazionalismo: populista, nativista e filo-occidentale. Dove questo ci porterà esattamente non è solo questione di Italia. Dal Portogallo alla Romania, estremisti di ultradestra, un tempo ostracizzati, stanno superando i partiti conservatori tradizionali, proprio come il movimento MAGA negli Stati Uniti”.
Fine? Figuriamoci.
“Ci sono molti membri del suo partito che covano ancora nostalgia del fascismo. Il secondo in linea di successione alla presidenza dopo Meloni, Ignazio La Russa, un tempo teneva un busto di Mussolini nel suo appartamento”.
Fino alla chiusura impietosa.
“Ciò che inquieta in Meloni non è tanto il suo comportamento, quanto il suo adattamento alle forze che il nazionalismo ha scatenato in passato, in un momento in cui le norme del dopoguerra stanno svanendo”.
In pratica, i meloniani stanno sventolando da ore la copertina di una rivista come un trofeo, senza neanche essersi degnati di leggerla. Ma neppure di aprirla. Figuriamoci capirla.
Ma voi non svegliateli, mi raccomando.
Basta smettere di votarli.