
23/06/2025
Sono nata in campagna, o meglio: ci abitavo ancora prima di nascere. Mia madre mi aspettava nel nostro vecchio appartamento di Fabiano, ed è proprio da lì che iniziano i miei primi ricordi.
Dal balconcino di casa guardavo la collina di fronte, dove le antenne mi sembravano le torri di un castello. L’estate sapeva di rosmarino, quello che cresceva accanto al cancello. Da bambina mi divertivo a risalire i sentierini, a passare sotto un vecchio cancello di metallo nascosto nel bosco per andare a trovare i cavalli.
Ricordo il coraggio che serviva per attraversare la statale, solo per rifugiarsi in Trebbia. Lì raccoglievo sassi: li dipingevo con cura e poi andavo a venderli, porta a porta, ai vicini della frazione. Persino il ricordo della caduta delle Torri Gemelle mi riporta a Fabiano: ero sul divano del salotto, la televisione accesa, e aspettavo solo che fosse l’ora giusta per andare a tuffarmi in piscina.
Cercavo di salvare ogni gatto randagio e, con scarsi risultati, tentavo di nasconderli in casa. Tutto era così intensamente bello che me ne accorgo solo ora, a distanza di vent’anni.
Per un po’, ho sognato la velocità. Le città. Ho desiderato a lungo vivere in una metropoli, una di quelle immense, piene di luce e rumore.
E poi ho capito che il posto più bello del mondo, per me, è sempre stato qui. Su queste colline ♥️