07/10/2025
Di Mauro Toninelli
“C’è del buono in questi mondi”. Pellegrini nelle terre di mezzo
Pensare, in questo Giubileo legato alla speranza, che la narrazione fantasy possa essere uno strumento per capire meglio il suo significato, per raccontarla e per scovare in questo tipo di letteratura, spesso bistrattata o relegata alla sezione “Bambini e ragazzi” negli scaffali delle librerie, l’essenza profonda di una virtù teologale è la sfida che ha guidato il gruppo Inkiostri alla pubblicazione di “C’è del buono in questi mondi. Pellegrini di speranza nelle terre di mezzo” (edizioni Marco Valerio). Gli “Inkiostri” sono amici che hanno il “desiderio di indicare, con le parole, con l’arte e con la vita, la Bellezza più grande”. “Quando parliamo di ‘terre di mezzo’ al plurale, ci riferiamo a tutti quegli spazi letterari del fantastico, quelle regioni della fantasia, quelle pagine più o meno conosciute, lette e condivise, che hanno fatto sognare, ma anche riflettere, e non da ultimo crescere generazioni di lettori. Come risulta chiaro, l’espressione – scrive nell’introduzione Patrizio Righero, direttore del giornale diocesano di Pinerolo – è mutuata dall’immaginario tolkieniano: la Terra di Mezzo diventa il paradigma di tutte le ‘terre di mezzo’, dove sono nate e si sono sviluppate storie, saghe, avventure. Basti pensare al Regno di Narnia custodito dal leone Aslan (C.S. Lewis), alla scuola di Hogwarts dove Harry Potter scopre i segreti della magia insieme ai suoi amici e nonostante i suoi nemici (J.K. Rowling), o ancora alla Fantàsia nella quale un insicuro Bastian riesce a superare traumi e tentazioni per diventare finalmente uomo (Michael Ende)”.
Cospicua la parte del libro dedicata a Tolkien: spiccano i saggi dedicati a “Foglia di Niggle” di Chiara Bertoglio (di paragoni tra la favola del professore e l’enciclica “Spe salvi” di Benedetto XVI) e quello scritto da Sebastiano Tassinari dal titolo “Estel la speranza elfica” (differenti termini e realtà descritte all’interno del mondo tolkieniano). Completano la parte opere di Davide Gorga, Daniele Barale, Chiara Neirotti, Maria Finello, Marco Casazza e Ives Coassallo. A corredo di ogni saggio si trova una bibliografia. L’elenco dei libri inseriti appare a tratti limitato e discutibile nelle scelte, se si prende in considerazione il panorama degli studi tolkieniani attuali. Nella seconda parte, Paolo Gulisano racconta Lewis, Luisa Paglieri porta in Fantàsia di Ende e Marina Lenti, esperta potteriana, porta nel mondo di Hogwarts. L’obiettivo, centrato, è mostrare che “anche questi luoghi possono essere attraversati dai pellegrini di speranza”, scrive ancora Righero.