06/03/2023
In ogni campagna elettorale si cerca sempre di pescare nel bacino di quelli, sempre di più, che sono indecisi, o meglio, di quelli che, essendo indecisi e non convinti da alcun programma, non hanno intenzione di andare a votare.
Tra questi, la categoria più ricercata e corteggiata è sicuramente quella dei giovani. E come si fa? Si sbarca su Istagram, tik tok o altri social ancora più moderni e utilizzati dai ragazzi. Si modifica il linguaggio, la comunicazione, per andare incontro al loro modo di ragionare, di parlare. Basterà? Sicuramente no.
Servono proposte serie. Ma, forse, ancor prima di politiche giovanili concrete e fattibili, bisognerebbe capire perché i giovani non si interessano di politica; passi per la politica nazionale, che vedono lontana, impacciata e inadeguata a risolvere i loro problemi.
Se però parliamo di amministrazione locale dovrebbe essere più facile far capire ai giovani come gli interventi che si propongono possono incidere direttamente sulla loro condizione. Ciò dovrebbe avvicinarli. Eppure non è così. Perché?
Noi pensiamo che un ruolo importante in questa disaffezione la giochi la condizione socio economica in cui versano le famiglie. Pensiamo, ancor più, che tale situazione sia frutto di un deficit culturale ed educativo che
• Se un giovane riesce, a stento, a rendersi autonomo finanziariamente, o, addirittura non riesce ad uscire dal nucleo familiare, fa difficoltà a pensare alla politica e, ancor più, farà fatica a pensare che il miglioramento della propria condizione passa per la partecipazione attiva alla politica.
• Se un giovane studia e si dà da fare per potersi costruire un futuro e una famiglia altrove, non trovando nei suoi luoghi prospettive concrete, sarà poco interessato di quello che succede nel proprio paese.
• Se un giovane ha difficoltà ad accedere all’istruzione o è costretto ad abbandonare anzitempo il percorso di studi, difficilmente acquisirà quelle basi culturali che consentono di percepire l’importanza e la complessità del gestire al cosa pubblica.
La partecipazione dei giovani alla vita politica locale, all’amministrazione del proprio paese, non si alimenta solo con forme comunicative idonee; non basta nemmeno pensare a politiche giovanili adeguate e concrete. Accanto al “cosa fare” e al “come farlo”, serve capire il “perché non ci si interessa”, serve rimuovere quegli ostacoli di matrice sociale, economica e soprattutto culturale che rendono la politica estranea agli interessi dei giovani.
Perché se è vero che la condizione socio economica incide non poco sulla spinta alla partecipazione attiva alla vita politica, è altrettanto innegabile che l’accesso alla cultura, all’istruzione e all’educazione civica siano indispensabili per consentire ai giovani di sviluppare quel senso critico oggi sopito, per risvegliare la coscienza critica delle persone e ricostruire una comunità che sappia confrontarsi sui temi più disparati garantendo basi culturali solide.
E per rafforzare in loro la consapevolezza dell’importanza di una partecipazione attiva alla vita politica del paese.