Chiesa Evangelica San Benedetto del Tronto

Chiesa Evangelica San Benedetto del Tronto La chiesa evangelica di SAN BENEDETTO DEL TRONTO è formata da persone che rappresentano più di 25

DOVE ABITA DIO? QUAL È L'INDIRIZZO? Davide sapeva che Dio abitava con lui fino a quando non scrisse il salmo 22. "Dio mi...
23/07/2025

DOVE ABITA DIO?
QUAL È L'INDIRIZZO?
Davide sapeva che Dio abitava con lui fino a quando non scrisse il salmo 22.
"Dio mio perché mi hai abbandonato?" (verso1)
Si trovava in una situazione estremamente difficile e non poteva credere che Dio potesse restare indifferente, per questo arriva ad ipotizzatare l'abbandono.
Quanti esseri umani possono sentirsi così!
Persino Gesù usò queste parole di Davide mentre era sulla croce, rivedendosi in questo salmo profetico.
Ma dove abita Dio? Forse vorresti conoscerne l'indirizzo per andare sotto casa a lamentarti un po', così da attirare la sua attenzione.
Davide in questo salmo conosce bene dove Dio abita. Scrive: "Eppure tu, il Santo, abiti fra noi, in mezzo al popolo che ti loda".
Sì, Dio è stabile nel permanere con noi così come la Chiesa deve diventare stabile nel lodare il Signore. Persino le nostre suppliche siano accompagnate da ringraziamenti (Filippesi 4:6).
Dio è costante: la Sua santità ha a che fare con la Sua imparzialità, il suo piano non fallisce e il suo agire non cambia secondo gli umori. Noi siamo influenzati dalle circostanze, non Dio! Egli è Santo e perfetto e nessuno può cambiarlo, così è anche il suo piano per noi.
Questa considerazione ha aiutato Davide e aiuta noi oggi a capire che Dio dà un indirizzo preciso alla Chiesa per trovare la sua risposta.
Egli siede circondato dalle lodi del suo popolo. Non viene come elemento qualunque nella nostra casa. Il Suo posto è su un trono di lodi, perché Egli è sovrano e viene a regnare.
Egli vuole prendere il controllo di quello che stai vivendo: preparagli un trono di lodi, chiamalo ad essere Re su tutti i re nella tua vita e rimani costante come Davide: "io ti loderò nell'assemblea" scrisse alla fine del salmo 22, "Oh voi che temete l'Eterno, lodatelo!".
Dio non abita tra i lamenti, ma in mezzo a un popolo che lo adora per chi Lui è e lo loda per quello che fa, ancora prima che l'abbia fatto!
ALLELUIA🙌🏻

Puoi seguire il messaggio completo al link https://www.youtube.com/live/rMgzkf2rFUU?si=XReppxXJbBB6qEoa

Sermone del 20/07/25
Past. Angelo Bleve

Il patto, come accordo tra due (o più) parti che si attengono (si spera) al rispetto dei termini stabiliti, è una pratic...
17/07/2025

Il patto, come accordo tra due (o più) parti che si attengono (si spera) al rispetto dei termini stabiliti, è una pratica congenita all’uomo. La Bibbia, infatti, ci parla di una cultura fondata su patti, alleanze e giuramenti. Addirittura il rapporto dell’uomo con Dio è connotato della forma del patto: su tutti, quello con Abraamo, quello con Mosè e quello tramite Gesù, ma ce ne sono molti altri.
In Genesi 24 dal versetto 1 al 10 viene narrato di un giuramento che Abraamo, padre di Isacco, compie con Eliezer, suo servo. Il patto prevede che quest’ultimo, al momento di scegliere la futura moglie di Isacco, si attenga alla volontà del capo famiglia: non deve essere cananea ma deve provenire dalla terra natìa di Abraamo, Ur dei Caldei. Ora, ad una lettura integrale di tutta la Bibbia, è intuibile il fatto che ogni persona di questa storia possa essere rapportato e figurato nei protagonisti del Nuovo Patto. In questo senso, rileggendo la trama dei versi citati in Genesi, si intuisce come essa prefugiri (molti anni prima) già la trama dell’azione salvifica (che avviene tutt’oggi). Dio (Abraamo) manda lo Spirito Santo (Eliezer) con lo scopo di “trovare” la Chiesa (Rebecca) e farla incontrare e unire con Gesù (Isacco). Se, allora, Rebecca siamo noi tutti, è anche vero che siamo Eliezer. In che senso?
Nel senso che, nel momento in cui facciamo parte della Chiesa universale, in quanto discepoli investiti da Dio del compito di condividere il Vangelo, ci affianchiamo allo Spirito Santo nel ruolo di messaggeri. Siamo allo stesso tempo Rebecca, perché come Chiesa incontreremo il nostro Isacco, ed Eliezer, perché ci muoviamo affinchè chi ci è affianco possa incontrare Isacco, e non lo teniamo solo come un privilegio egoistico. Insomma, nella trama del Nuovo Patto, come è per quella del racconto veterotestamentario, non possiamo adagiarci sugli allori, aspettando immobili l’incontro con Cristo Gesù. Piuttosto, il compito che abbiamo è quello che, consapevoli un giorno di incontrare il Messia, ci muoviamo affinchè, grazie allo Spirito Santo, possiamo condividere la Buona Novella che porta a desiderare l’incontro con il Signore.
In poche ma dirette parole conclusive: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Marco 16:15).

Sermone del 20/07
Past. Angelo Bleve

Se vuoi seguire il culto completo puoi andare al seguente link
https://www.youtube.com/live/LkLoyn81i-E?si=_cHrQE3lTG2Hg2lN

UN NUOVO INIZIO. UN VINO NUOVO, MIGLIORE DEL PRIMO.Curioso pensare che il primo miracolo di Gesù non portò guarigione o ...
09/07/2025

UN NUOVO INIZIO.
UN VINO NUOVO, MIGLIORE DEL PRIMO.
Curioso pensare che il primo miracolo di Gesù non portò guarigione o liberazione, ma procurò dell'ottimo vino durante una festa nuziale in Cana.
No, Gesù non si stava esercitando! Ogni scelta che Cristo fa ha un proposito preciso...anche nell'ultima Pasqua Gesù distribuì del vino ai discepoli, simbolo di allegrezza, di fioritura, di un nuovo inizio.
E nella ricorrenza della Pasqua ce n'erano molti di elementi come i pani azzimi, le erbe amare e l'agnello con cui ogni famiglia ripercorreva la grande liberazione dal faraone d'Egitto e il nuovo inizio dopo la schiavitù.
Ma quell'ultima Pasqua di Gesù fu particolare.
Dopo la cena Gesù prese del pane e un nuovo calice di vino per offrirli ai discepoli: - "Fate questo in memoria di me" - disse loro.
Gesù annunciando la sua morte stava dando ai suoi discepoli un nuovo input: - "questo è il nuovo patto" -, una nuova alleanza, un nuovo modo di vivere le cose.
Egli non stava dando un nuovo rito da celebrare: Gesù è venuto a darci qualcosa di eccellente, non qualcosa che già avevamo. Proprio come accadde in quelle nozze a Cana: Gesù fu artefice di un vino migliore del precedente!
Cristo viene a darci una cosa nuova: per Lui abbiamo un nuovo patto con Dio, migliore del primo! Così, quando ci accostiamo a Cristo, dovremmo cercare qualcosa di migliore, non un rito. In Cristo ogni giorno c'è una nuova benedizione da gustare perché tutti i giorni il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato.
Per il sangue di Cristo, l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo, la nostra vita ha avuto un nuovo inizio, un reset.
C'è una nuova alleanza basata sulla grazia di Cristo Gesù e sul perdono che richiede fedeltà, impegno, ma è anche certezza di una nuova benedizione.
Non vogliamo essere superficiali accostandoci alla cena del Signore.
Vogliamo che sia solo un ricordo oppure una nuova benedizione da gustare?

Puoi seguire il messaggio completo al link https://youtube.com/live/YN3_bJofHQ8?feature=share

Sermone del 06/07/25
Past. Angelo Bleve

A volte, quando si parla di Spirito Santo, si rischia di cedere a discorsi molto astratti, a non definire bene i termini...
02/07/2025

A volte, quando si parla di Spirito Santo, si rischia di cedere a discorsi molto astratti, a non definire bene i termini della questione. Di conseguenza, la possibilità di sperimentare lo Spirito Santo come Persona viene meno, perché non coscienti dela sua identità e azione. Non un’energia più o meno indefinita, una forza impersonale ma, appunto, una Persona che, con il Padre e il Figlio, compone e completa la Trinità.
Avere chiarezza di ciò è la base per instaurare una relazione piena, che non guardi alla Spirito come a qualcosa di indefinito ma che lo descriva, come narra la Bibbia, per i suoi ruoli di Consolatore e Guida. Intendere così l’azione dello Spirito Santo significa, innanzitutto, non limitare la sua azione a dei singoli casi separati in cui, egoisticamente, abbiamo bisogno del suo aiuto. La relazione con Lui ci consente di vivere, sotto chiaramente un forma diversa e peculiare, la relazione tra Gesù e i suoi discepoli. Una continuità quotidiana e intima che rifugge qualsiasi convenienza e che ciba, giorno per giorno, la nostra salute.
Sappiamo molto bene che il nostro corpo è il Tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19), forse ricordiamo un po’ meno, e dovremmo allora rispolverarlo, che anche la Chiesa è Tempio di Dio, e come tale, riunisce ogni credente. Questa chiesa universale, che troppo spesso è divisa al suo interno, si compone di tante (piccole e grandi) chiese locali. In queste comunità ogni essere umano dovrebbe condividere la propria esperienza, fede, amore. Di contro ad una società individualizzata che ci vuole tutti piccoli Templi chiusi in sé stessi, l’amore di Dio ci chiama a condividere ed essere dei Templi aperti verso Lui e verso gli altri, affinchè ognuno possa gustare delle bellezze e aiutare ad aggiustare le crepe di ognuno. Una fede personale non è mai completa se non è condivisa, dialogata, accomunata. Lo Spirito Santo non è mai proprietà di qualcuno, non possiamo pensare di dirigerlo a nostro piacimento, di utilizzarlo come siamo abituati a fare con gli oggetti (e a volte con le persone). Piuttosto, una relazione di abbandono fiducioso, quindi lasciando a Lui la possibilità di riempirci, porterà, inevitabilmente, a vederne dei frutti (Galati 5:22).

Sermone del 29/06/25
Past. Valerio Micco

Se vuoi seguire il culto in diretta puoi cliccare al seguente link

https://youtube.com/live/msToYPucW2M?feature=share

A quasi ognuno di noi sarà capitato di aver assistito almeno una volta, in tv o dal vivo, ad uno spettacolo di trasformi...
26/06/2025

A quasi ognuno di noi sarà capitato di aver assistito almeno una volta, in tv o dal vivo, ad uno spettacolo di trasformismo: quell’attore che muta repentinamente sembianze e costumi per rappresentare più personaggi uno dopo l’altro, suscitando ilarità e stupore. Ma cosa ha che fare questo con la Bibbia?
C’è un episodio, in 2° Cronache 18:28-19:3 (e precedenti), in cui Acab, re di Israele, per sfuggire in guerra ad una morte preannunciata dal profeta Michea letteralmente “si traveste”, per camuffare la propria identità, sperando nel fatto che i nemici avrebbero attaccato Giosafat, re di Giuda, scambiandolo per il re di Israele. Il piano di Acab, se ad un primo momento sembra essere vincente, “quando si accorsero che (Giosafat) non era il re di Israele, i capi dei carri si allontanarono da lui. Ma uno, teso a caso l'arco, colpì il re di Israele fra le maglie dell'armatura e la corazza” (18:32-33). Giosafat, che gridò al Signore, nonostante fosse stato ingannato dal cognato, venne risparmiato e si salvò. Acab, invece, come scritto, morì colpito da una freccia. Giosafat, nonostante fosse un empio (19:1), fu aiutato da Dio perché rivolse il suo cuore alla Sua ricerca (19:3).
Concentriamoci però qui non sui vincitori, ma sui vinti. Acab, re di Israele, muore. Nonostante l’astuzia e la furbizia nel voler camuffare la propria identità e, quindi, sfuggire alle grinfie dei nemici, poco poté verso le frecce che lo raggiunsero. Il suo travestimento era stato scoperto. Un trasformista un po’ scarso.
Ora, uscendo dal contesto di questa storia e tentando di evidenziare un messaggio che può essere fecondo anche per noi oggi, non può che risaltare agli occhi, alla mente e al cuore di un discepolo cristiano, questo: per quanto possiamo, nelle varie situazioni ed esperienze della vita, decidere di voler passare per altro, travestirci da personaggi che non siamo noi, trasformarci un giorno sì e uno no, Dio ci ricorda che le intenzioni del cuore non possono né essere nascoste, né essere camuffate. Possono, semmai, essere cambiate, mutate, con la sua Grazia. Il cambiamento che Dio ci offre non è, infatti, superficiale, ma profondo. Una profondità da cui, poi, anche l’esteriore muta.
La soluzione non è una ipocrisia esteriore. Come la storia di Acab insegna, tanto verremo smascherati. La via è quella di una totale riconsiderazione, alla luce della Parola di Dio, di chi siamo, di come agiamo, di cosa desideriamo e su Chi fondiamo la nostra esistenza.

Sermone del 22/06/25
Fr. Silvano Vaccariello

Se vuoi sentire il messaggio completo puoi andare al seguente link:

https://www.youtube.com/live/-vbs20hcN9E?si=IXrdmJpEaYDpP4Lr

NIENTE PAURA!È l'invito che Dio rivolge al suo popolo e a tutti noi oggi, più e più volte nella Sua Parola, come in Isai...
18/06/2025

NIENTE PAURA!
È l'invito che Dio rivolge al suo popolo e a tutti noi oggi, più e più volte nella Sua Parola, come in Isaia 43.
C'è un "Non Temere" per ogni giorno.
Uno perché Egli è il nostro Creatore e sa bene come ci ha formato, ci conosce profondamente e ha l'ultima parola su di noi.
Uno perché anche quando ci sentiamo abbandonati, smarriti, privati della nostra identità, Dio ci ricorda che gli apparteniamo, che siamo suoi e ci chiama per nome.
Uno perché se qualcosa che è più grande di noi ci sta tenendo "in scacco", Dio è più grande di chiunque altro e può in ogni caso riscattarci, liberandoci da tutto ciò che ci tiene legati.
Uno perché anche quando attraverseremo la cosa che più ci spaventa, Dio l'attraversa con noi e non saremo sopraffatti se non dal suo amore.
Uno perché anche mentre tu non noti nulla di diverso, Dio sta già operando, qualcosa di nuovo sta già spuntando mentre ancora non puoi vederlo.
Uno perché Dio non ha bisogno di strade già pensate o percorse: Lui ne crea di nuove dove non c'erano mai state prima.
Uno per ogni volta in cui ricordiamo con quale mano potente ha stravolto i pronostici ed è venuto a salvarci.

Le ragioni per cui Dio ti dice di non temere sono molteplici: la parte difficile del piano che Dio ha in mente per te la fa Lui!
A te tocca solo fidarti del tuo Dio!

Puoi seguire il messaggio completo al link
https://youtube.com/live/ihj0g9Z0Tug?feature=share

Sermone del 15/06/25
Past. Antonio Pennacchio

✨ Una domenica che non dimenticheremo.Con noi Antonio e Simona Pennacchio, 10 anni di ministero vissuti per Dio — con fe...
16/06/2025

✨ Una domenica che non dimenticheremo.
Con noi Antonio e Simona Pennacchio, 10 anni di ministero vissuti per Dio — con fede, sacrificio e passione. 🙌

🕊️ Il messaggio?
Dio non ha bisogno dei nostri pensieri per parlare… la Sua Parola è perfetta, è viva, e parla da sola!
💬 “Non contaminare la Parola di Dio con i tuoi pensieri.”
Siamo chiamati ad avere una fede vera, , come quella dei bambini: che si fidano, che credono, che si affidano senza riserve.

📖 “Non temere, perché io ti ho , ti ho chiamato per nome: tu sei .”
— Isaia 43:1
💭 Non guardare più al passato: Dio è con te oggi.
Invece di rimanere legati a ciò che è stato, ricordiamo quante volte il Signore ci ha liberati.
NON restare del .

Dio ha pensieri più alti per la nostra vita. 🤍

🎉 Sei invitato ad un evento speciale! 🎉📍 Chiesa Evangelica di San Benedetto del Tronto📅 Sabato 14 e Domenica 15 Giugno🕖 ...
12/06/2025

🎉 Sei invitato ad un evento speciale! 🎉

📍 Chiesa Evangelica di San Benedetto del Tronto

📅 Sabato 14 e Domenica 15 Giugno
🕖 Orari:
• Sabato dalle ore ore 16:00
• Domenica ore 09:30 / 11:00

🎤 Ospiti speciali:
Antonio e Simona Pennacchio
Ministero di predicazione e adorazione

🙏 Saranno due giornate di benedizione, lode, Parola e comunione fraterna.

Non mancare… porta un amico!🤍

In Esodo al capitolo 2 è raccontato di un uomo e una donna che ebbero un figlio, un piccolo su cui pendeva una minaccia ...
11/06/2025

In Esodo al capitolo 2 è raccontato di un uomo e una donna che ebbero un figlio, un piccolo su cui pendeva una minaccia di morte imminente, ma la cui vita venne allungata e impreziosita da decisioni prese e azioni compiute al momento giusto.
Infatti se la mamma di quel piccolo non lo avesse lasciato andare nel fiume, non senza prima aver impermeabilizzato la cesta che lo cullò nelle acque, e la sorellina maggiore non lo avesse seguito da lontano fino al bacino dove la figlia di faraone stava facendo il bagno, quel bambino non sarebbe mai diventato Mosè. Questo fu il nome dato dalla figlia di faraone che da subito capì che si trattava di un bimbo israelita. "Salvato dalle acque" significava, e così quel piccolo bambino ebreo ebbe un nuovo nome, un'identità che portò dentro di sé fino a salvare proprio attraverso le acque del mar Rosso un intero popolo.
E Miriam, la sorellina maggiore del piccolo Mosè?
Fondamentale fu il suo contributo, quando dopo aver aspettato senza interferire, osservando con attenzione, suggerì alla figlia del faraone qualcuno che potesse allattare quel piccolino. E per un meraviglioso disegno di Dio, fu la stessa madre a poter nutrire il piccolo Mosè, persino dietro ricompensa della figlia di faraone.
Anche quando non capiamo, ciò che noi vediamo non è ciò che Dio sta facendo!
Così non stanchiamoci di pregare perché genitori e monitori della scuola domenicale insieme possano usare la saggezza di Dio, quella che sa aspettare, che non ha fretta di intervenire, che attende il momento giusto, che sa accordarsi con il perfetto piano di Dio perché i nostri figli possano scoprire il giusto valore della propria esistenza e trovare la propria identità spirituale per poter portare in salvo altre vite!

Puoi seguire il messaggio completo al link https://youtube.com/live/yVDfqD9Zzfw?feature=share

Sermone del 08/06/25
Past. Angelo Bleve

Indirizzo

Porto D'Ascoli

Orario di apertura

Venerdì 20:00 - 21:00
Sabato 18:30 - 21:00
Domenica 10:30 - 12:30

Telefono

+390735753891

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