08/09/2025
Un contributo di chiarezza sul futuro del vasto complesso edilizio di Terra Murata
PALAZZO D’AVALOS, TRA NOTORIETÀ, NOBILTA’ AMMINISTRATIVA E CROLLI..
Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale anche con un recente scritto social convergono ,naturalmente, sulla bontà della loro azione amministrativa ma soprattutto sulla qualità della gestione dei beni pubblici.
Il Presidente definisce “nobile” l'adottata tipologia di gestione dell’Ente pubblico.
In merito ci siamo già espressi più volte per casi specifici o in generale su appalti e attività e modalità di spesa.
Solo come citazione, ribadiamo di non aver condiviso l’incredibile scelta della maggioranza consiliare di rigettare la proposta dell'opposizione che richiamava la necessità di seguire,come migliaia di altri Enti Locali,le normali procedure di legge nella gestione di beni pubblici, almeno in futuro.
Il motivo che ci spinge a sottoporre alla Amministrazione Comunale un nostro contributo é ,comunque, più ampio.
Riguarda soprattutto la valorizzazione e gestione di Palazzo d’Avalos.
Lo abbiamo fatto, inascoltati, costantemente, richiamando l’obbligo del rispetto dell’Accordo tra Comune e Stato del 2013 per cui Palazzo d’Avalos- Penitenziario con strutture di supporto e tenuta agricola sono stati trasferiti in proprietà dell’Ente locale: RESTAURO E VALORIZZAZIONE di PALAZZO D’AVALOS a fini culturali e ricettività turistica relativa, con un percorso dimostrativo visitabile del periodo di utilizzo come carcere, il tutto da dare in concessione per il tempo stabilito a privati che a loro spese dovevano provvedere ad attuare il tutto. Lo Stato avrebbe partecipato alle spese per il 20%. L’isola poteva godere di una positiva ricaduta economica di lungo periodo, il Comune poteva riservarsi le visite guidate. Nel 2015 si erano registrate alcune concrete disponibilità imprenditoriali,senza
seguito.
La scelta della decennale Amministrazione è stata , nei fatti , il rifiuto di attuare l’Accordo, non stipularne uno diverso; spendere, a vario titolo, una vagonata di milioni di Euro ( si parla di una ventina) , incassare 150 mila o poco più,ottenendo la forte crescita di notorietà di alcuni vani dei due piani superiori rispetto alla quota d’ingresso dell’ex carcere, puliti alla men peggio.
Notorietà ,al momento, di poco inferiore a quella altrettanto larga in Italia fino ad oltre metà dello scorso secolo, quando si lottò a lungo contro l'immagine di un’isola identificata come in un tutt’uno col carcere, con una sorta di commistione fra abitanti e detenuti.
Oggi si è tornati a valorizzare il carcere e la vita al suo interno come fulcro storico del complesso, e non il suo essere stato Palazzo nobiliare tra i più belli e ricchi d’Italia, Sito Reale nella “Città” di Procida, svilito, poi, dalla struttura carceraria.
Nulla si è fatto per PALAZZO D’AVALOS, nulla si è fatto per la statica dei due piani sottostanti inagibili e cadenti, nulla per i supporti a suo sostegno contro la fragilità della zona su cui poggia riducendo, alla sua base a contatto col mare, la principale causa dell’erosione dei costoni. Già oggi l’esterno di Terra Murata, sia dal lato Punta Lingua che dello Scoglio di S. Anna, fino a Punta dei Monaci poggia su larghi vuoti.
Come ha documentato la storia, dal Medioevo al 2019, gravi e continui crolli si sono verificati nel tempo.
L'intera zona ha subito ampie decurtazioni con perdita di collegamenti stradali esterni, di numerose abitazioni, dello stesso Palazzo d’Avalos. Parti dell’ex Cenobio di S. Margherita, una delle facciate maggiori del “Palazzo” e dell’Abbazia, diverse abitazioni, confinano col ciglio dell’altura. Sono possibili ulteriori crolli, come hanno rilevato recenti studi anche da parte dell’Autorità di Bacino Nord Orientale della Campania.
Secondo legge i danni subiti dal bene conferito e dato in custodia ai Comuni, gestito con incuria e mancata attuazione degli impegni presi,ricadono sul Comune stesso.
Anche ciò andrebbe a far parte della valutazione della nobiltà amministrativa ( per dirla come il Presidente del C.C) attuata con fiducia e coscienza, mettendo fra parentesi leggi ed impegni......
Confidiamo che questo contributo su tematiche che ci hanno impegnato a partire dagli anni ’70 e che sembrava stessero per trovare positiva soluzione nel 2013, possa risultare utile come appello all’Amministrazione per decidere di mettere in atto i contenuti dell’Accordo, per il bene dell’intera Terra Murata e dei procidani, sotto l’aspetto strutturale e dello sviluppo socio-economico.
LA REDAZIONE di PROCIDA OGGI