Movimento Federalista Europeo - Ravenna

Movimento Federalista Europeo - Ravenna Il Movimento Federalista Europeo mira alla creazione di una Federazione degli Stati europei, e fu fondato da Altiero Spinelli nel 1943.

Questa è la pagina della sezione "Carlo Sforza" del Movimento Federalista Europeo, attiva a Ravenna dal 2001. Il MFE è un movimento apartitico e trasversale alle ideologie politiche che ha fra i propri ideali la nascita degli Stati Uniti d'Europa e il federalismo come strumento di governo mondiale. Il Movimento Federalista Europeo venne fondato a Milano il 27-28 agosto 1943 da Altiero Spinelli e d

a alcuni altri antifascisti, tra i quali Ernesto Rossi e Luciano Bolis, presso casa Rollier. Esso si fonda sui principi contenuti nel Manifesto di Ventotene, elaborato nel 1941 dagli stessi Spinelli e Rossi assieme ad Eugenio Colorni.

Appena pubblicato!
20/06/2025

Appena pubblicato!

20/06/2025

con Israele, Kallas la vuole sanzionare. volubile, sta con
, L’IMBARAZZO EUROPEO
Alessandro Barbano ne discute con Adriana Cerretelli, Giornalista ed Editorialista da Bruxelles Il Sole 24 Ore, Sergio Fabbrini Professore emerito di Scienza Politica e Relazioni Internazionali e Intesa Sanpaolo Chair in European Governance LUISS Guido Carli, autore di “Nazionalismo 2.0. La sfida sovranista all’Europa integrata” (Mondadori Università) e Michele Marchi, Professore di Storia del Mediterraneo moderno e contemporaneo e Political History of European Integration Università di Bologna - Campus di Ravenna

19/06/2025
La Ue ha svolto un ruolo importante nella preparazione dell’Accordo pandemico e sia favorevole, ma alcuni paesi Europe f...
19/06/2025

La Ue ha svolto un ruolo importante nella preparazione dell’Accordo pandemico e sia favorevole, ma alcuni paesi Europe fra cui l’Italia hanno ritenuto di astenersi

19/06/2025
19/06/2025

Peace in Europe means being ready to defend what it stands for. Our people. Our values.

Our plan aims to mobilise up to €800 billion for safer and resilient Europe. We are now putting forward ambitious proposals to cut red tape for industries and facilitate access to funding.

These include:
📄 Less paperwork to apply for the European Defence Fund, so, creating new defence technology, faster
🛒 Faster and easier ways for countries to buy and share defence equipment
⚡ Quicker permits for important defence projects
💶 Simpler rules to get more companies to invest in defence through our InvestEU initiative

We're acting now to be ready to defend Europe's freedom, if threatened.

19/06/2025

Da Mariano Giustino di Radio Radicale -
Ragazzi, quando parlate di rischio "escalation" o quando dite "adesso arriverà la risposta devastante dell' contro ", sembrate delle macchiette. Ma quale escalation, ma quale risposta! Come sto documentando, ormai da molti mesi, la Repubblica islamica non ha alcuna capacità militare, necessaria e sufficiente, per affrontare Israele. Punto! La sua struttura politica e di sicurezza è palesemente impotente di fronte anche ai recenti attacchi.
Ci troviamo di fronte a una tigre di carta pesta, come ho ampiamente descritto nelle mie cronache sull'Iran.
Questo paese è in ginocchio, devastato nel suo assetto economico, amministrativo e militare. I circuiti bancari sono interrotti, Internet è interrotta, c'è grave carenza di energia, di acqua, di benzina, di pane, ora anche di infrastrutture. La catastrofe in Iran è alle porte. La popolazione è intrappolata nelle città dal regime criminale. La loro liberazione è nelle loro mani.
Nel complesso, mentre gli attacchi si intensificano e la struttura governativa si indebolisce, la voce di protesta della società civile, degli intellettuali, dei lavoratori e delle famiglie dei prigionieri è più forte che mai: una voce che chiede la fine della Repubblica islamica, la salvaguardia della vita delle persone, la fine del militarismo e una transizione verso la democrazia.
Aggiornamenti a breve...

L’attacco di Israele all’Iran apre un nuovo pericoloso capitolo Di Luca Giansanti L’Europa reagisca L’inazione dell’Euro...
18/06/2025

L’attacco di Israele all’Iran apre un nuovo pericoloso capitolo

Di Luca Giansanti

L’Europa reagisca
L’inazione dell’Europa è considerata tanto più grave perché ci sono possibilità che un suo intervento impedisca il perpetuarsi di un conflitto su larga scala. Anziché ritirarsi dalla diplomazia, secondo diversi osservatori,i 27 dovrebbero impegnarsi a mantenere aperto un canale con Stati Uniti e Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo per favorire una de-escalation immediata, creando le condizioni per un rinnovato accordo sul nucleare. “Se tutti questi attori volessero impedire un’ulteriore escalation dovrebbero esercitare forti pressioni su Israele e Iran per raggiungere questo obiettivo, intensificando gli sforzi politici per impedire all’Iran di trasformare il suo programma nucleare in un’arma” fa notare Ellie Geranmayeh, di Ecfr.L’alternativa di un ‘cambio di regime’ a Teheran portata avanti dal Tel Aviv non solo non è praticabile a suon di bombe, ma se anche si realizzasse, come insegna la storia recente della regione ogni volta che un regime è stato abbattuto da potenze straniere, avrebbe costi umanitari, economici e sociali altissimi e ricadute imprevedibili sul lungo periodo. Appena un mese fa Donald Trump dichiarava a Riad che “per la prima volta in mille anni, il mondo guarderà a questa regione non come a un luogo di tumulti e conflitti, guerra e morte, ma come a una terra di opportunità e speranza”. Oggi al contrario, se Israele decidesse di riservare all’Iran degli ayatollah il ‘trattamento Libano’ utilizzato contro Hezbollah, con bombardamenti indiscriminati sulle città, si arriverà al “caos totale” mette in guardia Abbas Amanat, professore emerito di storia all’Università di Yale “e si creerebbe un deserto che persino Trump farebbe fatica a definire pace”.

ISPI è l'unico istituto italiano che si occupa di analisi geopolitica e geoeconomica a livello internazionale con attività di ricerca e pubblicazioni.

17/06/2025

Ulisse, un nuovo canale spotify dedicato ad Altiero Spinelli

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