26/07/2025
I benefici dell’
Intervista al dottor del Polo Sanitario di S. Teresa del Bambin Gesù del gruppo Ravenna 33 , specializzato in e . «L’ozono ha applicazioni molteplici che spaziano dalla terapia del dolore e in tanti altri campi della medicina. Serve per trattare patologie dolorose, infezioni, disturbi estetici e del metabolismo»
Sempre più persone conoscono i benefici dell’ossigeno ozonoterapia, soprattutto nella cura dei classici mal di schiena, sciatalgie e dolori al rachide cervicale. In pochi invece sanno che, oltre a una funzione antinfiammatoria e antidolorifica, questa terapia ha anche effetti antibatterici e rivitalizzanti dei tessuti.
L’ozono fu scoperto nella sua attuale struttura chimico-molecolare nel 1840 dal chimico tedesco C. F. Schönbein durante degli esperimenti di elettrolisi dell’acqua e che, per il suo caratteristico odore, lo denominò appunto Ozono dal greco “ozein” che significa “odorare”. Nel 1870 si è avuta la prima relazione sugli effetti dell’ozono quando venne impiegato per la prima volta a uso terapeutico per purificare il sangue. Ci sono prove dell’uso di ozono come disinfettante, citato dal Dr. Kellogg nel suo libro sulla difterite, già sul finire del 1800.
L’ozonoterapia ha, quindi, oltre cent’anni di storia. Durante la prima guerra mondiale furono salvate centinaia di soldati, grazie alle sue proprietà altamente disinfettanti per il trattamento delle ferite. Negli anni a seguire l’ozono è stato impiegato sempre più frequentemente e diffusamente in varie parti del mondo per il trattamento di tubercolosi, anemia, pertosse, asma, bronchite, febbre da fieno, insonnia, polmonite, diabete, gotta e sifilide. Ormai conosciuta e utilizzata in tutto il mondo, in Italia, l’ozonoterapia inizia a diffondersi dalla seconda metà del secolo scorso grazie al lavoro delle due società che hanno pubblicato studi che ne confermano l’efficacia: la SIOOT – Società Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia e la FIO – Federazione Italiana di Ossigeno-Ozono. A parlarne è il dottor Claudio Masoli del Polo Sanitario S. Teresa del Bambin Gesù del gruppo Ravenna 33, specializzato in Anestesia e Rianimazione. «Da sempre interessato alla terapia del dolore – racconta – ho conosciuto l’ozonoterapia a un corso di aggiornamento a cui ho partecipato per studiare quella, che per me, era una terapia del tutto sconosciuta. Da allora, l’ho sempre più applicata grazie ai buoni risultati riscontrati: è una terapia poco traumatica durante la quale il paziente non è particolarmente stressato».
Dottor Masoli, che cos’è l’ossigeno-ozono terapia?
«È una terapia medica che consiste nell’uso di una miscela gassosa composta da molecole di ossigeno e ozono. L’ozono viene prodotto partendo dall’ossigeno: grazie a una strumentazione idonea e certificata, le molecole di ossigeno vengono sottoposte a scariche elettriche che, rompendo i legami atomici, producono molecole di ozono alla concentrazione desiderata e specifica per ogni tipo di trattamento. L’ozono, così prodotto, ha un’azione antidolorifica, antinfiammatoria, antibatterica, antivirale e anche rivitalizzante e antiossidante dei tessuti, in quanto migliora l’ossigenazione delle cellule e riattiva il microcircolo».
Per che cosa è indicato il trattamento?
«Grazie ai suoi benefici, consente di trattare un ampio ventaglio di disturbi e malattie, dal mal di schiena dovuto a ernie discali o degenerazioni artrosiche delle vertebre, sino alle patologie infiammatorie croniche delle articolazioni, come artrite, reumatismi e la fibromialgia. Inoltre è possibile trattare malattie vascolari, come insufficienza venosa e ulcere, infezioni cutanee come ulcere e ferite che stentano a cicatrizzare, nonché alcune patologie dermatologiche, quali distrofie della pelle come la cellulite o disturbi estetici come le rughe».
Come si pratica l’ossigeno-ozonoterapia?
«Attraverso tre diverse modalità di somministrazione: tramite infiltrazioni, per via endovenosa o insufflativa, per ciascuna delle quali è prevista una specifica concentrazione della miscela gassosa, secondo protocolli stilati da SIOOT e FIO. Le infiltrazioni si eseguono tramite un ago manovrato in modo tale da permettere l’arrivo dell’ozono nella zona che causa l’insorgenza del dolore. Molto frequenti sono le infiltrazioni a livello di muscoli e tendini, in grado di dare sollievo in caso di patologie articolari e tendinee, lombo-sciatalgie da ernie del disco e altre patologie degenerative della colonna vertebrale cervico-dorso-lombare. La via insufflativa è invece particolarmente indicata per curare casi di cistiti o vaginiti da candida o batteri, e anche per alleviare alcune malattie dell’intestino distale (colon, sigma, retto o prostata)».
Come si fa e per cosa è indicata invece la tecnica per via endovenosa?
«In tal caso si procede con una auto emotrasfusione, detta ‘Grande Auto Emoterapia’: si preleva del sangue da una vena periferica tramite il posizionamento di un piccolo catetere, il sangue prelevato viene raccolto in una sacca trasfusionale per ozonoterapia, viene trattato con la miscela di ossigeno e ozono iniettandola nella sacca di raccolta e successivamente infuso immediatamente nell’organismo attraverso lo stesso catetere. Una tecnica poco traumatica che può rivelarsi preziosa per numerose malattie sistemiche che colpiscono l’organismo nel suo insieme e che si manifestano con dolori cronici diffusi e con uno stato di spossatezza generale sia a livello muscolare che mentale. Rientrano in questa categoria, la fibromialgia e tutte le varie forme di sindromi da stanchezza cronica che tuttora sono di difficile definizione clinica, ma anche per trattare gli effetti collaterali di una chemioterapia oncologica, gli esiti di una infezione da Covid, le conseguenze di patologie che hanno colpito il sistema nervoso centrale come ictus e Alzheimer».
Stando ai protocolli, quante applicazioni sono necessarie per stare meglio?
«In genere, i benefici arrivano dopo la terza o quarta applicazione. Si comincia con un ciclo minimo di 4 o 5 applicazioni, nei casi di sciatalgia o lombalgia si può arrivare anche a 10 o 12, per il trattamento della cellulite sono necessarie anche 20 applicazioni. La frequenza tiene conto di ogni singolo caso: inizialmente è di una o due applicazioni alla settimana poi può essere una volta al mese, oppure ogni 6 mesi in base alla patologia da trattare. Ogni paziente viene attentamente valutato, in modo da poter intraprendere un percorso personalizzato e la terapia può iniziare solo dopo una valutazione clinica da parte di un medico specialista».
La terapia è adatta a tutti?
«Non ci sono problemi né di età, né legati ad altre patologie correlate perché l’ozono non provoca allergie e ha pochissimi effetti collaterali. Solo in alcuni casi possono esserci controindicazioni: l’ipertiroidismo scompensato, il favismo, le gravi cardiopatie croniche o in chi fa uso di anticoagulanti o farmaci ACE inibitori o, ancora, nei casi di gravidanza o interventi chirurgici programmati. Anche gli sportivi possono seguirla purché non siano professionisti, per evitare l’effetto doping».