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OPERAZIONE ARANGEA bis - OIKOS  REGGIO CALABRIA: DROGA, ESTORSIONE E RICICLAGGIO. MAXIOPERAZIONE DELLA PROCURA DISTRETTU...
14/07/2025

OPERAZIONE ARANGEA bis - OIKOS


REGGIO CALABRIA: DROGA, ESTORSIONE E RICICLAGGIO. MAXIOPERAZIONE DELLA PROCURA DISTRETTUALE DI REGGIO CALABRIA CON POLIZIA DI STATO, CARABINIERI E GUARDIA DI FINANZA.


Dalle prime ore di oggi, è in corso una vasta operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, guidata dal dr. Giuseppe LOMBARDO, che vede impegnati più di 250 investigatori dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato nell’esecuzione di due differenti misure cautelari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti, in totale, di 54 soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio, riciclaggio ed estorsione, con l’aggravante, per alcuni indagati, di aver agito con metodo mafioso.
Le indagini, sviluppate tra il 2021 e il 2024, hanno consentito di ricostruire due diverse associazioni per delinquere specializzate, una, nello spaccio al dettaglio nei territori di Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Gioia Tauro, l’altra, nell’importazione di cocaina, hashish e ma*****na da Ecuador, Spagna, Germania, Olanda e Belgio sfruttando il porto di Gioia Tauro come hub strategico.
Durante le investigazioni, che si sono avvalse delle più moderne tecnologie, gli uomini della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri hanno posto sotto sequestro denaro contante e centinaia di kg. di stupefacente.


​I dettagli verranno resi noti in sede di conferenza stampa che si terrà presso la Prefettura di Reggio Calabria alle ore 11.30.

*Grande partecipazione al 1° Memorial "Roberto Quartullo": una giornata di sport e memoria nel segno dei valori autentic...
31/05/2025

*Grande partecipazione al 1° Memorial "Roberto Quartullo": una giornata di sport e memoria nel segno dei valori autentici

Emozione, entusiasmo e una forte partecipazione hanno caratterizzato il 1° Memorial “Roberto Quartullo”, torneo calcistico giovanile organizzato in onore dello storico fondatore del Centro Reggio Junior, figura molto amata e stimata nell’ambito sportivo reggino per l’impegno e la dedizione con cui ha formato generazioni di giovani atleti.

Cinque le società coinvolte in questa prima edizione: Centro Reggio Junior, Ludos, Pro Pellaro, Mirabella e Ravagnese, che si sono sfidate in un clima di grande correttezza e spirito sportivo. Una giornata di festa in cui lo sport è stato vero protagonista, diventando veicolo di memoria, passione e aggregazione.

L’iniziativa è stata fortemente voluta dal figlio Pasquale Quartullo, che ha curato ogni dettaglio dell’organizzazione, con il desiderio di far rivivere – anche solo per un giorno – l’eredità morale e sportiva lasciata dal padre. Durante la manifestazione, Pasquale ha voluto ricordare così il suo impegno: *“Questo Memorial è nato dal cuore, per rendere omaggio non solo a mio padre, ma a tutto ciò che ha costruito in questa città. Ha dedicato la sua vita allo sport e ai ragazzi, credendo che il calcio potesse educare prima ancora che formare atleti. Vedere tanti bambini giocare, divertirsi e condividere questa giornata è stato il modo più bello per sentirlo ancora con noi. Papà ha lasciato un’eredità che continueremo a portare avanti con orgoglio.”*

Il Memorial ha rappresentato non solo una competizione sportiva, ma un importante momento di aggregazione sociale per famiglie, appassionati e cittadini, che hanno condiviso un messaggio forte: attraverso lo sport si costruisce comunità, si tramandano valori e si tiene viva la memoria di chi ha creduto nei giovani e nel futuro. L’auspicio è che il torneo possa diventare un appuntamento fisso nel panorama sportivo reggino.

SEQUESTRO DI PERSONA A MILANO: I CARABINIERI ARRESTANO DUE 35ENNIMilano - Nelle prime ore della mattina del 12 maggio 20...
21/05/2025

SEQUESTRO DI PERSONA A MILANO: I CARABINIERI ARRESTANO DUE 35ENNI

Milano - Nelle prime ore della mattina del 12 maggio 2025, i Carabinieri della Compagnia Milano Porta Magenta hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura cautelare della Custodia in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale Ordinario di Milano nei confronti di due 35enni italiani, gravemente indiziati del sequestro di persona di un cittadino cinese di 28 anni.

L’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano e sviluppata attraverso l’acquisizione delle dichiarazioni della persona offesa e di persone informate sui fatti, nonché mediante l’analisi dei tabulati telefonici e di alcune fotografie scattate da personale in abiti civili dal reparto procedente (che si trovava in appostamento sul luogo dei fatti, nell’ambito di altro servizio finalizzato al contrasto dello spaccio di stupefacenti, e che aveva notato gli indagati in atteggiamento sospetto prima che compiessero l’azione criminosa), ha consentito di:

- riscontrare che gli indagati, il 15 ottobre u.s., avevano prelevato la persona offesa all’interno di un bar di Milano, gestito dalla sua famiglia e, sotto minaccia, facendogli intendere di essere in possesso di un’arma occultata nel giubbotto, lo avevano costretto a salire su un furgone, impedendogli la fuga e facendosi consegnare il telefono cellulare per evitare richieste di aiuto, per poi partire ad alta velocità e abbandonarlo in un’area di servizio;

- ricondurre il movente ad un debito, ammontante a circa 3.000 euro, contratto dal fratello della persona offesa nei confronti di uno degli indagati, per gioco d’azzardo non autorizzato.

Gli indagati, come disposto dall’Autorità Giudiziaria procedente, sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Milano San Vittore, ferma restando la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini preliminari, da reputarsi non colpevoli fino all’eventuale sentenza di condanna divenuta irrevocabile.

21/05/2025

NDRANGHETA: MAXI OPERAZIONE ALL’ALBA. I CARABINIERI DI REGGIO CALABRIA, COORDINATI DALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA, STANNO ESEGUENDO 97 PROVVEDIMENTI CAUTELARI. IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI GESTITO DA UNA STRUTTURA STABILE, FRUTTO DI ALLEANZA TRA COSCHE. SONO 200 GLI INDAGATI.

OPERAZIONE MILLENNIUM

Dalle prime luci dell’alba, a Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Nuoro, Bologna, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Roma, Rimini, Verona, Agrigento e Torino, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati in fase esecutiva dai militari dei Comandi Provinciali competenti per territorio, dal ROS, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e Sicilia, dal 14° Battaglione “Calabria”, dal Nucleo Cinofili e 8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia ed inoltre con il supporto dell’Unità ICAN (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta) dello S.C.I.P. per gli aspetti di cooperazione internazionale di Polizia, stanno eseguendo una vasta operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Giuseppe Lombardo.

Interessate alcune tra le più importanti cosche di ndrangheta i cui sodali sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno all’associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico mafioso e detenzione e porto di armi.

I procedimenti penali, che si trovano in fase di indagini preliminari e fatte salve quindi le diverse valutazioni nelle fasi successive, hanno previsto:
• l’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare emesse dall’ufficio GIP del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della DDA, nei confronti di 97 indagati (di cui 81 in carcere e 16 agli arresti domiciliari);
• il sequestro preventivo di due società – attive nella ristorazione e nell’edilizia – ritenute riconducibili agli indagati e utilizzate per favorire le attività illecite dell’associazione.

I provvedimenti odierni costituiscono l’epilogo di una vasta attività d’indagine svolte dai Nuclei Investigativi del Comando Provinciale dei Carabinieri di Reggio Calabria e del Gruppo di Locri, nonché dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Locri, sotto il coordinamento della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, sin dal 2018, e raggruppano 5 procedimenti penali che riguardano le maggiori consorterie di ndrangheta operanti nei tre mandamenti della provincia reggina (centro, jonico e tirrenico).

“La provincia” e i “locali”.

Le investigazioni hanno permesso di appurare la permanente caratteristica di unitarietà dell‘ndrangheta, di cui l’odierno provvedimento cautelare ridisegna e riaggiorna la struttura e i vertici, oltre a confermare l’attualità dell’esistenza della struttura di ndrangheta denominata “provincia”, ovvero un organo collegiale che svolge una funzione di raccordo tra i “locali” reggini e quelle dislocate in altre regioni d’Italia e all’estero e che regola ogni nuova costituzione di strutture di ‘ndrangheta, ingerendosi anche nelle assegnazioni delle nuove cariche, garantendo il rispetto delle regole dell’associazione e dirimendo controversie tra gli associati.
Le indagini hanno inoltre permesso di registrare l’operatività dei “locali” reggini di Sinopoli, Platì, Locri, Melicucco e Natile di Careri , nonché di quelli di Volpiano (TO) e Buccinasco (MI).

La gestione del traffico di stupefacenti come ramo d’azienda dell’organizzazione mafiosa.

Ma l’assoluta novità investigativa la si può rintracciare nell’ambito del traffico di stupefacenti, la cui gestione è affidata dalle cosche, in regime di monopolio, ad una struttura stabile ed organizzata frutto di un’alleanza (“un unico corpo”) tra i locali dei tre “mandamenti” della provincia, sovraordinata alle singole articolazioni e a queste complementare.

Questa struttura si occupa, tra l’altro, di importare dall’estero (specialmente Colombia, Brasile e Panama) ingenti quantitativi di cocaina occultata in container imbarcati su navi, e alla successiva esfiltrazione attraverso il porto di Gioia Tauro, sfruttando la compiacenza di squadre di operatori portuali per poi distribuirla in tutto il territorio nazionale, attraverso una ben rodata struttura organizzata e diretta dalle cosche.
In questo ambito l’attività in passato aveva già condotto al sequestro di ingenti quantità di sostanza stupefacente.


Le cosche e l’attività estorsiva.

Ancora le indagini hanno confermato il dinamismo della cosca “ALVARO”, dotatasi di una cassa comune attraverso la quale far fronte alle spese legali degli associati e al sostentamento delle famiglie dei detenuti e della cosca “BARBARO Castani”, di cui è stato ricostruito l’intero organigramma, la quale è attiva nella zona di Platì, Ardore e territori limitrofi, nonché nei “locali” di Volpiano e Buccinasco. Il vertice della cosca “BARBARO Castani”, scrupoloso garante delle “regole”, dei “patti” e delle “prescrizioni” sancite in occasioni di importanti summit, rappresenta una figura centrale della ‘ndrangheta unitaria oltreché del “locale” di Platì.

Sono state riscontrate le attività estorsive delle cosche nei confronti di commercianti e imprenditori. In particolare la cosca “ALVARO” imponeva la cosiddetta “messa a posto” nei confronti delle ditte aggiudicatarie di lavori pubblici e a commercianti intenzionati ad aprire punti vendita nel territorio del “locale” di Sinopoli, invece la cosca “BARBARO Castani” imponeva pressanti richieste estorsive in danno di tutti gli imprenditori locali che operavano nel territorio sottoposto a controllo della cosca poiché erano costretti a corrispondere l’importo del 3% del valore dell’appalto.
Le cosche avevano capacità di infiltrazione nelle amministrazioni pubbliche, così da ottenere informazioni propedeutiche allo svolgimento delle attività criminali, come quelle sulle procedure degli appalti sulle ditte aggiudicatrici e sullo stato dei pagamenti utili per infiltrarsi, grazie anche alla compiacenza di imprenditori collusi, in attività economiche collegate, quali, la vendita di mascherine e guanti all’A.S.P. della Provincia di Reggio Calabria;

Lo scambio elettorale politico mafioso
E’ stata inoltre accertata l’esistenza di un’associazione a delinquere (i cui appartenenti sono stati raggiunti da ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari) promossa da uno degli arrestati e finalizzata a favorire l'associazione mafiosa attraverso pratiche illegali di procacciamento di voti in diverse consultazioni elettorali e in particolare per una candidata (poi non eletta) alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale della Calabria.

Particolari vicende investigate
Le indagini poi hanno portato anche ad accertare:
- momenti conflittualità tra cosche in diverse fasi delle indagini. Come quella culminata con un sequestro di persona, organizzato dai vertici del locale di Platì, ai danni di un appartenente alla cosca ALVARO, a causa di un debito di 45.000 euro per un carico di sostanza stupefacente. L’uomo veniva rilasciato solo dopo il pagamento di una prima tranche.
- un particolare episodio estorsivo, messo in atto da uno degli arrestati, ai danni di un altro uomo, anch’egli arrestato, al fine di rientrare in possesso di 125.000 euro consegnatigli, anni addietro, affinché questi potesse corrompere un magistrato non meglio identificato, attraverso i contatti che l’uomo vantava presso la Corte di Cassazione, per favorire l’esito del processo in cui era coinvolto il fratello arrestato nell’operazione “Il Crimine”. Intento che non andò a buon fine e l’uomo fu condannato alla pena di 8 anni;
- ulteriori dettagli sul ruolo avuto da un indagato nel sequestro di persona di PASSATIORE Mariangela, avvenuto a Brancaleone (RC) il 27 agosto 1977. La vittima veniva assassinata poche ore dopo il rapimento e i resti non furono mai ritrovati.

Si ribadisce che il procedimento penale è in fase di indagini preliminari e sono fatte salve quindi le diverse valutazioni nelle fasi successive.

21/05/2025

NDRANGHETA: MAXI OPERAZIONE ALL’ALBA. I CARABINIERI DI REGGIO CALABRIA, COORDINATI DALLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA, STANNO ESEGUENDO 97 PROVVEDIMENTI CAUTELARI.

OPERAZIONE MILLENNIUM

Dalle prime luci dell’alba, a Reggio Calabria, Milano, Monza e Brianza, Pavia, Nuoro, Bologna, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Roma, Rimini, Verona, Agrigento e Torino, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, supportati in fase esecutiva dai militari dei Comandi Provinciali competenti per territorio, dal ROS, dallo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria e Sicilia, dal 14° Battaglione “Calabria”, dal Nucleo Cinofili e 8° Nucleo Elicotteri di Vibo Valentia ed inoltre con il supporto dell’unità ICAN (Interpol Cooperation Against Ndrangheta) dello S.C.I.P. per gli aspetti di cooperazione internazionale di Polizia, stanno eseguendo una vasta operazione coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Dott. Giuseppe Lombardo.

Interessate alcune tra le più importanti cosche di ‘ndrangheta i cui sodali sono accusati, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno all’associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico, anche internazionale, di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, scambio elettorale politico mafioso e detenzione e porto di armi.

I procedimenti penali, che si trovano in fase di indagini preliminari e fatte salve quindi le diverse valutazioni nelle fasi successive, hanno previsto:
• l’esecuzione di tre ordinanze di custodia cautelare emesse dall’ufficio GIP del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della DDA, nei confronti di 97 indagati;
• il sequestro preventivo di due società – attive nella ristorazione e nell’edilizia – ritenute riconducibili agli indagati e utilizzate per favorire le attività illecite dell’associazione.

Tra le principali accuse vi è quella di aver gestito in regime di monopolio il traffico di stupefacenti attraverso una struttura stabile ed organizzata, frutto di “un’alleanza” tra le cosche della provincia, sovraordinata alle singole articolazioni e a queste complementare.

I dettagli dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso l’aula Magna della Scuola Allievi Carabinieri di Reggio Calabria alle 10.30.

Reggio Calabria inaugura il tour 2025 del Premio De André il 30 maggio con un grande live e la scelta del semifinalista ...
14/05/2025

Reggio Calabria inaugura il tour 2025 del Premio De André il 30 maggio con un grande live e la scelta del semifinalista nazionale

In una terra dove le note si intrecciano con storie antiche e nuove visioni, il Premio Fabrizio De André sceglie Reggio Calabria per dare il via al suo tour nazionale 2025 "E ti piace lasciarti ascoltare".
La XXIV edizione di questo prestigioso riconoscimento, patrocinato dalla Fondazione De André Onlus presieduta da Dori Ghezzi, illuminerà il Big Easy Music Club il prossimo 30 maggio alle ore 20,30, offrendo un palcoscenico d'eccezione ai talenti emergenti calabresi.
Dieci artisti, i cui nomi saranno rivelati a breve, si esibiranno davanti al pubblico e alla commissione composta da figure di primo piano del panorama musicale italiano: la cantautrice e scrittrice Teresa De Sio, Pietro D'Ottavio (giornalista e critico musicale), Luisa Melis (Direttore artistico del Premio De André), Teresa Mariano (manager di artisti come Negramaro, Caparezza e Roy Paci).
Questi professionisti non solo sceglieranno il semifinalista - che accederà direttamente alle fasi nazionali del Premio - ma si metteranno a disposizione degli artisti in un momento di confronto diretto, l'"Aula Aperta", previsto per il 31 maggio, sempre a Reggio Calabria.
Alessio Laganà, promoter esclusivo regionale del Premio De André per la Calabria, con passione e determinazione ha creato il ponte tra gli organizzatori nazionali e la realtà calabrese, selezionando i dieci artisti – provenienti da ogni angolo della Calabria - che prenderanno parte alla finale regionale.
Grazie alla sua visione e al supporto dell'intero team del Big Easy Music Club, vero e proprio hub culturale di Reggio Calabria, Laganà ha dato vita a un'operazione culturale che va ben oltre il semplice evento. Un lavoro meticoloso ha permesso la selezione di 10 artisti calabresi che rappresentano l'eccellenza musicale del territorio: "Portare la prima tappa del tour nazionale a Reggio Calabria significa dare visibilità a una scena artistica vivace e in fermento, che merita di essere conosciuta," sottolinea Laganà, che da anni lavora per la promozione dei talenti calabresi e della musica internazionale in Calabria. "Una nuova Calabria della musica d'autore che ci fa sentire orgogliosi, che ci racconta la freschezza, l'originalità e la contemporaneità di artisti che hanno tutti i numeri per far parte della scena musicale nazionale e internazionale, con brani che toccano ogni genere e sonorità".
Il Big Easy Music Club non si limita a ospitare l'evento, volutamente aperto a tutti a ingresso libero e fino a esaurimento posti, ma ne diventa protagonista attivo, confermando la sua vocazione di incubatore e punto di riferimento: un progetto collettivo che coinvolge l'intera comunità musicale calabrese.
Da oltre vent'anni, il Premio De André rappresenta molto più di un semplice concorso musicale: è un'eredità viva del pensiero rivoluzionario di un artista che ha fatto della libertà espressiva e dell'autenticità le sue bandiere. Lo spirito di Fabrizio De André continua a vivere in questa iniziativa che non cerca "vincitori", ma artisti capaci di esprimere la propria verità senza filtri.
Patrocinato dalla Fondazione Fabrizio De André Onlus e organizzato da iCompany, con la direzione artistica di Luisa Melis, il Premio ha come scopo quello di stimolare una creatività libera e scevra da tendenze legate ai concetti di commerciabilità, al fine di favorire l’originalità e la vitalità delle nuove produzioni artistiche.

L'evento reggino rappresenta solo l'inizio di un viaggio che si concluderà con la finale nazionale nella piazza romana intitolata al grande cantautore in settembre, ma segna già un passaggio significativo: il riconoscimento di una Calabria capace di far fiorire bellezza e arte.


Data e luogo: 30 maggio 2025 ore 20,30, Big Easy Music Club, Reggio Calabria
Ingresso: Libero fino a esaurimento posti
Evento "Aula Aperta": 31 maggio 2025
Per maggiori informazioni:

📧 [email protected] 📞 +39 335 667 9730 🌐 https://www.bigeasymusicclub.com/

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‘Ndrangheta: 4 arresti dei Carabinieri del RosIl 13 maggio 2025, il ROS - con il supporto in fase esecutiva del Comando ...
13/05/2025

‘Ndrangheta: 4 arresti dei Carabinieri del Ros

Il 13 maggio 2025, il ROS - con il supporto in fase esecutiva del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Calabria” - coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore della Repubblica f.f., dr. Giuseppe Lombardo, ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 4 indagati (tre in carcere e uno ai domiciliari) ritenuti di far parte di una cosca operante nella zona sud della città, articolazione ‘ndranghetista egemone del quartiere Gebbione di Reggio Calabria, indagati, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso.

I provvedimenti scaturiscono da un’articolata indagine del ROS, avviata nel 2019, che ha consentito di documentare:
- gli assetti della cosca, riattualizzandoli, nel periodo successivo gli arresti eseguiti nella precedente indagine “HELIANTUS”, rispetto al quale il presente procedimento si è posto quale logica prosecuzione, mettendo in luce come il sodalizio abbia mantenuto inalterata la peculiare pervasività sul tessuto economico della zona di influenza, consentendo di individuarne - quanto meno in termini di gravità indiziaria e ferma la presunzione di innocenza valevole sino al passaggio in giudicato dell’eventuale sentenza di condanna - il vertice nei due fratelli destinatari di ordinanza cautelare in virtù dello stato di restrizione dei fratelli maggiorenti;
- il pervasivo controllo del territorio esercitato da uno degli arrestati il quale, per ridurre i rischi di esposizione alle indagini delle forze di polizia, ha organizzato una ben congeniata rete di comunicazioni attraverso incontri riservati presso luoghi ritenuti sicuri, utilizzando fidati fiancheggiatori per “schermare” gli appuntamenti;
- la pressione esercitata dagli indagati sugli operatori economici del territorio di riferimento che subivano sistematiche azioni vessatorie, volte all’imposizione di prodotti alimentari e al pagamento di proventi estorsivi. In tale quadro, uno dei 4 indagati - anche per conto del padre, durante il periodo di carcerazione - manteneva rapporti con gli imprenditori legati alla cosca da occulte sinergie, agevolando e coordinando l’infiltrazione in lucrosi settori di espansione economica tra cui quello della grande distribuzione alimentare;
- la disponibilità da parte dei fratelli di fidati collaboratori, tra cui è emerso un indagato, soggetto deputato a veicolare messaggi ed ambasciate, riscuotere proventi estorsivi, eseguire azioni ritorsive e mantenere rapporti con i rappresentanti della comunità Rom al fine di consentire alla cosca il controllo sulla microcriminalità operante sul territorio.
Il procedimento penale si trova attualmente nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, tutti i soggetti coinvolti devono considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva.

Polizia di Stato di Reggio Calabria: Sequestrati beni per un valore di circa 3.500.000 milioni di euro ad una società at...
09/05/2025

Polizia di Stato di Reggio Calabria: Sequestrati beni per un valore di circa 3.500.000 milioni di euro ad una società attiva nel settore del calcestruzzo

Ieri, personale della Divisione Anticrimine della Questura di Reggio Calabria ha eseguito, nella città di Reggio Calabria, un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca emesso, ai sensi della normativa antimafia, dal Tribunale di Reggio Calabria Sezione. Misure di Prevenzione, su proposta formulata congiuntamente dalla locale Procura della Repubblica e dal Questore di Reggio Calabria.
Il provvedimento ablatorio ha interessato in particolare una Società attiva nella produzione di cemento, calcestruzzo e frantumazione di inerti, riferibile ad un imprenditore reggino attivo nel settore dell'edilizia e, in particolare, nella costruzione di edifici residenziali e non residenziali.
Il predetto, allo stato degli atti e fatte salve successive valutazioni nel merito, è stato arrestato il 13.10.23 in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria in data 03.10.2023, nell'ambito dell'Operazione cosiddetta "ATTO QUARTO”.
Come ben è emerso dalla citata ordinanza, il proposto sarebbe imprenditore di riferimento di una cosca operante nella città di Reggio Calabria e all'esito del procedimento di primo grado è stato condannato alla pena di anni 10 e mesi 8 di reclusione. Le risultanze investigative hanno documentato le modalità spiccatamente estorsive con cui gli uomini della cosca imponevano agli operatori edili della zona di avvalersi per le forniture di cemento dalla società oggi sequestrata, costituita negli anni con capitale sociale dei figli dell'imprenditore.
Le odierne indagini patrimoniali, hanno consentito di raccogliere rilevanti elementi indiziari volti a dimostrare come l'imprenditore in questione, "garantiva l'infiltrazione della cosca in tale nevralgico settore imprenditoriale, assicurando al sodalizio il versamento di quote dei ricavi ottenuti oltre all'assunzione di personale segnalato dai suoi rappresentanti apicali, nonché forniva un contributo per il sostentamento ed il pagamento delle spese legali in favore degli accoscati detenuti, ottenendo, in cambio, un concreto e dirimente appoggio imprenditoriale".
Accogliendo la proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica e dal Questore di Reggio Calabria, il Tribunale di Reggio Calabria - Sezione delle Misure di Prevenzione di Reggio Calabria, allo stato degli atti e fatte salve successive valutazioni, ha disposto, pertanto, il sequestro del patrimonio, per un ammontare complessivo di euro 3.500.000,00, così composto:
• n. l Società a r.l., comprensiva delle quote sociali e del patrimonio aziendale della stessa, costituito da un vasto appezzamento di terreno, sede dell'impianto di calcestruzzo;
• n.32 veicoli industriali;
• n.4 appezzamenti di terreno;
• n.1 immobile a piano terra;
• Somma di denaro e assegni circolari per un ammontare di € 423.718,08.

SAN FERDINANDO – CONFISCATI BENI PER 600MILA EURO A UN AFFILIATO DI UNA COSCA LOCALE Nei giorni scorsi, i Carabinieri de...
09/05/2025

SAN FERDINANDO – CONFISCATI BENI PER 600MILA EURO A UN AFFILIATO DI UNA COSCA LOCALE


Nei giorni scorsi, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Reggio Calabria e del Gruppo di Gioia Tauro hanno eseguito un decreto di confisca emesso dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, ormai divenuto definitivo, nei confronti di un uomo attualmente detenuto, ritenuto affiliato a una cosca di Rosarno.
Il provvedimento è frutto di una proposta avanzata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria diretta dal dott. Giuseppe Lombardo, Procuratore della Repubblica f.f. su accertamenti svolti dai militari dell’Arma nell’ambito dell’operazione “Ares”, condotta tra il 2015 e il 2018, che aveva già acceso i riflettori su un vasto patrimonio ritenuto di origine illecita.
In totale, sono stati confiscati beni per un valore complessivo di circa 600.000 euro, tra cui 14 terreni e 2 fabbricati situati nel comune di San Ferdinando, un’impresa individuale attiva nella coltivazione di agrumi a Rosarno e un prodotto finanziario.
Tutti i beni risultavano formalmente intestati alla moglie dell’uomo, ma secondo gli accertamenti patrimoniali sarebbero stati nella sua piena disponibilità.
L’operazione conferma il ruolo centrale dell’Arma dei Carabinieri nel contrasto alla criminalità organizzata, attraverso un’azione incisiva sul piano patrimoniale, volta a indebolire le cosche colpendole nei loro interessi economici e nel controllo del territorio.

Giornata dell’Europa, a Camini con la Rete di Trieste per celebrare “l’Europa dei popoli” Venerdì 9 maggio la rete di am...
08/05/2025

Giornata dell’Europa, a Camini con la Rete di Trieste per celebrare “l’Europa dei popoli”

Venerdì 9 maggio la rete di amministratori di ispirazione cristiana visiterà il borgo. Seguirà un incontro dedicato all’integrazione multietnica in Europa


Per un’Europa unita nelle differenze, solidale, partecipata, aperta e inclusiva. È il messaggio che dal borgo di Camini, in provincia di Reggio Calabria, la Rete di Trieste – il network di amministratori locali di ispirazione cristiana - lancerà nel corso di una giornata simbolica. L’appuntamento è, infatti, per il 9 maggio, giorno in cui si celebra la Giornata dell’Europa, che quest’anno giunge al 75esimo anniversario e con cui viene ricordata la storica proposta presentata nel 1950 dal ministro degli Esteri francese Robert Schuman e che ha gettato le basi per la costruzione dell’Unione europea. In un contesto internazionale segnato dai conflitti, sarà un’occasione per promuovere un appello alla pace e all’integrazione proprio dove la solidarietà è diventata un motore di crescita e rinascita.

“L’Europa dei popoli” è un’iniziativa promossa dal Comune di Camini e dalla Rete di Trieste che si articolerà in due momenti. Nel pomeriggio sarà promossa una visita al borgo e alle attività di integrazione culturale messe in campo; subito a seguire, si darà vita ad un dibattito dedicato al tema dell’integrazione multietnica in Europa. Parteciperanno alla giornata decine di amministratori locali provenienti da tutta la Calabria e associazioni ed enti di Terzo Settore.

«In un contesto internazionale così complesso, dove prolificano idee nazionalistiche divisive, - spiega Giuseppe Marino, coordinatore regionale della Rete di Trieste - abbiamo scelto di celebrare l’Europa in un luogo che racconta la sua storia più bella: quella di un’Europa che si apre alla ricchezza della diversità perché, come ci ha insegnato Papa Francesco nella sua enciclica “Fratelli Tutti”, siamo tutti figli dello stesso mondo. La Calabria è terra di arrivo e di partenze, è il Sud che aiuta e sostiene il Sud del mondo ricevendo qualcosa in cambio: Camini non esisterebbe più se non ci fosse stato un movimento in entrata che ha contribuito a renderlo ciò che è oggi, un paese ricco di vita e con una nuova storia da raccontare. Amministratori, Terzo Settore e operatori sociali insieme possono fare la differenza, in Calabria così come in altri territori».

«L’Europa vive anche qui, a Camini, dove abbiamo imparato a camminare insieme nel rispetto delle differenze culturali, con l’obiettivo comune di costruire la pace tra i popoli». Così il sindaco Giuseppe Alfarano sintetizza l’esperienza amministrativa di Camini. «Il nostro paese, all’inizio degli anni Duemila, - prosegue - ha attraversato una delle fasi più difficili della sua storia recente. L’emigrazione, il calo delle nascite e la mancanza di opportunità hanno portato alla chiusura di servizi fondamentali per la vita della comunità, dalla guardia medica, alle scuole, all’ufficio postale. Abbiamo scelto di credere nel futuro e di affrontare con coraggio e determinazione la crisi. Camini è oggi l’esempio di come con impegno e spirito di collaborazione si possano realizzare anche piccoli miracoli».

«La Rete di Trieste nasce come network trasversale e conta oggi più di 1.000 amministratori aderenti da tutta Italia. – spiega il coordinatore nazionale Francesco Russo – Abbiamo deciso di lavorare insieme e di scambiarci le migliori esperienze realizzate negli ultimi anni nei nostri territori di riferimento. Ci siamo concentrati soprattutto su alcuni temi specifici, tra cui il welfare dei territori. Dalla Calabria – prosegue - è emersa subito una realtà vivacissima di giovani amministratori e amministratrici che testimoniano come la buona politica, di concerto con il mondo sociale, possa davvero risolvere i problemi delle persone. A Camini proveremo a raccontare tutto questo e di come le nostre comunità possano rinascere se imparano ad aprirsi al mondo».

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Reggio Di

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